vettel

"ROSSA" DI RIMPIANTO – LA RIMONTONA DI VETTEL NEL GP DI MALESIA DESCRIVE UNA FERRARI VELOCISSIMA MA NON AFFIDABILE: TRE MOTORI "BRUCIATI" IN 24 ORE E L'ENIGMA DEL TUBO DA POCHI EURO - E DOPO IL CRASH DI VETTEL CON STROLL C'È IL DUBBIO CHE SIA RIMASTO DANNEGGIATO IL CAMBIO LA CUI SOSTITUZIONE COSTA 5 PUNTI DI PENALITÀ IN GRIGLIA NEL PROSSIMO GP- VIDEO

vettel

Marco Mensurati per la Repubblica

 

TRE motori "bruciati" in 24 ore e la Ferrari migliore della stagione si allontana ulteriormente dalla vetta. Il dopo Sepang sarà duro da smaltire. Anche perché il nodo di rimpianti e preoccupazioni comincia a stringersi forte attorno alla gola dei ferraristi, e a togliere loro il fiato.

 

Arrivabene è una tigre nel box malesiano della Ferrari. Ha il fisico del ruolo ma, soprattutto, lo sguardo. Si aggira nervoso, conta i punti che sono ancora in palio, 125, e guardando cattivo verso l' hospitality della Mercedes, stasera più silenziosa che in altre occasioni, giura che non è ancora finita.

 

VETTEL

E però si vede che c' è qualcosa che non gli dà pace. E quella cosa ha un nome: si chiama rimpianto. Perché, alla fine, la Ferrari nelle ultime due gare aveva la macchina di gran lunga più veloce. E invece di riprendersi quello che la pioggia le aveva tolto a Monza, ha perso altri punti: per un errore di Vettel (non il primo di questa stagione) a Singapore; per un tubo - gli ingegneri lo chiamano "condotto", ma alla fine non è altro che un tubo - a Sepang. Il classico pezzo da pochi euro che manda al diavolo l' impresa milionaria.

 

Storia già sentita, ma sempre d' attualità.

VETTEL MALESIA

Dettagli, il colpo di sterzo di Vettel, la bolla d' aria nella fibra di carbonio, minuscoli dettagli che però stanno costando alla squadra un mondiale che, visto il livello di competitività del progetto di quest' anno, era decisamente a portata di mano. Era. E lo è ancora. A patto di non sbagliare più. E soprattutto a patto di capire cosa diavolo è successo con quel tubo. E qui arriva l' altra parte del nodo ferrarista. La preoccupazione. Perché l' enigma del tubo toglierà il sonno agli ingegneri italiani di qui a venerdì, quando si ricomincerà, a Suzuka.

 

Già perché, a quanto pare, non solo la macchina di Vettel sabato ma anche quella di Raikkonen - che per questo ieri non ha potuto prendere nemmeno parte alla gara - ha avuto problemi col condotto del turbo. E siccome una coincidenza è da escludersi, c' è qualcosa che va capito. E di corsa.

 

Va capito come sia stato possibile che due motori completamente diversi tra di loro, uno con centinaia di chilometri alle spalle, l' altro completamente vergine, abbiano improvvisamente avuto lo stesso problema. Prima di arrivare a conclusioni definitive occorrerà un' analisi dei pezzi, ma si teme ci sia un problema con una fornitura o con i controlli di qualità. In alternativa, non è da escludere che quelle parti abbiano interagito male con il nuovo sistema di raffreddamento della power unit, fatto debuttare proprio qui in Malesia per fronteggiare il caldo equatoriale.

MALESIA GP

 

A Suzuka il clima dovrebbe essere decisamente più mite. Quindi nel caso non sarebbe un problema tornare alla vecchia configurazione. L' importante non sbagliare valutazione. Anche perché davvero la sorte non sembra intenzionata a dare una mano. L' ultima tegola è arrivata subito dopo la gara. Durante il giro di rientro. Vettel stava tirando il fiato dopo una gara in apnea (c' erano una quarantina di gradi e un' umidità equatoriale) quando si è imbattuto in una manovra non proprio ortodossa di Lance Stroll su Williams. Il giovane canadese ha improvvisamente cambiato traiettoria spostandosi verso destra in una curva a sinistra e ha centrato in pieno Vettel che stava facendo una specie di sorpasso a tempo scaduto.

 

Gli steward hanno aperto una minima inchiesta e hanno poi deciso di non procedere oltre. Niente di grave. Ma nell' incidente la macchina di Vettel - che nel frattempo era tornato in autostop sulla Sauber del suo amico Pascal Wehrlein - ha subito gravissimi danni, e c' è il dubbio che sia rimasto danneggiato anche il cambio. La cui sostituzione costa 5 punti di penalità in griglia. Nella notte di ieri il team stava decidendo se mandarlo a Maranello per una attenta verifica strutturale. Se non dovesse dare garanzie, verrà sostituito. Per la gioia di Hamilton.

VETTEL

 

vettel

Ultimi Dagoreport

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...