SERIE A-FFONDATA - MENTRE NEL 2003 I FATTURATI DI JUVE, MILAN E INTER ERANO VICINI A QUELLI DELLE GRANDI D’EUROPA, OGGI SIAMO LONTANI ANNI LUCE – LA CRISI ECONOMICA DEL PAESE HA MESSO IN UN ANGOLO LE NOSTRE SOCIETA’

Marco Iaria per "La Gazzetta dello Sport" ripreso da "il Foglio del Lunedì"

 

Juventus StadiumJuventus Stadium

C’è stato un tempo in cui eravamo re e pensavamo che durasse all’infinito. Stupidi, miopi, anche sfortunati (chi poteva immaginare che la crisi dell’economia avrebbe azzoppato il mecenatismo pallonaro?). C’è stato un tempo in cui la Juventus aveva lo stesso fatturato del Real Madrid, l’Inter del Bayern. Sembrano trascorse due ere geologiche, è passato un decennio, quello che ha visto la trasformazione del calcio in fenomeno globale, perfettamente inserito nell’industria dell’intrattenimento.

 

Gli altri hanno colto l’attimo, noi no. Per una serie di motivi, non dipendenti solo dalla nostra incapacità o negligenza. Ma è successo. È successo che le big italiane non abbiano saputo capitalizzare l’etichetta del «campionato più bello del mondo» proprio mentre le concorrenti straniere hanno mutato pelle. Sorpasso, fuga, doppiaggio. La serie storica dei ricavi dà esattamente il senso del declino del calcio italiano. Le battistrada sono lontanissime ma fino a dieci anni fa eravamo lì, nell’élite.

 

JUVE INTERJUVE INTER

Ecco com’è cambiato il rapporto di forza fra la tradizionale triade Juventus- Milan-Inter e le quattro squadre che incassano di più al mondo. 2003-04: Manchester United primo con 259 milioni di entrate, poi Real 236, Milan 222, Juve 215, Barcellona 169, Bayern e Inter 166. Un decennio dopo, la voragine. 2013-14: Real 548 milioni, Man Utd 541, Bayern 487, Barcellona 485, Juve 280, Milan 250, Inter 161. Spagnole, inglesi, tedesche sono cresciute a ritmi stupefacenti, con blancos e Red Devils a raddoppiare il giro d’affari e bavaresi e blaugrana addirittura a triplicarlo. E le italiane?

 

milan  inter 213443811 e21229fb 4d76 4de1 805a 83ae5dc6ed0fmilan inter 213443811 e21229fb 4d76 4de1 805a 83ae5dc6ed0f

Andamento lento: +30% per i bianconeri, +13% per i rossoneri, i nerazzurri hanno perso il 3%. Piccolo alibi. Dal 2010 in Italia i diritti tv non sono più venduti individualmente e nella ripartizione collettiva le grandi ci hanno rimesso. Vero, ma vale il rovescio della medaglia: l’eccessiva teledipendenza ha impigrito i dirigenti italiani, li ha illusi di poter vivere di rendita senza sfruttare le altre fonti di ricavo. Nel commercio la chiamano product extension: dilati il prodotto, ti inventi nuovi modi di far soldi.

 

Non è che non si sia fatto nulla. La Juve, peraltro stoppata da Calciopoli nella crescita, si è dotata di un impianto- gioiello e i benefici si sono visti: nel 2003-04 incassava dal botteghino 18 milioni, scesi a 12 nell’ultima stagione all’Olimpico per quadruplicarsi fino a 49 milioni con le attività collaterali.

 

BAYERN MANCHESTER UNITED BAYERN MANCHESTER UNITED

Il Milan ha lavorato proficuamente in campo commerciale passando in 10 anni da 53 a 80 milioni, con operazioni ritagliate su misura per i partner. Tutto questo non è bastato perché il resto del mondo ha viaggiato a velocità supersonica. La diffusione della lingua inglese per il Manchester, i favori delle banche per le spagnole, l’aiuto dell’economia tedesca per il Bayern. Fattori non trascurabili.

