GAMBERALE CAMBIA AUTOSTRADA - LANZILLOTTA: MINISTERO PIÙ LONTANO?
LUCHINO: IN GIUNTA PIT STOP SUL REFERENDUM - DATE UNA BANCA A CALTAGIRONE
IL "SOLE" DI DE BORTOLI SPLENDE A LUGLIO - SANTANDER E BOLLORÈ SU CAPITALIA?

1. GAMBERALE CAMBIA AUTOSTRADA.
Siamo al paradosso. Stamane alle 8,30 don Vito Gamberale, il manager che è stato tagliato fuori nella fase finale della trattativa con Abertis e "Autostrade per la Spagna SpA", è entrato nel portone dello squallido palazzo dove ha sede l'Anas di Vincenzo Pozzi, per difendere le ragioni di un'operazione che non ha condiviso.
Nell'ufficio del direttore generale dell'Anas, dove molti dei suoi predecessori tenevano la radio a tutto volume per paura delle microspie, Gamberale dovrà spiegare i contenuti dell'accordo siglato da Gilberto Benetton e Gianni Mion, e controbattere alle accuse contenute nella relazione che i sindaci dell'Anas hanno inviato alla Corte dei Conti per denunciare gli scarsi investimenti della società concessionaria.
Contrariamente a quanto si può immaginare l'incontro di stamane non ha visto scintille. Don Vito e don Vincenzo, "il garibaldino", sono uomini di mondo e di potere; ne hanno viste tante, ne hanno frequentati tantissimi. Si saranno detti che l'italianità non è in discussione e che nessuno di loro ha un problema di poltrone. Il "Sole 24 Ore" dà per certa l'uscita di Gamberale dal caminetto dorato di Ponzano Veneto che nel 2000 gli aveva messo in mano un immenso potere.
La rottura è ormai data per scontata e la parola passa all'amministrazione di Ponzano per i conti di una vistosa liquidazione. Quando entrò in "Autostrade per la Spagna" il titolo della società era molto fiacco; ieri ha chiuso a 23,670 euro. Una quotazione che avrà il suo peso nei conteggi che si stanno facendo per salutare con onore l'ombroso manager di via Bergamini.

2. MAGNOLFI AMARI PER LINDA-BELINDA LANZILLOTTA.
L'aria in casa Lanzillotta-Bassanini è diventata irrespirabile. Sono ore di altissima tensione perchè Linda-Belinda non è ancora sicura al 100% della sua nomina al ministero dell'Innovazione. Si sa per certo che Romano Prodi vorrà dare al settore un impulso fortissimo, ma il nome del ministro ieri sera è tornato in alto mare.
Linda-Belinda gira nell'appartamento in pigiama con tre cellulari e il blackberry; il marito Franco indossa l'orrenda tuta grigia che mette la domenica per incontrarsi con Luigino Abete a villa Borghese e guarda di sfuggita le bottiglie di Glen Grant.
Da quanto i Ds si sono messi a fare la voce grossa per chiedere ministeri pesanti le certezze della Lanzillotta si sono affievolite. A dire il vero la signora si è spinta molto in là concedendo interviste (l'ultima è al "Corriere delle Comunicazioni" di Gildo Campesato) in cui parla come se fosse già investita dell'incarico e dice che il suo dicastero potrebbe chiamarsi: "Organizzazione delle Amministrazioni Pubbliche".
A contrastare la candidatura della Lanzillotta (classe 1948) è una bionda signora nata a Firenze nel '51 che si chiama Beatrice Magnolfi, laureata in Lettere, sposata con due figli e residente a Prato. Magnolfi è deputato nella lista dei Ds dal 2001 e in Parlamento si è sempre battuta sugli stessi temi che stanno a cuore a Linda-Belinda Lanzillotta in Bassanini.

3. LUCHINO: PIT STOP SUL REFERENDUM.
Nella grande sala di Confindustria dove ieri si è riunita una Giunta straordinaria per approvare il prossimo programma biennale di Luchino di Montezemolo, è ritornata per l'ennesima volta la cultura delle quattro ruote. Proprio non ce la fa Luchino a sciacquarsi la bocca dal lessico della Formula 1 e sotto gli occhi smarriti del gotha confindustriale ha parlato della necessità di un "pit stop" per le riforme necessarie.
Chi si aspettava comunque giudizi sulla vittoria dell'Unione, è rimasto deluso perchè (come Dagospia aveva anticipato) Luca-Luca dopo lo schiaffo di Vicenza evita di strizzare l'occhio ai vincitori. Il suo programma per i prossimi due anni è stato approvato dal 97,5% dei presenti e ha messo il dito sulla necessità delle riforme con una richiesta perentoria di tagliare subito di 5 punti il cuneo fiscale e di ridurlo di altri 5 punti nei prossimi cinque anni.
I giornali di oggi non dicono però che gran parte della discussione con i membri della Giunta è stata sul prossimo referendum costituzionale verso il quale molti dei presenti hanno espresso fortissime preoccupazioni. E allo stesso modo non raccontano il divertente exploit dell'Ambasciatore americano in Italia, Ronald Spogli, che ha colto l'occasione per presentare ai big dell'industria italiana le sue attività nel capital venture.



