PERCHE' VITTORIO FELTRI HA PRESO DI MIRA NANIX MENTANA (VECCHIE RUGGINI TV)
LETTA A DUE PIAZZE, CON BARBARO - CHE "SINISCALPO" PER FAZIO - ELA ELA ALALÀ!
CALABI AL "SOLE", ROMITI E MARCHIONNE ALL'OMBRA - MAURO, UNO SCOOP DI GLORIA
LETTA A DUE PIAZZE, CON BARBARO - CHE "SINISCALPO" PER FAZIO - ELA ELA ALALÀ!
CALABI AL "SOLE", ROMITI E MARCHIONNE ALL'OMBRA - MAURO, UNO SCOOP DI GLORIA
"Si può tacere il proprio disprezzo;
ma esso viene sempre indovinato"
Benjamin Constant
MAURO EZIO (9). Un cent(imetro) bucato di gloria. Se il valore dei calciatori e dei giornalisti si misurasse in centimetri nessuno avrebbe scommesso un vecchio cent sull'omarino dai piedi d'oro, Diego Armando Maradona, e l'ometto di Dronero dal fiuto infallibile Ezio Mauro. E forse mai qualcuno avrebbe puntato una fiche in am-lire su quelli che sono stati i mie primi (e insopportabili) maestri d'arme alla Fiat. Penso con nostalgica paura a Vittorio Valletta e Giulio Debenedetti. Due bacchettoni insopportabili. Mercoledì 21 settembre il direttore della Repubblica con il suo scoop sulle dimissioni (per altro ampiamente annunciate) di Domenico Siniscalco ha provocato un vero proprio tsunami di carta straccia nelle redazioni concorrenti. Altro che "dimissioni a mezzo stampa" quelle del ministro del Tesoro! Come si arrampica sugli specchi il Belpietro dello scandalo (finto) e si frigge in tv il Padellaro (bruciacchiato) costretto ogni giorno a camminare sui carboni ardenti dell'Unità. Il giovanottino che volli alla guida della Stampa ad un certo punto della serata incriminata si è limitato a chiamare al telefono (invece di andare a cena o a puttane come i suoi colleghi) l'"irraggiungibile" professor Mimmo. Facendosi confermare la notizia del suo addio al governo. E lasciando nel lutto stretto soprattutto il direttore del "Sole 24 Ore", Elettra-De Bortoli.
CALABI CLAUDIO (4). Ultimi colpi di "Sole". Ahi! ahi! Dopo la dolorosa frattura alla gamba (rottura del femore in quel di Cetona) il dottor Romiti davvero non meritava di ricevere, metaforicamente parlando, un altro durissimo colpo (basso). Neppure le carezze elargite via sms da Lady Godiva stavolta potranno lenire le sofferenze del Dottore per la nomina di Claudio Calabi ad amministratore delegato dell'editrice Il Sole 24 Ore spa. Calabi prenderà il posto di Giuseppe Cerbone. Era stato proprio lui, l'irriducibile Cesare, a cacciare dall'Rcs Mg l'insider-talpa di via Solferino. Ora quel dispettoso di Luchino facendo pure uno sgarbetto a Giovanni Marchionne (l'ad della Fiat voleva "liberarsi" a Torino del suo compagno di merende Antonello Perricone), lo soffia alla famiglia Camuzzi. I quali, in realtà, ringraziano. I signori del gas della bassa padania avevano preso a dubitare delle capacità editoriali del guru Kala-bi(fronte). L'unico felice della soluzione presa sembra essere Elettra-De Bortoli. Di Calabi è grande estimatore sin dai tempi della comune avventura al Corrierone.
FINANCIAL TIME (8). The Dago column. Che dire? Quelli che una volta erano tra i signori di Fleet Street (e lo restano nonostante abbiano traslocato la redazione sulle sponde del Tamigi) s'inventano un titolo "Siniscalpo" che deve aver fatto correre brividi d'invidia anche all'irriverente Premiolino D'Agostino. Siniscalpo. Un gioco di parole mirabile a titolare l'apertura della mitica The lex column del Ft: "Antonio Fazio ha claimed another scalp...".
FELTRI VITTORIO (5). Segrate cose (tv). Chissà se Mentana-Matrix mangerà il panettone a causa dei mediocri risultati (audience) del suo programma su Canale 5. Almeno così si diceva una volta dei poveri allenatori di calcio. Cacciati ingiustamente dai presidenti ricchi-scemi prima della fine del girone d'andata. Detto ciò non comprendo l'accanito livore del direttore di "Libero" contro Chicco. A meno che il fiero cavallerizzo bergamasco non intenda vendicarsi dei torti subiti dal cattivo Mentana. Il capataz di "Libero", alcuni anni fa, cercava di farsi strada nel paradiso catodico (una "striscia" da contrapporre a "Il Fatto" di Enzo Biagi) nella rete ammiraglia del Biscione. Geloso del suo canale, Enrichetto si oppose e Feltri finì come una fetta di salame tra la prima e la seconda serata di Italia Uno. Tra comici spaventati guerrieri e telefilm giovalinistici, il "contro-Biagi" si infeltrì e venne chiuso. Di qui, l'attesa e la vendetta su Matrix.
