sgarbi antonello da messina

TOGLIETE IL VIAGRA A SGARBI! – ALLA MOSTRA MENEGHINA SU ANTONELLO DA MESSINA IL "VECCHIO SGARBONE" METTE IL DITO NELLA PIEGA: ”LA PIEGA DELLA VESTE SOTTO IL COLLO DEL ‘RITRATTO DI IGNOTO MARINAIO’ RAPPRESENTA UNA FIGA” – L’ORGANIZZATORE DELL’ESPOSIZIONE MASSIMO VITTA ZELMAN: “I PRESTITI OGGI ASSOMIGLIANO A DELLE ESTRADIZIONI. E' PIÙ FACILE ESTRADARE BATTISTI CHE OTTENERE L’”ANNUNCIATA” DA PALAZZO ABATELLIS''

Pierluigi Panza per il Corriere delle Sera

 

Ritratto di Ignoto marinaio antonello da messina

Nel 1476, quando era a Venezia per ultimare la Pala di San Cassiano,  Antonello da Messina ricevette l’invito di Cicco Simonetta, cancelliere degli Sforza, di sostituire il defunto Zanetto Bugatti a corte. La proposta non andò a buon fine, ma l’influenza del pittore isolano sull’arte lombarda del XV e XVI secolo fu ugualmente significativa. E da oggi Palazzo Reale mette in mostra la quadreria che avrebbe potuto realizzare per la città.

 

Sono esposte 19 delle 35 tavole attribuite al pittore, un ottimo risultato vista la difficoltà ad ottenere i prestiti, “che assomigliano a delle estradizioni”, ironizza Massimo Vitta Zelman, presidente di MondoMostre Skira che produce la mostra. E’ un progetto di rilevanza almeno nazionale visti i prestiti dalla National Gallery di Londra e di Washington, dal Museo statale di Berlino, Uffizi, Louvre, Prado, Correr e, ovviamente, Palazzo Abatellis e altri. Da qui l’entusiasmo di sindaco e assessore per “quantità e qualità dei prestiti”, quello della Regione Sicilia che ottiene in cambio tele per la mostra siciliana “Ritratto del ‘900 italiano” e persino quello di Vittorio Sgarbi, intervenuto al vernissage perché nel periodo in cui era assessore a Milano e in Sicilia “l’idea iniziò a prendere forma”.

sgarbi

 

Il curatore, Giovanni Carlo Federico Villa, lega la qualità e l’ascesa di Antonello alla sua presenza a Venezia dal 1474 a contatto con la pittura di Giovanni Bellini. Tuttavia, Antonello resta sconosciuto sino intorno al

1860 quando lo storico d’arte e padre dell’attribuzionismo, Giovan Battista Cavalcaselle, incomincia a disegnare i quadretti di questo maestro dell’espressione e ad annotarne le caratteristiche. Diciannove disegni 7 di questi taccuini e 12 fogli, custoditi alla Biblioteca Marciana sono in mostra e fanno da guida d’eccezione (il Comune li ha ottenuti in cambio del restauro). Antonello diventa il pittore che raccoglie in uno sguardo o in un sorriso l’anima di un uomo. Le sue foto-tessera in 8k, pensate come per inginocchiarsi innanzi, mostrano i moti dell’anima e celano segreti dietro a nodi, lacci, corde…

antonello da messina 20

L’ “Annunciata (1475-6) di Palazzo Abatellis (ne esiste una seconda  a Monaco) è uno straordinario primo piano di un evento che si svolge fuori dal quadro. Qui non c’è l’arcangelo Gabriele, non c’è la casa, enorme è la diversità con l’“Annunciazione” del giovane Leonardo (a Milano, nel 2015, si vide il “Ritratto dell’ ignoto marinaio” di Antonello a fianco del “Musico” di Leonardo e del “Poeta laureato” di Bellini) dove prevale l’insieme sull’introspezione. Qui, il volto di Maria - incorniciato nel prezioso blu outre-mer dei lapislazzuli –più che sorpresa rivela la coscienza alla vocazione per la chiamata che le giunge da fuori scena. L’angelo siamo noi e Maria, dolcemente, con una mano ci invita alla distanza mentre con l’altra pudicamente si copre. L’inusuale firma apposta dal figlio Jacobello sulla “Madonna con Bambino” del 1480, da lui finita dopo la morte del padre, è una delle più struggenti devozioni figliali: “Jacobello, pittore non umano mi fece”.

 

sgarbi

Ricordiamo che le tavole sono davvero intime, di piccole dimensioni e quindi ci vorrà pazienza nell’avvicinarsi. Si è aiutati da spettacolari ingrandimenti retroilluminati per favorire la fruizione (allestimento di Cesare Mari). Le prenotazioni sono già 11 mila in cinque giorni. Il catalogo (Skira) è comprensivo di tutte le opere di Antonello e funziona come catalogo generale.