 

Ma vogliamo liquidare così il fenomeno? Le differenze sono troppo ampie per non assegnare responsabilità a chi, in questi anni, a livello di club, di Lega, di Federazione ha gestito il calcio italiano. Nel 2003-04 il Bayern percepiva dallo stadio 22 milioni, meno delle milanesi. Nel 2005 ha inaugurato l’Allianz Arena, che rappresenta uno dei massimi esempi di utilizzo polifunzionale di uno stadio.

 

Tanto che la società che lo gestisce, controllata al 100% dal club, fattura 49 milioni. Non dalla biglietteria ma dal resto: affitto per eventi, area vip, ristoranti, parcheggi, ecc. Così il Bayern può permettersi di mantenere la sua vocazione popolare – bastano 15 euro per assistere in piedi alle partite – e di aderire mirabilmente alle logiche degli affari.

Atletico Madrid Barcellona x Atletico Madrid Barcellona x

 

Mentre Milan e Inter incassano dal Meazza più o meno gli stessi quattrini di un decennio fa (ci sarebbero da conteggiare 6 milioni a testa dalla collegata MI-Stadio, che non figura nei bilanci consolidati), il Bayern è volato a 145 e si appresta a portare la capienza dell’Allianz a 75mila posti. In Spagna sono pronti progetti faraonici per il Bernabeu e il Camp Nou, che già hanno raggiunto entrate da record.

 

Da 62 a 140 milioni per il Real, da 58 a 147 per il Barça negli ultimi 10 anni alla voce stadi (compresi una ventina di milioni ciascuno dalle quote dei soci). I madrileni intascano 42 milioni dall’area premium, grazie a 245 palchi e 4.696 posti dotati di ogni comfort. D’altronde, sotto la presidenza di Perez non sono stati spesi soldi solo per Zidane e Bale ma anche per ammodernare (200 milioni) l’impianto.

 

Il tifoso che si reca a Barcellona fa un’esperienza unica: i cimeli del museo, il luccichio dello store da 2.100 metri quadrati. In un anno il museo del Camp Nou registra 1,5 milioni di visitatori, quello della Juve 200mila. Risultato? Il Barça incassa dai tour 30 milioni, i bianconeri (esempio in Italia) 4. È nello sfruttamento del marchio, dentro e fuori i confini nazionali, che si enfatizza la differenza tra noi e loro.

Florentino PerezFlorentino Perez

 

Il Manchester United, leader dei ricavi commerciali con 236 milioni, è stato il primo a internazionalizzarsi. Un processo molto lungo, certo facilitato dall’espansione della Premier League che a partire dalla scissione del 1992 ha esportato il calcio inglese come format, ma ovviamente alimentato da strategie commerciali individuali: a Londra c’è un ufficio con 80 persone, impegnate a mettere in pratica la distribuzione capillare del brand.

 

Nel frattempo è stato aperto un distaccamento a Hong Kong e presto uno a New York: un passaggio obbligato cui non si sono sottratte neppure le spagnole e il Bayern, che nei prossimi mesi sbarcherà anche a Shanghai.

 

Lo United ha però una peculiarità: penetra il mercato in modo «verticale», stringendo accordi con aziende regionali (il costruttore cinese, la banca turca, il colorificio giapponese, la birra thailandese). Una strada che adesso stanno tentando di seguire le italiane.

 

IL REAL MADRID FESTEGGIA LA VITTORIA DELLA COPPA INTERCONTINENTALEIL REAL MADRID FESTEGGIA LA VITTORIA DELLA COPPA INTERCONTINENTALE

Allo stesso tempo il management assunto dai Glazer ha sottoscritto contratti da favola con i colossi mondiali: lo sponsor di maglia Chevrolet, dopo aver pagato un premio d’ingresso da 46 milioni, in questa prima stagione sborsa 56 milioni con un +2,1% che scatta ogni dodici mesi; il precedente, Aon, è rimasto in famiglia griffando i campi di Carrington e il materiale d’allenamento per 20 milioni annui; dal 2015-16 Adidas sostituirà Nike con un minimo garantito di 95 milioni più le royalties.

 

È tutto un circolo virtuoso: più ti riconoscono, più ti vogliono, più ti pagano. Nel 2013-14 i tour e le partite amichevoli hanno regalato ai Red Devils 14 milioni contro i 3 dell’Inter. Un’anima da globetrotter come per il Real che fattura all’estero 114 milioni su 548 sopperendo alle difficoltà del mercato spagnolo: proprio qualche giorno fa Ronaldo e compagni hanno fatto festa al caffè merengue di Dubai.

