MAMMA ROSA BERLUSCONI - COME TI CONVERTO L'EURO-CONVERTITORE.
Gambadilegno per www.ilbarbieredellasera.com
E' successo ad Arcore, in un imprecisato giorno di tardo autunno. La location, prestigiosa, è quella di Villa San Martino, abituale residenza ufficiale del Presidente del Consiglio.
Nel salone grande, quello che il Cavaliere usa di solito per stupire i suoi ospiti, diciotto persone, tra protagonisti e comprimari, sono riunite per prendere decisioni epocali. I tempi sono tiranni, manca pochissimo all'introduzione dell'Euro e gli alberi di Natale degli italiani rischiano di rimanere desolantemente spogli di regali.
"La nostra missione è chiara - dice Silvio Berlusconi a un manipolo di consulenti, pubblicitari, produttori di gadget, spedizionieri, portavoce, guru della comunicazione e art directors - Entro Natale 18 milioni di famiglie italiane dovranno ricevere il mio regalo: l'Euroconvertitore".
"Vediamo quindi senza indugi il prototipo - ordina il Cavaliere - vediamo come è venuto". Il produttore di gadget apre la sua 24 ore ed estrae con sveltezza e un certo orgoglio il risultato di interminabili riunioni durate giornate intere con i consulenti di Berlusconi.
Ormai c'è l'accordo di tutti, anche delle frange più estreme dei berluscones, quelli che avrebbero voluto una calcolatrice taroccata per dimostrare al popolo che con l'Euro ci si perde sempre. Il venditore di gadget è tranquillo, anche perché, fiducioso dell'approvazione finale, ha già messo in moto i cinesi per la produzione monstre, e quindi è in grado di rispettare i tempi di consegna imposti dalla Presidenza del Consiglio.
"Non va bene". A queste parole, che Berlusconi scandisce apoditticamente, in Villa cala il silenzio.
I convenuti si guardano smarriti. I consulenti preparano mentalmente le più svariate scuse. Gli esperti, terrorizzati, mantengono il sangue freddo mentre calcolano in fretta l'ammontare delle parcelle che non verranno mai pagate. I portavoce cominciano a pensare a chi dare la colpa per un regalo annunciato che non arriverà mai in tempo.
Il produttore di gadget, con la salivazione azzerata avanza ossequiosamente una domanda. "Cosa possiamo fare per migliorarlo, Presidente?".
"Ghe pensi mi (ci penso io n.d.t.) - risponde Berlusconi - Lasciatemi qualche minuto e vi dirò come va fatto". E, strappato il prototipo dalle mani del venditore, esce dalla sala.
I commenti si intrecciano, le ipotesi si sprecano: "Sarà andato a telefonare al consulente della comunicazione di Bush" azzarda uno. "Macché, - interviene un altro - secondo me sta guardando su Internet i modelli più aggiornati di convertitori" "Voi non lo conoscete - afferma con sicurezza un suo uomo - in questo momento starà sicuramente smontandolo per trovare un difetto di fabbricazione".
Quando il Presidente riappare è raggiante. Si vede, si capisce che ha la soluzione. E la comunica.
"Vedete - dice - voi non avete capito niente. Questo aggeggio servirà soprattutto alle persone anziane e nessuno di voi ha pensato a farlo provare a un vecchio. Io, invece, sono andato da mamma Rosa che mi ha confermato i dubbi che avevo: i tasti, dice la mia mamma, santa donna, sono troppo piccoli. Anche i numerini sono piccoli, troppo piccoli. Poi bisogna spostare il display, farlo più grande".
E, detto fatto, su un pezzo di carta il nostro Presidente del Consiglio ridisegna l'Euroconvertitore.
Ecco perché il gadget sta arrivando in ritardo. Ecco perché i cinesi che l'hanno prodotto stanno attrezzando in gran fretta nuove fabbriche di occhiali: pare, dicono a Canton, che gli italiani non ci vedano bene. Già, forse hanno ragione: non tutti vedono bene quello che sta capitando.
