O LA BORSA O LA LAZIO - "AI RISPARMIATORI VA FATTA UN'AVVERTENZA: I TITOLI LEGATI AL PALLONE SONO SCONSIGLIATI AGLI ORFANI E ALLE VEDOVE."
Luca Valdiserri per il Corriere della Sera, edizione romana
Victor Uckmar, fiscalista numero uno in Italia e presidente della Consob fino a che il mondo del calcio non lo ha ritenuto troppo scomodo, l'aveva detto in un'intervista: «I club di calcio quotati in Borsa? Ai risparmiatori va fatta un'avvertenza: i titoli legati al pallone sono sconsigliati agli orfani e alle vedove». Da ieri si può aggiungere: meglio che si astengano anche i tifosi che credono nei colori della maglia. Quelli della Lazio, ad esempio, rischiano di perdere il loro investimento.
E stiamo parlando, nella stragrande maggioranza dei casi, di piccolissimi azionisti che avevano pensato più a un atto d'amore verso la squadra del cuore che a una forma di guadagno. Il Cda della Lazio, riunitosi ieri, ha preso atto della situazione finanziaria sempre difficilissima della società. È necessario chiarire al più presto la situazione patrimoniale del club. Non appena la relazione sui conti sarà pronta, si provvederà a convocare un'assemblea per l'abbattimento parziale o totale del capitale.
L'abbattimento del capitale è un passaggio obbligato dall'articolo 2446 del codice civile per le società che hanno una perdita superiore a un terzo del capitale. La situazione della Lazio è la seguente: 19,1 milioni di euro di passivo al 31 ottobre 2002, a fronte di un patrimonio netto di 38,6 milioni di euro.
Il presidente del Collegio Sindacale, professor Antonio Sammartano, ha prima parlato così a un'agenzia di stampa: «Il primo passo sarà l'abbattimento del capitale. Un abbattimento che potrebbe però essere anche un azzeramento. Gli azionisti? Chi gioca in Borsa sa che si corrono dei rischi. È chiaro che un eventuale azzeramento farebbe scomparire tutti i vecchi azionisti, compreso Sergio Cragnotti». Poi ha rettificato: «Non intendevo riferirmi alla situazione della Lazio, in assenza di bilancio, ma ad una situazione generica che potrebbe verificarsi una volta esaminata la situazione contabile». Vero, ma i numeri evidenziati nelle relazioni trimestrali alla Consob parlano proprio di una situazione di quel genere.
La ricapitalizzione, al momento, può essere fatta solo dal pool di banche guidato da Capitalia. Il Cda si riunirà di nuovo «con la massima urgenza». Cioè entro dieci giorni. Purtroppo per Lazio, però, non ci sono compratori all'orizzonte. Ma cosa succederà ai piccoli azionisti? La nuova società ha previsto una tutela per loro?
Una situazione drammatica, che solo la conquista della zona Champions League può alleggerire. Anche in questo caso, però, a giugno sarà necessario vendere i giocatori migliori per fare cassa e ridurre il monte salari. Molto è dunque il lavoro per le nuove cariche societarie ratificate ieri: Roberto Mancini entra nel Cda, diventando così il primo allenatore-manager del calcio italiano; Luca Baraldi è il nuovo amministratore delegato ma anche il direttore generale (al posto di Massimo Cragnotti); Roberto Colavolpe, consigliere di Cirio Finanziaria con delega per l'amministrazione e finanza, e l'avvocato Roberto Pessi, professore di Diritto del Lavoro all'Università di Roma-Tor Vergata, sono gli altri due nuovi consiglieri.
Dagospia.com 30 Gennaio 2003
Victor Uckmar, fiscalista numero uno in Italia e presidente della Consob fino a che il mondo del calcio non lo ha ritenuto troppo scomodo, l'aveva detto in un'intervista: «I club di calcio quotati in Borsa? Ai risparmiatori va fatta un'avvertenza: i titoli legati al pallone sono sconsigliati agli orfani e alle vedove». Da ieri si può aggiungere: meglio che si astengano anche i tifosi che credono nei colori della maglia. Quelli della Lazio, ad esempio, rischiano di perdere il loro investimento.
E stiamo parlando, nella stragrande maggioranza dei casi, di piccolissimi azionisti che avevano pensato più a un atto d'amore verso la squadra del cuore che a una forma di guadagno. Il Cda della Lazio, riunitosi ieri, ha preso atto della situazione finanziaria sempre difficilissima della società. È necessario chiarire al più presto la situazione patrimoniale del club. Non appena la relazione sui conti sarà pronta, si provvederà a convocare un'assemblea per l'abbattimento parziale o totale del capitale.
L'abbattimento del capitale è un passaggio obbligato dall'articolo 2446 del codice civile per le società che hanno una perdita superiore a un terzo del capitale. La situazione della Lazio è la seguente: 19,1 milioni di euro di passivo al 31 ottobre 2002, a fronte di un patrimonio netto di 38,6 milioni di euro.
Il presidente del Collegio Sindacale, professor Antonio Sammartano, ha prima parlato così a un'agenzia di stampa: «Il primo passo sarà l'abbattimento del capitale. Un abbattimento che potrebbe però essere anche un azzeramento. Gli azionisti? Chi gioca in Borsa sa che si corrono dei rischi. È chiaro che un eventuale azzeramento farebbe scomparire tutti i vecchi azionisti, compreso Sergio Cragnotti». Poi ha rettificato: «Non intendevo riferirmi alla situazione della Lazio, in assenza di bilancio, ma ad una situazione generica che potrebbe verificarsi una volta esaminata la situazione contabile». Vero, ma i numeri evidenziati nelle relazioni trimestrali alla Consob parlano proprio di una situazione di quel genere.
La ricapitalizzione, al momento, può essere fatta solo dal pool di banche guidato da Capitalia. Il Cda si riunirà di nuovo «con la massima urgenza». Cioè entro dieci giorni. Purtroppo per Lazio, però, non ci sono compratori all'orizzonte. Ma cosa succederà ai piccoli azionisti? La nuova società ha previsto una tutela per loro?
Una situazione drammatica, che solo la conquista della zona Champions League può alleggerire. Anche in questo caso, però, a giugno sarà necessario vendere i giocatori migliori per fare cassa e ridurre il monte salari. Molto è dunque il lavoro per le nuove cariche societarie ratificate ieri: Roberto Mancini entra nel Cda, diventando così il primo allenatore-manager del calcio italiano; Luca Baraldi è il nuovo amministratore delegato ma anche il direttore generale (al posto di Massimo Cragnotti); Roberto Colavolpe, consigliere di Cirio Finanziaria con delega per l'amministrazione e finanza, e l'avvocato Roberto Pessi, professore di Diritto del Lavoro all'Università di Roma-Tor Vergata, sono gli altri due nuovi consiglieri.
Dagospia.com 30 Gennaio 2003