ALLIANZ ARENA jpegALLIANZ ARENA jpeg

 

Se il Barcellona, dopo aver profanato la maglia coi qatarioti, ora si fa sponsorizzare pure l’interno (4 milioni da Intel), in questo calcio senza confini nessuna squadra riesce a succhiare dalla terra d’origine quanto il Bayern che arriva a ben 223 milioni di ricavi commerciali. Grazie a soci-sponsor del calibro di Adidas, Audi e Allianz. Ma grazie anche a un legame indissolubile con la propria comunità: la regola anti-scalate del 50%+1 resiste al tempo. Ognuno ha saputo trovare la sua strada. Tranne noi. 

Ultimi Dagoreport

john elkann donald trump

DAGOREPORT – ITALIA, BYE BYE! JOHN ELKANN NON NE PUÒ PIÙ DI QUESTO DIGRAZIATO PAESE CHE LO UMILIA SBATTENDOLO PER 10 MESI AI "SERVIZI SOCIALI", COME UN BERLUSCA QUALSIASI, E STUDIA LA FUGA NEGLI STATI UNITI - PRIMA DI SPICCARE IL VOLO TRA LE BRACCIA DEL SUO NUOVO IDOLO, DONALD TRUMP, YAKI DEVE LIBERARSI DELLA “ZAVORRA” TRICOLORE: CANCELLATA LA FIAT, TRASFORMATA IN UN GRUPPO FRANCESE CON SEDE IN OLANDA, GLI RESTANO DUE GIORNALI, LA FERRARI E LA JUVENTUS – PER “LA STAMPA”, ENRICO MARCHI È PRONTO A SUBENTRARE (MA PRIMA VUOLE SPULCIARE I CONTI); PER “REPUBBLICA”, IL GRECO KYRIAKOU È INTERESSATO SOLO ALLE REDDITIZIE RADIO, E NON AL GIORNALE MANGIASOLDI E POLITICAMENTE IMPOSSIBILE DA GOVERNARE) - DOPO IL NO DI CARLO FELTRINELLI, SAREBBERO AL LAVORO PER DAR VITA A UNA CORDATA DI INVESTITORI MARIO ORFEO E MAURIZIO MOLINARI – SE IL CAVALLINO RAMPANTE NON SI TOCCA (MA LA SUA INETTA PRESIDENZA HA SGONFIATO LE RUOTE), PER LA JUVENTUS, ALTRA VITTIMA DELLA SUA INCOMPETENZA, CI SONO DUE OPZIONI IN BALLO…

silvia salis giorgia meloni elly schlein matteo renzi

DAGOREPORT - IN ITALIA, DOPO TANTI OMETTI TORVI O INVASI DI VANITÀ, SI CERCANO DONNE FORTI. DONNE COL PENSIERO. DONNE CHE VINCONO. E, NATURALMENTE, DONNE IN GRADO DI COMANDARE, CAPACI DI TENER TESTA A QUELLA LADY MACBETH DELLA GARBATELLA CHE DA TRE ANNI SPADRONEGGIA L’IMMAGINARIO DEL 30% DEGLI ELETTORI, ALIAS GIORGIA MELONI - IERI SERA ABBIAMO ASSISTITO ATTENTAMENTE ALLA OSPITATA DI SILVIA SALIS A “OTTO E MEZZO”, L’EX LANCIATRICE DI MARTELLO CHE DALLA LEOPOLDA RENZIANA E DAL CONI DELL’ERA MALAGÒ HA SPICCATO IL VOLO NELL’OLIMPO DELLA POLITICA, SINDACO DI GENOVA E SUBITO IN POLE COME LEADER CHE SBARACCHERÀ ELLY SCHEIN E METTERÀ A CUCCIA LA CRUDELIA DE MON DI COLLE OPPIO - DOPO MEZZ’ORA, PUR SOLLECITATA DA GRUBER E GIANNINI, CI SIAMO RITROVATI, ANZICHÉ DAVANTI A UN FUTURO LEADER, DAVANTI A UNA DONNA CHE DAREBBE IL PREMIO NOBEL PER LA LETTERATURA ALL'AUTORE DE "IL MANUALE DELLA PERFETTA GINNASTICATA" - ECCITANTE COME UN BOLLETTINO METEO E LA PUBBLICITÀ DI TECHNO-GYM, MELONI PUO' DORMIRE SONNI TRANQUILLI - VIDEO

