WAIT AND SEE…DORF – SPOGLIATOIO SPACCATO E FIDUCIA A TEMPO DI BERLUSCONI, L’OLANDESE CONTRO LA LAZIO SI GIOCA TUTTO MA LA SQUADRA GLI HA VOLTATO LE SPALLE: ‘MI SENTO SOLO’

Monica Colombo e Arianna Ravelli per ‘Il Corriere della Sera'

«Mi sento solo». Nonostante non gli manchino le certezze, Clarence Seedorf ha accusato il colpo di una settimana particolarmente turbolenta, tra vertici, report contro di lui, fiducia presidenziale in netto ribasso.

È vero che l'allenatore del Milan ribadisce di essere sereno ed è convinto gli verrà lasciato il tempo per lavorare al suo progetto, forte di due anni di contratto: in fondo, pensa, l'ha avuto anche Allegri, descritto come un allenatore in bilico molto prima di essere effettivamente esonerato.

Clarence non legge i giornali per consolidata abitudine, quindi il clamore degli ultimi giorni lo tocca fino a un certo punto, ed è convinto che non sia necessario che Silvio Berlusconi gli ribadisca la fiducia ogni giorno visto che l'ha chiamato per ricostruire. Il suo orizzonte guarda più lontano di Lazio e Fiorentina. Quanto ai malumori dei giocatori, pensa che una squadra che perde non abbia troppe pretese da avanzare. Perciò recede pochissimo dalle sue convinzioni: è vero, ha spostato l'orario dell'allenamento di oggi alla mattina (a Milanello ci saranno tutti i tecnici delle giovanili a seguirlo, e non mancherà un curioso pranzo al quale saranno presenti Seedorf e Pippo Inzaghi, il designato alla sua successione), ma è pronto a schierare, a Roma, ancora il solo Mario Balotelli, scartando l'idea delle due punte.

Però la percezione di uno spogliatoio spaccato e di una sfiducia crescente ha intaccato anche l'ottimista Seedorf. Nulla gli viene più perdonato: non è sfuggito a nessuno che ieri il tecnico sia arrivato per ultimo all'allenamento, dopo tutti i giocatori. Così, ai suoi collaboratori rivela quello che forse è lo stato d'animo più sincero. «Mi sento solo».

Lo è, probabilmente come mai prima nella sua carriera da giocatore fuoriclasse. Lo è, come tutti gli allenatori che la domenica si siedono in panchina e devono rispondere dei risultati della propria squadra. Perché è questo che pensa la società: cioè che le prossime dieci partite (e in particolare le prossime due) siano fondamentali per il destino del tecnico.

Il paragone con Allegri, per esempio, regge fino a un certo punto: Max può vantare un primo, un secondo e un terzo posto e anche in questa disgraziata stagione ha comunque passato la fase a gironi di Champions. Le frasi rivelate ai capi ultrà, sui tre quarti della squadra considerati non all'altezza, non sono state gradite né dalla società né dai giocatori: chissà se questi ultimi chiederanno un confronto al tecnico sul tema, chissà soprattutto come risponderanno in campo domenica sera. Quello sarà l'esame decisivo per capire se l'allenatore ha ancora in mano il gruppo, un parametro (assieme al risultato) fondamentale per le decisioni del Milan.

Anche perché - ricordano in società - è stato proprio Seedorf a insistere per prendere la squadra subito senza attendere il prossimo luglio, quando era già deciso che sarebbe arrivato. Invece l'olandese ha voluto accelerare il corso degli eventi con numerose telefonate verso Arcore, la famosa notte della sconfitta contro il Sassuolo, quando Allegri è stato esonerato e sembrava che Inzaghi fosse già il nuovo allenatore del Milan. Forse Seedorf pensava che cominciare subito sarebbe stato un vantaggio per il prossimo anno, forse era convinto che avrebbe raddrizzato la squadra, ma ha sbagliato a pensare che un intero girone di ritorno potesse essere considerato solo una lunga preparazione al futuro.

I risultati servono subito anche a lui: la protezione presidenziale è già agli sgoccioli. Non va sottovalutata, infine, anche la presenza di Barbara Berlusconi (che ieri ha rilasciato un'intervista alla prima rete di stato cinese sui rapporti commerciali tra Cina e Milan: 500milioni gli spettatori) al vertice di Arcore: affiancata, sul tema, alla posizione di Galliani, e sempre più coinvolta anche per quanto riguarda la parte sportiva.

 

 

barbara BARBARA BERLUSCONI E SEEDORF heroa BALOTELLI E SEEDORFFILIPPO INZAGHI

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