MEDIA QUOTIDIANO - L'IRRESISTIBILE CADUTA DI ROMANO PRODI: DA PALAZZO CHIGI RUZZOLA AL QUIRINALE - O VELTRONI CE LA FA ADESSO O NON CE LA FARÀ PIÙ - L'INTERVISTA DI CONCITA A WALTER-EGO.

Mario Adinolfi da www.mediaquotidiano.it
blog: www.marioadinolfi.ilcannocchiale.it


1. Ma vi pare che un vero e forte leader di coalizione si trova a costretto il giorno della Befana a convocare zitto zitto tre agenzie di stampa e una telecamera, per far sapere che lui si considera ancora il leader del centrosinistra?

2. E' accaduto ieri, quando dall'entourage di Romano Prodi è partita una segnalazione ai giornalisti: "Il Professore intende parlare, fatevi trovare sulla strada di casa sua dopo pranzo". Risposta fiacca dai cronisti: tra i telegiornali, solo il Tg5 manda il suo corrispondente da Bologna, che rivolge all'ex presidente dell'Iri la sospirata domanda: "Ma lei pensa ancora da leader del centrosinistra?". E così Prodi può confermare che sì, lui è il leader e che non ci sono polemiche nella coalizione, solo "riflessioni".

3. Un altro retroscena tutto mediatico che circola insistentemente in quei maliziosi e chiacchieroni corridoi del Palazzo riguarda la ormai famosa intervista di Walter Veltroni a Repubblica il 3 gennaio scorso. L'intervista era firmata da Concita De Gregorio, ma sembra che a lei sia stata affidato solo il lavoro di assemblare contenuti almeno in parte raccolti da altri. Da chi? Direttamente dal direttore di Repubblica, Ezio Mauro. Su indicazione della proprietà? Rigettiamo i dubbi e i pettegolezzi. Sarà di certo tutta farina del capiente sacco di Concita. Quella che aveva fatto dire a Prodi: "Se trovate un altro candidato, mi faccio da parte".



4. Comunque, l'ansia di sbarazzarsi di Prodi ormai si è espansa. Per settimane, mentre Media Quotidiano la raccontava, le risposte informali che venivano raccolte erano: "Vorremmo, ma non si può". Ora cominciano ad arrivare prese di posizione esplicite. Riccardo Barenghi oggi sul Manifesto: "Da un anno e mezzo si contano più i fallimenti politici di Prodi che i suoi risultati positivi. Dovrebbe prenderne serenamente atto lui stesso e ritirarsi in buon ordine".

5. Troppo estremista Barenghi? Leggete Chicco Mentana, sempre oggi, sul Mondo: "Basterà nel 2006 contrapporre a un settantenne ben liftato un altro settantenne ben grinzoso? Giocare la carta dello scarto generazionale potrebbe essere la mossa giusta. Già ma quale carta? Dicono che Massimo D'Alema, superando un'antica diffidenza, abbia ripreso in mano un libro scritto giusto 15 anni fa. S'intitolava Io e Berlusconi. Autore, Walter Veltroni".

6. Rieccolo, il nome fatidico. Riecco Veltroni che tace, tace e tace. Che non spende più neanche le solite parole per schermirsi, per dire che vuole fare il sindaco di Roma fino al 2011, per raccontare che dopo andrà in Africa. Il suo silenzio è la migliore conferma che siamo alla vigilia dello scontro che conta: dello scontro che non farà feriti. O Veltroni ce la fa adesso o non ce la farà più.

7. Comunque sia, per Prodi è partito il conto alla rovescia. In meno di una settimana dall'inizio del 2005 prima Repubblica con la doppietta intervista a Veltroni-lettera di Rutelli, poi Antonio Polito con il suo "Avanti un altro", infine oggi Barenghi e Mentana sulle ali della coalizione, hanno spiegato al Professore che "it's time for him to go". Tempo di andarsene. Che poi il Quirinale non è una così cattiva sistemazione per un settantenne. Per Palazzo Chigi un'altra generazione bussa alle porte, come è giusto che sia.


Dagospia 07 Gennaio 2005