"GORI HA FATTO IMPLODERE IL MIO MATRIMONIO. PASSIONE CEREBRALE PIÙ CHE FISICA"
"AMAVO BETTARINI. SCOPRIRE CHE NON GLI PIACEVO FISICAMENTE MI HA FERITO"
"LA COCAINA? CATTIVERIE PER TOGLIERMI I FIGLI. FACCIO IL TEST OGNI SEI MESI"
"AMAVO BETTARINI. SCOPRIRE CHE NON GLI PIACEVO FISICAMENTE MI HA FERITO"
"LA COCAINA? CATTIVERIE PER TOGLIERMI I FIGLI. FACCIO IL TEST OGNI SEI MESI"
Candida Morvillo per il settimanale "A"
La pugnalata che ha patito di più? «Quando si diceva che fossi cocainomane». Simona Ventura mi sta seduta di fronte, su un divano immacolato di casa sua. Apro la pagina 60. Il libro è: Crederci sempre, arrendersi mai, autore la Ventura medesima, editore Mondadori. Leggo ad alta voce: «Separazione, polemiche, scandalo. Il 2004. all'inizio, sembrava. un momento magico. Io arrivo alla conduzione di Sanremo e mio marito Stefano Bettarini debutta in Nazionale. Da diventare pazzi per la felicità. Invece, Stefano rilascia un'intervista da separazione. Va giù pesante nei miei confronti. Leggo e non ci posso credere. Leggo e mi sembra di impazzire... Quell'intervista apre una voragine nel mio matrimonio. È la fine».
Quell'intervista, l'avevo scritta io.
«Lei ha fatto il suo lavoro. Mio marito quelle cose le ha dette. Poi ha dimostrato che, fondamentalmente, le pensava».
Che cosa la ferì di più?
«Che non gli piacessi fisicamente. E uno spirito di competizione che un marito e una moglie non dovrebbero mai avere. Solo allora ho capito che qualcosa covava sotto l'apparenza».
Prima non se ne era accorta?
«Ero troppo innamorata. Lì, mi sono come risvegliata: è stato lo tsunami della mia vita. E dallo tsunami è partita un'altra Simona».
Lei ha anche scritto: "La Callas è morta per amore, io ho rischiato la sua stessa fine".
«La Callas, ma anche Marilyn Monroe».
Perciò su quella parete ha una sua foto?
«Marilyn, non viene mai sottolineato abbastanza, è morta di crepacuore».
Lei, invece, è sopravvissuta.
«Però stavo quasi per impazzire. Sono viva solo perché ho due figli».
Simona ha scritto la sua autobiografia con il giornalista Darwin Pastorin, suo fidanzato di gioventù. Ma che ora se ne stia seduta proprio di fronte a me, racconta molto di una donna, per dirla con la Santanchè, sempre stata più verticale che orizzontale. Una usa al "non ti curar di loro, ma guarda e passa", come quando, ragazzina, passeggiava sul corso di Chivasso e i compaesani la schernivano perché vaneggiava che un giorno avrebbe condotto la Domenica Sportiva. Che poi condusse, eccome. Senza nemmeno fermarsi lì.
La storia dei suoi primi 43 anni, in libreria dall'8 aprile, parte da quella ragazzina figlia di un ufficiale dell'esercito e di un'ex mannequin taglie forti, che voleva diventare la Carrà e quando ha conosciuto la Carrà ha cambiato idea (primo, «perché a 55 anni non puoi pensare di averne 30»; secondo, perché una col suo successo «dovrebbe essere magnanima, generosa, invece: il vuoto»; terzo, perché la signora «è fedele al metodo donna contro donna»).
In 118 pagine ce n'è per tutti, per la Gialappa's che le vietò di condurre Striscia «per puro egoismo», per chi critica L'Isola «che fa meno male di certe tribune politiche», per gli uomini che si sono sentiti minacciati dalla sua personalità. E parla per la prima volta della relazione con Giorgio Gori.
A pagina 61 lei ammette che a farla "uscire dal buio è stato Gori".
«Quindi?».
"Parole sms, una passione cerebrale più che fisica". In che percentuale cerebrale e in che percentuale fisica?
«La percentuale non posso dirla».
Cerebrale al 70 per cento?
«Vada per il 70».
