la pagina facebook zuppi che fa cose

"ZUPPI FA COSE", VEDE GENTE – PARLA DOMENICO PAPALEO, 50ENNE CHE CURA UNA PAGINA SU FACEBOOK IN CUI OMAGGIA IN MANIERA IRONICA LA QUOTIDIANITÀ DI UN UOMO DI CHIESA "STRA-ORDINARIO": A UNA FOTO DEL CARDINALE TRA LA GENTE, PAPALEO AGGIUNGE UNA DIDASCALIA IRONICA CHE, NORMALMENTE, FA INCETTA DI LIKE – “QUANDO ARRIVÒ A BOLOGNA FUI MOLTO COLPITO DAL FATTO CHE SI MISE SUBITO A PRENDERE CONTATTO CON TUTTO CIÒ CHE ERA BOLOGNA. A QUASIASI ORA LO SI VEDE IN QUALCHE PARTE DELLA CITTÀ E…” - IL VIDEO DEL CAPO DEI VESCOVI CHE DEDICA UN PENSIERO ALLE VITTIME DEL LAVORO

Estratto dell'articolo di Micol Lavinia Lundari Perini per www.repubblica.it

 

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Non è una parodia. Tutt’altro. Un omaggio ironico, col sorriso, ma anche tanto affetto in giornate cruciali per il suo futuro. Da dieci anni “Zuppi che fa cose” racconta su Facebook con scatti evocativi e una manciata di parole la quotidianità di un uomo di Chiesa stra-ordinario.

 

Zuppi che assaggia lo stufato della Casa della carità. Che viaggia sul risciò con la Befana, mentre Lepore pedala. Che sale sul palco con Cesare Cremonini. Che dà il gomito all'ex sindaco Merola ma anche a Mattarella (era l'epoca delle mascherine e del distanziamento). Che mostra magliette di calcio (Zuppi n°1, ovviamente), che firma autografi su stoffa.

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Che va in tv da Fabio Fazio ma anche a cena fra i migranti. Che incontra Guccini sul binario, che siede accanto a papa Francesco.

“Quando Matteo Zuppi arrivò a Bologna fui molto colpito dal fatto che in quattro e quattr’otto si mise subito a voler conoscere e prendere contatto con tutto ciò che era Bologna. E’ nata questa pagina dallo spirito ironico per il fatto che ogni giorno a qualsiasi ora lo si poteva vedere da qualche parte in città, a parlare con qualcuno, un’organizzazione, in mezzo a qualche comunità.

 

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E volevo riportare l’idea di uomo del fare e dello stare in mezzo alla gente, instancabile”. Lo spiega Domenico Papaleo – cinquantenne, un passato in politica, “ora lavoro in un’azienda come impiegato commerciale” – che da dieci anni cura questa pagina Facebook che è arrivata a 10mila follower e che raccoglie immagini e gesti quotidiani dell’arcivescovo di Bologna, “che rintraccio tramite i motori di ricerca, i quotidiani bolognesi, ma anche siti delle parrocchie e pagine Facebook di realtà ecclesiastiche”.

 

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Una foto, vera. Accompagnata da un testo inventato, che gioca sull’ironia, cifra stilistica dello stesso protagonista. “Proprio vedendo la sua affabilità, prendendo ispirazione dalle foto, le abbino a frasi chiaramente inventate, in cui cerco di rendere il suo approccio empatico, posato e anche molto vicino alle persone. […]”.

I numeri della pagina, racconta Papaleo, “sono aumentati una prima volta quando don Matteo è diventato presidente della Cei, e di nuovo nei giorni scorsi da quando Zuppi è entrato nella rosa dei papabili. C’è un avvicinamento ulteriore a lui”.

 

La pagina, spiega Papaleo, è seguita “a Bologna e in tutto il mondo in realtà: ho commenti e like anche da Francia, Argentina, Brasile, Germania… Devo dire la verità, in questi anni ho fatto anche un po’ fatica perché non pensavo che arrivassero tantissimi messaggi privati di persone che non capivano subito che non si trattasse di un tributo: pensavano fosse la sua pagina ufficiale”.

[…]

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Ma Zuppi sa che esiste questa pagina-tributo? «Immagino di sì, non essendo Bologna una New York. Io un po' per timidezza non mi sono mai voluto palesare: chissà se ci sarà l’occasione di conoscersi dal vivo. Una cosa bella è che poi nel corso degli anni mi sono arrivate tante foto scattate da parte di persone che si trovavano in eventi cui lui partecipava”.

 

Quale immagine le è rimasta più impressa di questi dieci anni di omaggi a Zuppi? “Una fotografia che venne pubblicata da un giornale a marzo 2020 all’inizio della pandemia, con Zuppi che camminava solo sotto il portico di San Luca. Non so nemmeno se fosse stata scattata in quel momento, ma quell’immagine con don Matteo con lo sguardo basso, risultava molto intimista”.

 

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E la frase che l’ha colpita di più? “La mia pagina racconta anche avvenimento del quotidiano, ma Zuppi fa davvero cose di sostanza: la gestione dell’eredità Faac, l’impegno contro la disoccupazione. Ma anche dal punto di vista di rapporti internazionali: il lavoro che lui ha fatto per riportare a casa i bambini ucraini rapiti è stato qualcosa di molto concreto e fondamentale. L’immagine di lui con Zelensky dell’altro giorno andava assolutamente messa”. Manca la foto dal balcone di San Pietro. “Ma queste sono cose al di fuori della nostra portata”, sorride scaramanticamente Papaleo.

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