AL ROTARYLLO DELL'ANGIOLILLO
UN LETTA AL GIORNO TOGLIE IL MEDICO DI TORNO
BANCHETTI SULL'ORLO DI UNA CRISI DI NERVI ELETTORALE

Reportage fotografico di Umberto Pizzi




Un Letta al giorno, toglie il medico di torno. Questo deve aver cogitato l'inarrestabile genio dell'imprenditrice della "Divani & Affari", premiata ditta fondata a Voghera nel 1918, al secolo Maria Girani in Angiolillo. Tra una accorata telefonata e l'altra all'adorato Stefano Folli per sensibilizzarlo dello stato invibile di piazza di Spagna (e il Corriere edizione capitolina ha subito provveduto con ben due articoloni), la nostra Maria-saura ha convocato lunedì sera il solito pranzone presieduto dall'Eminenza Azzurrina di Gianni Letta. Oggi, a pranzo, è toccato invece ad Enrico Letta, margheritino di lotta e di Prodi.

Un doppio Letta fa sempre buon brodo. Visto la stato di tangibile nervosismo che serpeggia tra le file della Casa delle Libertà: sondaggi ovviamente segretissimi danno, ad esempio, Forza Italia al 19 per cento (per informazioni, chiedere a Dell'Utri e Previti). Lasciamo perdere, poi, che fine farà Fini e la sua allegra alleanza.

Lunedì sera, il vice-premier - che era l'invitato d'onore - ha lasciato l'Angiolillo senza fiato quando alle 23 ha alzato i tacchi per chissà quale impegno (accompagnato alla porta dal senatore di An Giuseppe Consolo). Per fortuna che, sfilatosi Fini, han fatto la loro entrée il dio abruzzese Vespa e Letta.

Insomma, intorno ai tre tavoli stracarichi di piattini delicati come caviale, agnello, flan di spinaci, crepe al Grand Marnier (roba da ammazzare un ippopotamo), si respirava un aria da Grand Hotel. Gente che va, gente che viene. Attitudine detestatissima dall'Angiolillo: non è mica un ristorante, è una casa, cribbio!.

L'inquietudine era del resto impersonata da un insolito Marione D'Urso. Il porta-battute dell'Avvocato, sempre parte-ridanciano e partenopeo, si è prodotto in una maleducatissima sfuriata contro il prodigioso fotoreporter Umberto Pizzi, reo di flasharlo in pubblica piazza. Ci è voluta la mediazione dell'avvocatessa Giulia Buongiorno, che ha trascinato Pizzi prima che Pizzi potesse combinare qualche cambiamento ai connotati dell'"intrattenitore" di casa Agnelli.

Una volta in salotto, è scesa una cappa di noia e boria ("Sembra un Rotaryllo.") rotta da continui squilli dei cellulari e chiacchiericcio sottovoce. Discorsi vaghi (Iraq, Berlusconi, un pizzico di Ferrovie) con Renato Schifani (pensate un po') a condurre le danze davanti a un Pisanu stanchissimo, a un Paolo Bonaiuti formato porta-silenzio, a un Gasparri senza gas. Del resto, erano troppi i giornalisti presenti (Mauro Mazza, Carlo Rossella, Marcello Sorgi, Vespa, Cesara Buonamici e - new entry - Massimo Franco, editorialista del Corriere facente funzioni di Folli). E Nicolò Pollari, capo del Sismi, ha aperto bocca solo per il caviale.

Erano troppe le donne (compresa la curvacea Shalumit Oren, bomba erotica del salotto) che ciacolavano intorno a Sandra Carraro, impegnatissima nello strenuo tentativo di far accreditare Marta Marzotto (gentile fornitrice del caviale) nella lista degli invitati del salotto più potente di Roma. (L'Angiolillo, impizzottata in nero sadico, è perplessa sulla celebre stilista della linea "Martacci Tua", anche se recentemente è andata a cena nella nuova casa romana della Marzottona, in compagnia del figlio).

Se lunedì sera la sola presenza al di là della destra era la figura democristianissima di Piero Gnudi, il liquidatore dell'Iri, futuro presidente Rai, amico di Prodi, oggi a pranzo, come abbiamo detto, brillava la silhouette spelacchiata di Enrico Letta, nipote di Gianni e marito di Gianna (Fregonara del Corriere). Accanto al margheritino in carriera, anche Mario Pirani teneva alta la bandiera del centro-sinistra (a tavola).

Intorno, di tutto un po': dal furbissimo Francesco Micheli, che ha tenuto banco con le biotecnologie (la "sola" del millennio e il "mattone" del giorno) alla sempre lucente Sonia Raule con Tatò ritornato in buona forma, dal legale di Andreotti Giulia Bongiorno a Francesco B. Caltagirone, da Pierluigi Magnaschi al sottosegretario al Tesoro Giuseppe Vegas, da Mauro Masi a Maurizio Beretta, per finire con la porta-carte di Tom Barrack (Costa Smeralda), l'incantevole bionda Manuaela Rafajani. Al termine dell'ennesimo "Rotaryllo", sono scappati tutti a tacchi levati: mangiare è umano, perseverare con la Sora Maria è diabolico.


Dagospia 19 Maggio 2004