gianni rivera vittorio feltri militare

“GIANNI RIVERA NON ERA AFFATTO TIRCHIO” – VITTORIO FELTRI CELEBRA GLI 80 ANNI DELL'EX CALCIATORE RICORDANDO IL SERVIZIO MILITARE FATTO INSIEME, NEL 1964. E SFATA UN MITO NEGATIVO SUL “GOLDEN BOY”: “LUI ERA GIÀ UN CAMPIONE. LA SERA, VISTO CHE IL RANCIO IN CASERMA FACEVA SCHIFO, ORDINAVA POLLI ARROSTO PER TUTTI E PAGAVA ALLEGRAMENTE TUTTO – NELLE PARTITE TRA COMMILITONI MI TRATTAVA COME UN CALCIATORE: MI DAVA PALLE COSÌ FACILI CHE UNA VOLTA SEGNAI PERSINO DUE GOL”

Estratto dell'articolo di Vittorio Feltri per “Libero quotidiano”

 

gianni rivera durante il servizio militare - 1964

Io ho le prove che un grande calciatore, meglio se grandissimo, può mandare in gol chiunque, anche uno che tira di scherma. Questa è la storia che vi racconto: il campione è Gianni Rivera, e quello che tirava di scherma sono io. Era il 1964, e Rivera era già Rivera: a 21 anni, era al Milan da quattro e faceva decine di gol a stagione, aveva già vinto uno scudetto e una Coppa dei Campioni.

 

[…]  La fortuna fu che eravamo non solo coscritti, ma anche entrambi degli sportivi, lui «un pochino» di più; io ero iscritto alla Federazione italiana della scherma, e quindi venimmo mandati entrambi al Centro addestramento reclute di Orvieto, la caserma dove venivano ammucchiati gli sportivi. È lì che ci siamo conosciuti.

 

Rivera, in mimetica, era un giovane come tutti gli altri, una recluta tra le altre reclute, e a nessuno venne mai in mente di trattarlo con i guanti di velluto. Lui, come tutti noi, si adeguò al clima spartano e di prepotenze della vita da soldati in tempo di pace, tipico del militarismo degli anni Sessanta […]

vittorio feltri durante il servizio militare - 1964

 

In camerata dormivamo in dodici, Rivera era guardato con ammirazione e rispetto, ma lui, titolare fisso nel Milan, nei nostri confronti si comportava con modestia, da «dodicesimo» […]

 

A questo proposito, vorrei distruggere una leggenda negativa che lo ha sempre perseguitato: Gianni non era un ragazzo per niente tirchio. Spesso, la sera, visto che a nessuno era permesso di uscire dalla caserma e il rancio faceva piuttosto schifo, ordinava dei polli arrosto, li faceva portare in camerata, e li divoravamo tutti insieme. Rispetto a noi, che eravamo perlopiù senza un quattrino, era un signore, era un gigante del calcio e guadagnava molto: ogni volta pagava allegramente tutto lui, di buon grado.

 

gianni rivera

Alcune sere, quindi, le si trascorreva mangiando pollo, ma in altre giocavamo a calcio: era il CAR degli atleti, i giocatori erano tanti, pieni di Gianni Rivera è nato ad Alessandria il 18 agosto 1943 e la prossima settimana farà cifra tonda: 80 anni. […]

 

[…] Quando si organizzavano queste partite mancava sempre qualcuno per fare i ventidue, perciò a volte venivo reclutato anche io: Rivera giocava con leggerezza ma senza supponenza, mi passava la palla come se io fossi un giocatore «normale» e non uno schermidore che si trovava in mezzo a un campo di calcio, e la passava in modo meraviglioso, mi dava delle palle talmente facili da farmi sembrare un calciatore vero.

 

Ricordo che feci perfino due gol: Rivera guardava e toccava il pallone, che passava senza che nessuno riuscisse a prenderlo e arrivava giusto sul mio piede. E a quel punto avevo solo da spingerlo in porta.

Vittorio Feltri 2

 

Era un gran divertimento: se stai facendo il soldato e stai tutto il giorno chiuso in caserma, quando finalmente c’è una partita si esplode di gioia. I giocatori della caserma erano tutti professionisti, ma nessuno di loro aveva verso di me un atteggiamento di sufficienza, anzi, si divertivano, perché noialtri, quelli che erano lì per fare numero, eravamo dei chiodi. Dopo un paio di mesi, finito l’addestramento, fui spedito al ministero, a non fare un cavolo; e tutti loro tornarono nelle rispettive squadre.

 

pele gianni rivera

[…] Rivera smise di giocare nel 1979, fu vicepresidente del Milan fino al 1986, anno in cui la società venne acquisita da Silvio Berlusconi, che non lo confermò perché lo considerava un contestatore, e Berlusconi dei contestatori si libera in fretta. L’anno dopo Rivera scelse di correre per diventare parlamentare. Io all’epoca lavoravo al «Corriere della Sera», e un giorno ricevetti una telefonata da Padre Eligio, un frate che aveva la funzione di consigliere spirituale del Milan.

