ORRORE SI' E NO - DECIDERE DI CALARE IL SIPARIO SULL'IMMAGINE DEI RAPITI FA SCOMPARIRE IL TERRORISMO? DIBATTITO CON FEDE, MENTANA, MIMUN, COLOMBO E DAGOSPIA (SE VA AVANTI COSI' CI ABITUEREMO ANCHE ALLE TESTE MOZZATE.)

(ANSA) - C'e' chi gia' l'ha fatto, chi dissente proprio, chi teme di raccontare solo una parte e chi fa dei distinguo. La decisione del direttore del Gazzettino di non pubblicare piu' in prima pagina le immagini dei rapiti in Iraq e la proposta dell'inviato de 'La Stampa', Giuseppe Zaccaria, che le tv facciano calare "il sipario sull'orrore" non trova concordi alcuni dei direttori delle principali testate italiane, televisive e non.

Emilio Fede si dichiara subito un antesignano: "l'ho fatto ieri: al momento di andare in onda, in conseguenza di un battibecco con Anna Migotto, convinta dell'inutilita' di insistere con l'orrore, ho deciso di non mandare in onda quel servizio. Ora, che 'La Stampa' e il 'Gazzettino' facciano quello che io gia' deciso di fare, mi fa piacere. Finalmente c'e' qualcuno che segue il mio buonsenso. Abbiamo fatto anche un sondaggio intitolato: 'Orrore si' o no?' abbiamo ricevuto 700 mail e il 90% e' a favore della nostra tesi".

Decisamente contrario il direttore del Tg5 Enrico Mentana: ''I video con i prigionieri nelle mani dei rapitori sono l'orrore? o sono la notizia? Quante volte abbiamo visto l'immagine di Kennedy raggiunto dal proiettile a Dallas? Non era orrore anche quello?''.

"Spesso - spiega Mentana- l'orrore e' solo la voglia di stare in pace, tranquillo, ed e' un orrore un po' pilatesco. Bisogna stare attenti, perche' si confonde l'immagine gratuita con la notizia che spesso non e' gratuita. Quando si dice che si fa il gioco dei sequestratori non e' vero, non si fa nessun gioco. Quello che si vede e' vita vera, e' quello che sta succedendo veramente, e' una guerra vera. Nascondere non e' delle democrazie ma dei regimi".

"Non si puo' confondere il fatto con la sua rappresentazione, anche se staremo bene attenti a non far vedere quello che turba di piu'. Attenzione pero' a non passare all'eccesso opposto: ovvero la non rappresentazione. Se uno non percepisce la crudezza della sfida, non percepisce la sfida stessa".

"E' una scelta difficilissima - dice Clemente Mimun, direttore del tg1 - ma la differenza tra le democrazie ed i totalitarismi sta proprio qui: noi possiamo e vogliamo informare, e' un nostro diritto e un nostro dovere. Quanto alla sordina sugli orrori, la accolgo come un invito alla massima attenzione, ma nulla e' piu' lontano da noi della voglia di spettacolarizzare l'orrore".

Mimun ricorda poi che "dopo le stragi perpetrate da Bin Laden negli Usa tre anni fa, le prime pagine dei giornali, le scalette dei Tg e Gr sono determinate dalle gesta barbare di un terrorismo sanguinario. L'alternativa - spiega - sarebbe l'indifferenza. Qualcuno ricorda l'orrore delle immagini della strage al mercato di Sarajevo? Erano impossibili, ma probabilmente influirono sull'opinione pubblica al punto da arrivare all'intervento della Nato. Non si scelse 'il nero', era una notizia".



"Non credo - aggiunge ancora - vi sia chi pensi che le foto e i filmati delle torture nelle carceri irachene dovessero essere censurate, eppure si trattava di scene e situazioni durissime, ma se qualcuno le avesse evitate si sarebbe parlato di servilismo nei confronti degli Usa".

Furio Colombo direttore de 'L'unita' articola il suo discorso su tre distinguo: "il primo e' di non compiacere mai gli assassini trasmettendo la rappresentazione del loro orrore sia in tv sia nei giornali; il secondo, invece e' quella di tenere sempre in vista le immagini dei rapiti, come le due Simone, che non vogliamo dimenticare un istante e quindi pubblicare quelle foto per ragioni, umane, morali e politiche".

Il terzo distinguo riguarda le "lugubri immagini in cui si vedono gli ostaggi inginocchiati, bendati ed umiliati". "Quelle - spiega - vanno date con estrema parsimonia se e quando aggiungono notizie al tremendo evento e possibilmente non in prima pagina".

"Se la richiesta di Zaccaria - aggiunge poi - e' non dare le esecuzioni, sono assolutamente d'accordo. Se si tratta delle foto umilianti allora l' uso deve essere parsimonioso, ma purtroppo, una per ogni evento e' inevitabile".

Roberto D'Agostino, ideatore di 'Dagospia', che ha fatto vedere sul sito le immagini delle decapitazioni, non ha dubbi: "e' un diritto non tanto di cronaca ma di Storia. Voglio ricordare che l'impatto delle immagini della Shoah, una volta trasmesse, e' stato enorme: quello che prima era solo detto, poi si e' visto".

D'Agostino ha precisato pero' che ultimamente su 'Dagospia' non sono ospitate direttamente le immagini ma - spiega - "forniamo il link ai siti dove possono essere viste. E' come se dicessimo, se volete proprio vederle, questo e' dove potete. Ma non c'e' dubbio - aggiunge - che non si puo' nascondere nulla. E purtroppo temo che nel giro di poco tempo forse ci abitueremo anche alle teste mozzate".


Dagospia 22 Settembre 2004