Fisica al 30.
«Giorgio è stato il treno passato per farmi capire come era messo il mio matrimonio. E quando l'ho capito, c'è stata la delusione. E dalla delusione è nato tutto il resto».
Compresa un'altra illusione sentimentale?
«Ovvio. Ma sono venute anche le allusioni e sui giornali sono uscite le stupidaggini. Però Giorgio è stato più l'implosione del mio matrimonio che un nuovo amore. Mi ha fatto comprendere che non potrei mai restare sposata con un uomo per salvare le apparenze».
Si riferisce al suo matrimonio o allude a quello di Gori con Cristina Parodi?
«Alludo all'80 per cento dei matrimoni».
Le cito la Parodi: «Da questa montagna di spazzatura, anzi di merda, io e Giorgio siamo usciti più uniti di prima».
«E io sono contenta per loro. Ma se mi chiede se Gori è l'uomo della mia vita, le rispondo: assolutamente no. Non lo sarebbe stato, non è stato, non sarà. L'uomo che mi deve stare accanto non ha il carattere che ha lui».
Perché, Gori che carattere ha?
«Chi sta con me deve essere molto forte, molto sicuro di se stesso».
A proposito di uomini, sbaglio o questo libro rischia di uscire datato?
«Perché?».
Perché si definisce molto innamorata.
«Sono molto innamorata di un uomo. Ho detto quale uomo?».
Ha sbianchettato all'ultimo il nome di Stefano Martinelli, il pediatra col quale è stata quasi due anni?
«Non ho sbianchettato nulla».
Perciò l'uomo è il trentatreenne Francesco Bono del quale ha detto a Novella 2000: se son rose fioriranno?
«Francesco è un amico e non tutti i miei amici hanno piacere di essere sbattuti sui giornali. Non dirò di più».
Quando è finita con Martinelli?
«A Natale. Lui voleva andare in vacanza con una larga compagnia, io volevo isolarmi e riposare. Non abbiamo trovato un accordo. Inserirsi nella mia vita, con due figli, una bambina in affido, un cane, L'Isola, Quelli che il calcio, X-Factor, non è facile. Ho delle priorità, che sono: A, i miei figli; B, il mio lavoro. Ho tante persone che mi affidano il proprio destino, i propri mutui. Ed essendo una battitrice libera, sono una che prende più botte di chi ha le spalle coperte».
Lei quanti amori ha avuto?
«Tornando indietro, vorrei averne avuti di più. Tanto, in questo Paese, gli amanti te li attribuiscono lo stesso. Nessuno è disposto a dire: che brava, s'è fatta da sola».
Non mi ha detto quanto ha patito per la fine di quest'ultima storia. Martinelli ha detto: «Speravo fosse per sempre».
«Non credo che abbia detto proprio così».
Perché?
«Non è mai stato tanto espansivo».
Lei è un bel tipo.
«Sarebbe?».
Famosa, in carriera, poi si riduce con un marito che la offende, con un compagno che non la gratifica.
«In effetti, sono un po' masochista».
È davvero colpa di un trauma infantile?
«Si riferisce alla prima cotta raccontata nel libro? Lui aveva 14 anni, io cinque. Lo guardavo incantata. Un giorno passa, io lo saluto e lui: "Stai zitta, moccolona"».
Però continuò ad amarlo.
«Sempre di più. Dopo, con l'età, perdi il bisogno di soffrire, anche se ogni tanto sento la necessità di emozioni forti. Come quelle della sofferenza d'amore».
Non sono meglio le gioie d'amore?
«La gioia è bellissima quando arriva dopo il dolore».
Masochista fino in fondo.
«Nell'amore, come nella vita, abbasso la testa ventimila volte, ma quando la alzo, è finita per sempre».
L'unico tradimento di Bettarini è quello raccontato nel libro?
«Ce ne sono stati tanti, glieli ho perdonati tutti perché lo amavo».
Prima diceva che è masochista anche nella vita.
«Nel lavoro non amo le cose facili. La competizione mi esalta. Ho sempre scelto programmi nuovi, vie impervie. Quando ho fatto le Iene, non avevo capito neanche io cosa fossero».
Nel libro, rivela che da ragazzina ha abortito.