 

 

 

carlo federico villa 1

DAGOREPORT

Presentazione divertente quella della mostra su “Antonello da Messina” a Milano. Prima il produttore Massimo Vitta Zelman ci mette il carico da novanta sulle difficoltà per realizzarla: “I prestiti oggi assomigliano a delle estradizioni”. Più facile estradare Battisti che ottenere l’”Annunciata” da Palazzo Abatellis.

antonello da messina 14

 

Poi le autorità di Milano e della Regione Sicilia fanno un po’ di casino con i singolari e i plurali: si sente nominare Francesco Laurano (sarebbe Laurana), il Cavalcasella (sarebbe Giovanni Battista Cavalcaselle, scopritore di Antonello e padre dell’attribuzionismo) e la attesissima riapertura della Sala delle assi (Asse, non assi come il plurale delle carte per la briscola) di Leonardo a Milano. E vabbé.

domenico piraina 1

 

Quindi irrompe il vecchio Sgarbone e la presentazione diventa show. “Il curatore, Giovanni Carlo Federico Villa, forse mi odia perché non mi ha mai citato ma questa mostra è iniziata con me quando ero assessore sia a Milano che in Sicilia” (doppio incarico ahi ahi!). Poi ironizza sui vestiti: “Abbiamo a che fare con un pittore siciliano e vedo che sia Villa che Domenico Piraina (direttore di Palazzo Reale) si sono messi il panciotto”; più sobrio Villa, in verde; abbindatissimo Piraina che non aveva solo il panciotto ma anche pochette, catenona in similoro per orologio che usciva dal taschino, cravatta e altre amenità. Stoccata al Sud:

 

MASSIMO VITTA ZELMAN

“La capitale della cultura non può essere Matera, è stabilmente Milano”. Basta con il negare prestiti: “Il polittico di Messina è giusto che sia venuto qui perché è impossibile che le sue condizioni peggiorino”. Poi uno sgambetto alla mostra: “L’Annunciata, comunque, venne già a Milano al Museo Diocesano. Chiamai la mafia, chiamai Cuffaro, ed è arrivata”; andiam bene! Poi sul Trittico degli Uffizi, esposto in mostra. “ E’ di tre parti. Francesco Micheli comprò lo scomparto di San Benedetto; poi lo acquistò la Regione Lombardia che lo tenne 20 anni in deposito. Intanto erano apparsi gli altri due scomparti dalla eredità Bardini, acquistati per 17 miliardi. Finirono, però, non al Museo Bardini ma agli Uffizi. Io – prosegue Sgarbi - in occasione dell’Expo ingannai il presidente di Regione Maroni. Gli dissi: che ce ne facciamo in Lombardia di un pittore siciliano? Così lo feci giungere agli Uffizi per ricomporre il polittico e in cambio ci diedero un minore”. Prosit.

antonello da messina 13

 

Pierluigi Panza

Finale: “Ci sono vari interpretazioni su Antonello. Una di queste sostiene che la piega della veste sotto il collo del Ritratto di ignoto marinaio rappresenti una figa”. Dall’Annunciata alla figa attraverso il vecchio Sgarbone.

 

 

antonello da messina antonello da messina 12

 

Ultimi Dagoreport

igor taruffi elly schlein

DAGOREPORT - QUALCUNO DICA A ELLY SCHLEIN CHE STA AFFONDANDO IL PD! - NON SOLO TOSCANA E UMBRIA, DALLA CAMPANIA ALLA SICILIA FINO ALLA PUGLIA, SI MOLTIPLICANO I PROBLEMI SUI “TERRITORI” - A FINIRE NEL MIRINO LO “SPICCIAFACCENDE” DI ELLY, IGOR TARUFFI, RESPONSABILE ORGANIZZAZIONE DEL NAZARENO. DOVE C’È LUI, C’È CASINO, VISTA LA SUA PROPENSIONE A SALVAGUARDARE I CACICCHI FEDELI ALLA MIGLIORE ALLEATA DEL GOVERNO MELONI - IN SUO SOCCORSO È ARRIVATO ANCHE IL BERSANIANO NICO STUMPO CHE NON RIESCE AD EVITARE I PASTICCI CHE "LO STRATEGA IN VERSIONE PIZZICAGNOLO" TARUFFI COMBINA A CAUSA DELLA SCARSA CONOSCENZA DELLE REGOLE E DELLE DIVERSE REALTA’ LOCALI. E PER LA PRIMA VOLTA…

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…