1. ABBAGLI A LONDRA: LA COMUNITA’ ITALIANA CORRE PER LA PRESENTAZIONE DEL BOMBASTICO LIBRO DI LUIGI BISIGNANI. MA SI TRATTAVA DEL FRATELLO GIOVANNI CHE HA PRESENTATO AL GOTHA DELL’AERONAUTICA MONDIALE IL LIBRO “SHAKING THE SKIES” 2. SULLA NOMINA DI VINCENZO FORTUNATO AL VERTICE DI INVIMIT (LA SGR IMMOBILIARE DEL TESORO) E DI ELISABETTA SPITZ, EX-MOGLIE DI MARCO FOLLINI, SACCOMANNI CI RIPENSA? 3. AI PIANI ALTI DI UNICREDIT IL CUORE CONTINUA A BATTERE A SINISTRA. DOPO LA RIVISTA DI MARIA CUFFARO, A COORDINARE LE ATTIVITÀ EDITORIALI IL FIGLIO DI COFFERATI 4. IL VERO “ESORCICCIO” DEL VATICANO NON È IL PAPA FRANCESCO MA ANGELO BAGNASCO

1. A LONDRA LA COMUNITA' ITALIANA CORRE PER LA PRESENTAZIONE DEL LIBRO DI BISIGNANI. MA SI TRATTAVA DEL FRATELLO GIOVANNI CHE HA PRESENTATO AL GOTHA DELL'AERONAUTICA MONDIALE IL LIBRO "SHAKING THE SKIES"
Ieri alla City c'è stato un grande fermento. I banchieri e i trader italiani che lavorano nel miglio d'oro della finanza hanno lasciato gli uffici e i pub fetenti dove passano la maggior parte del tempo per recarsi in massa verso un grande palazzo che si trova al numero 4 di Hamilton Place nella zona di Hyde Park.

A spingerli è stata la voce che nel pomeriggio sarebbe avvenuta la presentazione del libro di Bisignani. Da mesi si parla di quest'opera autobiografica scritta con l'aiuto del giornalista Paolo Madron per conto dell'editore Chiarelettere che ha dato all'opera il titolo allusivo: "L'uomo che sussurrava ai potenti" e che, a quanto sembra ormai certo, uscirà nelle librerie il 30 maggio.

Una volta entrati nel palazzo neoclassico i patrioti della finanza sono stati introdotti dagli uscieri nel grande salone della Royal Aeronautical Society, l'Associazione fondata nel 1866 alla quale aderiscono le più grandi imprese dello spazio. L'ambiente è solenne e alle pareti sono appesi quadri dei fratelli Wright e di altri importanti imprenditori dell'aviazione come Marcel Dassault e Henry McDonald.

È bastato un attimo per capire che sulla presentazione del libro di Gigi Bisignani, più volte rimandata per ragioni legali, c'era stato un colossale equivoco. Infatti dietro l'immenso tavolo di noce scura c'era il fratello Giovanni, più anziano di 10 anni, che ha presentato al gotha dell'aeronautica mondiale il libro "Shaking the Skies", un'opera che ripercorre in chiave autobiografica l'esperienza che Giovanni Bisignani ha fatto dal 2002 al 2011 al vertice della Iata, l'Associazione che riunisce le compagnie aeree di tutto il mondo.

Dopo gli studi ad Harvard Bisignani senior ha trascorso la sua carriera manageriale tra Tirrenia, Eni, Iri e Alitalia di cui è stato amministratore delegato fino al '95 per poi approdare al vertice della Iata. Oggi siede nel consiglio di amministrazione della conglomerata francese Safran e di AirCastle, una delle più importanti società di leasing aereo al mondo, e come si legge sul sito "Intelligonews", è anche consulente di Pratt & Whitney, l'azienda famosa nella fabbricazione dei motori aerei.

2. SULLA NOMINA DI FORTUNATO E DI ELISABETTA SPITZ, EX-MOGLIE DI MARCO FOLLINI SACCOMANNI CI RIPENSA?
Il placido Fabrizio Saccomanni che nella compagine di governo finora è stato l'unico a dare qualche segno di vita, sta riempiendo le caselle dell'organigramma ministeriale.
La maggior parte dei dirigenti che lavoravano accanto al pallido Vittorio Grilli (impegnato a ridipingere il tinello nella casa dei Parioli) è composta da uomini di assoluta fiducia che Saccomanni ha conosciuto alla Banca d'Italia o nel periodo in cui ha lavorato nelle istituzioni finanziarie mondiali.

Il colpo più grosso lo ha fatto schiodando dalla poltrona il Ragioniere Generale dello Stato, Mario Canzio, che una volta estromesso ha lasciato da parte la naturale ironia e ha scritto una penosa lettera di autodifesa. Al suo posto è arrivato da via Nazionale Daniele Franco, il 60enne bellunese che ha lavorato all'ufficio studi della Banca d'Italia ed è molto apprezzato da Mario Draghi.