Dagospia.com 8 Gennaio 2002
E' successo ad Arcore, in un imprecisato giorno di tardo autunno. La location, prestigiosa, è quella di Villa San Martino, abituale residenza ufficiale del Presidente del Consiglio.
Nel salone grande, quello che il Cavaliere usa di solito per stupire i suoi ospiti, diciotto persone, tra protagonisti e comprimari, sono riunite per prendere decisioni epocali. I tempi sono tiranni, manca pochissimo all'introduzione dell'Euro e gli alberi di Natale degli italiani rischiano di rimanere desolantemente spogli di regali.
"La nostra missione è chiara - dice Silvio Berlusconi a un manipolo di consulenti, pubblicitari, produttori di gadget, spedizionieri, portavoce, guru della comunicazione e art directors - Entro Natale 18 milioni di famiglie italiane dovranno ricevere il mio regalo: l'Euroconvertitore".
"Vediamo quindi senza indugi il prototipo - ordina il Cavaliere - vediamo come è venuto". Il produttore di gadget apre la sua 24 ore ed estrae con sveltezza e un certo orgoglio il risultato di interminabili riunioni durate giornate intere con i consulenti di Berlusconi.
Ormai c'è l'accordo di tutti, anche delle frange più estreme dei berluscones, quelli che avrebbero voluto una calcolatrice taroccata per dimostrare al popolo che con l'Euro ci si perde sempre. Il venditore di gadget è tranquillo, anche perché, fiducioso dell'approvazione finale, ha già messo in moto i cinesi per la produzione monstre, e quindi è in grado di rispettare i tempi di consegna imposti dalla Presidenza del Consiglio.
"Non va bene". A queste parole, che Berlusconi scandisce apoditticamente, in Villa cala il silenzio.
I convenuti si guardano smarriti. I consulenti preparano mentalmente le più svariate scuse. Gli esperti, terrorizzati, mantengono il sangue freddo mentre calcolano in fretta l'ammontare delle parcelle che non verranno mai pagate. I portavoce cominciano a pensare a chi dare la colpa per un regalo annunciato che non arriverà mai in tempo.
Il produttore di gadget, con la salivazione azzerata avanza ossequiosamente una domanda. "Cosa possiamo fare per migliorarlo, Presidente?".
"Ghe pensi mi (ci penso io n.d.t.) - risponde Berlusconi - Lasciatemi qualche minuto e vi dirò come va fatto". E, strappato il prototipo dalle mani del venditore, esce dalla sala.
I commenti si intrecciano, le ipotesi si sprecano: "Sarà andato a telefonare al consulente della comunicazione di Bush" azzarda uno. "Macché, - interviene un altro - secondo me sta guardando su Internet i modelli più aggiornati di convertitori" "Voi non lo conoscete - afferma con sicurezza un suo uomo - in questo momento starà sicuramente smontandolo per trovare un difetto di fabbricazione".
Quando il Presidente riappare è raggiante. Si vede, si capisce che ha la soluzione. E la comunica.
"Vedete - dice - voi non avete capito niente. Questo aggeggio servirà soprattutto alle persone anziane e nessuno di voi ha pensato a farlo provare a un vecchio. Io, invece, sono andato da mamma Rosa che mi ha confermato i dubbi che avevo: i tasti, dice la mia mamma, santa donna, sono troppo piccoli. Anche i numerini sono piccoli, troppo piccoli. Poi bisogna spostare il display, farlo più grande".
E, detto fatto, su un pezzo di carta il nostro Presidente del Consiglio ridisegna l'Euroconvertitore.
Ecco perché il gadget sta arrivando in ritardo. Ecco perché i cinesi che l'hanno prodotto stanno attrezzando in gran fretta nuove fabbriche di occhiali: pare, dicono a Canton, che gli italiani non ci vedano bene. Già, forse hanno ragione: non tutti vedono bene quello che sta capitando.
Dagospia.com 8 Gennaio 2002