PRIMA LA SALA STAMPA, ORA "L'OSSERVATORE ROMANO" - DOPO NAVARRO VALLS, RATZINGER SI APPRESTA A SOSTITUIRE MARIO AGNES - GUERRA DI SUCCESSIONE: RUINI VORREBBE IL DIRETTORE DELL'"AVVENIRE" DINO BOFFO MA IL CANDIDATO PIÙ FORTE È IL GESUITA SALVINI.

Giacomo Galeazzi per La Stampa


Prima la Sala Stampa vaticana, ora l'Osservatore Romano. Benedetto XVI mette mano a un'altra casella-chiave della comunicazione vaticana e si appresta a sostituire Mario Agnes, responsabile da 22 anni del prestigioso quotidiano edito dalla Santa Sede in sette lingue. Il cambio di direzione, secondo quanto si apprende in Curia, è in programma subito dopo l'avvicendamento ufficiale, alla guida delle Segreteria di Stato, fra Angelo Sodano e Tarcisio Bertone.

Tra i primi atti del nuovo «premier» del Vaticano, che si insedierà al Palazzo Apostolico il 15 settembre, la designazione del direttore dell'«Osservatore», organo di stampa rivolto a una platea mondiale e che da un secolo e mezzo ha il compito di informare sull'universalità della Chiesa. In «pole position» per la nomina: il direttore di «Avvenire» (giornale della Cei) Dino Boffo, il portavoce della Comunità di Sant'Egidio Mario Marazziti e, soprattutto, padre GianPaolo Salvini, direttore della rivista «Civiltà Cattolica», le cui bozze sono riviste dalla Segreteria di Stato.

Al pari di Agnes, Boffo, uomo di fiducia del cardinale vicario e presidente Cei Camillo Ruini, ha un passato ai vertici dell'Azione Cattolica ed è in lizza anche per «Famiglia Cristiana», settimanale della San Paolo («parrocchia di carta» da quattro milioni di lettori) ma in calo di vendite e bisognoso di un maggior raccordo con la Curia da quando i Paolini sono diventati gli editori del Papa.

Il candidato più forte è il gesuita Salvini, soprattutto dopo la nomina del confratello Federico Lombardi a portavoce papale. La stima dei vertici della diplomazia d'Oltretevere e la scarsa considerazione del Papa per i «bilanciamenti», i «check and balance» e le consuetudini curiali rendono tutt'altro che improbabile che, oltre a Radio Vaticana e Sala Stampa, pure l'«Osservatore» venga affidato alla Compagnia di Gesù. «La sintonia tra Lombardi e Salvini sarebbe garanzia di qualità e affidabilità per la comunicazione del Vaticano», commentano nel Sacro Collegio.

Un direttore di mediazione tra i «desiderata» della Segreteria di Stato e quelli della Cei appare il sociologo e scrittore Mario Marazziti, dirigente di Rai Giubileo e portavoce di Sant'Egidio. L'imminente passaggio delle consegne al quotidiano d'Oltretevere, che verrà rilanciato con uno stile comunicativo più moderno e «snellito» nell'impostazione di voce ufficiosa della Santa Sede, si inserisce nell'ampia ridefinizione dei mass media vaticani e degli organismi di Curia.



In dirittura d'arrivo, dopo gli accorpamenti dei dicasteri del Dialogo interreligioso e dell'Immigrazione con «Giustizia e Pace» e Cultura, la soppressione del pontificio consiglio per le comunicazioni sociali: il cardinale Attilio Nicora, presidente dell'amministrazione del patrimonio della Sede Apostolica, ha appena ultimato il progetto di snellimento dell'apparato curiale richiesto dal Pontefice.

Mario Agnes, professore di storia medievale, già presidente dell'Azione Cattolica e fratello di Biagio Agnes, ex direttore generale della Rai, esce di scena come era entrato: di pari passo al numerario dell'Opus Dei Joaquín Navarro-Valls. A proporre entrambi fu nel 1984 il direttore dell'ufficio informazioni della Segreteria di Stato, Crescenzio Sepe. Ha appena lasciato anch'egli la Curia per sostituire nell'arcidiocesi di Napoli il cardinale Michele Giordano.

Il «countdown» in vista del 15 settembre, però, non riguarda solo l'«Osservatore» e gli organismi pontifici della comunicazione. Nelle stanze vaticane si vive un delicato momento di transizione, con molti dicasteri guidati da presuli dimissionari, cioè oltre la soglia canonica dei 75 anni. E' prossima la «staffetta» alla guida del ministero degli Esteri tra l'attuale nunzio a Parigi Fortunato Baldelli e l'arcivescovo Giovanni Lajolo, destinato al Governatorato della Città del Vaticano (retto finora dal cardinale 79enne Edmund Szoka) con il mandato papale di mettere ordine nel governo e nella finanza dello stato pontificio.

Intanto allo Ior monsignor Piero Pioppo, ex braccio destro di Sodano, ha affiancato il presidente Angelo Caloia nella carica (rimasta scoperta dal 1993) di prelato della banca vaticana. Mentre restano da assegnare sedi cardinalizie come Genova e Palermo, alla Congregazione dei religiosi sta per essere messo a riposo il segretario Piergiorgio Silvano Nesti, che insieme a Sepe era il principale referente di Agnes in Curia.

Certa la promozione, alla testa di una delle congregazioni vacanti, del salesiano Angelo Amato, numero due dell'ex Sant'Uffizio, a conferma (dopo la designazione a «premier» di Bertone) della preminenza nel nuovo scacchiere pontificio degli ecclesiastici che hanno lavorato nel dicastero della dottrina della fede, guidato per due decenni da Joseph Ratzinger.


Dagospia 31 Luglio 2006