
“MIO PADRE NON ERA UNO CHE LITIGAVA, GLI VOLEVANO TUTTI BENE” – LA TESTIMONIANZA DI FILIPPO, IL FIGLIO 44ENNE DI MAURIZIO REBUZZINI, IL 74ENNE CRITICO FOTOGRAFICO TROVATO AGONIZZANTE NEL SUO STUDIO: “SONO ANDATO PERCHÉ NON MI RISPONDEVA. LA PORTA ERA APERTA, MA NON MANCAVA NIENTE. IL SUO CELLULARE ERA NELLA SCRIVANIA. LUI L’HO TROVATO A TERRA. HO PROVATO A FARGLI UN MASSAGGIO CARDIACO. SUICIDIO? NON LO AVREBBE MAI FATTO” - RESTA IN PIEDI L’IPOTESI DELL’AGGRESSIONE: I SEGNI SUL COLLO SONO COMPATIBILI CON UNO STRANGOLAMENTO…
Estratto dell’articolo di Matteo Castagnoli,Pierpaolo Lio per il “Corriere della Sera”
La telefonata: «Mio padre si è sentito male, venite». I tentativi di rianimarlo. La morte all’arrivo in ospedale. E la scoperta dei medici di quei segni sul collo. «Lesione circonferenziale del collo», oltre alle «multiple escoriazioni». È passata una settimana dalla morte di Maurizio Rebuzzini, 74enne giornalista e critico fotografico. E i primi risultati dell’autopsia, effettuata martedì, sembrano rafforzare l’ipotesi degli investigatori: omicidio.
Per il medico legale, sono segni compatibili con una morte per asfissia. Ma per una risposta definitiva servirà aspettare gli esiti degli esami istologici in laboratorio.
A scoprire, il 17 settembre, il corpo di Rebuzzini era stato il figlio Filippo, 44 anni.
LO STUDIO DI MAURIZIO REBUZZINI A MILANO
L’aveva cercato pochi minuti prima. Di fronte al telefono stranamente muto, s’era avviato verso lo studio che faceva da «casa» a quella rivista, FOTOgraphia , a cui il padre (in passato anche docente a contratto per l’università Cattolica di Brescia) aveva dedicato anni, fino a farne un punto di riferimento del settore. Il figlio — che collaborava con il padre, mentre il fratello si dedica ai video — aveva chiamato i soccorsi alle 18.42, dopo aver scoperto il corpo a terra. Otto minuti prima, alle 18.34, aveva provato a contattare il padre. Nessuna risposta. […]
«Sono andato perché non mi rispondeva. La porta era aperta, ma non mancava niente. Il suo cellulare era nella scrivania. Lui l’ho trovato a terra. Ho provato a fargli un massaggio cardiaco, poi mi ha aiutato un vicino», aveva raccontato Filippo. Che ha da subito escluso l’idea che qualcuno avesse potuto uccidere il padre. «Mio padre era una persona buona, gli volevano tutti bene, non era uno che litigava».
[…] Il luminol ha evidenziato qualche traccia, su cui sono in corso approfondimenti. Mentre non sono state repertate corde o lacci che potessero giustificare in altro modo i segni sul collo del 74enne. Un’ipotesi impensabile per il figlio: «Non si sarebbe mai suicidato».
Resta la pista dell’aggressione: qualcuno che è entrato nell’androne del palazzo, ha raggiunto Rebuzzini — che spesso s’intratteneva a fumare i suoi sigari in quell’angolo di ballatoio subito di fronte all’ingresso dello studio — e l’ha strangolato.
Gli investigatori […] hanno sentito l’ex moglie per ricostruire i rapporti della vittima con familiari, amici, conoscenti, colleghi, e per scoprire eventuali segnali di preoccupazione del 74enne. […] poi c’è il lavoro sulle immagini dei sistemi di videosorveglianza della zona (e quelle interne al palazzo di via Zuretti) acquisite per verificare se qualche obiettivo ha intercettato chi possa essere entrato nel condominio in orario compatibile con la morte di Rebuzzini.