«Mi è spiaciuto che quest'indiscrezione sia uscita sui giornali, ad arte per essere strumentalizzata».
Hanno scritto che voleva farsi pubblicità.
«Di pubblicità ne ho talmente tanta di mio, che ne posso regalare agli altri. Ne ho parlato perché voglio che si capisca che abortire è una scelta dolorosa, ma che la libertà va lasciata alle donne. Siamo noi che ne sopportiamo le conseguenze».
Nel suo caso come è andata?
«Per me la "prima volta" era sacrale, ho aspettato fino ai 19 anni e mezzo e sono rimasta incinta dopo il primo rapporto. Ho avuto una paura fottuta. Ho dato la maturità vomitando, ero disperata».
Dopo, come è stato?
«Sono passati 23 anni, ma non passa giorno che non pensi a quella bambina mai nata».
Si è pentita?
«No. Ma quel trauma mi ha segnata. E ai tempi, per tre, quattro anni non volevo neanche sentir parlare del sesso».
Suppongo che non voterà Giuliano Ferrara e la sua lista per la vita.
«Io, il 13 e il 14 aprile, vorrei scappare».
Invece, per chi voterà?
«Sono tra gli indecisi. È tutto un groviglio, ma mi sembra che la Santanché sia quella che sta giocando meglio le sue carte».
Alessandra Mussolini sostiene che Daniela Santanché, in quanto frequentatrice del Billionaire, è «la più orizzontale di tutte».
«Io non sono orizzontale, ma rivendico le mie serate al Billionaire».
E anche secondo lei la Mussolini è una valletta di Fini?
«Non lo so, la politica è un ambiente che non frequento e non mi interessa».
Però nel libro muove elogi a Michela Vittoria Brambilla.
«Ha buone idee, spero che abbia il carattere per sostenerle».
Insomma, la Brambilla non è orizzontale?
«Non è detto che una sia orizzontale solo perché porta le autoreggenti».
Lei le porta?
«Certo. Anche perché fanno venire meno cellulite dei collant».
Si sta pericolosamente sbilanciando sulle donne di destra.
«Mi piacciono pure Rosy Bindi, Livia Turco, Emma Bonino».
Perché all'Isola usava lo slogan "guardatevi le spalle"?
«Perché la pugnalata è sempre in agguato».
La cocaina. Una voce nata come?
«Forse era l'unica maniera per togliermi i figli. Da allora faccio l'esame del capello ogni sei mesi».
Sta scherzando?
«No, custodisco tutte le analisi in cassaforte».
Dagospia 09 Aprile 2008
La pugnalata che ha patito di più? «Quando si diceva che fossi cocainomane». Simona Ventura mi sta seduta di fronte, su un divano immacolato di casa sua. Apro la pagina 60. Il libro è: Crederci sempre, arrendersi mai, autore la Ventura medesima, editore Mondadori. Leggo ad alta voce: «Separazione, polemiche, scandalo. Il 2004. all'inizio, sembrava. un momento magico. Io arrivo alla conduzione di Sanremo e mio marito Stefano Bettarini debutta in Nazionale. Da diventare pazzi per la felicità. Invece, Stefano rilascia un'intervista da separazione. Va giù pesante nei miei confronti. Leggo e non ci posso credere. Leggo e mi sembra di impazzire... Quell'intervista apre una voragine nel mio matrimonio. È la fine».
Quell'intervista, l'avevo scritta io.
«Lei ha fatto il suo lavoro. Mio marito quelle cose le ha dette. Poi ha dimostrato che, fondamentalmente, le pensava».
Che cosa la ferì di più?
«Che non gli piacessi fisicamente. E uno spirito di competizione che un marito e una moglie non dovrebbero mai avere. Solo allora ho capito che qualcosa covava sotto l'apparenza».
Prima non se ne era accorta?
«Ero troppo innamorata. Lì, mi sono come risvegliata: è stato lo tsunami della mia vita. E dallo tsunami è partita un'altra Simona».
Lei ha anche scritto: "La Callas è morta per amore, io ho rischiato la sua stessa fine".
«La Callas, ma anche Marilyn Monroe».
Perciò su quella parete ha una sua foto?
«Marilyn, non viene mai sottolineato abbastanza, è morta di crepacuore».
Lei, invece, è sopravvissuta.
