alex schwazer

DALLA MARCIA AL MARCIO, CHE STORIA - LA SCRITTRICE SUSANNA TAMARO ESALTATA DALLA VICENDA DI ALEX SCHWAZER DOPO AVER LETTO L'AUTOBIOGRAFIA: "QUANDO VIENE SQUALIFICATO PER DOPING CONTATTA SANDRO DONATI CHE ERA STATO IL SUO PRIMO ACCUSATORE. SI METTONO COSÌ A LAVORARE INSIEME, VINCENDO DIFFIDENZE E TIMORI RECIPROCI. CHE MAGNIFICO FILM PER CLINT EASTWOOD! POI LA SUA CARRIERA VIENE TRONCATA PER SEMPRE. VIENE NORMALE DOMANDARSI, PERCHÉ TANTO ACCANIMENTO? FORSE PERCHÉ..."

Susanna Tamaro per il "Corriere della Sera"

 

susanna tamaro 4

Essendo una grande appassionata di sport i mesi di agosto olimpici sono sempre stati per me un periodo di grande fibrillazione; fibrillazione che quest'anno, per il numero delle medaglie vinte, ha rischiato più volte di trasformarsi in infarto. Oltre ad assistere a tutte le gare possibili, amo molto anche leggere le biografie degli sportivi, a partire dal mitico Open di Andre Agassi, passando per lo splendido Ricordati di dimenticare la paura di Niccolò Campriani, il grande campione di tiro con la pistola.

 

il libro di alex schwazer

Adesso ho appena terminato Dopo il traguardo, di Alex Schwazer, (Feltrinelli) un libro che si legge con grande passione ma anche con infinito struggimento perché racconta la storia di un uomo retto che sbaglia una volta, ammette di aver sbagliato, ma viene comunque condannato per sempre.

 

In settembre, sbollita l'ebbrezza olimpica, avevo letto I signori del doping di Sandro Donati (Rizzoli), una lettura più avvincente di molti romanzi. In America ne avrebbero già comprato i diritti per fare un film perché, oltre ad essere un perfetto thriller legale, è un tuffo nei meandri più profondi dell'essere umano.

 

Impegnato da anni nella lotta contro il doping nello sport, Sandro Donati, infatti, è stato il primo ad aver intuito che Schwazer si era fatto sedurre dalle lusinghe del doping, diventando il suo primo accusatore per poi trasformarsi, nel corso della storia, nel suo principale alleato.

 

alex schwazer e sandro donati

Ai tempi di Rio 2016, quando Alex era stato brutalmente e maldestramente estromesso dalle Olimpiadi, avevo già scritto su questo giornale un appassionato articolo in sua difesa. Già allora era più che evidente che tanto la prima colpevolezza era provata - e ammessa dalle lacrime disperate di Alex davanti alle telecamere - altrettanto non lo era stata la seconda.

 

Quante volte, nel corso degli anni, abbiamo visto campioni indagati per doping comparire dopo una breve squalifica alle Olimpiadi seguenti con un sorriso trionfante sulle labbra? Nessuno di loro ha subito la feroce squalifica inflitta a Schwazer.

 

alex schwazer 9

Perché mi appassionano tanto le storie degli atleti? Perché un atleta è una persona posseduta in qualche modo da un demone, un po' come un artista: intuisce di avere un dono speciale e lavora alacremente su sé stesso per essere degno di questo dono.

 

Alex Schwazer è nato e cresciuto in una frazione di poche case in una valle dell'Alto Adige, ha iniziato a correre perché amava correre e poi marciare, non pensava al successo, agli sponsor, pensava soprattutto a battere i suoi stessi limiti. E ci è riuscito.

 

alex schwazer 7

Nel 2008, a soli 23 anni, era sul podio olimpico di Pechino. Molti sono saliti sul suo carro in quell'occasione, salvo poi, dopo le foto di rito, scendere e abbandonarlo al peso di dover restare per sempre all'altezza di quel podio.

 

L'allenatore che l'ha accompagnato fino all'appuntamento olimpico, Sandro Damilano, lo abbandona, accettando un ingaggio dalla squadra cinese. Alex entra così in una spirale di fragilità, di paura e di insicurezze, sa che gran parte dei suoi colleghi usa con astuzia e disinvoltura sostanze dopanti e si sente inerme.

 

alex schwazer 8

Così, per timore di non essere all'altezza delle aspettative del mondo, lo fa anche lui, ma lo fa da incauto pasticcione, cerca i prodotti sulla rete, vola da solo in Turchia come un turista, si compra l'Epo e, senza nessun controllo, inizia a usarlo, senza peraltro che questo migliori le sue prestazioni. Anzi.

