codice leicester uffizi

LE DIDASCALIE NON BASTANO PIÙ – PER RENDERE SEMPRE PIÙ AMBIZIOSE E ACCATTIVANTI LE MOSTRE, I MUSEI RICORRONO ALLA TECNOLOGIA: LE ANIMAZIONI DELLE TAVOLE DEL CODICE LEICESTER, I DETTAGLI MAI VISTI DEL TINTORETTO – SENZA CONSIDERARE L’ILLUMINAZIONE CHE FA “ESPLODERE” I DIPINTI – VIDEO

 

Stefano Landi e Cecilia Mussi per “Liberi Tutti – Corriere della Sera”

 

codice leicester uffizi 2

La sensazione è che non sia più uno sfizio estetico. La tecnologia sta diventando un motore per evangelizzare certi contenuti e arrivare al grande pubblico. Non è tanto questione di effetti speciali, ma di chiarezza. Per capire quello che per tanti era troppo complicato per metterci la testa. A volte non bastano le didascalie. Così se vuoi avere l' ambizione di far parlare Leonardo da Vinci alle nuove generazioni devi per forza trovare una chiave.

 

Gli Uffizi di Firenze hanno messo in mostra il Codice Leicester : penetranti riflessioni sulla nascita delle scienze moderne, il racconto degli effetti dell' acqua, curati dal professor Paolo Galluzzi. La mostra che si è chiusa il weekend scorso ha fatto viaggiare i disegni animati di Leonardo per spiegare il volo dell' uomo uccello spinto dal vento, il traforo delle montagne e le correnti ascensionali. E non importa se per allestirla ci sono voluti quasi due anni. Era l' unica strada possibile.

 

codice leicester uffizi 1

Il primo ad innamorarsi del progetto è stato Bill Gates, che nel 1994 ha acquistato il testo e che a Firenze ha mandato sei Codescope per «sfogliare» l' opera di Leonardo e tradurre le sue parafrasi a specchio. Asterischi digitali nel rispetto del maestro. Sono state messe in movimento le sue linee, senza tradire il suo alfabeto. La sfida di raccontare così Leonardo è stata della Fondazione Cr Firenze. Che in un territorio con quasi 800 musei decide ogni volta di raccontare la storia in un modo diverso.

 

scuola grande san rocco tintoretto

Ha formato un team di 16 ragazzi capace di parlare un linguaggio contemporaneo da mettere a disposizione dei musei. «Usiamo la multimedialità per educare i giovani e soprattutto per poter dialogare con loro», la sintesi del presidente Umberto Tombari. Smanettoni figli degli anni 90, partiti giocando con i plugin di Shockwave che si lasciano ispirare guardando gli spazi dell' allestimento e oggi sono il braccio armato del curatore della mostra di turno: «Ogni volta è una sfida per scherzare con l' immaginazione e aggiornarsi» spiega Jacopo Tonini, responsabile del Laboratorio multimediale.

 

ultima cena di leonardo

Il fascino della tecnologia applicata all' arte è proprio questo. Ricreare ogni volta un effetto nuovo per raccontare una storia diversa. Prendete Simone Vezzani, giovane artista modenese innamorato del 3D che al Bode Museum di Berlino ha trovato (diventando virale in Rete) il modo di scavalcare lo storico divieto di toccare le opere d' arte in un museo. Grazie a una simulazione su 6,5 milioni di particelle per fotogramma ha fatto «esplodere» l' opera fino a farla uscire dal quadro.

 

scuola grande san rocco tintoretto 1

E gli esempi, anche in Italia, non mancano. Nella sala capitolare della Scuola Grande di San Rocco a Venezia, capolavoro cinquecentesco del Tintoretto, l' illuminazione era affidata a quattro lampade a stilo di Mariano Fortuny. Un impianto rimasto praticamente intatto dal 1937, che rendeva difficile apprezzare e comprendere tele e decorazioni. Dal 30 novembre invece, grazie al progetto Light Is Back di iGuzzini, azienda marchigiana leader mondiale dell' illuminazione, la stanza che ospita Il battesimo di Cristo e La preghiera dell' Orto ha una luce diversa. «Con il nostro intervento abbiamo evidenziato particolari mai visti prima. Questa è l' emozione più grande», spiega il presidente dell' azienda, Adolfo Guzzini.

 

ultima cena leonardo da vinci

Il lavoro si è basato sull' utilizzo di led costruiti ad hoc per essere meno invasivi possibile in una struttura che già di per sé è piena di arte in ogni spazio. Luci impercettibili che creano giochi di luce spettacolari, con possibilità di regolazione delle intensità luminose. Tutto governato dall' iOT, come ha spiegato Andrea Sasso, Ad della società: «Con pochi gesti controlliamo l' intero apparato, dando risalto ad alcuni particolari piuttosto che altri. Così, per esempio, possiamo bilanciare le luci naturali con quelle artificiali, oppure creare un' atmosfera specifica in sala».

 

Un lavoro che non può non lasciare stupiti i turisti che ogni giorno affollano la Scuola per ammirare il Tintoretto. Diventato, grazie alla tecnologia, di comprensione più immediata. «La definirei un' epifania - ha spiegato Franco Posocco, Guardian Grando della Scuola - Ho guardato per anni il Tintoretto in ogni posizione possibile, anche sdraiato sul pavimento. Ma mai mi ero accorto di alcuni dettagli, ora visibili, come le prove di disegno in nero su nero sul Getsemani ». Prima di Venezia, il programma Light Is Back ha illuminato altre grandi opere d' arte italiane: l' Ultima Cena nel 2015, la Cappella degli Scrovegni a Padova nel 2017 e la Pietà di Michelangelo in San Pietro nell' ottobre 2018.

codice leicester uffizi

 

Proprio il Cenacolo Vinciano è stato protagonista di un altro progetto di valorizzazione dell' esperienza museale. Qui però non si parla di interventi invisibili, anzi, la protagonista non ha paura di nascondersi. Si tratta di una macchina chiamata UTA (Unità di trattamento aria) che è stata messa in funzione a fine ottobre. In coppia con un apparecchio già esistente e gemello, consente di aspirare all' interno del refettorio del convento adiacente a Santa Maria delle Grazie aria filtrata, non inquinata. Il sistema di aspirazione è a livello del pavimento e conduce a un' unità di filtraggio appoggiata a terra.

leonardo ultima cena

 

Chiara Rostagno, direttore responsabile del Cenacolo, si è detta «orgogliosa di aver fatto capire quanto la tecnologia e l' innovazione facciano parte del mondo museale, spesso collegato a sale vecchie e polverose». L' arrivo di UTA, reso possibile con il contributo di Eataly (per il 65%) insieme al ministero dei Beni Culturali, ha regalato all' Ultima Cena 500 anni in più di vita. Non solo, perché questo restauro ambientale permetterà di aumentare, nel tempo, il numero di accessi al museo. «Sono felice di aver contribuito ad allungare la vita e accorciare la coda dei visitatori al Cenacolo. L' intervento di un privato ha velocizzato i lavori di un anno» dice Oscar Farinetti, fondatore di Eataly. La capienza del refettorio è passata da 30 a 35 persone ogni 15 minuti e arriverà a 40 nel 2021. Un bel regalo a pochi mesi dall' inizio della celebrazioni per il cinquecentenario della morte del genio del Rinascimento.

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