troisi pensavo fosse amore

PENSAVO FOSSE AMORE INVECE ERA UN CALESSE - TRONCARE UNA RELAZIONE CI COSTRINGE A COMPITI IMPEGNATIVI: REALIZZARE IL DISTACCO, LASCIARE ANDARE L'ALTRO, “DISATTIVARLO” NEL NOSTRO MONDO INTERIORE. E ANCHE DI RABBIA. TUTTO MOLTO COMPLICATO. I CONSIGLI DELLA PSICOLOGA PER ELABORARE IL "LUTTO" (OCCHIO ALLE RELAZIONI DI RIMBALZO)

Brunella Gasperini per d.repubblica.it

relazione amore fine x

 

La fine di una relazione ci costringe a compiti impegnativi. Come spazzolare via dal nostro cuore l'amore perduto, raccoglierlo in una busta di nylon e riporlo da qualche parte. Realizzare il distacco, comprendere quel senso di mancanza che fa così male dentro. Lasciare andare l'altro, “disattivarlo” nel nostro mondo interiore. Rimodellarsi su nuovi equilibri. Può essere davvero tutto molto complicato, in parte anche quando siamo noi stessi a volerlo.

 

La separazione in una relazione di attaccamento è senza dubbio tra le esperienze più dolorose. Non ci sentiamo mai pronti anche se in passato abbiamo già conosciuto abbandoni e distacchi. Anzi, spesso succede di essere ancora più fragili e spaventati. E persino quando la fine in qualche modo è annunciata succede di non essere profondamente preparati. Così come, sembra assurdo, quando stiamo uscendo da una relazione tormentata.

 

pensavo fosse amore

Studi sullo stress mostrano che la perdita è l'evento più logorante della vita, ci rende vulnerabili emotivamente, addirittura più esposti a malattie e incidenti. È in grado di provocare dolore fisico. Un organo direttamente coinvolto, guarda caso, è proprio il cuore. Secondo alcune ricerche il costo del divorzio sul piano fisico ed emotivo può addirittura essere maggiore di quello imposto dalla morte del coniuge, perché il “lutto” per qualcuno che è vivo è ancora più complicato da superare.

 

fine di una storia

Un legame importante che si spezza ci porta in effetti a vivere un lutto. Quando perdiamo qualcuno di speciale, perdiamo anche parti di noi. È come uno strappo, una sorta di amputazione emotiva che ci costringe a dover vivere senza quel nostro pezzo.

 

Come affrontiamo questa esperienza dipende da molte cose, ad esempio da quanto eravamo preparati, dalle risorse interne, dall'aiuto esterno, dalla storia personale. Non tutti siamo vulnerabili allo stesso modo, e non sempre noi stessi reagiamo ugualmente al dolore. Ma il pedaggio da pagare per le separazioni è in genere sempre doloroso.

 

Esiste un modello comune di lutto, secondo la scienza, nonostante le particolarità individuali. Diciamo una griglia di riferimento che non ci dice per forza cosa proveremo ma chiarisce cosa sta succedendo e “normalizza” l'esperienza della rottura di un rapporto. Soprattutto ci fa capire che si tratta di un processo e non di uno stato e quindi che non rimarremo per sempre vittima della disperazione anche se ci sentiamo abbattuti, inconsolabili.

 

cover quiz fine amore x

È stato visto che la mancanza di una persona significativa provoca una sequenza tipica di risposte: protesta, disperazione, distacco. Inizialmente anche negazione. Come può essere successo? Non è possibile... È il momento in cui ci intratteniamo con fantasie, ci attacchiamo a piccole cose nell'illusione di recuperare, siamo molto sensibili ad un messaggio in chat a tarda notte.

 

L'idea che una persona così intima non esista più per noi va oltre la nostra comprensione, quasi non ci crediamo. È solo più tardi che affondiamo ancora di più nel dolore, diventiamo instabili psichicamente tra momenti di iperattività, di regressione, di angoscia, di disperazione.

 

fine di un amore

E anche di rabbia. Rabbia per colui che ci ha abbandonato – Come ha potuto farmi questo? Non la passerà liscia...-, verso noi stessi per quello che non siamo riusciti a fare. È il momento in cui pensiamo sia una buona idea andare in giro a dire a tutti quanto sia psicopatico il nostro ex. 

 

Recriminazioni e sensi di colpa possono accavallarsi, siamo portati a demonizzare o idealizzare l'altro, perdiamo lucidità. Per quanto paralizzante e controproducente, questa fase fa capire però che stiamo lavorando. Indica che da qualche parte dentro di noi, il disagio sta montando per portarci a vedere la relazione da una diversa prospettiva.

 

Vuole spingerci al cambiamento per arrivare ad una sorta di accettazione, per fare pace con la perdita, per riuscire ad abbandonare la relazione e andare avanti con la propria vita. A volte sembra che questa fase non arrivi mai, siamo ancora impigliati negli stadi precedenti.