 

A questo punto Alex Schwazer non è più il grande campione capace di macinare centinaia di chilometri ma una persona divorata dall'ansia e dalla depressione. Fa parte del gruppo dei Carabinieri, ma nell'Arma nessuno sembra accorgersi di questo suo grave smarrimento.

 

alex schwazer 6

Alex vuole solo correre e vincere, non regge il peso della notorietà, degli sponsor, di una fidanzata altrettanto famosa e si perde. Quando viene scoperto, è evidente che per lui sia una liberazione perché barare, imbrogliare, far finta di niente non appartiene alla sua natura di uomo profondamente onesto.

 

Così perde tutto: i soldi degli sponsor, la fidanzata, il lavoro - gli viene chiesto infatti di congedarsi dall'Arma dei Carabinieri - in più deve anche affrontare importanti spese legali per il processo.

 

alex schwazer 5

E qui comincia la storia che i media ci hanno tenuta nascosta ma che Alex ci racconta con generosità e senza filtri nel bellissimo suo libro. Liberatosi dal demone che l'aveva posseduto, ha una sola idea in mente: recuperare l'onore, dimostrando di essere davvero un campione.

 

Ed è questo che rende importante il libro, perché Alex, invece di accampare scuse, di lamentarsi di questo e di quello, decide di iniziare una lunga e silenziosa battaglia per tornare ad essere quello che sapeva di essere sempre stato e, per farlo, non sceglie scorciatoie, vie di comodo, non fa le cose a metà.

 

alex schwazer 4

Contatta proprio quel Sandro Donati che era stato il suo primo accusatore. Accusato e accusatore si mettono così a lavorare insieme, vincendo diffidenze e timori reciproci. Che magnifico film per Clint Eastwood!

 

Schwazer si trasferisce a Roma e inizia a sottoporsi ai massacranti allenamenti di Donati che lo segue implacabile in bicicletta per le strade della capitale con il cronometro in mano.

 

alex schwazer 3

Con umiltà, testardaggine, giorno dopo giorno Alex recupera la sua forma fisica e la fiducia in sé stesso. I risultati sono straordinari, i tempi in breve tornano a livello mondiale. Nel maggio del 2016 vince infatti la 50 km a squadre di Roma, qualificandosi dunque per le Olimpiadi di Rio, l'obiettivo finale del suo riscatto.

 

Ma l'happy end non si realizzerà perché a un controllo delle urine fatto nel gennaio del 2016 - e reso noto misteriosamente soltanto il 21 di giugno - Schwazer viene trovato di nuovo positivo al doping e quindi squalificato.

 

alex schwazer 2

È il crollo totale. O meglio, lo sarebbe per chiunque ma non per Donati e Schwazer, legati ormai da una reciproca stima e amicizia. È solo l'inizio di un'altra diversa battaglia, quella per dimostrare la macchinazione intentata ad arte contro di loro. E ci riescono. Nel febbraio del 2021 il Tribunale di Bolzano infatti riconosce la totale estraneità ai fatti del maratoneta, ma il mondo dell'atletica internazionale non accetta l'ordinanza del tribunale italiano e la squalifica viene confermata fino al 2024 anno in cui Alex avrà quarant'anni.

 

alex schwazer 13

Addio Tokyo dunque. La carriera di Schwazer è troncata per sempre. A questo punto della vicenda viene normale domandarsi, perché tanto accanimento? Forse perché a questa società che riconosce un prezzo per ogni cosa e un valore a nessuna, una storia così provoca un'irritazione profonda.

 

alex schwazer 14

Il mondo dell'atletica non è più quello relativamente semplice degli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso - in cui il doping, quando c'era, era di Stato - è ormai un mondo dove girano molti soldi e dove girano molti soldi, fisiologicamente, si insinua la corruzione.

 

alex schwazer 12

Questa realtà fatta di relazioni ambigue, coperta spesso dalla nube dell'omertà, non può permettersi che due persone osino ribellarsi e dire: «Il re è nudo».

 

alex schwazer 10

Nel chiudere il libro sono stata colta da un senso di gratitudine malgrado l'amarezza della vicenda perché, in questo tempo in cui l'asticella dell'umano è stata abbassata a livelli di mediocrità etica inimmaginabili, la storia di Schwazer e Donati e quella dei giudici di Bolzano che hanno avuto il coraggio di andare fino in fondo ci ricordano che esiste la libertà interiore, e proprio da questa libertà nasce la grandezza d'animo che permette di affrontare le più terribili prove del destino uscendone sempre e comunque umanamente vincitori.

 

alex schwazer 1alex schwazer 11

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?