ALTA PORTINERIA - LO SHAMPISTA CARLO ROSSELLA CONTRO LA CULTURA DA PARRUCCHIERE PER SIGNORA.
Maria Latella per il Corriere della Sera
Chi e cosa, nell'estate 2002, considererebbe superato? «Tutti i presenti all'ultima festa al Billionaire : sono morti. Tutti quelli che Dagospia o Signorini citeranno nei prossimi giorni, visti a una festa, distesi su una barca: morti, pure loro». E dove non farsi vedere tra il 15 luglio e il 20 agosto? Pausa cauta, anche Carlo Rossella ha amici sensibili... Infine, il catalogo è questo: «Porto Cervo e l'intero Briatore district (ndr: frequentabile, evidentemente, il resto della Costa Smeralda, si tranquillizzi il Cavaliere), Capri, Panarea, Ibiza, Formentera, Santorini, tutta la Costa Azzurra, Forte dei Marmi sempre per via di Briatore».
Cortina? Seconda cauta pausa: «Bah, stiamo parlando di mare». Dice che sarà l'estate di quelli che non vanno. Dei calciatori che non ballano nei locali di Flavio Briatore, dei politici che non si fanno fotografare sul bagnasciuga in braghetta o, peggio, in slip assai aderente, dei giornalisti (delle giornaliste, sospira lui, «soprattutto delle giornaliste») che non telefonano per comparire nelle rubriche di piccole foto, invitate alla festa di questo o di quello, al dibattito, alla sfilata, alla charity, al matrimonio di. Oggi, ribadisce Carlo Rossella, «meno si gira e meglio è. Nei circoli ristretti, in certe ville sulla costa campana, nella campagna toscana, si sghignazza di quelli che vanno e si fanno fotografare».
Lo dice, Carlo Rossella, e per una volta non è sospettabile di predicare in un modo e razzolare secondo il suo contrario giacché, per l'appunto, le cronache lo davano a Capri e lui invece se ne sta a casa. A Pavia, mentre gli altri, i personaggi di quel suo teatrino in miniatura che ogni giorno va in scena su Il Foglio , viaggiano, volano, si divertono. «Quelli lì», quelli della rubrica «Alta società», si possono recuperare anche nel libro da borsetta che Rizzoli ha stampato di recente, con prefazione di Giuliano Ferrara e contributo, occasionale, di attenti conoscitori di grandi case e casate, a cominciare dall'internazionale Mario D'Urso.
Ora, direte voi, c'è della contraddizione in un signore che annuncia l'avvento di una Nuova Discrezione e poi, indiscretissimo, racconta che alla festa di Paolo Fresco han fatto ricorso a gabinetti d'emergenza «a dissolvimento chimico», giacché «i bagni di casa erano insufficienti per così tanti illustri e anziani ospiti».
Ma la contraddizione, le contraddizioni, sono parte integrante del personaggio Carlo Rossella, poiché proprio l'essere più di uno, l'essere «i fratelli Rossella», consente, di volta in volta, all'uno di raccontare l'atmosfera della nuova Beirut (di «Alta società», la parte che preferiamo), e all'altro di dipingere una serata al bar con il post-presidente Bill Clinton, alle prese col deludente rimorchio di due attricette di «Soprano's».
Dando alle stampe i «flash» sull'opulenza degli ultimi tre anni, Carlo Rossella segnala, dunque, mutamenti in corso. E' vero che, ad ogni autunno, sempre i giornali annunciano il tramonto dell'effimero e l'alba di una nuova morigeratezza, però, stavolta, qui e con Carlo Rossella, si fanno nomi, cognomi, luoghi e chiacchiere che d'ora in poi faranno inarcare il sopracciglio. Insomma, roba che tra quelli di «Alta società» davvero non si porterà più.
Quali saranno, per dire, gli argomenti di conversazione che l'uomo, o la donna, fulminati dalla neoriservatezza, mai dovranno affrontare sorseggiando un succo di carota? «Quel che si è letto sui giornali, men che meno quel che si è scritto». Prova durissima, quest'ultima, per i giornalisti, un vero supplizio, una tortura. Andranno anche trascurati amori, amorazzi, notizie circa gravidanze vere o presunte.
Sarà dura, anche qui, ma Rossella è implacabile: «Son chiacchiere che denunciano una cultura da parrucchiere per signora».
