IERI, MOGGI E DOMANI – BEHA: “SE L’EX DG DELLA JUVE NON VUOL SENTIR PARLARE DI PERDONO È PERCHÉ IN UN MONDO IN CUI GUIDAVANO TUTTI CONTROMANO HANNO BECCATO SOLO LUI. E QUESTO AGNELLI LO SA BENISSIMO. IO MI ACCONTENTEREI DI UNA CONFESSIONE GENERALE”

Oliviero Beha per "il Fatto Quotidiano"

 

ANDREA AGNELLI LUCIANO MOGGIANDREA AGNELLI LUCIANO MOGGI

Perfetta metafora del calcio, magari non solo nostrano, quella offerta domenica sera al Meazza dal derby di Milano: spalti ricolmi, milioni davanti alla tv per la gioia delle emittenti pay e la valorizzazione degli investimenti pubblicitari, cioè un sovrapprezzo ai prodotti che pesa sui clienti, sempre noi... E sul terreno di gioco uno spettacolo men che decente, di quelli che fanno sospirare gli ex campioni commentatori in studio come a dire “ai tempi nostri questa gente non avrebbe mai visto il campo”.

 

Perché tutto ciò metaforizza Rotondolandia? Perché un po’ dappertutto la bomboniera pallonara acquista valore e i confetti sono sempre più rancidi, essendo la qualità del calcio giocato in trend inversamente proporzionale al movimento che genera intorno a sé. La Rotondomania sta colonizzando il pianeta, andando in cerca di aree finora arate da altri sport (cfr. il pallone in India, per dire), e il business cresce per un prodotto che peggiora.

 

OLIVIERO 
BEHA
OLIVIERO BEHA

Il derby tra il vecchionuovo Mancini e Superpippo telecomandato da Berlusconi ne è stata la esemplare dimostrazione. Sì, nella giornata dominata soprattutto dalla Juve e dalla Roma di conserva, segnalasi il gol n. 200 in serie A di un ragazzotto oramai di oltre mezz’età dantesca che da bambino palleggiava per ore con un’arancia e adesso lo fa senza scomporsi di nulla nelle aree pallonare urbane più affollate, Totò Di Natale.

 

Ma sono chicche in un contesto deplorevole, in cui il fuoricampo la fa da padrone su quello che si vede in campo. Del resto ormai da anni i registi fanno inquadrare la smorfia di tizio o le dita nel naso di caio, in panchina o in tribuna, dando loro assai più risalto che non alle sgiocate che ci propinano i nostri eroi decadenti. E i media garriscono certamente per Pogba e Tevez, capitani di ventura della squadra attualmente migliore d’Italia ma sempre a rischio in Europa, ma smaltano assai di più le dichiarazioni - che so - di un Andrea Agnelli che parla di Moggi.

emma winter andrea agnelliemma winter andrea agnelli

 

Sembra passato un secolo da Calciopoli, quando il rampollo non esisteva ancora sotto i riflettori, ma sono solo otto anni, pochi “per la storia centenaria della Vecchia Signora”, e nel frattempo è passata la B per la Juve, le stagioni incerte in A e da Conte in poi la completa resurrezione scudettata degli ultimi tre anni. Adesso il tempo pare sopire e troncare, quindi per Agnelli “Moggi è una parte importante della nostra storia e visto che siamo in un Paese cattolico lo si può perdonare”.

 

Tradotto per gli stenti logografi dell’ambiente, se ne deduce una sorta di “riabilitazione” per il Barbablù del pallone d’antan, che avrebbe fatto le stesse cose fatte anche da altri, leggi l’Inter, che si è attribuito scudetti a tavolino. Moggi, piccato, ha risposto di “non aver bisogno di alcun perdono, semmai di un elogio”.

 

Toto Di Natale Italia Nuova Zelanda Mondiali Toto Di Natale Italia Nuova Zelanda Mondiali

È un modo per riesumare una vicenda che malgrado la radiazione sportiva dell’ex Direttore Generale del club plurititolato e la sua condanna in due gradi di giudizio in attesa della Cassazione, il prossimo 22 gennaio, a parer mio rimane ancora fondamentalmente oscura. Liquidare tutto liquidando Moggi o additandolo al perdono come fa Agnelli è perlomeno equivoco. Intanto, perché è tutto da dimostrare che negli ultimi otto anni, scommesse a ripetizione comprese, il calcio e la sua Rotondocrazia siano rimasti indenni da macchie e condizionamenti, che gli arbitri improvvisamente abbiano sbagliato sì come prima ma “in buona fede”, che il potere sportivo-calcistico sia più trasparente di quello precedente.

 

Pippo InzaghiPippo Inzaghi

Chi ci metterebbe la mano sul fuoco, tra i tanti Muzio Scevola che ne discettano? Poi perché nulla ci dice il nipotino Agnelli delle trame famigliari e d’impresa intorno alla Juventus di quegli anni, con incontri indebiti assai prima della deflagrazione di Calciopoli, nel 2004, morto l’Avvocato e Umberto, tra John Elkann e Jean Claude Blanc per ingaggiare quest’ultimo volendo eliminare Moggi.

 

Infine perché in Appello a Napoli si è sentenziato che tutte le partite dei campionati incriminati nel relativo processo “sono risultate regolari”, il che ci lascia ritenere che Moggi e company abbiano tramato per hobby, senza costrutto. Ma per tramare forse avevano bisogno di un ambiente adatto, nel quale tutti sapevano e nessuno parlava. Anzi tra club e media di Moggi e Giraudo erano stati fatti degli idola tribus: la conclusione potrebbe essere, fuori dai brocardi, che nel marciume dilagante pallonaro guizzavano tutti, e Moggi lo faceva semplicemente meglio.

 

roberto mancini roberto mancini

E tra quei tutti c’è posto oltre che per i presidenti di club anche per le dirigenze istituzionali, la giustizia sportiva e insomma tutto il Palazzo straintercettato nelle conversazioni di allora eppure uscito lindo e pinto, rigenerato dalla “cattura del capobanda”. E ci credo che se alla Craxi del “chi non c’entra scagli la prima pietra” Moggi non vuol sentir parlare di perdono, è perché in un mondo in cui guidavano tutti contromano hanno beccato solo lui. E questo Agnelli lo sa benissimo. Ma parla impropriamente di “perdono”. Per parte mia mi accontenterei di una confessione generale, ma si sa, sono all’antica...

 

www.olivierobeha.it  

Ultimi Dagoreport

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO