samuele calamucci con vincenzo de marzio negli uffici di equalize a via pattari, milano

LA STRANA “TELA” CHE UNISCE MOSSAD, CIA, SQUADRA FIORE E GLI SPIONI DI EQUALIZE – L’UOMO DI COLLEGAMENTO TRA GLI HACKER MILANESI E IL PRESUNTO SERVIZIO PARALLELO DI ROMA SAREBBE TAL VINCENZO DE MARZIO, EX CARABINIERE DELL’ANTICRIMINE, NOME IN CODICE “TELA”, E POI EX SPIA PER I SERVIZI SEGRETI E PER LA CIA – I VERBALI DEGLI INTERROGATORI DELL’HACKER SAMUELE CALAMUCCI. CHE TIRA IN BALLO MARCO MANCINI, ALIAS “DOPPIA MIKE”, IL CASO ABU OMAR E L’OLIGARCA RUSSO KONSTANTIN MALOFEEV. MANCANO SOLO I DUE LEOCORNI...

Estratto dell’articolo di Davide Milosa per “il Fatto quotidiano”

 

SAMUELE CALAMUCCI CON VINCENZO DE MARZIO NEGLI UFFICI DI EQUALIZE A VIA PATTARI, MILANO

Nel risiko di relazioni, accessi abusivi e spiate varie che è la maxi-inchiesta sulla società Equalize […], […] c’è un protagonista che più di tutti svela il lato oscuro di questa storia.

 

[…] Il nostro uomo è Vincenzo De Marzio, ex carabiniere dell’Anticrimine e poi ex Ros, nome in codice Tela, e poi ex spia per i nostri Servizi segreti e per la Cia. Per un anno, dal 2002 al 2003, sarà alle dipendenze del Raggruppamento Unità e Difesa con sede a Forte Braschi a Roma (Rud). Si tratta di un’agenzia interforze del nostro servizio segreto militare (Aise).

 

[…] Marzio, oggi indagato a Milano per associazione a delinquere finalizzata all’accesso abusivo a sistemi informatici e per il quale De Tommasi aveva chiesto l’arresto poi respinto dal gip, non è un uomo di Equalize, seppur abbia frequentato gli uffici di via Pattari. Al tramonto della sua storia complessa gestisce la Neis Agency, agenzia di investigazioni privata in contatto con la Mercury di Calamucci.

 

nunzio samuele calamucci

Sarà la figura di Tela […] a far emergere i contatti tra gli spioni di via Pattari e la squadra Fiore i cui uffici fino a poco tempo fa stavano in piazza Bologna a Roma. “De Marzio – inizia Calamucci davanti al pm di Milano – mi disse di aver lavorato per la Cia. Mi fece vedere i documenti di copertura. Lo conosco nel 2019 attraverso Lorenzo Di Iulio (figlio di un ex generale dei carabinieri, ndr). Ci presenta De Marzio e la società Neis.

 

Che ci affida un primo lavoro. De Marzio disse di essere un ex ufficiale del Ros di Milano e mi racconta del passato, delle operazioni fatte al Ros (…). Fino a quando mi spiega che oltre a lavorare per i Servizi segreti italiani, sarebbe stato assoldato dalla Cia. Mi mostra delle polaroid. La Cia per lui era un secondo lavoro pagato in contanti (…) ma non c’entravano col gruppo Fiore. Sarebbe stato avvicinato dagli 007 americani durante la carriera da carabiniere perché aveva accesso allo Sdi”.

 

MARCO MANCINI

Le informazioni poi “le rivendeva alla Cia”. Su chi? “Su Berlusconi e Tangentopoli, sul caso Abu Omar aveva dato informazioni alla Cia. Lui conosceva bene l’arabo”. Con gli uffici di Langley, Tela avrebbe iniziato a collaborare nel 1992. Legami che sembra aver mantenuto fino a oggi.

 

“De Marzio – prosegue Calamucci – mi mise in contatto con due israeliani che avevano lavorato per il Mossad. Costoro mi fecero fare la ricostruzione (…) di un russo”. Chi? L’oligarca ortodosso Konstantin Malofeev, sponsor del filosofo nazionalista Alexander Dugin apprezzato dall’ex sherpa della Lega per i rapporti con Mosca, Gianluca Savoini. Il report di Calamucci riguardava “le proprietà di questo oligarca e sarebbe stato destinato a un ufficio americano per le contestazioni. […]

unit 8200 intelligence israeliana 1

 

Mi diceva che erano dei Servizi segreti israeliani e dopo il congedo entrarono in studi legali. Pagavano De Marzio con una società di shipping maltese e avevano uno studio a Londra. Venivano a Milano con cadenza regolare. In un’occasione in via Pattari, dissero di avere accesso a un database iraniano che conteneva dati finanziari”.

