valentino rossi lorenzo marquez

VALE TUTTO! DAL RICORSO AL TAS ALL’ARMISTIZIO CON LORENZO: TUTTE LE MOSSE DI ROSSI PER SALVARE LA CORSA ALLA “DECIMA” - LA YAMAHA VUOLE LA PACE FRA I DUE PILOTI MA LORENZO PENSA ALLA DUCATI PER IL 2016- IANNONE CON VALE?

Tommaso Lorenzini e Matteo Spaziante per “Libero Quotidiano”

 

VALENTINO ROSSI - MARC MARQUEZ - JORGE LORENZOVALENTINO ROSSI - MARC MARQUEZ - JORGE LORENZO

La rimonta di Valentino Rossi inizia da Losanna. Ieri infatti è stato ufficialmente presentato il ricorso del Dottore al Tas, il Tribunale Arbitrale dello Sport. Obiettivo: far annullare o ridurre la penalità rimediata per la manovra su Marc Marquez in Malesia, permettendo così al pilota Yamaha di partecipare con un senso alle qualifiche di Valencia (Gp l' 8 novembre) e non partire in ultima posizione. Tra il dire e il fare, però, c' è di mezzo anche più di un mare, ma intanto Rossi sta passando al contrattacco: dopo che il limite è stato superato a Sepang, ogni carta è buona per tentare di restare in gioco per il 10° titolo mondiale.
 

La richiesta dei legali di Valentino - anticipata dalla Gazzetta e confermata ieri - è di annullare completamente la sanzione di 3 punti sulla patente (ora Rossi è a -4) oppure ridurla da 3 a 1, in modo da evitare l' ultimo posto in griglia. La richiesta di appello è stata studiata da un pool di avvocati di Pesaro e presentata insieme a quella di massima urgenza, visto che ormai siamo quasi a ridosso del weekend spagnolo.
 

LORENZO VALENTINO ROSSILORENZO VALENTINO ROSSI

La decisione dovrebbe arrivare venerdì, giusto in tempo per le prime prove libere a Valencia. Lo staff legale di Rossi ha in mano una serie di prove, video e non solo (comprendenti anche la condotta di gara di Marquez - forse anche alcune telemetrie - e il suo comportamento alla curva 14, quando è finito inizialmente largo da solo, senza alcuna intervento di Valentino), per mostrare l' esagerazione della pena rifilata dalla Direzione Gara a Sepang.

 

Speranze di successo ce ne sono, ma non sono così elevate, anche perché ricorsi di questo tipo al Tas non sono frequenti, e quei pochi che ci sono stati non sono andati bene (Biaggi nel 1998 ricorse contro la bandiera nera inflittagli in gara a Barcellona ma la richiesta venne rigettata).
 

valentino rossi jorge lorenzovalentino rossi jorge lorenzo

In più, c' è il rischio che possa essere un' arma a doppio taglio: c' è anche infatti la possibilità di un inasprimento della pena, stando ai poteri in mano al tribunale elvetico. Un pericolo non da poco, che potrebbe costare decisamente caro. Certo che una decisione del genere si prende in due casi: quando si è disperati o quando si ha la certezza di vincere, magari dopo la giusta imbeccata legale e politica.
 

A fianco di Rossi si è schierato anche il Codacons, che ha annunciato un intervento a sostegno del ricorso al Tas, oltre ad aver presentato una denuncia per frode sportiva alla Procura di Milano nei confronti di Marquez e Lorenzo, con l' aggravante di aver influenzato l' esito di scommesse sportive.
 

Ma difficilmente tutto questo basterà per togliere la sanzione.
La decisione di fare ricorso al Tar grava comunque tutta sulle spalle di Valentino. La Yamaha è stata informata, prima di procedere Rossi ha voluto condividere le proprie intenzioni con la scuderia di Iwata che, se non si è affiancata ufficialmente al proprio pilota, comunque non ha messo alcun veto. In questo modo però la faida interna rischia di detonare definitivamente. Sembra di essere tornati al 2010, con quel muro a dividere il box e i rapporti decisamente freddi tra Rossi e Lorenzo. Stavolta però l' intenzione della Casa dei tre diapason non è quella di replicare la divisione, anzi.