 

vittorio feltri foto di bacco (10)

Padre Eligio era molto amico di Rivera, aveva fondato il primo «telefono amico» e la prima comunità di recupero per tossicodipendenti, sulla quale, inviato dal giornale, scrissi un reportage. Cominciò allora la nostra amicizia, e in quella telefonata Padre Eligio mi chiese di aiutare Rivera, che era stato un suo fedele. Ci trovammo in un ristorante e stabilimmo il da farsi. E io scrissi qualche articolo in cui descrivevo con favore l’ipotesi che Rivera diventasse parlamentare. […]

 

Oggi di Gianni Rivera non si parla quasi più, ma nella memoria dei milanisti e degli italiani lui e quel suo incredibile gol ai supplementari, nei Mondiali del ’70, rimangono un simbolo della capacità italiana di reagire, di sovvertire i pronostici: un ragazzo di 1,76 per 70 chili che entra in area, si guarda in giro, tira, il portiere esce dal video e la palla entra in porta.

 

 Gianni Rivera è stato un eroe gentile: era detto «golden boy», ragazzo d’oro, ma Gianni Brera, che pure ammirandolo gli rimproverava di essere poco virile in campo, ne colse il suo tratto più caratteristico chiamandolo «abatino»: perché sembrava giocare in punta di piedi, leggero, mai falloso, mai irruento.

 

gianni e laura rivera foto mezzelani gmt

Danzava con il pallone, quasi non calpestava il prato del campo di gioco. In più, parlava poco, con l’erre moscia, e i suoi modi sono sempre stati contenuti ed eleganti. Solo Roberto Baggio può rivaleggiare con lui quanto a purezza della classe. Ma il tempo cancella la fama, le prodezze, cancella tutto quello che hai fatto.

 

[…] Oggi sono passati più di 50 anni e l’oblio di quei tempi, diciamolo, eroici, è fatale. Ma noi che siamo appassionati di calcio e proviamo ancora un vago orgoglio per la nostra nazione, sia pure stemperato dai pasticci europei, continuiamo a considerare Rivera come un leggendario, epico esempio.

sandro mazzola gianni rivera 3gianni riveragianni riveragianni riveraGIANNI BRERA E IL VINO - GIANNI RIVERAvittorio feltrigianni riveragianni rivera con il pallone d'oro

Ultimi Dagoreport

xi jinping donald trump vladimir putin

DAGOREPORT - LA CERTIFICAZIONE DELL'ENNESIMO FALLIMENTO DI DONALD TRUMP SARÀ LA FOTO DI XI JINPING E VLADIMIR PUTIN A BRACCETTO SULLA PIAZZA ROSSA, VENERDÌ 9 MAGGIO ALLA PARATA PER IL GIORNO DELLA VITTORIA - IL PRIMO MENTECATTO DELLA CASA BIANCA AVEVA PUNTATO TUTTO SULLO "SGANCIAMENTO" DELLA RUSSIA DAL NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA: LA CINA - E PER ISOLARE IL DRAGONE HA CONCESSO A "MAD VLAD" TUTTO E DI PIU' NEI NEGOZIATI SULL'UCRAINA (COMPRESO IL PESTAGGIO DEL "DITTATORE" ZELENSKY) - ANCHE SUI DAZI, L'IDIOTA SI È DOVUTO RIMANGIARE LE PROMESSE DI UNA NUOVA "ETA' DELL'ORO" PER L'AMERICA - IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO HA COMPIUTO COSI' UN MIRACOLO GEOPOLITICO: IL REGIME COMUNISTA DI PECHINO NON È PIÙ IL DIAVOLO DI IERI DA SANZIONARE E COMBATTERE: OGGI LA CINA RISCHIA DI DIVENTARE LA FORZA “STABILIZZATRICE” DEL NUOVO ORDINE GLOBALE...

alfredo mantovano gianni de gennaro luciano violante guido crosetto carlo nordio alessandro monteduro

DAGOREPORT – LA “CONVERSIONE” DI ALFREDO MANTOVANO: IL SOTTOSEGRETARIO CHE DOVEVA ESSERE L’UOMO DI DIALOGO E DI RACCORDO DI GIORGIA MELONI CON QUIRINALE, VATICANO E APPARATI ISTITUZIONALI (MAGISTRATURA, CORTE DEI CONTI, CONSULTA, SERVIZI. ETC.), SI È VIA VIA TRASFORMATO IN UN FAZZOLARI NUMERO 2: DOPO IL ''COMMISSARIAMENTO'' DI PIANTEDOSI (DOSSIER IMMIGRAZIONE) E ORA ANCHE DI NORDIO (GIUSTIZIA), L’ARALDO DELLA CATTO-DESTRA PIÙ CONSERVATRICE, IN MODALITA' OPUS DEI, SI E' DISTINTO PER I TANTI CONFLITTI CON CROSETTO (DALL'AISE AI CARABINIERI), L'INNER CIRCLE CON VIOLANTE E GIANNI DE GENNARO, LA SCELTA INFAUSTA DI FRATTASI ALL'AGENZIA DI CYBERSICUREZZA E, IN DUPLEX COL SUO BRACCIO DESTRO, IL PIO ALESSANDRO MONTEDURO, PER “TIFO” PER IL “RUINIANO” BETORI AL CONCLAVE...

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)