«Però stavo quasi per impazzire. Sono viva solo perché ho due figli».
Simona ha scritto la sua autobiografia con il giornalista Darwin Pastorin, suo fidanzato di gioventù. Ma che ora se ne stia seduta proprio di fronte a me, racconta molto di una donna, per dirla con la Santanchè, sempre stata più verticale che orizzontale. Una usa al "non ti curar di loro, ma guarda e passa", come quando, ragazzina, passeggiava sul corso di Chivasso e i compaesani la schernivano perché vaneggiava che un giorno avrebbe condotto la Domenica Sportiva. Che poi condusse, eccome. Senza nemmeno fermarsi lì.
La storia dei suoi primi 43 anni, in libreria dall'8 aprile, parte da quella ragazzina figlia di un ufficiale dell'esercito e di un'ex mannequin taglie forti, che voleva diventare la Carrà e quando ha conosciuto la Carrà ha cambiato idea (primo, «perché a 55 anni non puoi pensare di averne 30»; secondo, perché una col suo successo «dovrebbe essere magnanima, generosa, invece: il vuoto»; terzo, perché la signora «è fedele al metodo donna contro donna»).
In 118 pagine ce n'è per tutti, per la Gialappa's che le vietò di condurre Striscia «per puro egoismo», per chi critica L'Isola «che fa meno male di certe tribune politiche», per gli uomini che si sono sentiti minacciati dalla sua personalità. E parla per la prima volta della relazione con Giorgio Gori.
A pagina 61 lei ammette che a farla "uscire dal buio è stato Gori".
«Quindi?».
"Parole sms, una passione cerebrale più che fisica". In che percentuale cerebrale e in che percentuale fisica?
«La percentuale non posso dirla».
Cerebrale al 70 per cento?
«Vada per il 70».
Fisica al 30.
«Giorgio è stato il treno passato per farmi capire come era messo il mio matrimonio. E quando l'ho capito, c'è stata la delusione. E dalla delusione è nato tutto il resto».
Compresa un'altra illusione sentimentale?
«Ovvio. Ma sono venute anche le allusioni e sui giornali sono uscite le stupidaggini. Però Giorgio è stato più l'implosione del mio matrimonio che un nuovo amore. Mi ha fatto comprendere che non potrei mai restare sposata con un uomo per salvare le apparenze».
Si riferisce al suo matrimonio o allude a quello di Gori con Cristina Parodi?
«Alludo all'80 per cento dei matrimoni».
Le cito la Parodi: «Da questa montagna di spazzatura, anzi di merda, io e Giorgio siamo usciti più uniti di prima».
«E io sono contenta per loro. Ma se mi chiede se Gori è l'uomo della mia vita, le rispondo: assolutamente no. Non lo sarebbe stato, non è stato, non sarà. L'uomo che mi deve stare accanto non ha il carattere che ha lui».
Perché, Gori che carattere ha?
«Chi sta con me deve essere molto forte, molto sicuro di se stesso».
A proposito di uomini, sbaglio o questo libro rischia di uscire datato?
«Perché?».
Perché si definisce molto innamorata.
«Sono molto innamorata di un uomo. Ho detto quale uomo?».
Ha sbianchettato all'ultimo il nome di Stefano Martinelli, il pediatra col quale è stata quasi due anni?
«Non ho sbianchettato nulla».
Perciò l'uomo è il trentatreenne Francesco Bono del quale ha detto a Novella 2000: se son rose fioriranno?
«Francesco è un amico e non tutti i miei amici hanno piacere di essere sbattuti sui giornali. Non dirò di più».
Quando è finita con Martinelli?
«A Natale. Lui voleva andare in vacanza con una larga compagnia, io volevo isolarmi e riposare. Non abbiamo trovato un accordo. Inserirsi nella mia vita, con due figli, una bambina in affido, un cane, L'Isola, Quelli che il calcio, X-Factor, non è facile. Ho delle priorità, che sono: A, i miei figli; B, il mio lavoro. Ho tante persone che mi affidano il proprio destino, i propri mutui. Ed essendo una battitrice libera, sono una che prende più botte di chi ha le spalle coperte».
Lei quanti amori ha avuto?
«Tornando indietro, vorrei averne avuti di più. Tanto, in questo Paese, gli amanti te li attribuiscono lo stesso. Nessuno è disposto a dire: che brava, s'è fatta da sola».
