
“MIO FIGLIO GIORGIO ERA MOLTO MALATO MA SAREBBE STATO GIUSTO CHE VENISSI VIA IO, NON LUI” – PARLA NICOLA PIETRANGELI, 91 ANNI, RICOVERATO AL POLICLINICO GEMELLI DAL 4 LUGLIO, IL GIORNO IN CUI IL 59ENNE GIORGIO SE NE È ANDATO - "È STATO CAMPIONE ITALIANO DI SURF, HA VISSUTO COME VOLEVA, SE NE FREGAVA DI TUTTO. IN QUESTO MI ASSOMIGLIAVA – WIMBLEDON? NON HO SEGUITO UNA SOLA PARTITA. GLI INGLESI NON MI HANNO TRATTATO BENE" - "IL MIO FUNERALE? LO VORREI AL FORO ITALICO E SE PIOVE SI RINVIA AL GIORNO DOPO”
Articolo di Margherita De Bac per corriere.it - Estratti
Nicola, come sta?
«Male. Il dolore per la morte di mio figlio Giorgio si è sovrapposto a una condizione di salute fragile. Sono lucido, però mi sento stanco e debole, soltanto sollevare il braccio mi affatica. Ascolti la mia voce che esce con difficoltà. Cerco di ricacciare indietro il pensiero di Giorgio ma è impossibile. Mi ritorna sempre in mente, come può immaginare».
È il secondogenito, Filippo, 62 anni, a avvicinare il cellulare all’orecchio di Pietrangeli, ricoverato al policlinico Gemelli dal 4 luglio, il giorno in cui Giorgio se ne è andato. Filippo e Marco, il fratello maggiore, si alternano nella stanza del papà, prossimo alle dimissioni dall’ospedale.
Per la prima volta la sentiamo rispondere con un tono rassegnato, lei di solito è ottimista.
«È la prima volta che dico la verità. C’è stato un momento in cui gli amici, come mi hanno raccontato dopo, mi hanno visto più di là che di qua. Ora prevale il dolore per la perdita di mio figlio, il più piccolo. Io vengo dopo».
Cosa significa vivere questo dramma a 91 anni?
«Sarebbe stato giusto che venissi via io, non il contrario. Era molto malato».
In sottofondo Filippo ricorda di quanto Giorgio fosse «sconsideratamente coraggioso. Gli riuscivano salti estremi da stuntman. Qualsiasi cosa avesse sotto i piedi, tavola, skate, sci, volava. Avrei voluto avere la sua stessa tempra».
Nicola, cosa ricorda di lui sopra ogni altra cosa?
«Il suo modo di vivere. Il suo menefreghismo completo, nel senso positivo del termine. Ha avuto la vita che voleva. Ha fatto le sue scelte in libertà. Spero si sia sentito come me che da questo punto di vista gli assomiglio. È stato campione italiano di surf, lo sport che lo aveva in un certo senso chiamato a sé scalzando il tennis che ho evitato di imporgli».
Ci pensa alla fine della vita?
«Ho spesso raccontato che vorrei assistere al mio funerale. Non scherzo. Si terrà allo stadio Pietrangeli del Foro Italico. Tremila posti a sedere. C’è il parcheggio, se piove ci si ripara nel sottopassaggio che porta agli altri campi e il funerale si rinvia al giorno dopo. Non voglio dare disturbo».
(...)
Lo sa che idealmente gli italiani le stanno vicini?
«Lo so, hanno scritto cose bellissime per me. Si vede che ho seminato bene, no?».
Per la prima volta ha saltato Wimbledon, non ha potuto seguire il torneo neppure in televisione, visto che era ricoverato, a differenza del Roland Garros che lo ha visto inchiodato davanti allo schermo.
«Non ho seguito una sola partita. Non ho un bel ricordo degli ultimi anni da spettatore. Gli inglesi non mi hanno trattato bene. Non mi davano neppure la macchina per il trasporto. Prendevo il taxi. Avrei meritato più gentilezza».
nicola pietrangeli foto mezzelani gmt001
lea pericoli nicola pietrangeli
nicola pietrangeli
standing ovation per nicola pietrangeli foto gobbi gmt
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giorgio pietrangeli