conte telese

CONTE TRA L’AZZURRO E IL BLUES! DOPO LA VISITA AL CHELSEA TELESE CHIEDE LA TESTA DEL CT: "IL CONFLITTO D' INTERESSI COMINCIA A DIVORARE LA SUA IMMAGINE. CONTE HA PERSO LA SUA TERZIETA’ NEI CONFRONTI DEI CLUB: NON PUO’ PIÙ RAPPRESENTARE LA NAZIONALE!"

CONTECONTE

Luca Telese per “Libero Quotidiano”

 

È triste dirlo, ma in queste ore Antonio Conte è alle prese un problema simile a quello di Federica Guidi: il conflitto di interessi. Mentre la politica e il governo sono scossi dal problema di ruolo che ha visto prevalere l' appaltatore sul fidanzato-marito, e che ha visto soccombere la sacralità presunta della ministra, alle sofferenze della ministra-fidanzata dell' appaltatore,

 

il calcio italiano fatica a prendere atto del conflitto di interessi tra l' allenatore dimissionario e l' uscente, fra la ragion di Stato della Nazionale italiana e l' amministrazione degli interessi del Chelsea. Tra l' azzurro e il blues c' è molto più di una differenza di graduazione.

 

Il problema, in fondo, è molto semplice: non è una questione di codicilli o di carte bollate, ma di buon senso. Un conto è essere un allenatore a fine mandato, che sa di non essere riconfermato, e magari naviga pensando con un occhio al suo futuro. È il gioco della vita, ci sta.

TELESETELESE

 

Un altro paio di maniche è essere il ct di una nazionale, che attraversa un pessimo momento, sia per gioco che per risultati, e ritrovarsi già con le valigie sulla porta. La tua squadra sa che devi affrontare un campionato europeo avendo già scelto che te ne andrai da un' altra parte, sapendo che tu stai già costruendo - da manager del nuovo club che si gioca il futuro - una nuova rosa. Magari sei Bonucci, che vuole essere convocato in azzurro (come è giusto che sia) e però sai anche che il tuo mister, che tra pochi mesi andrà al Chelsea, ti vuole anche lì. Che cosa fai? A quale lealtà rispondi, tu? E a quale lealtà risponde lui?

 

Si sono visti molti passaggi clamorosi, tra una squadra e l' altra, fra un' azienda e l' altra, persino da un partito politico all' altro, ma una tacita regola di buon senso vuole che nel periodo di interregno tra due mandati non si sovrappongano mai le funzioni, si salvino le apparenze, si osservi l' etichetta. I Padri costituenti hanno inventato addirittura uno spazio metafisico che per il presidente della Repubblica si chiama «semestre bianco». Più è sottile il diaframma fra il vecchio e il nuovo, più le forme devono essere salvaguardate. È così vero e importante, questo principio, che nella lingua della contrattualistica dei manager spesso viene trascritto nei contratti.

LOTITO CONTELOTITO CONTE

 

Ha anche un nome: clausola di non concorrenza. Se Marchionne ha guidato la Fiat, non potrà mai andare dalla mattina alla sera a dirigere - che so - la General Motors. Se Ferruccio De Bortoli ha appena smesso di dirigere il Corriere della Sera, nel suo contratto è fissato che per un determinato periodo non potrà guidare il giornale concorrente. Ma non è una solo questione di carta bollata: entrare in Premier è davvero altra storia rispetto ad allenare la Nazionale italiana.

 

Il gesto che rompe l' equilibrio, la scintilla che accende il cortocircuito, è la visita al suo prossimo club, prematura e inspiegabile: descrive il senso di una nuova priorità, e assegna un interesse primario. Addirittura produce voci di problemi da risolvere nella nuova vita, mentre ancora non è iniziata la fase finale del campionato europeo.

