lotito marotta agnelli

RIPRENDERE O FERMARSI? LA LEGA DI SERIE A SPACCATA SULLA RIPRESA DEL CAMPIONATO. CAIRO E CELLINO GUIDANO IL PARTITO DEL NO CHE ABBRACCIA ANCHE JUVE E INTER - LOTITO, INVECE, DA SEMPRE È IL FAUTORE DELLA RIPARTENZA. NEI PROSSIMI 4 GIORNI SI DECIDE TUTTO. LA QUESTIONE DEI DIRITTI TV E LA SPARTIZIONE DEI SOLDI DELLE ULTIME 12 GIORNATE…

Emiliano Bernardini per “il Messaggero”

 

Claudio Lotito Foto Mezzelani GMT 14

Da oggi a giovedì. Quattro giorni di lotte e cattivi pensieri. Ognuno per la difesa del suo interesse. E cosa cambia dal passato? Di fatto nulla, la Lega di serie A non è mai stata unita ma stavolta in ballo c'è il campionato. Riprendere o fermarsi? Il dilemma è sempre lo stesso. Da settimane i 20 presidenti si affrontano a colpi bassi. Ma che più bassi non si può. Il motivo è uno e uno solo: i soldi. L'interruzione del campionato comporterebbe il mancato pagamento dell'ultima tranche dei diritti tv (già a bilancio) e quelli da spartire in base alla classifica.

 

E allora ecco che è facile capire chi spinge per una soluzione e chi per un'altra. Cairo e Cellino guidano il partito del no che nell'oscurità abbraccia anche Juve e Inter. Lotito, invece, da sempre è il fautore della ripresa. Poi ci sono le lotte dei dimenticati della serie B, della C e della Lnd. Infine c'è il presidente della Figc, Gravina che gioca al rischiatutto della ripartenza: «Fermarsi sarebbe un disastro, non posso prendermi questa responsabilità. Non voglio essere il becchino del calcio italiano. Se il Governo desse il suo stop? Questa è una responsabilità che lascio a loro. Io personalmente accoglierei una loro scelta con sollievo: potete immaginare il dramma che sto vivendo nel reggere questa mia battaglia». Le parole del numero della Figc a Che tempo che fa.

Massimo Cellino Foto Mezzelani GMT04

 

PROVE D'INTERRUZIONE

Oggi si comincia con un consiglio di Lega in via Rosellini a Milano. Una riunione tecnica preparatoria all'Assemblea di domani che dovrà partorire uno pseudo calendario, dirimere le controversie sui diritti televisivi ma soprattutto trovare una via. Se non comune quantomeno di maggioranza. Dicevano degli schieramenti. Ieri tra i ribelli si cominciava a far strada l'idea di stilare una serie di richieste fondamentali per la ripartenza. Promotori l'Udinese e il Bologna. Una decina i club che vorrebbero mettere nero su bianco determinati paletti senza i quali di ripartire non se ne parla. Dal calendario di questa a quello della prossima stagione.

 

cairo gazzetta

La data certa del 31 luglio come fine del campionato. Poi, dove giocare? Al centro sud per tutti sembra una soluzione impraticabile. Ancora la questione eventuali positivi. E ci si chiede se un provvedimento federale possa produrre effetti modificativi. Tra i più attivi c'è il Torino di Cairo che proprio sul tema della ripresa ha discusso a suon di comunicati anche con i suoi giornalisti della Gazzetta.

 

E soprattutto c'è il Coni di Giovanni Malagò che nei giorni scorsi non ha usato mezzi termini esternando il suo pensiero sulla ripresa, tanto da mandare su tutte le furie anche il silenzioso Paolo Dal Pino. Domani è in programma l'Assemblea della Serie A e mercoledì la video conferenza tra tutti i rappresentanti del calcio italiano e il Ministro, Spadafora (oggi darà una risposta al protocollo). Possibile apertura anticipata per i test e dal 4 maggio allenamenti. Riunioni che s'incroceranno con quelle della Uefa che domani parlerà con i segretari generali delle Federazioni nazionali, mercoledì con l'Eca, l'associazione dei club, e con le Leghe europee e infine giovedì c'è l'esecutivo. Al termine di tutto sapremo se, quando, dove e come si giocherà.

agnelli marotta

 

DIRITTI TV

A porte chiuse. Sarà un calcio solo in tv. Già, i diritti. E' uno dei primi punti all'ordine di domani. Non è un segreto che le televisioni abbiano chiesto di procrastinare il pagamento dell'ultima rata che solitamente viene saldata i primi di maggio. C'è poi la questione relativa alla spartizione dei soldi delle ultime 12 giornate. Secondo la legge Lotti, infatti, il 22% viene stabilito in base ad audience e spettatori allo stadio. Ma se si gioca a porte chiuse come si determina? Le piccole vorrebbero una fetta uguale per tutti. Le grandi no. E comunque questo è un discorso che potrebbe valere anche per gran parte del prossimo anno visto che non c'è certezza che si riprenderà a porte aperte. Il futuro. Anche quello è grigio.

MAROTTA ANDREA AGNELLI PARATICIlotitoMassimo Cellino Foto Mezzelani GMT01Claudio Lotito Foto Mezzelani GMT 17

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO