DAGOGAMES BY FEDERICO ERCOLE - RIPETERE È BELLO NEL PICCHIADURO A SCORRIMENTO IN DUE DIMENSIONI “ABSOLUM” CHE NEGA CON LA SUA FANTASIA, LA BELLEZZA DELLE ANIMAZIONI, DELLE MUSICHE E DEI PANORAMI, QUELLE POSSIBILI NOIA E FRUSTRAZIONE CHE POSSONO SORGERE IN UN GIOCO “ROGUE”, DOVE QUINDI SI RICOMINCIA SEMPRE DA CAPO. E SI PUÒ GIOCARE IN DUE, DAVVERO VICINI, SENZA RETE… - VIDEO

Federico Ercole per Dagospia

 

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La ripetizione non è noia, in Absolum. Quel ricominciare sempre da capo che (mi) risulta tedioso in tutto quell’insieme di giochi detto “rogue” -salvo in Hades, nel suo meno stupefacente seguito e nel difficilissimo e per me invincibile Returnal- nell’opera di Guard Crush Games e Supamonks è invece appagante, davvero una rinascita magica. D’altronde si torna in vita grazie alle potenti malie di un’incantatrice incinta che, come Rainy e le altre donne gravide in Death Stranding 2, non può partorire per le anomalie scatenate da una presenza malefica ed egemonica. Quella che ovviamente si deve sconfiggere nel gioco. 

 

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Absolum in effetti non è un vero e proprio “rogue”, come anche gli altri videogame sopra citati che forse solo per questo sono riuscito ad apprezzare, ma un cosiddetto “roguelite”: non si perdono con il Game Over tutti i potenziamenti ottenuti avanzando e si ricomincia dunque con l’idea di avere ottenuto qualcosa, di non avere dissipato il tempo in una crudele iterazione che mi ricorda gli anni un po’ tristi in cui non si potevano salvare i propri progressi.

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Inoltre la generazione degli spazi di gioco in Absolum non è procedurale, i “livelli” rimangono gli stessi pur variandovi gli eventi e le possibilità. Quindi quando si riparte per l’avventura non avremo quel riassamblamento casuale della mappatura che ancora in Hades o in Dead Cells poteva essere considerato affascinante ma che altrove risulta troppo fortuito, caotico e forse pigro.

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Absolum è un picchiaduro a scorrimento in due dimensioni, disegnato con un stile prezioso, mostruoso e favoloso che ricorda i cromatismi dei fumetti di Mike Mignola, un videogame che scorre con una potenza ludica antica come il Golden Axe di Sega o Dungeons & Dragons Shadow over Mystara di Capcom ai quali gli autori si sono ispirati, esprimendo tuttavia una sua freschezza e ribadendo, scenario dopo scenario, una sua ispirata stravaganza. E poi, cosa stupenda e ormai purtroppo rara, Absolum si può giocare tutto in due grazie ad un sistema di cooperativa locale, insieme, seduti vicino.

 

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CONTRO IL RE SOLE

In un reame fantasy dove la magia è prassi, ecco giungere Azra detto il Re Sole, che come il “grande inquisitore” che riluce crudele in cielo dissolve e punisce le dolci ombre dell’incanto, oltre a trasformare giovani spensierati e felici in soldati, ci dice ad un certo punto osservando le vie ostili e ardenti di un villaggio l’elfa con lo spadone chiamata Galandra.

 

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Lei è uno dei quattro personaggi selezionabili, poi c’è il nano Karl e successivamente si trovano e sbloccano Cider la marionetta con due lame e la rana antropomorfa Brome che fa tanto Chrono Trigger se non fosse una specie di mago invece che un cavaliere, come il Glenn disegnato da Akira Toriyama detto appunto Frog nel capolavoro di Squaresoft. Usare e potenziare tutti questi personaggi rende la ripetizione ancora meno pesante, annullandone anzi proprio la negatività della sua più infernale accezione.

 

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Ci sono anche in Absolum poteri che si acquisiscono durante ogni viaggio e che poi svaniscono dopo la morte così come i soldi guadagnati, abilità che si ottengono in maniera casuale e quindi dipendente dalla fortuna, ma tramite il raccoglimento di cristalli magici distribuiti senza avarizia, ci si può potenziare le statistiche dei protagonisti affinché siano permanenti.

 

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Così, ricominciando, si è davvero più forti, si è raggiunto un obiettivo e le difficoltà già affrontate si smorzano fino alla prossima sfida. Ci sono nemici numerosi, vari e talvolta ostici, ma niente risulta insormontabile nella non eccessiva longevità di Absolum, che dura il giusto per non smorzare mai la sua tensione, proponendo inoltre inaspettate derive secondarie, nuove avventure che si aprono in luoghi consueti, inattese storie e visioni in sentieri già battuti.

 

SUONO E PITTURA DI UN’AZIONE SFRENATA

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I panorami bidimensionali di Absolum sono ammirevoli, anche quando cupi o piagati dalla distruzione: boschi rosseggianti, placidi torrenti, spiagge dove permangono fossili di draghi morti, paludi, caverne, villaggi, giungle, deserti; scoprirli e poi riscoprirli non desta mai uno spiacevole sentimento di già visto ma la sorpresa per un nuovo dettaglio colto durante la frenesia della battaglia, per un’improvvisa variazione del loro aspetto.

 

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 Davvero encomiabili sono inoltre non solo i disegni dei personaggi principali e dei numerosissimi nemici, ma le loro animazioni, la perfezione con cui si adeguano alla volontà del giocatore che li controlla in una fisica sopraffina del combattimento che gli autori avevano già dimostrato in Street of Rage 4.

 

Ad esaltare il gioco e la visione ci sono delle musiche eccezionali, composte da autori come Gareth Cocker (i due Ori), il metallico Mick Gordon (Doom) e Yuta Kitamura (Elden Ring). Una partitura dagli stili molteplici che non risulta mai difforme e disorganica.

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Absolum che è uscito su Switch 2, PlayStation e PC merita di essere considerato tra i migliori giochi di un anno almeno in questa opulenza videoludica da considerarsi generoso, un videogame che ha il pregio di farsi condividere senza le distanze e l’illusione di vicinanza offerta dalla rete, un altro viaggio tra tanti viaggi epici che permarrà come ricordo e non come puro esercizio digitale, sterile performance o solitaria ma effimera  fuga dal reale.

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