Non mi ha detto quanto ha patito per la fine di quest'ultima storia. Martinelli ha detto: «Speravo fosse per sempre».
«Non credo che abbia detto proprio così».
Perché?
«Non è mai stato tanto espansivo».
Lei è un bel tipo.
«Sarebbe?».
Famosa, in carriera, poi si riduce con un marito che la offende, con un compagno che non la gratifica.
«In effetti, sono un po' masochista».
È davvero colpa di un trauma infantile?
«Si riferisce alla prima cotta raccontata nel libro? Lui aveva 14 anni, io cinque. Lo guardavo incantata. Un giorno passa, io lo saluto e lui: "Stai zitta, moccolona"».
Però continuò ad amarlo.
«Sempre di più. Dopo, con l'età, perdi il bisogno di soffrire, anche se ogni tanto sento la necessità di emozioni forti. Come quelle della sofferenza d'amore».
Non sono meglio le gioie d'amore?
«La gioia è bellissima quando arriva dopo il dolore».
Masochista fino in fondo.
«Nell'amore, come nella vita, abbasso la testa ventimila volte, ma quando la alzo, è finita per sempre».
L'unico tradimento di Bettarini è quello raccontato nel libro?
«Ce ne sono stati tanti, glieli ho perdonati tutti perché lo amavo».
Prima diceva che è masochista anche nella vita.
«Nel lavoro non amo le cose facili. La competizione mi esalta. Ho sempre scelto programmi nuovi, vie impervie. Quando ho fatto le Iene, non avevo capito neanche io cosa fossero».
Nel libro, rivela che da ragazzina ha abortito.
«Mi è spiaciuto che quest'indiscrezione sia uscita sui giornali, ad arte per essere strumentalizzata».
Hanno scritto che voleva farsi pubblicità.
«Di pubblicità ne ho talmente tanta di mio, che ne posso regalare agli altri. Ne ho parlato perché voglio che si capisca che abortire è una scelta dolorosa, ma che la libertà va lasciata alle donne. Siamo noi che ne sopportiamo le conseguenze».
Nel suo caso come è andata?
«Per me la "prima volta" era sacrale, ho aspettato fino ai 19 anni e mezzo e sono rimasta incinta dopo il primo rapporto. Ho avuto una paura fottuta. Ho dato la maturità vomitando, ero disperata».
Dopo, come è stato?
«Sono passati 23 anni, ma non passa giorno che non pensi a quella bambina mai nata».
Si è pentita?
«No. Ma quel trauma mi ha segnata. E ai tempi, per tre, quattro anni non volevo neanche sentir parlare del sesso».
Suppongo che non voterà Giuliano Ferrara e la sua lista per la vita.
«Io, il 13 e il 14 aprile, vorrei scappare».
Invece, per chi voterà?
«Sono tra gli indecisi. È tutto un groviglio, ma mi sembra che la Santanché sia quella che sta giocando meglio le sue carte».
Alessandra Mussolini sostiene che Daniela Santanché, in quanto frequentatrice del Billionaire, è «la più orizzontale di tutte».
«Io non sono orizzontale, ma rivendico le mie serate al Billionaire».
E anche secondo lei la Mussolini è una valletta di Fini?
«Non lo so, la politica è un ambiente che non frequento e non mi interessa».
Però nel libro muove elogi a Michela Vittoria Brambilla.
«Ha buone idee, spero che abbia il carattere per sostenerle».
Insomma, la Brambilla non è orizzontale?
«Non è detto che una sia orizzontale solo perché porta le autoreggenti».
Lei le porta?
«Certo. Anche perché fanno venire meno cellulite dei collant».
Si sta pericolosamente sbilanciando sulle donne di destra.
«Mi piacciono pure Rosy Bindi, Livia Turco, Emma Bonino».
Perché all'Isola usava lo slogan "guardatevi le spalle"?
«Perché la pugnalata è sempre in agguato».
La cocaina. Una voce nata come?
«Forse era l'unica maniera per togliermi i figli. Da allora faccio l'esame del capello ogni sei mesi».
Sta scherzando?
«No, custodisco tutte le analisi in cassaforte».
Dagospia 09 Aprile 2008