ANCHE PLATINI “BOCCIA” LA CHIUSURA DEGLI STADI: “IL CONCETTO DI DISCRIMINAZIONE TERRITORIALE L’HO IMPARATO ADESSO…”

1 - MILAN DECISO «RICORREREMO IN TUTTE LE SEDI POSSIBILI»
Arianna Ravelli per il "Corriere della Sera"

C'è un problema specifico, la chiusura di San Siro per Milan-Udinese, e c'è un problema più generale. Quanto alla soluzione del primo, domani la Corte di giustizia della Figc si pronuncerà sul ricorso del Milan. Se non dovesse essere accolto, l'idea, annunciata ieri dall'ad Adriano Galliani, è comunque quella di non arrendersi: «Faremo ricorso in tutte le sedi possibili per cercare di evitare questa punizione. Non dico altro perché l'avvocato Cantamessa mi ha detto che mi danno punizioni eterne se dico quello che penso».

A fianco del Milan, di fronte alla Corte ci saranno anche gli abbonati rossoneri che oggi presenteranno una class action contro la chiusura dello stadio (anche se non tesserati sono soggetti con un interesse diretto). In caso di mancata soddisfazione, il passaggio successivo del Milan sarà rivolgersi all'Alta Corte di giustizia presso il Coni, che - in attesa di decidere sulla base delle motivazioni del primo grado - potrebbe aprire lo stadio.

Se poi decidesse per una seconda bocciatura lo potrebbe chiudere la gara successiva (è già accaduto alla Juve nel 2008/2009). Proseguendo nella battaglia, resta il Tar del Lazio (senza rischiare la violazione della clausola compromissoria) e poi il Consiglio di Stato. Ma, ovviamente, al Milan sperano di fermarsi prima. I continui ricorsi potrebbero in teoria rallentare la convocazione del Consiglio federale straordinario che si vuole fissare il 16 o il 17 (dopo il pronunciamento del primo grado).

Dal Consiglio passa infatti la soluzione del problema generale, come ha chiesto ieri il presidente della Lega Maurizio Beretta in una lettera alla Figc in cui parla di «effetti perversi, o quanto meno inizialmente non previsti o sottovalutati, delle modalità di applicazione dei nuovi articoli».

Tra questi, il danno d'immagine («la chiusura forzata di quattro curve e di un intero stadio in appena sette giornate ha generato in tutto il mondo la convinzione che l'Italia sia investita da una vera e propria emergenza razzismo») e l'alleanza tra curve, «un elemento di sfida aperta verso le istituzioni o, peggio, di ricatto. C'è il rischio di consegnare gli stadi a minoranze».

2 - PLATINI PASSA LA PALLA
Alessandro Pasini per il "Corriere della Sera"

Queste cose ai tempi di Liedholm (forse) non succedevano. E, anche nel caso, non erano l'argomento del giorno, ogni santo giorno. Così Michel Platini che arriva a Cuccaro Monferrato, nei luoghi di Nils Liedholm, per ritirare dalle mani del figlio del Barone, Carlo, il Premio Liedholm per le sue «immense capacità tecniche unite alla forte leadership con cui illumina da sempre il mondo del calcio, ieri sul campo, oggi da dirigente», finisce per forza a parlare, anziché del bello, del brutto del pallone. Ma gli tocca. È il presidente dell'Uefa. È l'uomo che in prima linea, non senza contraddizioni, sta provando a cambiare le cose. Ed è l'uomo che oggi può dare delle risposte al nostro sghembo movimento calcistico.

LA DISCRIMINAZIONE
Ma la prima risposta è una mezza presa di distanza. «La Uefa prevede solo il concetto di discriminazione - dice Platini - poi ogni Federazione, caso per caso, decide. Qualcuno può fare di più, com'è stato il caso dell'Italia. Ma io il concetto di discriminazione territoriale l'ho imparato adesso».

Di là la disciplina generale; di qui le singole applicazioni, insomma. Questioni formali, forse. O forse no. Perché la questione, secondo Platini, ha a che fare con la cultura di un Paese: «I tifosi violenti ci sono sempre stati, ma sono pochi. È un problema sociale e dovrebbero essere i politici e i dirigenti a intervenire. Non sono io a dovere chiudere uno stadio. Io non sono un carabiniere».

