elena rybakina e il coach stefano vukov

“SENZA DI ME SARESTI ANCORA IN RUSSIA A RACCOGLIERE PATATE. IL TUO PROBLEMA È CHE NON SEI INTELLIGENTE...” – IL "LEGAME TOSSICO" TRA LA TENNISTA ELENA RYBAKINA E IL COACH STEFANO VUKOV CONTINUA NONOSTANTE L’INDAGINE DELLA WTA (L’ORGANIZZAZIONE CHE GESTISCE IL TENNIS FEMMINILE) CHE PARLA DI “ABUSO DI AUTORITÀ” E “VESSAZIONI MENTALI” – I RIMPROVERI PUBBLICI, LE PALLATE ADDOSSO, LE CENTO TELEFONATE PER TORNARE INSIEME - A MELBOURNE, VUKOV, CHE E’ STATO SOSPESO PER UN ANNO, ERA NELLA STANZA D’ALBERGO DI RYBAKINA, “ENNESIMO SEGNALE DI UNA RELAZIONE ROMANTICA IN CORSO”...

Gaia Piccardi per corriere.it - Estratti

 

 

ELENA RYBAKINA

«Il tuo problema è che non sei intelligente: devo dirti le cose cinquanta volte perché tu le faccia...».

 

Il primo ad intercettare l’aggressività denigratoria dell’allenatore croato Stefano Vukov, 37 anni, contro la numero 7 della classifica mondiale del tennis Elena Rybakina, regina di Wimbledon 2022, moscovita naturalizzata kazaka, 25 anni, è un coach che assiste al confronto tra i due a Miami nel 2022 e poi manda una mail di denuncia a Steve Simon, all’epoca amministratore delegato della Wta, il tour professionistico femminile.

 

Le voci sul comportamento inappropriato di Vukov s’inseguono da tempo, molte colleghe hanno notato il dito spesso puntato contro la faccia di Elena e la cattiva abitudine dell’uomo di mettere in dubbio la sua intelligenza ma è quella mail ad aprire ufficialmente il caso Rybakina. Che ancora una volta, dalle farfalle della ritmica italiana alle ginnaste americane molestate dal medico Larry Nassar, sottolinea la fragilità delle atlete esposte alla condotta inappropriata degli adulti.

 

ELENA RYBAKINA E IL COACH STEFANO VUKOV

L’inchiesta della Wta parte e strada facendo, rivela The Athletic, emergono episodi che fanno pensare a una relazione di dipendenza di Rybakina da Vukov. Il rimprovero pubblico durante la finale dell’Australian Open 2023 che lascia la giocatrice mortificata, le volte in cui lui ha dato a lei della «stupida» e della «ritardata», quando l’ha presa a pallate per gli errori commessi in allenamento e poi le ha urlato contro: «Senza di me saresti ancora in Russia a raccogliere patate».

 

Prima che si attivi un cordone sanitario intorno a Rybakina (la madre scrive al coach chiedendo, per favore, di «non farla più piangere), passano mesi. Intanto i risultati di Elena peggiorano, esplodono problemi di insonnia, si moltiplicano gli infortuni e i ritiri last minute dai tornei. Il rapporto della Wta definisce i contorni di un «legame tossico, che compromette il benessere psicofisico della tennista», parla di «abuso di autorità» e «vessazioni mentali» però Elena continua a difendere Stefano («Lui mi conosce, non mi ha mai maltrattata, sa come tirare fuori il meglio da me») e Stefano si giustifica accusando di pigrizia l’atleta: «La spingo anche quando non vuole essere spinta, so perfettamente quali tasti toccare per farla arrabbiare».

 

ELENA RYBAKINA E IL COACH STEFANO VUKOV

L’allarme sale, gli altri membri dello staff di Rybakina, che intanto dal n.3 scende in classifica, intervengono. Gli chiedono di lasciarla in pace. Ma Vukov non molla. A New York, vigilia dell’Open Usa 2024, l’ultimo Slam della stagione dove Elena arriva sfinita da notti senza sonno (uscirà al secondo turno), si presenta in albergo, fa il pazzo nella hall, la bombarda di messaggi, la chiama al telefono un centinaio di volte, sperando di essere perdonato come già successo in passato.

 

Interviene a gamba tesa la Wta, che prima lo sospende provvisionalmente e poi, ravvisando una violazione del codice di condotta del tour, lo squalifica per un anno (decisione appellabile), con l’obbligo di frequentare lezioni di comportamento. Con il cuore spezzato e l’anima in frantumi, sembra arrendersi anche Elena. «Stefano non è più il mio coach — scrive in un post —. Lo ringrazio di tutto ciò che ha fatto per me».

 

ELENA RYBAKINA E IL COACH STEFANO VUKOV

In Australia, lo scorso gennaio, Rybakina si è presentata con Goran Ivanisevic, ex allenatore di Djokovic, vincitore di Wimbledon 2001. Elena ha perso negli ottavi, Ivanisevic ha rinunciato al mandato dopo il mese di prova. E dopo aver scoperto che Vukov era a Melbourne, ospite nella stanza d’albergo di Rybakina, «ennesimo segnale di una relazione romantica in corso» sottolinea una fonte di The Athletic. Lei nel pugno del suo allenatore-ombra, insomma, prigioniera della sindrome di Stoccolma, incapace di ribellarsi. Elena è tornata a parlare del caso la settimana scorsa a Dubai: «Sono molto dispiaciuta di come questa situazione è stata gestita dalla Wta».

ELENA RYBAKINA E IL COACH STEFANO VUKOV

 

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