 

BONUCCIBONUCCI

Secondo il Daily Mail, Conte vuole già capire in tempi rapidi se Hazard, Matic, Diego Costa e Courtois vogliono davvero andarsene dal club britannico. Anche se questa preoccupazione non fosse vera, in un ambiente integrato come quello del calcio, basta che sia scritto perché diventi vera per il sottobosco, per i protagonisti che animano la scena. Se sono un procuratore, quel mister lo cerco, magari. Se sono un atleta, mi raccomando, magari. Se sono uno che è indeciso tra congedarsi e restare, voglio approfondire.

 

Così, anche se Conte nella sua testa avesse voluto mantenere una separatezza, un periodo di refrattarietà, il conflitto di interessi comincia a divorare la sua immagine. È vero, si potrebbe obiettare, che nei campionati moderni molti trasferimenti sono già scritti prima del tempo: Perotti gioca nel Genova contro la Roma già sapendo che diventerà giallorosso, Dybala era già della Juve, forse, l' ultima volta in cui ha vestito la maglia rosanero contro la Signora. Ma la responsabilità di un giocatore è diversa da quella di un mister: un allenatore è un motivatore, un atleta è un motivato. Un calciatore risponde per sé, mentre il mister, che risponde per un' intera squadra, sul terreno simbolico del calcio rappresenta un intero Paese.

 

conteconte

Io credo che Antonio Conte sia uno dei più formidabili motivatore che la storia del pallone ricordi, e non ho dubbi che sarà convinto in ogni caso di dare l' anima per assolvere al suo mandato in azzurro. Per chiudere magari in bellezza, con una vittoria o con un piazzamento a sorpresa tipo Spagna '82 (soprattutto dopo le ultime prestazioni). Eppure, c' è ancora un' altra aggravante: questo gesto plateale, pubblico, questa assunzione di mandato Oltremanica, arrivano in un momento in cui l' Italia azzurra è scossa da una profonda crisi d' identità.

 

Non c' è ancora il telaio solido di una formazione titolare, la sconfitta con la Germania è stata devastante, il conflitto con il club - in cui il mister aveva assolutamente ragione a reclamare i giocatori per gli stage - era una battaglia sacrosanta. Ma anche su questo terreno, dopo la visita al Chelsea, Conte perde la sua terzietà, e si ritrova improvvisamente indebolito: quando reclama con la sua ex squadra la piena disponibilità dei convocati, infatti, adesso si potrebbe sentir dire: ma con chi stiamo parlando, con il disinteressato erede di Enzo Bearzot, oppure con il manager di una squadra concorrente, contro cui domani potremmo duellare in Europa? A chi sto regalando i miei gioielli - potrebbero dire gli interlocutori del ct - a uno che me li vuole valorizzare, o a uno che me li vuole scippare?

CONTE TELESECONTE TELESE

Ultimi Dagoreport

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”

romana liuzzo

DAGOREPORT! UN MOTO DI COMPRENSIONE PER I TELESPETTATORI DI CANALE5 CHE HANNO AVUTO LA SFORTUNA DI INTERCETTARE LA MESSA IN ONDA DELLO SPOT AUTO-CELEBRATIVO (EUFEMISMO) DEL PREMIO “GUIDO CARLI” - CONFUSI, SPIAZZATI, INCREDULI SI SARANNO CHIESTI: MA CHE CAZZO È ‘STA ROBA? - AGGHINDATA CON UN PEPLO IN STILE “VESTALE, OGNI SCHERZO VALE”, PIAZZATA IN UN REGNO BOTANICO DI CARTONE PRESSATO, IL “COMMENDATORE”  ROMANA LIUZZO REGALA 20 SECONDI DI SURREAL-KITSCH MAI VISTO DALL'OCCHIO UMANO: “LA FONDAZIONE GUIDO CARLI VI SARÀ SEMPRE ACCANTO PER COSTRUIRE INSIEME UN MONDO MIGLIORE”. MA CHI È, LA CARITAS? EMERGENCY? L'ESERCITO DELLA SALVEZZA? - VIDEO!