RAZZISMO
È il problema che sente di più: «Per combattere il razzismo ci sono due possibilità: punire i giocatori e le squadre oppure punire i tifosi razzisti. Nel primo caso, per esempio con le penalizzazioni, finiremmo per consentire ai tifosi di decidere l'esito dei campionati. Sbagliato. E allora bisogna punire i tifosi colpevoli e non farli entrare nello stadio o chiuderne una parte (o, Platini non lo dice ma la Uefa lo fa spesso, per esempio di recente con la Lazio, anche tutto, ndr )».

CONSIGLIO FEDERALE
Sulla questione della discriminazione territoriale, la Federcalcio, escludendo retromarce, vuole rimodulare il sistema sanzionatorio per punire le minoranze colpevoli salvando la maggioranza sana. E alla Lega potrebbe bastare. Sarà proprio questo il tema del prossimo Consiglio federale (il 16 o il 17 ottobre), convocato in via straordinaria prima della ripresa del campionato e dopo che la Corte di giustizia si sarà pronunciata domani sul caso di San Siro chiuso per Milan-Udinese.

L'idea è di continuare a chiudere la sola curva anche nei casi di recidiva, anziché attivare, come adesso, il secondo step di chiusura dello stadio. Restano però sullo sfondo due questioni. Una la pone Giancarlo Abete, presidente Figc, ed è una risposta indiretta a Michel Platini: «Il quadro normativo è internazionalmente riconosciuto: nessuno lo contesta perché viene applicato anche in Europa».

L'altra è la responsabilità dei club, riconosciuta ieri da Beppe Marotta, amministratore delegato della Juventus, presente al premio Liedholm: «Prendiamoci le nostre responsabilità: noi dirigenti abbiamo clamorosamente sottovalutato il problema». E si riferisce alla decisione presa dal Consiglio federale il 5 agosto sull'inasprimento delle pene che ha portato a questa situazione.

IL NEMICO DENARO
Ma finissero qui i problemi del calcio, italiano e non. «Qualcuno vorrebbe che noi risolvessimo i problemi della società - sospira Platini -. A me sembra un po' troppo. Ma noi dobbiamo aiutare il mondo con i nostri mezzi a essere migliore».

Un'utopia, forse. Perché, senza dover essere nostalgici per forza (e Platini non è certo il tipo), è un fatto che le cose sono cambiate molto negli ultimi vent'anni. Perché? «Perché sono arrivati i soldi e con loro anche le persone alle quali i soldi piacciono... I calciatori sono diventati prodotti. E gli agenti lavorano solo perché il giocatore cambi squadra il più possibile per far girare i soldi. È il sistema, non lo critico. Ma va cambiato».

FAIR PLAY ECONOMICO
La spending review del calcio mondiale resta necessaria, anche se la premessa è che «le differenze economiche fra i club ci sono sempre state e se il Real ha i soldi per comprare Bale a 100 milioni può farlo». E allora dov'è la forza della riforma? «Lo vedremo. Ma intervenire era necessario. Il calcio europeo aveva un miliardo e 700 milioni di perdite. Se succede a un'azienda, manda tutti in cassa integrazione. Ma gli stessi club mi hanno chiesto di intervenire, pure Berlusconi e Moratti. Perché il calcio rischia di esplodere».

Ma allora, in questo disastro, si può ancora sperare? «Il calcio è al 99 per cento bellissimo, coinvolge milioni di persone, veicola valori sociali e umani ed è l'unico sport globale. Poi c'è l'1 per cento, quello dei problemi: doping, calcioscommesse, violenza sulle tribune, razzismo. Riguarda poca gente, ma fa notizia». Soprattutto fino a quando quell'uno per cento terrà in ostaggio l'altro novantanove

 

MICHEL PLATINI IN VACANZA A MYKONOS FOTO LAPRESSE MICHEL PLATINI IN VACANZA A MYKONOS FOTO LAPRESSE foto.calciomercato.com.allegri.berlusconiGiancarlo Abete e Moglie galliani furioso STADIO SAN SIRO - BANANE GONFIABILI PER BALOTELLIStadio San Siro MeazzaStadio San Siro Meazza

Ultimi Dagoreport

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…