 

Non si tratta di un processo lineare e diritto. Non ci sono tempi prestabiliti, non si può affrettare, non esistono sconti sul dolore. Si tratta di un percorso interiore che ci porta a sollevare domande, esplorare nuove possibilità, sfidare i nostri assetti precedenti. Per poi cambiare comportamento, aspettative, definizione di noi stessi.

 

Piccoli esercizi per elaborare il dolore

fine di una storia d'amore

1) Con forbici immaginarie tagliare i 'Perchè?' dai pensieri. Con facilità colonizzano la nostra mente, diventano i tormentoni delle nostre giornate, ci bloccano nella necessità di trovare risposte che non possiamo trovare. Ad un certo punto occorre accettare ciò che è, liberarci e aprire a nuove soluzioni. Perchè mi ha lasciato? deve diventare Mi ha lasciato, non ho capito per quale motivo ma è un fatto, ora devo pensare a cosa fare della mia vita.

 

2) Non copriamo o mascheriamo il dolore, deve trovare canali di sfogo, a volte la paura lo congela. Meglio mettere in conto, accogliere i momenti iniziali di forti emozioni anche di smania per l'ex. Non pensiamo da subito di essere in grado di andare avanti, di cambiare improvvisamente la nostra realtà emotiva. Diamoci tempo. Anche per decisioni importanti.

 

3) Consideriamoci convalescenti, prendiamoci cura di noi stessi. Facciamo qualcosa per guarire ogni giorno: trovando supporto negli altri, scegliendo di fare cose, tenendosi occupati, non aspettando l'umore giusto per agire, chiedendo aiuto se ne sentiamo il bisogno.

 

4) Occhio alle relazioni di rimbalzo, all'utilizzo cioè di altre persone per riempire quel vuoto immenso lasciato dalla relazione passata. Le storie di passaggio possono lenire a breve ma un dolore non elaborato non ci permette di diventare partner completamente impegnati.

 

fine di una storia

5) Prepariamoci a cambiare: in qualche modo bisogna auto-riprogrammarci.

 

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin giorgia meloni

DAGOREPORT - IL VERTICE DELLA CASA BIANCA È STATO IL PIÙ  SURREALE E “MALATO” DELLA STORIA POLITICA INTERNAZIONALE, CON I LEADER EUROPEI E ZELENSKY IN GINOCCHIO DA TRUMP PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L’UCRAINA – LA REGIA TRUMPIANA: MELONI ALLA SINISTRA DEL "PADRINO", NEL RUOLO DI “PON-PON GIRL”, E MACRON, NEMICO NUMERO UNO, A DESTRA. MERZ, STARMER E URSULA, SBATTUTI AI MARGINI – IL COLMO?QUANDO TRUMP È SCOMPARSO PER 40-MINUTI-40 PER “AGGIORNARE” PUTIN ED È TORNATO RIMANGIANDOSI IL CESSATE IL FUOCO (MEJO LA TRATTATIVA PER LA PACE, COSÌ I RUSSI CONTINUANO A BOMBARDARE E AVANZARE) – QUANDO MERZ HA PROVATO A INSISTERE SULLA TREGUA, CI HA PENSATO LA TRUMPISTA DELLA GARBATELLA A “COMMENTARE” CON OCCHI SPACCANTI E ROTEANTI: MA COME SI PERMETTE ST'IMBECILLE DI CONTRADDIRE "THE GREAT DONALD"? - CILIEGINA SULLA TORTA MARCIA DELLA CASA BIANCA: È STATA PROPRIO LA TRUMPETTA, CHE SE NE FOTTE DELLE REGOLE DEMOCRATICHE, A SUGGERIRE ALL'IDIOTA IN CHIEF DI EVITARE LE DOMANDE DEI GIORNALISTI... - VIDEO

francesco milleri gaetano caltagrino christine lagarde alberto nagel mediobanca

TRA FRANCO E FRANCO(FORTE), C'E' DI MEZZO MPS - SECONDO "LA STAMPA", SULLE AMBIZIONI DI CALTAGIRONE E MILLERI DI CONTROLLARE BANCHE E ASSICURAZIONI PESA L’INCOGNITA DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA - CERTO, PUR AVENDO IL 30% DI MEDIOBANCA, I DUE IMPRENDITORI NON POSSONO DECIDERE LA GOVERNANCE PERCHÉ NON HANNO REQUISITI DETTATI DALLA BCE (UNO FA OCCHIALI, L'ALTRO CEMENTO) - "LA STAMPA"  DIMENTICA, AHINOI!, LA PRESENZA DELLA BANCA SENESE, CHE I REQUISITI BCE LI HA TUTTI (E IL CEO DI MPS, LOVAGLIO, E' NELLE MANI DELLA COMPAGNIA CALTA-MELONI) - COSA SUCCEDERÀ IN CASO DI CONQUISTA DI MEDIOBANCA E DI GENERALI? LOR SIGNORI INDICHERANNO A LOVAGLIO DI NOMINARE SUBITO IL SOSTITUTO DI NAGEL (FABRIZIO PALERMO?), MENTRE TERRANNO DONNET FINO ALL'ASSEMBLEA DI GENERALI...

