ursula von der leyen europa ue

LA TRAGEDIA DI UN’UNIONE RIDICOLA – LA MOZIONE DI SFIDUCIA A URSULA VON DER LEYEN È IL PEGGIOR SPETTACOLO CHE IL PARLAMENTO EUROPEO POTESSE DARE DI SÉ. LA MAGGIORANZA CHE SOSTIENE LA COMMISSIONE NE ESCE A PEZZI: I SOCIALISTI COMPRATI CON UN PIATTO DI LENTICCHIE FARLOCCO (SI SONO INVENTATI UNA VITTORIA SUL FONDO SOCIALE CHE NON C’È); IL PPE NON NASCONDE PIÙ DI VOLERSI ALLEARE DI VOLTA IN VOLTA CON L’ESTREMA DESTRA – NON HA VINTO NESSUNO: È STATA SOLO L’OCCASIONE PER RENDERE EVIDENTE LA CRISI DELLE ISTITUZIONI DI BRUXELLES…

Estratto da “il Mattinale europeo”, la newsletter di David Carretta e Christian Spillmann

 

URSULA VON DER LEYEN

Il Parlamento europeo questa settimana ha offerto uno spettacolo “ridicolo” sulla mozione di censura contro la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, presentata da un deputato rumeno di estrema destra e sonoramente bocciata dalla plenaria ieri.

 

“Ridicolo” è il commento che ci ha riservato un alto funzionario dell'Ue, dopo aver ascoltato il dibattito tra i leader dei gruppi politici di lunedì, trasformatosi in rissa tra le forze che compongono la maggioranza pro-europea.

 

manfred weber si congratula con ursula von der leyen per la rielezione

[…] I socialisti, dopo aver minacciato l'astensione, si sono allineati a von der Leyen letteralmente inventandosi una vittoria sul Fondo sociale europeo. I deputati di Fratelli d'Italia, il partito di Giorgia Meloni che fa parte del gruppo sovranista ECR, non hanno partecipato al voto, malgrado il fatto che abbiano un vicepresidente della Commissione.

 

[…] Ursula von der Leyen ha passato la prova della censura. Manfred Weber può essere il vincitore per un altro giorno. Ma a perdere è l'Ue.

 

[…] Lo scandalo legato allo scambio di sms tra Ursula von der Leyen e l'amministratore delegato di Pfizer, Albert Bourla, durante i negoziati sui vaccini Covid riguarda i metodi usati dalla presidente della Commissione.

 

ursula von der leyen albert bourla

La centralizzazione, la mancanza di trasparenza, l'assenza di responsabilità sono stati condannati dalla Corte di giustizia dell'Ue, dalla Corte dei conti e dall'Ombudsman. Ci sarebbe stato molto da discutere. Ma il testo presentato da Piperea e sottoscritto da altri 71 deputati era un concentrato di teorie complottiste e no-vax. Inoltre, non aveva alcuna possibilità di essere approvato.

 

La soglia dei due terzi dei votanti al Parlamento europeo non sarebbe mai stata raggiunta. Una mozione di censura “inutile”, come ha detto il presidente del gruppo del PPE, Manfred Weber. Il voto si è concluso con 175 voti a favore della censura, 360 contrari e 18 astensioni.

 

Gheorghe Piperea

Ridicolo è stato il dibattito tra i leader dei gruppi politici. Ci sarebbe stato molto da discutere sulla presidente della commissione, al di là del Pfizergate: la virata a destra della sua Commissione, la moltiplicazioni dei pacchetti di deregolamentazione Omnibus, la proposta di un “modello Ruanda” per i richiedenti asilo, l''abuso dell'articolo 122 del trattato per bypassare il Parlamento.