italo bocchino giorgia arianna meloni

DAGOREPORT – PER QUANTO SI SBATTA COME UN MOULINEX IMPAZZITO, ITALO BOCCHINO NON RIESCE A FARSI AMARE DALLA FIAMMA MAGICA DI GIORGIA MELONI: LUI SI PRODIGA NELL'OSPITATE TELEVISIVE CON LODI E PEANA ALLA STATISTA DELLA SGARBATELLA, MA È TUTTO INUTILE: TROPPO CHIACCHIERATO E CON UN GIRO DI AMICIZIE DISCUTIBILI, L'EX DELFINO DI FINI NON ENTRA A ''PA-FAZZO CHIGI'' – LE SUE DICHIARAZIONI SIBILLINE SUL CASO GHIGLIA NON L’HANNO AIUTATO: HA SPECIFICATO, NON A CASO, CHE IL SUO INCONTRO CON  IL COMPONENTE DEL GARANTE DELLA PRIVACY ALLA SEDE DI FDI È DURATO “VENTI MINUTI AL MASSIMO”, METTENDO IN DIFFICOLTÀ ARIANNA MELONI – SE È TANTO "IMPRESENTABILE", PERCHÉ NON LO CACCIANO DA DIRETTORE EDITORIALE DEL "SECOLO D'ITALIA"? SAREBBE UN GIOCO DA RAGAZZI ESTROMETTERLO. MA QUANTI SEGRETI CONOSCE L’EX SANCHO PANZA DI FINI, APPASSIONATO DI INTELLIGENCE E VICINO A LOBBISTI CONSIDERATI IMPRESENTABILI DALLA FIAMMA MAGICA DELLA MELONA? - VIDEO

giovambattista fazzolari roberto carlo mele

FLASH – I DAGO-LETTORI HANNO FATTO IL LORO DOVERE: HANNO SCOPERTO L'IDENTITÀ DELL’UOMO CHE DUE GIORNI FA ERA ATTOVAGLIATO CON GIOVAMBATTISTA FAZZOLARI DA “VITTI”, A PIAZZA SAN LORENZO IN LUCINA. SI TRATTEREBBE DI ROBERTO CARLO MELE, ESPONENTE DI SPICCO DI FRATELLI D’ITALIA (FIGURA NELL'ESECUTIVO DEL PARTITO COME SEGRETARIO AMMINISTRATIVO). COME “FAZZO”, DEVE AMARE MOLTO LA RISERVATEZZA, VISTO CHE ONLINE NON SI TROVANO SUE FOTO – ANCHE “L’UOMO PIÙ INTELLIGENTE” CHE CONOSCE GIORGIA MELONI (PENSA GLI ALTRI), SEMPRE RESTIO AI SALOTTI, HA FATTO IL SUO INGRESSO UFFICIALE NELLA ROMANELLA POLITICA DEL “FAMOSE DU’ SPAGHI”…

giorgia meloni donald trump al sisi

FLASH! - LA BOCCIATURA DEL PONTE SULLO STRETTO DA PARTE DELLA CORTE DEI CONTI HA FATTO SALTARE I NERVI NON SOLO A SALVINI MA SOPRATTUTTO ALLA MELONI – LA PREMIER, CHE SI ERA SPESA MOLTO IN EUROPA PER LA REALIZZAZIONE DEL PONTE, SI È TALMENTE INCAZZATA (“E’ L’ENNESIMO ATTO DI INVASIONE DE GIUDICI SULLE SCELTE DEL GOVERNO”) CHE HA CANCELLATO IL VIAGGIO AL CAIRO DI SABATO PER L’INAUGURAZIONE DEL MUSEO GEM - ALLA NOTIZIA CHE AL POSTO DELLA STATISTA, SBARCA IL FARAONE GIULI, ANCHE AL SISI NON L’HA PRESA PER NIENTE BENE…