Anche gli altri tasselli dell'organigramma sono speculari alla filosofia severa che ha imperato dentro Via Nazionale. Questo vale per il capo di Gabinetto Daniele Cabras che ha preso il posto dell'inamovibile Vincenzo Fortunato, e per altri dirigenti come Luigi Caso, Francesco Frettoni e Vieri Ceriani che hanno sempre avuto un feeling stretto con Saccomanni. Nessun problema c'è con il direttore generale del ministero, Vincenzo La Via, che il ministro ha conosciuto alla Banca Mondiale dove aveva un incarico analogo.

L'ultima casella riguarda l'ufficio stampa e la comunicazione che il pallido Grilli aveva affidato al giornalista Filippo Pepe. Nei giorni scorsi era corsa la voce che sullo strapuntino si sarebbe seduto Carlo Maria Fenu, il giornalista in odore di Opus Dei che è stato intercettato in equivoche conversazioni con l'ex-capo di Finmeccanica Giuseppe Orsi.

Ieri il placido Saccomanni stava per fare una scelta diversa, ma ha dovuto distrarsi perché dentro il ministero è montata una piccola rivolta sulle nomine fatte in zona-cesarini dal pallido Grilli per la società che dovrà gestire 351 miliardi di patrimonio pubblico.

Secondo il quotidiano "MF" il capo della segreteria tecnica del ministro, Francesco Alfonso, non avrebbe gradito di essere stato messo di fronte al blitz di Grilli che ha piazzato al vertice di Invimit (la Sgr immobiliare del Tesoro) il suo ex-capo di Gabinetto Vincenzo Fortunato.

Con la calma che viene apprezzata anche nei vertici di Bruxelles, Saccomanni ha fatto presente che finora il decreto di Grilli non è ancora arrivato alla Gazzetta Ufficiale e questo fa pensare che sulla nomina di Fortunato e di Elisabetta Spitz, ex-moglie di Marco Follini, il ministro si riservi un ripensamento.

Per quanto riguarda l'ufficio stampa del ministero sembra che anche per questa funzione abbia intenzione di pescare nel vivaio della Banca d'Italia. La conferma arriva dalla notizia raccolta dal giornalista Pietro Romano secondo il quale il candidato sarebbe Paola Ansuini, attuale responsabile della divisione stampa e relazioni esterne di via Nazionale.


3. AI PIANI ALTI DI UNICREDIT IL CUORE CONTINUA A BATTERE A SINISTRA. A COORDINARE LE ATTIVITÀ EDITORIALI DI UNICREDIT IL PRIMOGENITO DI COFFERATI
Ai piani alti di Unicredit il cuore continua a battere a sinistra.
È quanto si deduce da piccoli segnali che arrivano dall'area che dipende dal manager Giuseppe Scognamiglio, il dirigente distaccato dalla Farnesina che in banca si fa chiamare "ministro".

Il suo nome è rimbalzato in uno degli ultimi consigli di amministrazione di Unicredit quando quel sito disgraziato di Dagospia ha rivelato che il cosiddetto ministro ha messo in piedi la piccola società "Europeye" di cui Unicredit detiene il 90% mentre le rimanenti quote sono intestate a un think tank europeo e a una società di produzione cinematografica (Far out films) alla quale ha collaborato anche Dorotea Morlicchio, moglie di Scognamiglio.

L'attivita' della strana societa' pubblico-privata si esprime sopratutto nella rivista "East" diretta dalla giornalista del Tg3 Maria Cuffaro. Nel comitato scientifico si ritrovano numerosi economisti di sinistra, primo fra tutti Paolo Guerrieri, la testa d'uovo di D'Alema che ieri sera si è esibito in un incontro organizzato da Enrico Cisnetto insieme ad Alemanno, Bini Smaghi e all'evanescente economista francese Fitoussi.

L'ultima notizia sui movimenti nell'isola "rossa" di Unicredit riguarda Cofferati, l'ex-leader sindacale che si sta riavvicinando alla politica dopo una parentesi sentimentale. Sembra infatti che il figlio Simone (39 anni, due lauree) sia stato incaricato da Scognamiglio di coordinare le attività editoriali di Unicredit. Il primogenito di Cofferati già lavorava nella divisione CEE di Unicredit dove seguiva come caporedattore una newsletter online.


4. IL VERO "ESORCICCIO" NON IL PAPA FRANCESCO MA ANGELO BAGNASCO
Avviso ai naviganti: "Si avvisano i signori naviganti che i prelati d'Oltretevere sono profondamente incazzati per la forzatura mediatica che ha portato i giornali a definire "esorcista" Papa Bergoglio.

L'episodio di domenica scorsa del Papa che avrebbe pronunciato una preghiera ponendo le mani sulla testa di un ragazzo posseduto dal demonio, è stato nettamente ridimensionato. Per altri vescovi l'accusa di esorcista dovrebbe essere attribuita al presidente della Cei, Angelo Bagnasco, che ieri durante l'assemblea della CEI ha posato le mani sul governo di Enrichetto Letta dicendo testualmente: "chi blocca l'esecutivo ne risponderà alla storia".

Dopo la benedizione ai governi Berlusconi e Monti, molti vorrebbero che l'esorcista Bagnasco si dedicasse ad attività meno miracolose".

 

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