 

Il racconto dell’hacker Calamucci quindi si sposta sui rapporti tra Tela e Marco Mancini, ex agente del Sismi ed ex direttore del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza (Dis), organo che sotto il controllo della Presidenza del Consiglio coordina i nostri due servizi di intelligence (Aise e Aisi).

 

marco malerba giuliano schiano giulio cornelli samuele calamucci massimiliano camponovo carmine gallo

“De Marzio – spiega Calamucci – aveva contatti con Marco Mancini chiamato Doppio Mike (…). Mancini era descritto come ostile (…)” perché “De Marzio” aveva “fatto venir fuori documenti compromettenti per Mancini. Documenti che De Marzio avrebbe consegnato a un notaio”.

 

Un passaggio decisivo non solo perché confermato da De Marzio in una intercettazione, ma soprattutto perché in quella stessa telefonata con Calamucci, viene svelata la presunta natura della squadra Fiore.

 

samuele calamucci enrico pazzali carmine gallo foto today.it

È il 22 ottobre 2023, quando durante una telefonata con Calamucci, De Marzio motiva l’ostilità di Doppia mike nei suoi confronti, poi spiega che “alla fine gli ho consegnato dei documenti (…). Ho dato al notaio (…) un po’ hanno mollato la presa”.

 

Poi Tela passa a raccontare dei servizi coinvolti nel caso Abu Omar svelando come molti di loro ancora oggi stiano lavorando per un’agenzia investigativa: “Vengono tutti arrestati (…). Io sono stato al processo, ti mando la mia testimonianza (…). Conosco le persone che sono ancora in giro (…) le metodologie (…) adesso hanno aperto un’agenzia investigativa a Roma (…). Tutti ex carabinieri (..). Hanno una rete vastissima (…). Il 50% di questi sono operativi per gli americani”.

 

oligarca russo konstantin malofeev

E che si stia parlando della squadra Fiore, e cioè di un presunto servizio segreto parallelo composto anche da ex 007, lo si comprende mettendo insieme le parole di De Marzio intercettato e le dichiarazioni di Calamucci.

 

De Marzio: “Per non farci portare in giro noi dobbiamo solo confidare in Ciccio”. Calamucci ribatte: “Ciccio sa che genere di documenti riesco a recuperare (…). Potremmo come dici te lavorare (…) con le Istituzioni in altro modo”.

 

abu omar

Ecco che allora tutto si tiene leggendo il verbale milanese di Sam Calamucci che alla domanda del pm su chi sia Ciccio, risponde: “R. lo conosco come fonte su un gruppo di Discord che si chiamava 007, lo troverete nei device. Mi contattò nel 2021 dicendo di avere informazioni importantissime su Eni”.

 

Quindi ricordando un pranzo al ristorante romano “Il Girarrosto fiorentino”: “Durante il pranzo con Lorenzo Sbraccia (imprenditore indagato nel fascicolo milanese, ndr), Bonomo (Rosario Bonomo, ex GdF e Servizi Segreti legato a Sbraccia) incrocio R., R. fece accenno alla squadra Fiore. Riferì l’accaduto a De Marzio che mi disse che a Roma ci sarebbe una squadra, costituita dal (...), incaricata di investigare su Leonardo Maria Del Vecchio al fine di screditarlo. R. nella circostanza mi fece credere che era lì a Roma con la squadra Fiore. Erano verosimilmente appartenenti alle forze dell’ordine”.

 

ENRICO PAZZALI

Il cerchio si chiude con il verbale che Calamucci fa davanti ai pm di Roma e nel quale torna sul pranzo al Girarrosto oltre che sul ruolo di R. descritto come uno che lavora per lo Stato, ma fa anche lavori extra, ed è un militare promosso ai Servizi.

 

Durante il pranzo, Calamucci esce a fumare. Con lui c’è R. che gli spiega come i soggetti accanto alle auto fossero ex dei Servizi e tutti del gruppo Fiore. Infine, R. e Calamucci, spiega l’hacker, si spostano davanti alla sede dell’Agenzia per la cybersicurezza, organo che dipende dalla Presidenza del Consiglio. E qui R., secondo quanto riferito da Calamucci, gli rivela di lavorare presso l’agenzia.

il presunto contratto nel dossier falso di squadra fiore contro francesco milleri foto today.it carmine gallomassimiliano camponovo abu omar abu omar unit 8200 intelligence israeliana

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