Scusi, ma pure il settimanale che lei dirige, Panorama , si concede vaste incursioni sul terreno... «Negli Stati Uniti i giornali si sono fatti più seri, da noi non ancora, ma succederà. Questa è un'estate un po' anni '70, ci sono gli scandali alla Enron, il terrorismo internazionale».
A Long Island, assicura Rossella, è di questo che si parla, mica della terza gravidanza di Madonna. «Alla gente normale troppo effimero fa schifo. Non per fare del populismo...».
E perché mai, di grazia, questo «contrordine compagni»? Perché, dopo aver tanto blaterato sullo stile della comunicazione in uso a Londra e a New York, ora bisognerebbe ritirarsi in un qualche convento del basso Lazio? Perché, prima, anche l'ultimo dei finanzieri, anche le giornaliste di insaziabile ambizione, le emule di Tina Brown, costruivano la loro fortuna attraverso le foto e le feste, e adesso sarebbe il caso di fuggire sia le une che le altre?
«Perché in Italia c'è sempre uno sponsor, c'è sempre qualcuno che paga. Se vai ad una festa al Billionaire , sei in conto a Briatore, se accetti una vacanza in barca, finisci nella lottizzazione del tuo ospite che ha invitato te, due di Alleanza nazionale, uno dei Ds... Le feste, ormai, sono la Gepi del divertimento, la Cassa del mezzogiorno del relax».
Indumenti che, nell'estate 2002, vi segnaleranno come autentici primitivi: «Più che gli indumenti, la mancanza degli stessi. Dispiacciono gli uomini seminudi, o con certi sandali tedeschi ai piedi, le donne che in città scoprono l'ombelico».
Con dolore, Rossella riconosce che anche la bella e gravida Nina Moric, alla quale Panorama ha dedicato una copertina, rientra tra le eccessive di pessimo gusto: «Era alla festa del Billionaire con la pancia di fuori».
Politici che, nell'estate 2002, sembrano aver capito: «Tremonti: parla di cose serie». Politici che, invece, appaiono del tutto inconsapevoli: «Quelli che approvano il finanziamento pubblico ai partiti. Significa ignorare i sentimenti del Paese. L'hanno pure votato di notte, in segreto...».
Già. Sappiano, quei parlamentari, che mai potrebbero essere inclusi nella rubrica «Alta società».
Dagospia.com 16 Luglio 2002
Chi e cosa, nell'estate 2002, considererebbe superato? «Tutti i presenti all'ultima festa al Billionaire : sono morti. Tutti quelli che Dagospia o Signorini citeranno nei prossimi giorni, visti a una festa, distesi su una barca: morti, pure loro». E dove non farsi vedere tra il 15 luglio e il 20 agosto? Pausa cauta, anche Carlo Rossella ha amici sensibili... Infine, il catalogo è questo: «Porto Cervo e l'intero Briatore district (ndr: frequentabile, evidentemente, il resto della Costa Smeralda, si tranquillizzi il Cavaliere), Capri, Panarea, Ibiza, Formentera, Santorini, tutta la Costa Azzurra, Forte dei Marmi sempre per via di Briatore».
Cortina? Seconda cauta pausa: «Bah, stiamo parlando di mare». Dice che sarà l'estate di quelli che non vanno. Dei calciatori che non ballano nei locali di Flavio Briatore, dei politici che non si fanno fotografare sul bagnasciuga in braghetta o, peggio, in slip assai aderente, dei giornalisti (delle giornaliste, sospira lui, «soprattutto delle giornaliste») che non telefonano per comparire nelle rubriche di piccole foto, invitate alla festa di questo o di quello, al dibattito, alla sfilata, alla charity, al matrimonio di. Oggi, ribadisce Carlo Rossella, «meno si gira e meglio è. Nei circoli ristretti, in certe ville sulla costa campana, nella campagna toscana, si sghignazza di quelli che vanno e si fanno fotografare».
Lo dice, Carlo Rossella, e per una volta non è sospettabile di predicare in un modo e razzolare secondo il suo contrario giacché, per l'appunto, le cronache lo davano a Capri e lui invece se ne sta a casa. A Pavia, mentre gli altri, i personaggi di quel suo teatrino in miniatura che ogni giorno va in scena su Il Foglio , viaggiano, volano, si divertono. «Quelli lì», quelli della rubrica «Alta società», si possono recuperare anche nel libro da borsetta che Rizzoli ha stampato di recente, con prefazione di Giuliano Ferrara e contributo, occasionale, di attenti conoscitori di grandi case e casate, a cominciare dall'internazionale Mario D'Urso.