4. DATE UNA BANCA A CALTAGIRONE.
A Francesco Gaetano Caltagirone interessano ben poco le beghe dell'Udc tra Pierfurby Casini e Marco Follini. Ha 2 mila miliardi liquidi in mano e non sa nemmeno chi sia Lorenzo Cesa, tanto meno si preoccupa della sorte di Stefano Ricucci, un furbetto romano che ha visto qualche volta insieme a Sergio Billè e di cui conserva un ricordo molto appannato.
Dopo la fallita scalata a Bnl che gli ha portato comunque nel portafoglio ricche plusvalenze, il 60enne padrone del cemento vuole una cosa sola: una banca. E' questo il sogno che lo avvolge tutte le notti nella sua casa zeppa di monete antiche e quadri d'autore. Ieri non ha fatto mistero del suo desiderio e a lingua sciolta si è lasciato andare a giudizi meravigliosi sul MontePaschi di Siena e sul presidente Mussari che ha definito "persona capace, giovane, con la voglia di fare bene".
Dentro la banca di Rocca Salimbeni il costruttore romano sarà nominato dall'Assemblea di domani vice-presidente, un ruolo che lo soddisfa a metà. E' un sogno incompiuto perchè lui vorrebbe governare un grande istituto di credito e farà uno sforzo per far uscire dall'isolamento gli uomini della finanza senese, sempre più arroccati nel loro provincialismo.
Qualcuno ipotizza che il papà di Azzurra, arrivato a Roma all'età di 8 anni, possa rappresentare l'alternativa agli spagnoli che hanno messo le mani su Autostrade. E' un'ipotesi assurda perchè i 2 mila miliardi liquidi di cui dispone Francesco Gaetano quando deciderà di spenderli li metterà dentro quelle stanze blindate dove si trovano di caveau.

5. SPLENDERÀ A LUGLIO IL "SOLE" DI DE BORTOLI.
Quello che comincia domani sarà un ponte tranquillo per i giornalisti del "Sole 24 Ore" che sabato scorso hanno dovuto partecipare con grande fastidio alla convention del Gruppo organizzata da Ferruccio De Bortoli e Innocenzo Cipolletta nel palazzo di Via Monte Rosa. L'idea di fottersi la vacanza non è stata digerita nemmeno dall'annuncio che l'esordio in edicola del giornale in edizione full-color avverrà mercoledì 12 luglio, giorno di San Fortunato.
Il quotidiano rosa sarà pieno di altri colori, ma come ha detto De Bortoli non c'è stato un particolare rinnovo della grafica. La tradizione della storica testata sarà soddisfatta e si punterà soprattutto a migliorare la leggibilità delle pagine, rendendo la lettura più agevole e veloce attraverso titoli, testatine e tabelle colorate. Inoltre è stato confermato il lancio nel prossimo autunno di due nuovi dorsi regionali Milano-Lombardia e Roma-Lazio.
Dopo la presentazione di De Bortoli si è passato alle chiacchiere informali e Innocenzo Cipolletta ha fatto capire che la scelta del nuovo direttore del magazine mensile "Ventiquattro" è cosa fatta. Sarà la giornalista Fernanda Ruggiero a sostituire Paola Bottelli (esperta di moda passata recentemente in Condè Nast per varare un nuovo mensile). Resta invece da decidere il lancio del settimanale femminile, "Donna24" realizzato in collaborazione Hachette-Rusconi. Vedrà la luce in ogni caso dopo l'estate, ma per la raccolta pubblicitaria sono tuttora in lizza sia la concessionaria interna 24Ore System, sia Hachette-Rusconi Pubblicità.

6. BOLLORÈ BALLA CON BOTÌN SU CAPITALIA?
Ci sarà tutto il bel mondo torinese al matrimonio della figlia di Carlo Callieri che si celebra domani sera con una grande festa a base di agnolotti e di tartufi nel migliore ristorante di Costigliole d'Asti.
Callieri è un personaggio legato alla storia della Fiat dove è entrato nel 1967 e che ha lasciato nel giugno del '98 dopo aver vissuto accanto a Cesarone Romiti le stagioni dure delle contestazioni operaie. Tra i tavoli imbanditi si parlerà di Luchino e di Marpionne, ma gran parte dei presenti si avvicinerà al massiccio Enrico Salza, presidente del San Paolo, per avere lumi sull'ultima voce che corre nella finanza del Nord.
Secondo rumors insistiti i soci spagnoli del Banco Santander starebbero dialogando fittamente con Vincent Bollorè per mettere le mani su Capitalia. Qualcuno addirittura sostiene che il potente Emilio Botìn, capo della Banca spagnola socia del San Paolo, si sarebbe incontrato più volte con il 54enne finanziere francese tracciando uno scenario che prevederebbe l'uscita del Santander dal salotto di Torino per un'inedita alleanza franco-spagnola orientata sull'istituto di Cesare Geronzi.
Serebbe questa, secondo i rumors la carta coperta per bloccare gli appetiti (smentiti) di Nanni Bazoli sull'isituto capitolino. Bollorè non ha mai fatto mistero della sua avversione ai francesi di Credit Agricole, soci di BancaIntesa e pur di tagliare la strada al progetto "Octopus" sarebbe pronto a mettere in piedi una cordata per una possibile Opa su Capitalia.
Nessuno può dire se questo disegno è condiviso da Cesare Geronzi che in queste ore non parla e come un Amleto shakespiriano si pone domande esistenziali in cui cerca di decifrare le parole un po' confuse del capo di Abn Amro, Groenink, che ieri ha parlato di fusione con Antonveneta.
Il ballo dell'Opa continua.


Dagospia 28 Aprile 2006