messi bartomeu

“SE MESSI VUOLE ANDARSENE PORTI QUI I 700 MILIONI DI EURO” – BARCELLONA NEL CAOS, IL CLUB FA MURO SULLA PARTENZA DI LEO - I TIFOSI CONTESTANO E INVADONO IL CAMP NOU - LE DIMISSIONI DEL PRESIDENTE BARTOMEU, L’UOMO DELLA DISCORDIA, POTREBBERO RIAPRIRE I GIOCHI MA C’E’ UN MOTIVO ECONOMICO A IMPEDIRLE… - IN CASO DI ADDIO, IL MANCHESTER CITY DI GUARDIOLA FAVORITO…

STEFANO AGRESTI per il Corriere della Sera

 

messi bartomeu

Ma è una finta, un dribbling trasferito per una volta dal campo al mondo reale, oppure Messi vuole davvero lasciare la squadra della sua vita? Barcellona è inquieta, incredula, anche sconvolta: il messaggio con cui Leo ha comunicato al club catalano che intende essere liberato gratis ha creato il caos.

 

E la domanda che si pongono tutti - commentatori, tifosi, ex compagni, ex dirigenti - è proprio questa: Leo ha intenzione di forzare la mano e obbligare l'odiato Bartomeu a dimettersi, oppure ritiene realmente chiusa una storia così grande? Mossa politica o scelta di vita e di sport? Il Barcellona in poche ore è diventato una polveriera, molto più esplosiva di quanto già non lo fosse dopo l'umiliazione dell'8-2 contro il Bayern. Anche perché in questa vicenda c'è di tutto: soldi, passione, potere, calcio, amore, tradimento. L'offensiva di Messi è stata devastante.

 

messi bartomeu

Tutto è cominciato con la comunicazione ufficiale inviata dal giocatore via burofax (un metodo sconosciuto ai più, tanto che il New York Times non aveva mai pubblicato questa parola in 169 anni di storia). Leo chiede di essere liberato in virtù di una clausola che sarebbe scaduta il 10 giugno, o alla fine dell'annata sportiva, ma che lui ritiene debba essere posticipata a fine agosto in quanto tutta la stagione è slittata a causa del Covid. Si annuncia una battaglia legale, nella quale il fuoriclasse è disposto a tuffarsi, tanto che in Argentina sostengono abbia chiesto alla Fifa un Cti, un certificato provvisorio di trasferimento, già nella giornata di ieri. Il Barcellona non ha intenzione di mollare Messi.

messi bartomeu

 

Lo ha detto in modo fermo il nuovo direttore sportivo Ramon Planes alla presentazione di Trincao: «Non prevediamo alcun tipo di uscita a livello contrattuale perché vogliamo che Leo rimanga qui. Ha dato tanto al Barça, il matrimonio con lui ha regalato gioie ai tifosi, dobbiamo lottare perché continui». Il club fa muro: se intende andarsene porti una società disposta a pagare i 700 milioni della clausola rescissoria, unico modo per liberarsi.

 

E Bartomeu, l'uomo della discordia? Ieri ha provato a incontrare Messi, voleva un faccia a faccia con lui, ma Leo non ha accettato l'invito. Si presenterà domenica, quando è previsto che sostenga le visite mediche, mentre lunedì dovrebbe iniziare ad allenarsi. Chissà se lo farà. Le dimissioni di Bartomeu potrebbero risolvere tutto, a quel punto anche Messi forse rivedrebbe la sua posizione.

 

messi bartomeu

C'è però un motivo economico a impedirle: il Barcellona ha una perdita di bilancio e lo statuto prevede che il presidente lo copra con la sua fideiussione - presentata al momento della candidatura - nel caso in cui ci sia un deficit al momento dell'addio. Rimanendo in carica fino a marzo, quando ha convocato le nuove elezioni, Bartomeu spera di ripianare le perdite e di non doverci rimettere tanti milioni di tasca propria. I soldi, alla fine, contano più della passione.

 

Anche di quella dei tifosi del Barça (ieri sera contestazione al Camp Nou con invasione di un gruppo, il più esagitato), che non sopportano il presidente ma cominciano ad avere dubbi pure su Messi: «Lo abbiamo accolto bambino e lui ci molla così, nel momento in cui abbiamo più bisogno?». Da eroe a traditore a volte il passo è breve.

 

IL VERO COLPEVOLE È BARTOMEU

LEO MESSI E BARTOMEU

Elena Marisol Brandolini per il Messaggero

 

Il giorno dopo l'addio annunciato da Leo Messi, il barcellonismo guarda sbigottito il precipitare senza rete di una relazione tra il giocatore più forte nella storia del Barça e la propria squadra del cuore. Una fine annunciata già da alcuni anni, ma che nessuno si aspettava sarebbe arrivata così, per fax, nell'anno più anomalo per il calcio dovuto alla pandemia e a conclusione della stagione più difficile per il F.C. Barcelona dopo la sconfitta per 2-8 contro il Bayern.