LORENZO ROSSILORENZO ROSSI

 

Fonti vicine a Yamaha fanno sapere che nonostante la temperatura sia ormai salita oltre i livelli di guardia, c' è l' intenzione di evitare qualsiasi muro e, anzi, si sta lavorando affinché proprio a Valencia vada in scena un incontro chiarificatore fra Valentino e Jorge, una "grande pace", un "patto di Valencia" almeno per salvare le apparenze e magari quel che resta del rapporto di convivenza professionale fra i due.
 

rossi lorenzorossi lorenzo

Anche perché le voci di divorzio a fine stagione continuano a rimbalzare da più parti: ad andarsene - e senza particolare dispiacere di Yamaha, a quanto trapela - sarebbe Lorenzo, sotto contratto fino al 2016 (circa 7 milioni netti all' anno) al pari di tutti gli altri top driver ma con la possibilità di rescindere quando vuole. E questo scatenerebbe un domino pazzesco.

 

Vedere Jorge in Honda sembra difficile, perché nonostante le chiacchiere di questi giorni Marquez resterà il rivale principale al titolo anche nel post-Valentino. E dunque uno scenario molto verosimile, stando ai ben informati, sarebbe l' approdo del maiorchino in Ducati: prima di rinnovare con Yamaha il maggio scorso, infatti, lo stesso Jorge si era personalmente proposto alla Rossa, ottenendo solo un netto rifiuto: «Dovizioso e Iannone non si toccano».

 

Oggi lo scenario è cambiato, e giova ricordare come a gestire il progetto Ducati in forte crescita ci sia Gigi Dall' Igna, in ottimi rapporti con Max Biaggi a sua volta grande amico di Lorenzo.
 

ROSSI LORENZOROSSI LORENZO

Mentre in Yamaha, a far da spalla a Valentino e raccoglierne il testimone (neanche troppo in futuro) potrebbe finire Andrea Iannone. Insomma, l' ora delle scelte si avvicina, e Rossi ha già messo all' angolo chi dovrà prendere le prime.

ROSSI LORENZO 2ROSSI LORENZO 2MOTO GP AUSTRALIA ROSSI LORENZO IANNONEMOTO GP AUSTRALIA ROSSI LORENZO IANNONE

 

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin giorgia meloni

DAGOREPORT - IL VERTICE DELLA CASA BIANCA È STATO IL PIÙ  SURREALE E “MALATO” DELLA STORIA POLITICA INTERNAZIONALE, CON I LEADER EUROPEI E ZELENSKY IN GINOCCHIO DA TRUMP PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L’UCRAINA – LA REGIA TRUMPIANA: MELONI ALLA SINISTRA DEL "PADRINO", NEL RUOLO DI “PON-PON GIRL”, E MACRON, NEMICO NUMERO UNO, A DESTRA. MERZ, STARMER E URSULA, SBATTUTI AI MARGINI – IL COLMO?QUANDO TRUMP È SCOMPARSO PER 40-MINUTI-40 PER “AGGIORNARE” PUTIN ED È TORNATO RIMANGIANDOSI IL CESSATE IL FUOCO (MEJO LA TRATTATIVA PER LA PACE, COSÌ I RUSSI CONTINUANO A BOMBARDARE E AVANZARE) – QUANDO MERZ HA PROVATO A INSISTERE SULLA TREGUA, CI HA PENSATO LA TRUMPISTA DELLA GARBATELLA A “COMMENTARE” CON OCCHI SPACCANTI E ROTEANTI: MA COME SI PERMETTE ST'IMBECILLE DI CONTRADDIRE "THE GREAT DONALD"? - CILIEGINA SULLA TORTA MARCIA DELLA CASA BIANCA: È STATA PROPRIO LA TRUMPETTA, CHE SE NE FOTTE DELLE REGOLE DEMOCRATICHE, A SUGGERIRE ALL'IDIOTA IN CHIEF DI EVITARE LE DOMANDE DEI GIORNALISTI... - VIDEO

francesco milleri gaetano caltagrino christine lagarde alberto nagel mediobanca

TRA FRANCO E FRANCO(FORTE), C'E' DI MEZZO MPS - SECONDO "LA STAMPA", SULLE AMBIZIONI DI CALTAGIRONE E MILLERI DI CONTROLLARE BANCHE E ASSICURAZIONI PESA L’INCOGNITA DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA - CERTO, PUR AVENDO IL 30% DI MEDIOBANCA, I DUE IMPRENDITORI NON POSSONO DECIDERE LA GOVERNANCE PERCHÉ NON HANNO REQUISITI DETTATI DALLA BCE (UNO FA OCCHIALI, L'ALTRO CEMENTO) - "LA STAMPA"  DIMENTICA, AHINOI!, LA PRESENZA DELLA BANCA SENESE, CHE I REQUISITI BCE LI HA TUTTI (E IL CEO DI MPS, LOVAGLIO, E' NELLE MANI DELLA COMPAGNIA CALTA-MELONI) - COSA SUCCEDERÀ IN CASO DI CONQUISTA DI MEDIOBANCA E DI GENERALI? LOR SIGNORI INDICHERANNO A LOVAGLIO DI NOMINARE SUBITO IL SOSTITUTO DI NAGEL (FABRIZIO PALERMO?), MENTRE TERRANNO DONNET FINO ALL'ASSEMBLEA DI GENERALI...