friedrich merz - elezioni in germania- foto lapresse -

DAGOREPORT – LA BOCCIATURA AL PRIMO VOTO DI FIDUCIA PER FRIEDRICH MERZ È UN SEGNALE CHE ARRIVA DAI SUOI "COLLEGHI" DI PARTITO: I 18 VOTI CHE SONO MANCATI ERANO DI UN GRUPPETTO DI PARLAMENTARI DELLA CDU. HANNO VOLUTO MANDARE UN “MESSAGGIO” AL CANCELLIERE DECISIONISTA, CHE HA STILATO UNA LISTA DI MINISTRI SENZA CONCORDARLA CON NESSUNO. ERA UN MODO PER RIDIMENSIONARE L’AMBIZIOSO LEADER. COME A DIRE: SENZA DI NOI NON VAI DA NESSUNA PARTE – DOMANI MERZ VOLA A PARIGI PER RIDARE SLANCIO ALL’ALLEANZA CON MACRON – IL POSSIBILE ANNUNCIO DI TRUMP SULLA CRISI RUSSO-UCRAINA

xi jinping donald trump vladimir putin

DAGOREPORT - LA CERTIFICAZIONE DELL'ENNESIMO FALLIMENTO DI DONALD TRUMP SARÀ LA FOTO DI XI JINPING E VLADIMIR PUTIN A BRACCETTO SULLA PIAZZA ROSSA, VENERDÌ 9 MAGGIO ALLA PARATA PER IL GIORNO DELLA VITTORIA - IL PRIMO MENTECATTO DELLA CASA BIANCA AVEVA PUNTATO TUTTO SULLO "SGANCIAMENTO" DELLA RUSSIA DAL NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA: LA CINA - E PER ISOLARE IL DRAGONE HA CONCESSO A "MAD VLAD" TUTTO E DI PIU' NEI NEGOZIATI SULL'UCRAINA (COMPRESO IL PESTAGGIO DEL "DITTATORE" ZELENSKY) - ANCHE SUI DAZI, L'IDIOTA SI È DOVUTO RIMANGIARE LE PROMESSE DI UNA NUOVA "ETA' DELL'ORO" PER L'AMERICA - IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO HA COMPIUTO COSI' UN MIRACOLO GEOPOLITICO: IL REGIME COMUNISTA DI PECHINO NON È PIÙ IL DIAVOLO DI IERI DA SANZIONARE E COMBATTERE: OGGI LA CINA RISCHIA DI DIVENTARE LA FORZA “STABILIZZATRICE” DEL NUOVO ORDINE GLOBALE...

alfredo mantovano gianni de gennaro luciano violante guido crosetto carlo nordio alessandro monteduro

DAGOREPORT – LA “CONVERSIONE” DI ALFREDO MANTOVANO: IL SOTTOSEGRETARIO CHE DOVEVA ESSERE L’UOMO DI DIALOGO E DI RACCORDO DI GIORGIA MELONI CON QUIRINALE, VATICANO E APPARATI ISTITUZIONALI (MAGISTRATURA, CORTE DEI CONTI, CONSULTA, SERVIZI. ETC.), SI È VIA VIA TRASFORMATO IN UN FAZZOLARI NUMERO 2: DOPO IL ''COMMISSARIAMENTO'' DI PIANTEDOSI (DOSSIER IMMIGRAZIONE) E ORA ANCHE DI NORDIO (GIUSTIZIA), L’ARALDO DELLA CATTO-DESTRA PIÙ CONSERVATRICE, IN MODALITA' OPUS DEI, SI E' DISTINTO PER I TANTI CONFLITTI CON CROSETTO (DALL'AISE AI CARABINIERI), L'INNER CIRCLE CON VIOLANTE E GIANNI DE GENNARO, LA SCELTA INFAUSTA DI FRATTASI ALL'AGENZIA DI CYBERSICUREZZA E, IN DUPLEX COL SUO BRACCIO DESTRO, IL PIO ALESSANDRO MONTEDURO, PER “TIFO” PER IL “RUINIANO” BETORI AL CONCLAVE...

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…