LETTA GIAMPAOLO (5). Letta a due piazze, con Barbaro. Tempi duri per i polli e i rampolli della finanza. Il Marco (De Bendetti) in pochi mesi scivola da amministratore delegato di Telecom a superconsigliere di Mr. Pirelli. Alla Medusa cinematografica (ho sempre frequentato, e finanziato, le case di produzione romane non per fare soldi ma perché è lì che una volta transitavano le belle ragazze) Giampaolo Letta , il figliolo fortunato di Maddalena e Gianni, è stato affiancato da Francesco Barbaro. Il direttore finanziario della Mondadori è stato spedito nella capitale per rimettere in ordine i conti (di celluloide) a rischio d'infiammabilità.
SERRI MIRELLA (7). Cash and Serry. Per carità, non ho mai avuto il mito della Bocconi figuriamoci della Statale milanese. Università che molti ancora associano alle imprese guerresche del sessantottino sor Capanna (Mario). Non mi scandalizzo, dunque, che l'ateneo pubblico abbia affidato a Paolino Mieli (che De Felice lo perdoni!) un corso di storia patria. Al quale la Rai ha appiccicato le immagini dell'Istituto Luce realizzando un incredibile patchworks televisivo che sarà sicuramente piaciuto al critico del tubo (catodico) Aldo Grasso. Per adesso onore al merito a Mirella Serri che sulla Stampa, oggi di rito anselmiano, fa dono a Mieli di una elegante brochure del suo polpettone storico tv. Onorando così l'affettuosità revisionista del Corriere. Le sue pagine culturali hanno eletto "I redenti", libro culto del revisionismo. Corbaccio (editore) o perbacco (signori)?
LETTORI DI DAGOSPIA (10). Ela Ela alalà. Gran brutto momento per l'Italia dei tribunali se all'improvviso, qui non parla l'Avvocato non avendo mai esercitato la professione, la giustizia dà più credito ad Ela casalinga disperata che al suo omonimo Max Weber dell'Etica protestante. Il corpo della ragazza (sbagliata) mostrato senza veli su Internet può valere davvero 70 mila euro al mercato delle cause (in)civili? Bene hanno fatto i lettori di Dagospia a solidarizzare con il condannato. Ma uno sforzo in più da parte loro (e da parte dei giornalisti anch'essi spesso vittime della partitocrazia o della tettocrazia): abbonarsi all'archivio gossip di Dagospia. Magari ricordando l'Enrico VI di Willliam Sakespeare: "tre volte armato è chi difende il giusto; e inerme, sebbene coperto di ferro, è colui la cui coscienza è corrotta dall'ingiustizia".
Dagospia 27 Settembre 2005
ma esso viene sempre indovinato"
Benjamin Constant
MAURO EZIO (9). Un cent(imetro) bucato di gloria. Se il valore dei calciatori e dei giornalisti si misurasse in centimetri nessuno avrebbe scommesso un vecchio cent sull'omarino dai piedi d'oro, Diego Armando Maradona, e l'ometto di Dronero dal fiuto infallibile Ezio Mauro. E forse mai qualcuno avrebbe puntato una fiche in am-lire su quelli che sono stati i mie primi (e insopportabili) maestri d'arme alla Fiat. Penso con nostalgica paura a Vittorio Valletta e Giulio Debenedetti. Due bacchettoni insopportabili. Mercoledì 21 settembre il direttore della Repubblica con il suo scoop sulle dimissioni (per altro ampiamente annunciate) di Domenico Siniscalco ha provocato un vero proprio tsunami di carta straccia nelle redazioni concorrenti. Altro che "dimissioni a mezzo stampa" quelle del ministro del Tesoro! Come si arrampica sugli specchi il Belpietro dello scandalo (finto) e si frigge in tv il Padellaro (bruciacchiato) costretto ogni giorno a camminare sui carboni ardenti dell'Unità. Il giovanottino che volli alla guida della Stampa ad un certo punto della serata incriminata si è limitato a chiamare al telefono (invece di andare a cena o a puttane come i suoi colleghi) l'"irraggiungibile" professor Mimmo. Facendosi confermare la notizia del suo addio al governo. E lasciando nel lutto stretto soprattutto il direttore del "Sole 24 Ore", Elettra-De Bortoli.