Ora, direte voi, c'è della contraddizione in un signore che annuncia l'avvento di una Nuova Discrezione e poi, indiscretissimo, racconta che alla festa di Paolo Fresco han fatto ricorso a gabinetti d'emergenza «a dissolvimento chimico», giacché «i bagni di casa erano insufficienti per così tanti illustri e anziani ospiti».
Ma la contraddizione, le contraddizioni, sono parte integrante del personaggio Carlo Rossella, poiché proprio l'essere più di uno, l'essere «i fratelli Rossella», consente, di volta in volta, all'uno di raccontare l'atmosfera della nuova Beirut (di «Alta società», la parte che preferiamo), e all'altro di dipingere una serata al bar con il post-presidente Bill Clinton, alle prese col deludente rimorchio di due attricette di «Soprano's».
Dando alle stampe i «flash» sull'opulenza degli ultimi tre anni, Carlo Rossella segnala, dunque, mutamenti in corso. E' vero che, ad ogni autunno, sempre i giornali annunciano il tramonto dell'effimero e l'alba di una nuova morigeratezza, però, stavolta, qui e con Carlo Rossella, si fanno nomi, cognomi, luoghi e chiacchiere che d'ora in poi faranno inarcare il sopracciglio. Insomma, roba che tra quelli di «Alta società» davvero non si porterà più.
Quali saranno, per dire, gli argomenti di conversazione che l'uomo, o la donna, fulminati dalla neoriservatezza, mai dovranno affrontare sorseggiando un succo di carota? «Quel che si è letto sui giornali, men che meno quel che si è scritto». Prova durissima, quest'ultima, per i giornalisti, un vero supplizio, una tortura. Andranno anche trascurati amori, amorazzi, notizie circa gravidanze vere o presunte.
Sarà dura, anche qui, ma Rossella è implacabile: «Son chiacchiere che denunciano una cultura da parrucchiere per signora».
Scusi, ma pure il settimanale che lei dirige, Panorama , si concede vaste incursioni sul terreno... «Negli Stati Uniti i giornali si sono fatti più seri, da noi non ancora, ma succederà. Questa è un'estate un po' anni '70, ci sono gli scandali alla Enron, il terrorismo internazionale».
A Long Island, assicura Rossella, è di questo che si parla, mica della terza gravidanza di Madonna. «Alla gente normale troppo effimero fa schifo. Non per fare del populismo...».
E perché mai, di grazia, questo «contrordine compagni»? Perché, dopo aver tanto blaterato sullo stile della comunicazione in uso a Londra e a New York, ora bisognerebbe ritirarsi in un qualche convento del basso Lazio? Perché, prima, anche l'ultimo dei finanzieri, anche le giornaliste di insaziabile ambizione, le emule di Tina Brown, costruivano la loro fortuna attraverso le foto e le feste, e adesso sarebbe il caso di fuggire sia le une che le altre?
«Perché in Italia c'è sempre uno sponsor, c'è sempre qualcuno che paga. Se vai ad una festa al Billionaire , sei in conto a Briatore, se accetti una vacanza in barca, finisci nella lottizzazione del tuo ospite che ha invitato te, due di Alleanza nazionale, uno dei Ds... Le feste, ormai, sono la Gepi del divertimento, la Cassa del mezzogiorno del relax».
Indumenti che, nell'estate 2002, vi segnaleranno come autentici primitivi: «Più che gli indumenti, la mancanza degli stessi. Dispiacciono gli uomini seminudi, o con certi sandali tedeschi ai piedi, le donne che in città scoprono l'ombelico».
Con dolore, Rossella riconosce che anche la bella e gravida Nina Moric, alla quale Panorama ha dedicato una copertina, rientra tra le eccessive di pessimo gusto: «Era alla festa del Billionaire con la pancia di fuori».
Politici che, nell'estate 2002, sembrano aver capito: «Tremonti: parla di cose serie». Politici che, invece, appaiono del tutto inconsapevoli: «Quelli che approvano il finanziamento pubblico ai partiti. Significa ignorare i sentimenti del Paese. L'hanno pure votato di notte, in segreto...».
Già. Sappiano, quei parlamentari, che mai potrebbero essere inclusi nella rubrica «Alta società».
Dagospia.com 16 Luglio 2002