donald trump grandi della terra differenza mandati

FLASH! - FA MALE AMMETTERLO, MA HA VINTO DONALD TRUMP: NEL 2018, AL G7 IN CANADA, IL TYCOON FU FOTOGRAFATO SEDUTO, COME UNO SCOLARO CIUCCIO, MENTRE VENIVA REDARGUITO DALLA MAESTRINA ANGELA MERKEL E DAGLI ALTRI LEADER DEL G7. IERI, A WASHINGTON, ERA LUI A DOMINARE LA SCENA, SEDUTO COME DON VITO CORLEONE ALLA CASA BIANCA. I CAPI DI STATO E DI GOVERNO EUROPEI, ACCORSI A BACIARGLI LA PANTOFOLA PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L'UCRAINA, NON HANNO MAI OSATO CONTRADDIRLO, E GLI HANNO LECCATO VERGOGNOSAMENTE IL CULO, RIEMPIENDOLO DI LODI E SALAMELECCHI...

pietrangelo buttafuoco alessandro giuli beatrice venezi

DAGOREPORT – PIÙ CHE DELL’EGEMONIA CULTURALE DELLA SINISTRA, GIULI E CAMERATI DOVREBBERO PARLARCI DELLA SEMPLICE E PERENNE EGEMONIA DELL’AMICHETTISMO E DELLA BUROCRAZIA – PIAZZATI I FEDELISSIMI E GLI AMICHETTISSIMI (LA PROSSIMA SARÀ LA DIRETTRICE DEL LATO B VENEZI, CHE VOCI INSISTENTI DANNO IN ARRIVO ALLA FENICE), LA DESTRA MELONIANA NON È RIUSCITA A INTACCARE NÉ LO STRAPOTERE BARONALE DELLE UNIVERSITÀ NÉ LE NOMINE DIRIGENZIALI DEL MIC. E I GIORNALI NON NE PARLANO PERCHÉ VA BENE SIA ALLA DESTRA (CHE NON SA CERCARE I MERITEVOLI) CHE ALLA SINISTRA (I BUROCRATI SONO PER LO PIÙ SUOI)

donald trump giorgia meloni zelensky macron tusk starmer

DAGOREPORT - DOVE DIAVOLO È FINITO L’ATTEGGIAMENTO CRITICO FINO AL DISPREZZO DI GIORGIA MELONI SULLA ‘’COALIZIONE DEI VOLENTEROSI”? - OGGI LA RITROVIAMO VISPA E QUERULA POSIZIONATA SULL'ASSE FRANCO-TEDESCO-BRITANNICO, SEMPRE PRECISANDO DI “CONTINUARE A LAVORARE AL FIANCO DEGLI USA” - CHE IL CAMALEONTISMO SIA UNA MALATTIA INFANTILE DEL MELONISMO SONO PIENE LE CRONACHE: IERI ANDAVA DA BIDEN E FACEVA L’ANTI TRUMP, POI VOLA DA MACRON E FA L’ANTI LE PEN, ARRIVA A BRUXELLES E FA L’ANTI ORBÁN, INCONTRA CON MERZ E FA L’ANTI AFD, VA A TUNISI E FA L’ANTI SALVINI. UNA, NESSUNA, CENTOMILA - A MANTENERE OGNI GIORNO IL VOLUME ALTO DELLA GRANCASSA DELLA “NARRAZIONE MULTI-TASKING” DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OLTRE AI FOGLI DI DESTRA, CORRONO IN SOCCORSO LE PAGINE DI POLITICA INTERNA DEL “CORRIERE DELLA SERA”: ‘’PARE CHE IERI MACRON SI SIA INALBERATO DI FRONTE ALL’IPOTESI DI UN SUMMIT A ROMA, PROPONENDO SEMMAI GINEVRA. MELONI CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO” - SÌ, C’È SCRITTO PROPRIO COSÌ: “CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO”, MANCO AVESSE DAVANTI UN LOLLOBRIGIDA QUALSIASI ANZICHÉ IL PRESIDENTE DELL’UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E MEMBRO PERMANENTE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU (CINA, FRANCIA, RUSSIA, REGNO UNITO E USA) - RIUSCIRÀ STASERA L’EROINA DAI MILLE VOLTI A COMPIERE IL MIRACOLO DELLA ‘’SIRINGA PIENA E MOGLIE DROGATA’’, FACENDO FELICI TRUMP E MACRON?