PICCOLA POSTA - CAPPERI! CHE GINO STRADA DEVO PRENDERE?; LA NOTTE DEI GUFI; BRUNO GUERRI E MARIA GORETTI; DOVE VANNO SGARBI E COSSIGA; CHI TOCCA LA PARIETTI SVIENE.

Riceviamo e pubblichiamo:


Lettera 1
Caro Dago,
sto seriamente valutando l'ipotesi di smettere di fare il medico, almeno come l'ho fatto finora. Pazienti esigentissimi fino al capriccio ipocondriaco, rischi legali ad ogni passo, umilianti percorsi burocratici per ogni suppostina d'analgesico, tasse che stramazzerebbero anche una Coop, se poi una Coop pagasse le tasse. Sto meditando di lasciare tutto, zac, un taglio, e prendere la strada di Gino Strada (scusa il bisticcio). Ah, quella sì che dev'essere una vita da gran pacchia! Il dolore per tutta quella sofferenza umana in posti come Srebrenica o Peshawar? Tu credi che un bambino di sei anni con un cancro al testicolo, o una sedicenne con un carcinoma ovarico, strazino meno di un ventenne afghano a cui è saltata in aria una gamba o una mano? Credi male.

Veniamo invece ai vantaggi. Se oggi io sbaglio una diagnosi o una terapia, mi si rinfacciano tutte le possibili colpe professionali, mi s'apre dinanzi tutto il doloroso ventaglio della rogatoria risarcitoria, e soprattutto agli occhi del mondo (in primis, la mia assicurazione) divento il laido dispensatore del danno esistenziale. Ma immagina per un attimo che io vada a suturare i poveracci sbrindellati dalle mine antiuomo in qualche staterello canagliuzzo a trentamila chilometri da qui: sarei comunque e sempre un santo e basta. Chi se la sentirebbe di contestarmi gli eventuali errori professionali che tutti i medici prima o poi fanno? Gli indigeni? Macchè! Quelli, se gliene salvi uno su venti, ti mandano la sera una bella figliola nella tenda. I giornalisti occidentali? Macchè! Quelli non sanno neanche dov'è il piloro con quelle loro macilente basi culturali, tutte umanistiche e fru-frù. Figurarsi se vengono a est di Foggia o a sud di Agrigento per farmi le pulci su quanti me ne muoiono sotto i ferri, presi come sono a intingere il loro tozzo di pane negli scandali degli ospedali italiani!

Lo so, c'è la questione-soldi. Tu mi dirai "Castaldi, poi come fa a mantenere due famiglie e a soddisfare tutti quei suoi costosi vizi da sibarita d'Occidente?" Io ti rispondo che metto su un'organizzazione no profit e non ti preoccupare che un modo per far profit esce, comunque. Mi faccio pagare tutta la mia santità da riviste e giornali, da case editrici e conventicole varie, da collette private e sovvenzioni statali. Non ti preoccupare, sopravviverò alla grande! Ma poi "non di solo pane vive l'uomo", come dissero quelli che sfornavano brioches. Se attualmente tu mi pubblichi solo qualcuna di queste cazzatelle che ti mando via e-mail, appena mi sarò fatta la fama di eroe, farò parte del Gran Vippaio a pieno titolo, al pari d'una valletta televisiva: chi me la toglierà la presenza fissa sul tuo sito, per i pettegolezzi sulla mia vita privata,e su l'Unità e su Repubblica, sul Messaggero di Sant'Antonio e su quell'altro bollettino degli sfigati che è diventato Linus, per le cazzatone che scriverò, tutte grondanti di bontà?

Già sogno ad occhi aperti: darò del tu a Cofferati, a Moretti e, soprattutto, a Rosy Bindi, riavendone un commosso e grato sorrisetto, di quelli che si scambiano tra loro i giusti. Sarò un giorno sì ed uno no da Maurizio Costanzo; potrei alla lunga ricavarne una storiella con Laura Freddi o con Paola Barale, che sotto sotto fanno parte di quel gotha editoriale. Già immagino come potrei attaccar chiodo, appena quelle chiedono "cos'è quella pezzuola bianca che ti porti al polso?"; subito sotto a dir loro del mio pappagallino verde, quel lurido vorace.

