IL SOLO, VERO DRAMMA DI SILVIO - RIPARTE IN PARLAMENTO L'ESAME DEL DECRETO GENTILONI SULLA RIFORMA DEL SISTEMA TV: IL "PARTITO MEDIASET" DARA' BATTAGLIA IN PARLAMENTO OPPURE SCATTERA' L'INCIUCIO?...

Alberto Guarnieri per "Il Messaggero"

Passate le feste, riaprono le Camere. E la Rai, piena di polemiche a viale Mazzini, torna di attualità anche in Parlamento. Dove all'esame ci sono i due ddl Gentiloni sulla riforma del sistema e dell'azienda pubblica. Con il ministro che assicura non ci sarà nessun ostacolo al loro cammino dal dialogo tra Forza Italia e il Pd. Anzi. Gentiloni scommette su una decisa accelerazione. Resa necessaria se non indispensabile almeno per la riforma della Rai dall'imminente decadenza (a maggio) del Cda in carica.

Il ddl del ministro («di tutto il governo», sottolinea lui), prevede la nascita di una fondazione che faccia da filtro tra la politica, mai così presente come ora in azienda, e la tv pubblica. Per anticipare i tempi si è parlato di uno stralcio che portasse rapidamente a nuovi criteri di nomina dei consiglieri o anche (come ha suggerito lo stesso Veltroni) alla nomina di un amministratore unico. Ipotesi però che potrebbe anche scontrarsi con le regole in materia di società per azioni.

Gentiloni però non trova opportuno rinunciare alla Fondazione, per lui elemento decisivo. Oggi il suo ddl è al Senato, con davanti lo scoglio di oltre mille emendamenti di Forza Italia, nonostante il "partito Mediaset", per bocca di Fedele Confalonieri, abbia avuto parole di apprezzamento per questo ddl. Il ministro conta su una ripresa rapida del cammino, magari agevolata dal raggruppamento delle decine di emendamenti di fatto identici.



Diverso il discorso per quanto riguarda la riforma di sistema, fortemente osteggiata dal tutta l'opposizione, che la ritiene penalizzante nei suoi elementi antitrust per Mediaset. Il provvedimento ha superato l'esame delle commissioni della camera ma è stato proprio Montecitorio a fermarlo non calendarizzandolo fin qui per il dibattito in Aula. Dove il ministro ritiene debba a questo punto arrivare entro il mese.

Certo tutti questi provvedimenti, diventati urgenti con la situazione creatasi dopo l'ingresso in politica di Silvio Berlusconi forte del suo impero televisivo, sono dipendenti da una legge sul conflitto di interessi che l'Unione ha posto nel suo programma. E anche qui l'alleanza di governo non ha certo fatto molto. Una prima e sola proposta di legge, firmata tra gli altri da Renzo Lusetti, non ha avuto seguito in Aula. E il governo non ha ritenuto di muoversi autonomamente. «C'è attenzione a corrente alternata», confessano al ministero delle Comunicazioni.

Intanto a viale Mazzini - concluso uno degli anni peggiori della storia della Rai, tra vallettopoli e intercettazioni a Bergamini e Saccà, multe per la nomine di Meocci e uscita ed entrata di Angelo Maria Petroni dal Cda - si guarda al 2008 ancora con scarso ottimismo. la situazione del bilancio non è buona, si prospettano tagli e prepensionamenti di massa, mentre invece si dovrebbe investire sul digitale e le nuove tecnologie.

Intanto, già mercoledì, torna a riunirsi il Cda con all'ordine del giorno la spinosa questione del piano editoriale e di quella tornata di ipotetiche nomine che ha bloccato i lavori del consiglio negli ultimi mesi.


Dagospia 07 Gennaio 2008