 

Limitata al minimo per contenere i danni per von der Leyen, la discussione si è trasformata in una rissa tra i leader della maggioranza pro europea. A nome del PPE Manfred Weber ha rivendicato la libertà di allearsi con l'estrema destra su singole proposte. La socialista Iratxe Garcia Perez è intervenuta a lungo per criticare Weber, senza quasi menzionare Ursula von der Leyen.

ursula von der leyen giorgia meloni conferenza sulla ricostruzione dell ucraina. foto lapresse

 

La liberale Valérie Hayer almeno ha chiesto alla presidente della Commissione di riprendere il controllo della sua famiglia politica, il PPE.

 

“Ridicoli”, ci ha detto l'alto funzionario dell'Ue. Ai suoi occhi i leader della maggioranza pro-europea avrebbero potuto e dovuto unirsi per criticare l'estrema destra e proiettare un'immagine di coesione in tempi di crisi e incertezze. Invece “si sono lanciati nella bassa politica”.

 

Ridicolo è stato il comportamento del PPE e del suo capogruppo, che afferma la necessità di comportarsi in modo “responsabile”, ma non perde occasione per destabilizzare la maggioranza pro-europea. Manfred Weber lo ha fatto in modo provocatorio anche alla vigilia del voto sulla mozione di censura, quando il PPE ha votato con i gruppi dell'estrema destra in due occasioni.

 

GIORGIA MELONI MANFRED WEBER

La prima, puramente simbolica, per rigettare un atto di esecuzione della Commissione sulla legge sulla deforestazione, che è già entrato e resterà in vigore. La seconda, più grave, per rifiutare la procedura di urgenza sulla proposta della Commissione per gli obiettivi climatici 2040, che il Parlamento europeo deve approvare entro ottobre e che ora sarà nelle mani di un relatore del gruppo di estrema destra dei Patrioti.

 

Ridicola è stata la gestione della mozione di censura da parte del gruppo socialista e della sua leader, Iratxe Garcia Perez. I socialisti hanno minacciato per tre giorni di astenersi per inviare un chiaro segnale a Ursula von der Leyen del loro malessere per come gestisce la Commissione, oltre che per il doppio gioco del PPE con l'estrema destra.

 

antonio costa ursula von der leyen foto lapresse

Mercoledì sera, alla vigilia del voto, hanno annunciato che avrebbero sostenuto Ursula von der Leyen, dopo aver “ottenuto un'importante vittoria per i cittadini di tutta Europa. Il Fondo sociale europeo (FSE) sarà incluso nel prossimo Quadro finanziario pluriennale”.

 

I socialisti hanno detto che Ursula von der Leyen era prona a eliminare il FSE dalla proposta del bilancio 2028-34 che presenterà la prossima settimana. In realtà, sarebbe stato giuridicamente impossibile: il FSE è iscritto nel trattato. A forza di minacce e ritirate giustificate sulla base di concessioni cosmetiche – era già accaduto sulla fiducia alla Commissione von der Leyen II, sul primo pacchetto semplificazione e sul ritiro della direttiva contro il greenwashing – i socialisti perdono credibilità.

 

jean claude juncker 5

Ridicolo è stato il gruppo ECR, di cui è membro Piperea, ma che si è spaccato in due sulla mozione di censura. Il partito di Fratelli d'Italia era contrario all'iniziativa e l'ha sconfessata. Ma metà del gruppo, compreso il partito nazionalista polacco del PiS, ha seguito Piperea. Alla fine 39 deputati ECR su 79 hanno sostenuto la censura.

 

Altri 35 non hanno partecipato al voto, compresi i deputati di Fratelli d'Italia. Nemmeno loro, che hanno un vicepresidente della Commissione, sanno bene se stare dentro o fuori dalla maggioranza che sostiene Ursula von der Leyen, di cui Giorgia Meloni è una delle alleate. “L'ECR è un gruppo fantasma con metà dei suoi membri (polacchi e rumeni) più vicini ai Patrioti”, ha spiegato il professor Alberto Alemanno.