Perfino tu, caro Dago, dovresti usarmi quella tua fattispecie di rispetto, o almeno a fingerlo per bene, pur sapendo nel chiuso della tua coscienza che sono in fondo uno stronzo allucinante o un mediocre miracolato dal clima prebellico (uno scemo di pre-guerra).
Vedi quante ragioni si sommano su questo piatto della bilancia? Tra l'altro mi sento dire che sarei carino, che porto mica male gli anni, e tu capisci bene che questo non è poco per chi di questi tempi vuole far l'eroe e/o il santo. E allora, perchè indugio? Perchè son fesso, credo.
Rimango crocefisso a questo mio irriconosciuto eroismo quotidiano, a questa mia silenziosa santità di tutti i giorni, un pò per pura accidia e un pò per masochista abitudinarietà. Poi, credo di non esser fatto per pomposi gesti, perchè malato fino all'osso di scetticismo per quella forma di bontà che alcuni si ostinano a voler dispensare a tutti, essendo strutturalmente incapaci di darne un pochetto a uno o a due o a quattro e basta. Forse son troppo pudico per questo abbraccio universale, anche a volerlo fingere come mestiere di vita.

Infine, sono troppo innamorato della mia donna, che è una donna vera e che mi manderebbe a cagare, se le dicessi di punto in bianco "ci trasferiamo a Kabul"; come sono innamorato delle mie piccole cose di tutti i giorni, manie, rituali, infiniti scontrini e ricevute, non ultima questa mania del blog che ho messo in rete con tre amici.
Si chiama "Capperi!", non ha nemmeno dieci giorni ed è già un gioiellino. Che fai, caro Dago, me lo pubblicizzi gratis un pochettino?
L'indirizzo è http://digilander.libero.it/icapperi/ .
Grazie,
Luigi Castaldi, Napoli

Lettera 2
ma perchè in questo mondo così cazzaro e terribilmente volgare,
senza dignità alcuna, dove vittoria ed applausi si banchettano le aspirazioni giovanili,
non spargi un pò di sana poesia, ma di quella vera ?
Vediti La Notte dei Gufi (Repubblica/Affari & Finanza pag.3), cazzu iu ! bestie e predatori di sensibilità... http://www.repubblica.it/supplementi/af/2003/02/24/primopiano/002candela.html Giovannino Pedoncino
Italia

Lettera 3
Caro Dago,
ho appena riletto il libro di Giordano Bruno Guerri: "Povera santa, povero assassino". Di questo storico tutto si può dire ma non che sia superficiale nelle sue analisi e la sua ricerca non solo è documentatissima ma sa visualizzare avvenimenti e personaggi collocandoli nel contesto storico in cui si sono svolti con estrema chiarezza ed obiettività. Questa premessa per fare una critica al film della RAI su Maria Goretti. Questa fiction trasuda melassa da tutti pori. Personaggi improponibili, curati, impomatati e rubicondi che si muovono in un ambiente altrettanto irreale se pensiamo all'estrema miseria, al degrado ambientale, all'analfabetismo imperante. Invece vediamo abiti lindi, camicette inamidate, acconciature freschissime, incarnati luminosi da frequentazioni al beauty-farm. Non parliamo dei vestiti delle bambine alla prima comunione! Opera sicuramente di un Valentino. Si rasenta il ridicolo.



Le conversazioni, altra chicca sublime, grondanti tenerezze, lirismi patetici, sentimentalismi poco convincenti, lamentazioni teatrali e frasario ricercato. Ma questo regista, si è documentato, ha fatto una ricerca storica per rientrare nel credibile oppure ha voluto solo stupire una massa di "anime semplici e pie" ? Questa povera derelitta che si vuol far apparire come la virgo virginum praeclara, sarà stata sicuramente una brava creatura ma altrettanto sicuramente non simile all'attrice che l'ha voluta rappresentare. Della madre, poi, di cui si hanno anche le foto, siamo allo stravolgimento più completo. Della contessa è meglio stendere un velo pietoso, a meno che non sia un personaggio di un altro film. Ora voler edulcorare, ma meglio dire manipolare, questo avvenimento doloroso per creare un'icona splendida e splendente di virtù da lasciare attoniti e senza parole non è più accettabile se non suffragata da un minimo di critica. L'assassino ha fatto la fine che tutti sappiamo: ha dovuto espiare e macerare corpo e anima sotto la "vigile guida/regia" di un certo clero, per rendere più esaltante e imperituro il sacro dramma. E' morto, non è difficile capire, plagiato e irretito mentalmente. Poteva sicuramente trovare, una volta libero, una meno dedita alla castità (vera aberrazione sessuale!) e finalmente copulare comme il faut alla faccia di bigotti, benpensanti e ipocriti di ogni rima. Altro che i nostri moderni assassini! Liberi e felici dopo qualche anno di clausura.Ora aspettimo la fiction su Madre Teresa. Questa sì, non splendente, ma abbacinante di luce e carità cristiana e degna di apoteosi.ma nel silenzio e nella riverenza! Come è stata la sua vita e come avrebbe voluto lei. Per favore!

