
L’ITALIA È UN PAESE CHE FA ACQUA DA TUTTE LE PARTI - IL “FINANCIAL TIMES” METTE IN FILA I DATI SULLO STATO DELLA RETE IDRICA ITALIANA: IN MEDIA LE CITTÀ E I PAESI PERDONO IL 42% DELL'ACQUA POTABILE IMMESSA NELLA RETE – L'ITALIA HA DESTINATO AL MIGLIORAMENTO DELLE INFRASTRUTTURE IDRICHE NOVE MILIARDI DEL FONDO PER LA RIPRESA POST-COVID FINANZIATO DALL'UE, MA SECONDO L'ACEA SERVIREBBERO 50 MILIARDI SOLO PER GLI INTERVENTI PIÙ URGENTI - MA SE NELLE GRANDI CITTÀ SI SONO FATTI PROGRESSI, NELLE PICCOLE C’È…
Estratto dell’articolo di articolo di Amy Kazmin per il “Financial Times” – Ripubblicato da “Internazionale"
[…] Le carenze idriche della provincia di Agrigento sono l'esempio lampante del problema della dispersione d'acqua nelle città italiane: più della metà di quella convogliata nei vecchi acquedotti della provincia di Agrigento si perde durante il trasporto.
Secondo gli esperti, ridurre la dispersione idrica è fondamentale per assicurare un approvvigionamento appropriato in un mondo sempre più caldo e con precipitazioni ormai irregolari. L'Unione europea ha invitato i vari stati a ridurre il consumo d'acqua del 10 per cento entro il 2030, ma poiché l'Europa già affronta siccità ricorrenti e durature, eliminare la dispersione d'acqua diventa fondamentale.
Secondo l'Associazione europea dei gestori di servizi idrici (EurEau), in media le città e i paesi italiani perdono il 42 per cento dell'acqua potabile immessa nella rete, più di tutte le altre grandi economie europee e molto al di sopra della media comunitaria, che è del 25 per cento.
I dati dell'Istat indicano che nel 2024 nel sud dell'Italia le interruzioni della fornitura idrica hanno coinvolto quasi il 30 per cento delle famiglie. Mentre se si considerano tutte le famiglie italiane la percentuale è all'8,7 per cento. Sempre secondo l'Istat nel 2022 l'Italia ha perso 3,4 miliardi di metri cubi d'acqua durante la distribuzione, una quantità che sarebbe sufficiente a soddisfare le necessità di 43,4 milioni di persone in un anno.
"Dipendiamo ancora dagli investimenti fatti dai nostri nonni, che hanno finanziato la costruzione delle condutture che usiamo oggi", spiega Fabrizio Palermo, amministratore delegato dell'Acea, azienda che si occupa della distribuzione dell'acqua a Roma. "Dobbiamo trovare i fondi per costruire nuove condutture"
Finanziare gli ammodernamenti, però, è complicato in un paese che ha le tariffe idriche tra le più basse d'Europa. In Italia le reti idriche urbane sono gestite quasi sempre da enti pubblici inefficienti e amministrati da politici locali che non vogliono alimentare lo scontento degli elettori incrementando i prezzi e sono incapaci di trovare altri finanziamenti.
"La vicenda delle condutture e delle perdite è una questione economica", spiega Giulio Boccaletti, direttore scientifico del Centro euro-mediterraneo per i cambiamenti cli-matici, con sede a Bologna. "Perridurre le perdite, le amministrazioni comunali dovrebbero riparare le tubature, ma la gran parte di queste si trova in comuni piccoli che non hanno abbastanza soldi"
L'Italia ha destinato al miglioramento della rete idrica nove miliardi del fondo per la ripresa post-covid finanziato dall'Unione europea, ma secondo l'Acea servirebbero 50 miliardi solo per gli interventi più urgenti.
Le principali città italiane hanno fatto dei progressi per risolvere il problema. Secondo i dati dell'Acea, a Roma le perdite sono passate dal 42 per cento del 2017 al 27 per cento nel 2022, soprattutto grazie a investimenti superiori ai due miliardi di euro. Milano perde appena il 13,4 per cento dell'acqua immessa nella rete. Le città più piccole, invece, sono riluttanti all'idea di chiedere l'intervento di aziende specializzate, a volte perché segnate da esperienze con imprese private senza scrupoli.
Ad Agrigento l'antiquata rete idrica era gestita da un'azienda privata che nel 2018 è stata posta sotto sequestro perché sospettata di collusione con la mafia. Oggi la distribuzione dell'acqua è affidata all'aica, un consorzio composto da 3p amministrazioni che, secondo gli esperti, non ha le risorse tecniche e finanziarie per ridurre le perdite, che attualmente sono del 50-60 per cento. "Esiste una forte ostilità nei confronti della gestione privata", riconosce Alfonso Provvidenza, sindaco di Grotte, uno dei comuni del consorzio Aica.
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Alle perdite causate dalle falle spesso si aggiungono i furti, con allacci illegali che deviano l'acqua verso consumatori abusivi. Questo fenomeno aumenta la pressione finanziaria sulle aziende di di-stribuzione, già in difficoltà. […]