 

“Siete ridicoli”, aveva detto Jean-Claude Juncker per apostrofare gli europarlamentari nel luglio del 2017 intervenendo in un'aula praticamente praticamente deserta durante il dibattito sulla presidenza maltese del Consiglio dell'Ue. Solo una trentina di deputati erano presenti per discutere con il premier di Malta, Joseph Muscat. La situazione non è cambiata.

 

MANFRED WEBER - URSULA VON DER LEYEN - ROBERTA METSOLA - CONGRESSO DEL PPE

[…] E' passato un anno dall'inizio della legislatura, ma sessione dopo sessione il Parlamento europeo appare sempre più marginale. I dibattiti sono sempre più insignificanti. Il lavoro sui testi legislativi viene compromesso dalle procedure di urgenza. I deputati mettono il loro stampino sugli Omnibus. Nei negoziati con il Consiglio, le divisioni interne alla maggioranza pro-europea hanno impedito al Parlamento di esprimersi su provvedimenti importanti, come la direttiva sui diritti delle vittime a giugno.

 

La presidente Roberta Metsola non è in grado di difendere le prerogative del Parlamento di fronte a Commissione e Consiglio. Ancor meno di imporre a Manfred Weber, a cui deve la sua elezione, una linea più responsabile con il resto della maggioranza pro europea. La censura non ha indebolito o rafforzato Ursula von der Leyen. Ha semplicemente messo in mostra la grave crisi che attraversa il Parlamento europeo.

ursula von der leyen albert bourla

 

Ultimi Dagoreport

giulio berruti maria elena boschi

L’INIZIO DELLA STORIA TRA L’ONOREVOLE MARIA ELENA BOSCHI E GIULIO BERRUTI, DENTISTA-ATTORE, È STATO FELICE, ALLIETATO DI SGUARDI ADORANTI SOTTO I FLASH DI “CHI”. L’INTRECCIO È CONTINUATO PER CINQUE ANNI TRA QUADRETTI FAMILIARI LIALESCHI PIENI DI BUONA VOLONTÀ MA SEMPRE PIÙ CARICHI DI TENSIONI. SAPPIAMO CHE NON C'È PIÙ GRANDE DOLORE, A PARTE I CALCOLI RENALI, DI UN AMORE FALLITO. QUINDI, ANNUNCIAMO COL DOVUTO RISPETTO, CHE È SCESO DEFINITIVAMENTE IL SIPARIO SULLA COPPIA BOSCHI E BERRUTI. BUONA FORTUNA A TUTTI...

cdp cassa depositi e prestiti giovanbattista fazzolari fabio barchiesi giorgia meloni giancarlo giorgetti dario scannapieco francesco soro

DAGOREPORT - QUALCOSA DEVE ESSERE SUCCESSO IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE. CHE VIRUS HA COLPITO PALAZZO CHIGI PER PASSARE DA AMATO E LETTA A TALE GIOVAMBATTISTA FAZZOLARI, UN TIPINO CHE FINO AL 2018, RICOPRIVA IL RUOLO DI DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA ALLA REGIONE LAZIO? - CHE È SUCCESSO A CASSA DEPOSITI E PRESTITI (CDP), HOLDING PUBBLICA CHE GESTISCE I 300 MILIARDI DI RISPARMIO POSTALE DEGLI ITALIANI, PER RITROVARCI VICEDIRETTORE GENERALE, CON AMPIE DELEGHE, DAL PERSONALE E GLI INVESTIMENTI ALLA COMUNICAZIONE, IL 43ENNE FABIO BARCHIESI, CHE ORA ASSUME ANCHE LA CARICA DI AD DI CDP EQUITY, LA PIÙ IMPORTANTE SOCIETÀ DEL GRUPPO? - COME SI FA A RICOPRIRE DI RUOLI NEVRALGICI DI POTERE L’EX FISIOTERAPISTA DI MALAGO' CHE NON HA MAI RICOPERTO IL RUOLO DI AMMINISTRATORE NEMMENO NEL SUO CONDOMINIO, CHE BALBETTA UN INGLESE APPENA SCOLASTICO E HA ALLE SPALLE UNA LAUREA IN ECONOMIA OTTENUTA, PRESSO LA SELETTIVA UNIVERSITÀ TELEMATICA UNICUSANO, A CUI SI AGGIUNGE UNA CATTEDRA, A CONTRATTO, ALLA LINK, L’ILLUSTRISSIMA UNIVERSITÀ DI VINCENZO SCOTTI? - ALL’ANNUNCIO DELLA NUOVA CARICA DI BARCHIESI, LO SCONCERTO (EUFEMISMO) È PIOMBATO NELLE STANZE DEL MEF, PRIMO AZIONISTA DI CDP, MENTRE PER LE FONDAZIONI BANCARIE L’ULTIMA PRESA DI POTERE DEL DUPLEX FAZZO-BARCHIESI, IN SOLDONI, E' “IL PIÙ GROSSO SCANDALO POLITICO-FINANZIARIO MAI VISTO NEL BELPAESE...”