donald trump grandi della terra differenza mandati

FLASH! - FA MALE AMMETTERLO, MA HA VINTO DONALD TRUMP: NEL 2018, AL G7 IN CANADA, IL TYCOON FU FOTOGRAFATO SEDUTO, COME UNO SCOLARO CIUCCIO, MENTRE VENIVA REDARGUITO DALLA MAESTRINA ANGELA MERKEL E DAGLI ALTRI LEADER DEL G7. IERI, A WASHINGTON, ERA LUI A DOMINARE LA SCENA, SEDUTO COME DON VITO CORLEONE ALLA CASA BIANCA. I CAPI DI STATO E DI GOVERNO EUROPEI, ACCORSI A BACIARGLI LA PANTOFOLA PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L'UCRAINA, NON HANNO MAI OSATO CONTRADDIRLO, E GLI HANNO LECCATO VERGOGNOSAMENTE IL CULO, RIEMPIENDOLO DI LODI E SALAMELECCHI...

pietrangelo buttafuoco alessandro giuli beatrice venezi

DAGOREPORT – PIÙ CHE DELL’EGEMONIA CULTURALE DELLA SINISTRA, GIULI E CAMERATI DOVREBBERO PARLARCI DELLA SEMPLICE E PERENNE EGEMONIA DELL’AMICHETTISMO E DELLA BUROCRAZIA – PIAZZATI I FEDELISSIMI E GLI AMICHETTISSIMI (LA PROSSIMA SARÀ LA DIRETTRICE DEL LATO B VENEZI, CHE VOCI INSISTENTI DANNO IN ARRIVO ALLA FENICE), LA DESTRA MELONIANA NON È RIUSCITA A INTACCARE NÉ LO STRAPOTERE BARONALE DELLE UNIVERSITÀ NÉ LE NOMINE DIRIGENZIALI DEL MIC. E I GIORNALI NON NE PARLANO PERCHÉ VA BENE SIA ALLA DESTRA (CHE NON SA CERCARE I MERITEVOLI) CHE ALLA SINISTRA (I BUROCRATI SONO PER LO PIÙ SUOI)

donald trump giorgia meloni zelensky macron tusk starmer

DAGOREPORT - DOVE DIAVOLO È FINITO L’ATTEGGIAMENTO CRITICO FINO AL DISPREZZO DI GIORGIA MELONI SULLA ‘’COALIZIONE DEI VOLENTEROSI”? - OGGI LA RITROVIAMO VISPA E QUERULA POSIZIONATA SULL'ASSE FRANCO-TEDESCO-BRITANNICO, SEMPRE PRECISANDO DI “CONTINUARE A LAVORARE AL FIANCO DEGLI USA” - CHE IL CAMALEONTISMO SIA UNA MALATTIA INFANTILE DEL MELONISMO SONO PIENE LE CRONACHE: IERI ANDAVA DA BIDEN E FACEVA L’ANTI TRUMP, POI VOLA DA MACRON E FA L’ANTI LE PEN, ARRIVA A BRUXELLES E FA L’ANTI ORBÁN, INCONTRA CON MERZ E FA L’ANTI AFD, VA A TUNISI E FA L’ANTI SALVINI. UNA, NESSUNA, CENTOMILA - A MANTENERE OGNI GIORNO IL VOLUME ALTO DELLA GRANCASSA DELLA “NARRAZIONE MULTI-TASKING” DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OLTRE AI FOGLI DI DESTRA, CORRONO IN SOCCORSO LE PAGINE DI POLITICA INTERNA DEL “CORRIERE DELLA SERA”: ‘’PARE CHE IERI MACRON SI SIA INALBERATO DI FRONTE ALL’IPOTESI DI UN SUMMIT A ROMA, PROPONENDO SEMMAI GINEVRA. MELONI CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO” - SÌ, C’È SCRITTO PROPRIO COSÌ: “CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO”, MANCO AVESSE DAVANTI UN LOLLOBRIGIDA QUALSIASI ANZICHÉ IL PRESIDENTE DELL’UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E MEMBRO PERMANENTE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU (CINA, FRANCIA, RUSSIA, REGNO UNITO E USA) - RIUSCIRÀ STASERA L’EROINA DAI MILLE VOLTI A COMPIERE IL MIRACOLO DELLA ‘’SIRINGA PIENA E MOGLIE DROGATA’’, FACENDO FELICI TRUMP E MACRON?