tumore al colon

FECI ATTENZIONE! - IL TEST PER LA RICERCA DEL SANGUE OCCULTO DELLE FECI È UNO DEI METODI PIÙ EFFICACI PER RILEVARE IL TUMORE DEL COLON E UNO SCREENING PRECOCE POTREBBE RIDURRE DEL 30% LA MORTALITÀ E DEL 20% IL NUMERO DI NUOVI CASI - I CASI DI TUMORE DEL COLON RETTO IN ITALIA ERANO IN DIMINUZIONE, MA CON OLTRE UN MILIONE DI ESAMI DI CONTROLLO SALTATI A CAUSA DELLA PANDEMIA I SUCCESSI OTTENUTI DOPO DECENNI DI PREVENZIONE RISCHIANO DI ESSERE SERIAMENTE COMPROMESSI - I PRINCIPALI CAMPANELLI D'ALLARME…

Vera Martinella per il “Corriere della Sera - Salute”

 

 

tumore del colon

I casi di tumore del colon retto in Italia erano in diminuzione, ma con oltre un milione di esami di controllo saltati a causa della pandemia Covid i successi ottenuti dopo decenni di prevenzione rischiano di essere seriamente compromessi. Nove carcinomi su dieci, infatti, potrebbero essere evitati perché c'è un metodo efficace, gratis (in Italia) e del tutto indolore per scoprire ed eliminare le lesioni pre-cancerose prima che si trasformino in una neoplasia vera e propria: il test per la ricerca del sangue occulto nelle feci.

TEST sangue occulto nelle feci

 

L'esame viene offerto dal Servizio sanitario nazionale a tutti i cittadini fra i 50 e i 70 anni che ricevono, ogni due anni, una lettera da parte della propria Asl con l'invito ad andare nella farmacia più vicina a ritirare un piccolo contenitore nel quale raccogliere un campione di feci, per poi restituirlo e ricevere la lettera con il referto a casa nell'arco di un paio di settimane.

 

tumore al colon 9

«Quanto sia utile partecipare allo screening lo dimostrano i numeri - sottolinea Roberto Persiani, presidente di EuropaColon Italia Onlus, associazione che nel mese europeo dedicato alla prevenzione del carcinoma colon rettale ha lanciato una campagna di sensibilizzazione sugli screening per la diagnosi precoce -: lo screening riduce del 30% la mortalità e del 20% il numero di nuovi casi.

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È uno dei pochi tipi di cancro in calo nel nostro Paese, infatti, perché con il test per la ricerca del sangue occulto nelle feci (Sof) vengono individuati e asportati polipi e adenomi quando ancora non sono evoluti in carcinoma: impiegano anni, (tra 7 e 15, in media) per trasformarsi in forme maligne. E cresce il numero di malati che sopravvivono a lungo, anche grazie alle nuove terapie disponibili».

TEST sangue occulto nelle feci

 

Effetto Covid

Le più recenti statistiche, infatti, mostrano che la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi dei pazienti italiani è aumentata dal 52% degli anni Novanta al 65% attuale. Un miglioramento importante, anche in considerazione del fatto che con quasi 43.700 nuovi casi registrati nel 2020 il tumore del colon-retto è il secondo tipo di cancro più frequente nel nostro Paese ed è anche il secondo nella poco ambita classifica dei più letali.

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A marzo e aprile 2020 però gli esami di screening sono stati sospesi (anche se in modo non omogeneo su tutto il territorio nazionale) per poi gradualmente ripartire a maggio, sempre con tempistiche diverse fra le varie regioni e fra le molte difficoltà causate da Covid a tutta l'organizzazione sanitaria. Le conseguenze sono riportate nell'ultimo rapporto dell'Osservatorio Nazionale Screening, datato febbraio 2022 e contenente i numeri aggiornati al 31 maggio 2021: nei 17 mesi relativi a gennaio 2020-maggio 2021 sono oltre un milione (1.195.987) in meno gli uomini e le donne che hanno eseguito il test di screening Sof.

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In pratica, si è verificata una riduzione del 34,3% con un ritardo medio di sei mesi. Il numero di carcinomi colorettali che si stima essere stato diagnosticato in meno ammonta a 1.376 casi e 7.763 sono gli adenomi avanzati persi. Il prezzo dei ritardi «Questo significa che troveremo, come già sta accadendo, neoplasie in stadio più avanzato, che sono più difficili da curare e richiedono interventi chirurgici più impegnativi - spiega Persiani, che è responsabile della Chirurgia oncologica mini-invasiva alla Fondazione Policlinico Universitario Gemelli di Roma -. Stiamo cercando di recuperare i ritardi accumulati, ma occorre un grande sforzo per rimettersi in pari.

 

TEST sangue occulto nelle feci

Ed è fondamentale anche la partecipazione di tutti i cittadini, perché le statistiche hanno anche rilevato che (rispetto allo stesso periodo di riferimento stimato del 2019) nel 2020-2021 si è ridotta del 13% la propensione all'adesione: ovvero, chi riceve l'invito a effettuare gratis un test che potrebbe salvargli la vita è meno predisposto ad accettarlo». Con alcune Regioni come Campania, Calabria, Lazio, Liguria, Lombardia, Piemonte, Sicilia e Valle D'Aosta che registrano riduzioni superiori al 20%.

 

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L'obiettivo della campagna di EuropaColon Italia Onlus è quindi proprio quello di informare l'opinione pubblica sui vantaggi della diagnosi precoce e sull'importanza di rivolgersi al proprio medico per conoscere e riconoscere i sintomi, avere informazioni sullo screening e come comportarsi in caso di familiarità. Campanelli d'allarme L'iniziativa è online sul sito dell'associazione e sui social media Facebook e Twitter, con diversi poster e un video informativo incentrati sulle domande chiave sul tumore al colon retto e le risposte che è bene tutti conoscano.

 

TEST sangue occulto nelle feci

Oltre ai controlli di screening, per avere maggiori probabilità di guarire è decisivo anche non trascurare i principali campanelli d'allarme che devono essere segnalati al medico, soprattutto dopo i 50 anni: presenza di sangue rosso vivo, talvolta misto a muco, nelle feci, senso di incompleta evacuazione, perdita di peso senza causa evidente. Una particolare attenzione a segnali sospetti e agli esami di prevenzione devono poi averla le persone che hanno maggiori probabilità di sviluppare questo tumore: ad esempio, chi soffre di malattia di Crohn e rettocolite ulcerosa oppure di sindromi ereditarie quali la poliposi adenomatosa familiare (FAP) e la sindrome di Lynch.

 

Rischio maggiore

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 Una minima parte dei casi (tra il 2 e il 5%) è inoltre dovuta a mutazioni del Dna ereditarie per cui i membri di un nucleo familiare «a rischio» dovrebbero essere indirizzati verso una consulenza genetica (si veda il box in basso). «Per le persone che rientrano tra le categorie considerate più in pericolo, parlandone con il proprio medico, si stabiliscono controlli personalizzati che possono iniziare prima ed essere più ravvicinati nel tempo - conclude Persiani -. Ci sono programmi di screening specifici in cui si opta per la colonscopia come tecnica di esame e si inizia prima dei 50 anni. Infine non dimentichiamo che a far salire le possibilità di ammalarsi sono anche gli stili di vita scorretti, come l'elevato consumo di carni rosse e insaccati, di farine e zuccheri raffinati, il sovrappeso e la sedentarietà, il fumo e l'eccesso di alcol».

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