maurizio landini giorgia meloni

IL SESSISMO È NELLA CONVENIENZA DI CHI GUARDA – LA SINISTRA DIFENDE LANDINI CHE HA DEFINITO “CORTIGIANA” GIORGIA MELONI: PENSATE COSA SAREBBE SUCCESSO NEL "CAMPO LARGO" E NEI GIORNALI D'AREA SE L’AVESSE DETTO SALVINI DI UNA BOLDRINI QUALSIASI. AVREMMO AVUTO PAGINATE SUL SESSISMO DEL BIFOLCO PADANO. MA IL SEGRETARIO DELLA CGIL È "UN COMPAGNO CHE SBAGLIA", E ALLORA VA DIFESO: “È SOLO UN EQUIVOCO” – NON CHE LA DESTRA DIFETTI DI IPOCRISIA: GIORGIA MELONI SI INDIGNA PER "CORTIGIANA" EPPURE E' LA MIGLIORE ALLEATA DI TRUMP, UNO CHE SI VANTAVA DI "AFFERRARE TUTTE LE DONNE PER LA FICA”

flavio cattaneo ignazio la russa giorgia meloni carlo calenda matteo salvini

DAGOREPORT - IL CONTESTO IN CUI È ESPLOSO LO SCONTRO-CON-SCAZZO TRA CARLO CALENDA, E L’AD DI ENEL, FLAVIO CATTANEO, HA COLPITO GLI HABITUÉ DEI PALAZZI ROMANI - IL DURO SCAMBIO NON È AVVENUTO IN UN TALK DE LA7, BENSÌ A UN GALLONATISSIMO CONVEGNO DI COLDIRETTI, LA FILO-GOVERNATIVA ASSOCIAZIONE CHE RAGGRUPPA 1,6 MILIONI DI IMPRENDITORI AGRICOLI (LA PRIMA USCITA PUBBLICA DI MELONI PREMIER FU A UN CONVEGNO COLDIRETTI) - L’INVITO AL CALENDA FURIOSO, DA MESI SMANIOSO DI ROMPERE LE OSSA A CATTANEO, È STATO “LETTO” NEI PALAZZI ROMANI COME UN SEGNO DI “DISTACCO” TRA LA STATISTA DELLA SGARBATELLA E L’AD DI ENEL, IL CUI MANDATO SCADE LA PROSSIMA PRIMAVERA DEL 2026 – E QUANDO IN UN SUCCESSIVO TWEET CALENDA COINVOLGE I GRAN MENTORI DELL'INARRESTABILE CARRIERA DI CATTANEO, LA RUSSA E SALVINI, SI ENTRA IN QUEL LUNGO E SOTTERRANEO CONFLITTO DI POTERE CHE FECE SBOTTARE ‘GNAZIO: “GIORGIA VUOLE CONTROLLARE TUTTO: PALAZZO CHIGI, IL SUO PARTITO, QUELLI DEGLI ALTRI, MA È IMPOSSIBILE’’ -  ORA IL DESTINO CINICO E BARO VUOLE CHE SUL CAPOCCIONE DI CATTANEO, OLTRE ALLA MANGANELLATA DI CALENDA, SIA ARRIVATO UNO SGRADITO OSPITE, UN NON IDENTIFICATO SPYWARE CHE L’HA SPIATO NOTTE E DÌ... - VIDEO - LA VIGNETTA ANTI-CALENDA DI "OSHO": "A PROPOSITO DE UTILI, VOLEMO PARLA' DELL'UTILITÀ DI AZIONE?"