CALABI CLAUDIO (4). Ultimi colpi di "Sole". Ahi! ahi! Dopo la dolorosa frattura alla gamba (rottura del femore in quel di Cetona) il dottor Romiti davvero non meritava di ricevere, metaforicamente parlando, un altro durissimo colpo (basso). Neppure le carezze elargite via sms da Lady Godiva stavolta potranno lenire le sofferenze del Dottore per la nomina di Claudio Calabi ad amministratore delegato dell'editrice Il Sole 24 Ore spa. Calabi prenderà il posto di Giuseppe Cerbone. Era stato proprio lui, l'irriducibile Cesare, a cacciare dall'Rcs Mg l'insider-talpa di via Solferino. Ora quel dispettoso di Luchino facendo pure uno sgarbetto a Giovanni Marchionne (l'ad della Fiat voleva "liberarsi" a Torino del suo compagno di merende Antonello Perricone), lo soffia alla famiglia Camuzzi. I quali, in realtà, ringraziano. I signori del gas della bassa padania avevano preso a dubitare delle capacità editoriali del guru Kala-bi(fronte). L'unico felice della soluzione presa sembra essere Elettra-De Bortoli. Di Calabi è grande estimatore sin dai tempi della comune avventura al Corrierone.
FINANCIAL TIME (8). The Dago column. Che dire? Quelli che una volta erano tra i signori di Fleet Street (e lo restano nonostante abbiano traslocato la redazione sulle sponde del Tamigi) s'inventano un titolo "Siniscalpo" che deve aver fatto correre brividi d'invidia anche all'irriverente Premiolino D'Agostino. Siniscalpo. Un gioco di parole mirabile a titolare l'apertura della mitica The lex column del Ft: "Antonio Fazio ha claimed another scalp...".
FELTRI VITTORIO (5). Segrate cose (tv). Chissà se Mentana-Matrix mangerà il panettone a causa dei mediocri risultati (audience) del suo programma su Canale 5. Almeno così si diceva una volta dei poveri allenatori di calcio. Cacciati ingiustamente dai presidenti ricchi-scemi prima della fine del girone d'andata. Detto ciò non comprendo l'accanito livore del direttore di "Libero" contro Chicco. A meno che il fiero cavallerizzo bergamasco non intenda vendicarsi dei torti subiti dal cattivo Mentana. Il capataz di "Libero", alcuni anni fa, cercava di farsi strada nel paradiso catodico (una "striscia" da contrapporre a "Il Fatto" di Enzo Biagi) nella rete ammiraglia del Biscione. Geloso del suo canale, Enrichetto si oppose e Feltri finì come una fetta di salame tra la prima e la seconda serata di Italia Uno. Tra comici spaventati guerrieri e telefilm giovalinistici, il "contro-Biagi" si infeltrì e venne chiuso. Di qui, l'attesa e la vendetta su Matrix.
LETTA GIAMPAOLO (5). Letta a due piazze, con Barbaro. Tempi duri per i polli e i rampolli della finanza. Il Marco (De Bendetti) in pochi mesi scivola da amministratore delegato di Telecom a superconsigliere di Mr. Pirelli. Alla Medusa cinematografica (ho sempre frequentato, e finanziato, le case di produzione romane non per fare soldi ma perché è lì che una volta transitavano le belle ragazze) Giampaolo Letta , il figliolo fortunato di Maddalena e Gianni, è stato affiancato da Francesco Barbaro. Il direttore finanziario della Mondadori è stato spedito nella capitale per rimettere in ordine i conti (di celluloide) a rischio d'infiammabilità.
SERRI MIRELLA (7). Cash and Serry. Per carità, non ho mai avuto il mito della Bocconi figuriamoci della Statale milanese. Università che molti ancora associano alle imprese guerresche del sessantottino sor Capanna (Mario). Non mi scandalizzo, dunque, che l'ateneo pubblico abbia affidato a Paolino Mieli (che De Felice lo perdoni!) un corso di storia patria. Al quale la Rai ha appiccicato le immagini dell'Istituto Luce realizzando un incredibile patchworks televisivo che sarà sicuramente piaciuto al critico del tubo (catodico) Aldo Grasso. Per adesso onore al merito a Mirella Serri che sulla Stampa, oggi di rito anselmiano, fa dono a Mieli di una elegante brochure del suo polpettone storico tv. Onorando così l'affettuosità revisionista del Corriere. Le sue pagine culturali hanno eletto "I redenti", libro culto del revisionismo. Corbaccio (editore) o perbacco (signori)?
LETTORI DI DAGOSPIA (10). Ela Ela alalà. Gran brutto momento per l'Italia dei tribunali se all'improvviso, qui non parla l'Avvocato non avendo mai esercitato la professione, la giustizia dà più credito ad Ela casalinga disperata che al suo omonimo Max Weber dell'Etica protestante. Il corpo della ragazza (sbagliata) mostrato senza veli su Internet può valere davvero 70 mila euro al mercato delle cause (in)civili? Bene hanno fatto i lettori di Dagospia a solidarizzare con il condannato. Ma uno sforzo in più da parte loro (e da parte dei giornalisti anch'essi spesso vittime della partitocrazia o della tettocrazia): abbonarsi all'archivio gossip di Dagospia. Magari ricordando l'Enrico VI di Willliam Sakespeare: "tre volte armato è chi difende il giusto; e inerme, sebbene coperto di ferro, è colui la cui coscienza è corrotta dall'ingiustizia".
Dagospia 27 Settembre 2005