hans op de beeck alle scuderie teschio

UN MARZIANI A ROMA - “LA MOSTRA AL MAXXI “DELLA MATERIA SPIRITUALE DELL’ARTE”, CURATA DA BARTOLOMEO PIETROMARCHI, È UN VIAGGIO SINUOSO, IMPREVEDIBILE PER SINESTESIE E VIRTÙ SENSORIALI. SCORRONO LE OPERE TRA STADI SOLIDI, LIQUIDI E GASSOSI, SCORRONO IN MOSTRA PITTURE D’IMPATTO TEATRALE, NARRAZIONI INSTALLATIVE, SUONI DAL CUORE SOLIDO, MATERIALI VIVI, SCULTURE MUTANTI…”

Gianluca Marziani per Dagospia

 

antony gormley alle scuderie

L’arte visiva conosce la materia solida della scultura, la chiave liquida del quadro e la dimensione gassosa del video: tre stadi della forma che diviene opera, tre versioni dello sguardo con cui leggere il mondo e ridarne qualcosa di sensato, impattante, durevole. Non tutti sanno, però, che esiste un quarto status della materia, il fatidico stadio spirituale che noi alieni, abituati ad altre gravità e altre intensità, definiamo come materia completa, la più evoluta tra le dimensioni percettive, quella che ci proietta oltre la fisica del tangibile, nella natura che i vostri filosofi hanno indicato con termine perfetto: metafisica.

 

Chi meglio di voi terrestri, maestri di religioni e gestione delle anime, per incrociare gli aneliti spirituali con il linguaggio delle arti? E quale città meglio di Roma per scoprire tracce e fenomeni che recano tangenze di trascendenza? D’altronde, per noi marziani la vostra materia spirituale è la più attraente da indagare: perché vi galleggia l’opera nel cosmo dei contenuti aperti, delle interpretazioni rotanti, dei sesti sensi, delle magie rivelatorie.

tomas saraceno al maxxi

 

Quando lo spirituale attraversa l’arte, partono i neutrini del significato e inizia la migrazione energetica, una scissione dell’immagine che varca le soglie dell’apparenza, producendo interpretazioni oscillatorie, scivolamenti oltre l’ideologico, accelerazione dei sensi e lampi supernova del pensiero. Non è detto che dopo sarete migliori ma certamente “avrete visto cose che solo voi umani…”

 

john armleder al maxxi

Iniziamo dal Maxxi con il nuovo progetto curatoriale di Bartolomeo Pietromarchi. Si intitola DELLA MATERIA SPIRITUALE DELL’ARTE ed è un viaggio sinuoso, imprevedibile per sinestesie e virtù sensoriali. Scorrono le opere tra stadi solidi, liquidi e gassosi, scorrono in mostra pitture d’impatto teatrale, narrazioni installative, suoni dal cuore solido, materiali vivi, sculture mutanti… Avvolgente la tastiera pittorica di John Armleder, una vertiginosa cascata di colori a contrasto, sorta di parete meditativa che metabolizza Morris Louis nelle matrici glam dell’industrial design. Risucchiante il mandala videoludico di Kimsooja, perfetto esempio dei legami tra cultura tecnologica, vintage lo-fi e processi meditativi.

 

renato guttuso alle scuderie

Intrigante l’alfabeto simbolico di Remo Salvadori con le sue lamelle dalle geometrie alchemiche. Spiazzante Tomàs Saraceno con le interazioni tra seta di ragno e vibrazioni sonore dentro un buio che mescola aracnofilia, scienza ed echi antropologici. Divertente la stanza di Yoko Ono in cui si può entrare e scrivere con il colore, taggando il museo come mai finora. Trascinante verso un “oltre” acustico il suono ossessivo di Hassan Khan, vero mantra del percorso scenico.

 

Ammaliante il rebus di piccoli quadri firmati Victor Man, sorta di enigmi clandestini che trasmigrano verso la porta dello spirituale. Favolosa, soprattutto, l’isola centrale con vari reperti archeologici, provenienti da quattro musei romani (Musei Vaticani, Museo Nazionale Romano, Musei Capitolini, Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia) e ben integrati alle energie contestuali del contemporaneo.

kimsooja al maxxi

 

Come nel caso dei due pavoni (Musei Vaticani) che aprono un dialogo prospettico con le pitture di Sean Scully: un uccello simbolico e l’astrazione lirica dell’americano, la natura e la geometria che si abbracciano oltre la timeline della Storia. Senti pienezza di visione quando la pietra abbraccia il presente in un’armonia regale, quando le opere tracciano linee di connessione, quando un artista dona rivelazioni che carezzano il mondo mentre disegnano l’ombra dello spirituale. In fondo, esiste un oggetto più trascendente di un’opera che supera la soglia del noto?   

 

remo salvadori al maxxi

Le connessioni nascoste trasmigrano tra luoghi, con un sottotesto che scorre lungo mostre in apparenza distanti: ed è quanto accade, dopo la visita al Maxxi, con l’esposizione POMPEI E SANTORINI (a cura di Massimo Osanna e Demetrios Athanasoulis, con Luigi Gallo e Luana Toniolo) presso le Scuderie del Quirinale. Non si parla propriamente di materia spirituale, semmai di materia lavica incandescente, quella che ha devastato due luoghi in epoche lontane; eppure, aguzzando la vista interna, scorre una scia di trascendenza nel dialogo tra reperti archeologici e opere contemporanee.

ANDY WARHOL alle Scuderie

 

Come nella parete pompeiana che ingloba Andy Warhol col suo Vesuvio dai colori acrilici, uno di quei quadri con le migliori beltà “classiche” del Pop. O come la donna in luttuoso abito nero, accucciata nell’angolo, favolosa scultura di Jan van Oost che racconta la potenza della perdita, il lutto devastante, la solitudine dei numeri umani. O ancora Hans Op de Beeck con una scultura in grigio omogeneo, estatica natura morta che sembra ricoperta di cenere e oblio.

 

O l’uomo a terra di Antony Gormley, capolavoro pixelato di una sagoma che pare sospesa nell’eterno sonno archeologico, lo stesso degli abbracci tra sposi pompeiani: ed è l’istante simbolico che diviene archetipo di un’azione universale.

 

HANS OP DE BEECK alle Scuderie

La mostra è stupefacente dove non te lo aspetti, in particolare quando evita il didascalico e vola nelle pitture d’interpretazione: come negli sguardi cosmici di William Turner che rende epica la luce lavica di un’eruzione; o quando Renato Guttuso gioca col campo lungo da romanticismo nordico, con un gruppo umano da grand tour che osserva un fiume ribollente di lava. Si esce frastornati dalla potenza degli elementi naturali ma anche da quanto tenace sia la memoria umana, la voglia di conservare tracce resistenti. Si scende la scala panoramica con la coscienza che lo spirituale richieda rispetto del paesaggio, dimestichezza sentimentale, coraggio interiore. E una voglia speciale di andare oltre, maneggiando la materia che non si vede ma plasma le nostre geografie più profonde.

JAN VAN OOST alle ScuderieRENATO GUTTUSO alle Scuderie

 

 

 

 

 

 

VICTOR MAN al MaxxiSEAN SCULLY al Maxxi

 

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