franco-baldissarutti


Lettera 4
Caro D'Agostino,
aggiunga - la prego - una nota all'intemerata di Paolo Forcellini contro i giornalisti (e i giornali) colpevoli di aver oscurato l'audizione del boss di Capitalia Geronzi alla commissione parlamentare d'inchiesta Telekom-Serbia: il deputato che con raffiche di domande contende il proscenio al presidente Trantino è Alfredo Vito, non Elio, come scrive il redattore dell'Espresso.
Non di mero lapsus si tratta. Averli confusi (e si tratta di figure agli antipodi: il primo, votatissimo astro della dc napoletana degli anni '90; ex radicale e oggi capo dei deputati di Forza Italia il secondo) è segno di poca conoscenza della politica italiana e di ancor più scarsa confidenza con i verbali della commissione.
Elementi (conoscenza dei dati fattuali della storia recente e confidenza con gli atti parlamentari) paraltro non richiesti all'acclamata categoria dei retroscenisti, cui Forcellini appartiene, stando almeno al titolo della rubrica di cui è benemerito titolare.
Cordiali saluti
Giovanni Drogo

Lettera 5
Dago, al dopofestival Cossiga doveva essere accompagnato da Katia Ricciarelli, così lui raccontava quando era in Sardegna col nonno pastore, lei quando era povera in casa (e in canna) e così andando. Che caz(bip) c'entra il transessuale, il nuovo ornamento è Floriana del Grande Fratello. Quando vedi Sgarbi, dagli un altro ceffone; quando impara il critico d'arte ad arrangiarsi... (sottile allusione eh?!).
Saluti.
Roberto e basta.

Lettera 6
Dove vanno Sgarbi e Cossiga. Usciti dalla Rai sbattendo la porta non hanno trovato in mediaset l'accoglienza sperata, a causa dell'avversione, rinomata e conclamata, di Piersilvio e del suo stato maggiore nei confronti delle provocazioni e soprattutto dei travestiti.
A che cosa è servito quindi il polverone alzato dal Maurizione nazionale? Possibile che lui non sapesse che portare Sgarbi e Cossiga in Mediaset fosse impossibile fin dall'inizio? E c'è qualcuno che crede veramente che il "nostro" stesse veramente salvando il .... alla RAI? O forse, più realisticamente, stava lavorando per altri, diciamo per una rete alla quale è legato da un bel rapporto .... "sentimentale".... e che, notizia dei "prossimi giorni" trasmetterà un bel dopo-contro-festival pieno di provocazioni???
Cari saluti
Arcibaldo

Lettera 7
Davvero divertente il siparietto di domenica sera a pochi minuti dalla fine di Buona domenica.
Al termine di una parentesi troppo lunga dedicata all'intollerante Baudo che non vuole travestiti al Dopofestival (e lui cos'è), comincia il solito sondaggio tra il pubblico sulla Signora Parietti, a questo punto una gentil Signora del pubblico manifesta i suoi dubbi sulle doti artistiche della Signora di gomma e viene zittita e maltrattata dalla tollerantissima Platinette. Dico il vero: Platinette, che sottolinea la pallosità dell'intervento e come oggi le persone non abbiano più paura del microfono come un tempo, ma addirittura facciano conferenze appena se ne presenti l'occasione. Un secondo dopo la Signora sviene.
Conclusione:

1- Dovete amare per forza la Parietti, che udite udite ha inventato il giornalismo sportivo femminile; saranno contente tutte quelle che hanno studiato per anni per fare le giornaliste ed altrettanto a lungo hanno lottato contro i pregiudizi a colpi di serietà e professionalità per inserirsi in un mondo maschilista per antonomasia, quello del calcio, bastava farsi fare un primo piano in mezzo alle gambe senza mutande in pieno orario da fascia protetta;

2- La Signora Platinette è proprio come appare: acida come una zitella e con l'intuito e la sensibilità e l'intuito di un camionista oltre che tollerantissima.

Questa è la domenica pomeriggio in TV. Aveva proprio torto Mr Jones quando diceva che la televisione italiana fa schifo.
Michela


Copyright Dagospia.com 25 Febbraio 2003