 

Tutti convinti che il detonante della decisione dell'astro argentino sia stato proprio l'umiliazione di quella partita di Champions e che la scelta del nuovo allenatore del Barça, Koeman, di fare a meno del suo amico Luís Suárez per il progetto di rilancio della squadra sia stata la fatidica goccia. Perché Messi, che con il Barcellona ha vinto 34 titoli tra Liga, Champions e Copa del Rey, è stato 6 volte Balón de Oro e 6 volte Botas de Oro, è uno abituato a vincere.

messi conte

 

FINE CARRIERA Appena l'anno scorso, Messi aveva dichiarato di voler finire la sua carriera nel Barça, dov' era arrivato all'età di 13 anni, 20 anni fa. Diceva che in Catalogna erano cresciuti i suoi figli e che voleva rimanerci a vivere con la famiglia. Ma forse ha ragione chi sostiene che la fase più difficile da gestire nella vita professionale di una stella come Messi è proprio la fine della carriera.

 

Appena la notizia del suo abbandono si è diffusa in Catalogna, un centinaio di soci del Barça è andato al Camp Nou a chiedere le dimissioni del presidente del Club Bartomeu incapace di trattenerlo, le reti sociali si sono diffuse di messaggi di cordoglio e di sostegno al campione, i media catalani e spagnoli ne hanno fatto l'apertura.

 

messi inter

L'opposizione nel Club, che si misurerà in primavera alle prossime elezioni presidenziali, ha cominciato a organizzare la mozione di sfiducia nei confronti dell'attuale giunta direttiva. Perché alla base della rottura c'è anche il conflitto ormai insanabile tra Messi e Bartomeu, anche se difficilmente basterebbero ora le dimissioni del presidente a trattenere il calciatore.

 

L'attuale giunta direttiva non ha saputo accompagnare la parabola del Barça dagli splendori dell'epoca Guardiola, alla conferma sotto la guida di Luis Enrique, fino all'esaurirsi di un ciclo. E' stata fatta una campagna acquisti dettata troppo spesso da ragioni finanziarie; si è svuotata La Masia, in cui crebbero campioni come Xavi, Iniesta, Puyol, oltre allo stesso Messi; ci si è fatti scappare quelli, come Neymar, che avrebbero potuto dare continuità e futuro al progetto. Ma come anche tutti dicono, nel Barcellona era ormai evidente un conflitto tra poteri - spogliatoio, stelle e club - che ne ha reso difficile la direzione. Ora si spera almeno che la fine del rapporto tra il F.C. Barcelona e il suo più grande campione avvenga fuori dalle sedi giudiziarie.

bayern barcellona messi

 

ARTICOLO DI OLE' SUL FUTURO DI MESSIbayern barcellona messibayern barcellona messibayern barcellona messi

 

Ultimi Dagoreport

xi jinping donald trump vladimir putin

DAGOREPORT - LA CERTIFICAZIONE DELL'ENNESIMO FALLIMENTO DI DONALD TRUMP SARÀ LA FOTO DI XI JINPING E VLADIMIR PUTIN A BRACCETTO SULLA PIAZZA ROSSA, VENERDÌ 9 MAGGIO ALLA PARATA PER IL GIORNO DELLA VITTORIA - IL PRIMO MENTECATTO DELLA CASA BIANCA AVEVA PUNTATO TUTTO SULLO "SGANCIAMENTO" DELLA RUSSIA DAL NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA: LA CINA - E PER ISOLARE IL DRAGONE HA CONCESSO A "MAD VLAD" TUTTO E DI PIU' NEI NEGOZIATI SULL'UCRAINA (COMPRESO IL PESTAGGIO DEL "DITTATORE" ZELENSKY) - ANCHE SUI DAZI, L'IDIOTA SI È DOVUTO RIMANGIARE LE PROMESSE DI UNA NUOVA "ETA' DELL'ORO" PER L'AMERICA - IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO HA COMPIUTO COSI' UN MIRACOLO GEOPOLITICO: IL REGIME COMUNISTA DI PECHINO NON È PIÙ IL DIAVOLO DI IERI DA SANZIONARE E COMBATTERE: OGGI LA CINA RISCHIA DI DIVENTARE LA FORZA “STABILIZZATRICE” DEL NUOVO ORDINE GLOBALE...

alfredo mantovano gianni de gennaro luciano violante guido crosetto carlo nordio alessandro monteduro

DAGOREPORT – LA “CONVERSIONE” DI ALFREDO MANTOVANO: IL SOTTOSEGRETARIO CHE DOVEVA ESSERE L’UOMO DI DIALOGO E DI RACCORDO DI GIORGIA MELONI CON QUIRINALE, VATICANO E APPARATI ISTITUZIONALI (MAGISTRATURA, CORTE DEI CONTI, CONSULTA, SERVIZI. ETC.), SI È VIA VIA TRASFORMATO IN UN FAZZOLARI NUMERO 2: DOPO IL ''COMMISSARIAMENTO'' DI PIANTEDOSI (DOSSIER IMMIGRAZIONE) E ORA ANCHE DI NORDIO (GIUSTIZIA), L’ARALDO DELLA CATTO-DESTRA PIÙ CONSERVATRICE, IN MODALITA' OPUS DEI, SI E' DISTINTO PER I TANTI CONFLITTI CON CROSETTO (DALL'AISE AI CARABINIERI), L'INNER CIRCLE CON VIOLANTE E GIANNI DE GENNARO, LA SCELTA INFAUSTA DI FRATTASI ALL'AGENZIA DI CYBERSICUREZZA E, IN DUPLEX COL SUO BRACCIO DESTRO, IL PIO ALESSANDRO MONTEDURO, PER “TIFO” PER IL “RUINIANO” BETORI AL CONCLAVE...

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)