chiara appendino roberto fico giuseppe conte vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - GENTILE CHIARA APPENDINO, È CONSAPEVOLE CHE IN POLITICA, COME NELLA VITA, ‘’NON SI PUÒ AVERE LA SIRINGA PIENA E LA MOGLIE IN OVERDOSE”? MA E' DAVVERO CONVINTA CHE, CON UN M5S “PIÙ AUTONOMO DAL PD”, IL PARTITO DI CONTE SAREBBE RIUSCITO A SVENTOLARE LE CANDIDATURE DI TRIDICO IN CALABRIA E DI FICO IN CAMPANIA, DOVE NEL 2020 M5S HA PRESO IL 9,9% MENTRE DE LUCA INTASCÒ IL 69,4%? – OGGI LA VITTORIA DI FICO, FINO A IERI DATA PER SICURA, STA TROVANDO UNA STRADA ACCIDENTATA - A SALVARE LA BARACCA CI DOVRÀ PENSARE LO SCERIFFO DI SALERNO – COME ELLY, CHE DOPO AVERLO DISPREZZATO, E' SCESA A MITI CONSIGLI, ANCHE FICO DEVE ACCETTARE LE “PRIORITÀ” DI DE LUCA OPPURE VERRÀ ABBANDONATO AL SUO DESTINO DI PERDENTE, FACENDO FELICE IL CANDIDATO DI FRATELLI D’ITALIA, EDMONDO CIRIELLI...

elly schlein giuseppe conte roberto fico vincenzo de luca eugenio giani

DAGOREPORT - PARAFRASANDO NANNI MORETTI, CON LEADER DEL CALIBRO DI ELLY SCHLEIN E DI GIUSEPPE CONTE, ''IL CENTROSINISTRA NON VINCERA' MAI'' - IN TOSCANA, I DUE "GENI" HANNO TENTATO DI ESTROMETTERE IL “CACICCO” EUGENIO GIANI, REO DI SANO RIFORMISMO, CHE SI È DIMOSTRATO CAVALLO VINCENTE – IN CAMPANIA, INVECE, RISCHIANO DI ANDARE A SBATTERE CON IL CAVALLO SBAGLIATO, IL FICO DI GIUSEPPE CONTE, CHE TRABALLA NEI SONDAGGI: URGE UN FORTE IMPEGNO DI RACCOLTA VOTI DEL "CACICCO" TANTO DISPREZZATO DA ELLY: VINCENZO DE LUCA (CHE A SALERNO SE LA DEVE VEDERE CON IL CONCITTADINO E CANDIDATO DEL CENTRODESTRA, CIRIELLI) – CON L’INCONSISTENZA STORICA DEL M5S A LIVELLO LOCALE, IL “CAMPOLARGO” VA AL PIU' PRESTO ACCANTONATO: TROPPI "PRINCIPI" DIVERSI TRA PD E M5S PER UN'ALLEANZA, MEGLIO UNA COALIZIONE IN CUI OGNUNO CORRE COL SUO PROGRAMMA CERCANDO DI MASSIMIZZARE IL CONSENSO - SOLO DOPO IL VOTO, IN CASO DI VITTORIA, SI TROVA L'ACCORDO (E COME DIMOSTRA LA COALIZiONE DEL GOVERNO MELONI, LA GESTIONE DEL POTERE È IL MIGLIOR PROGRAMMA...) - VIDEO