1- AHI, AHI! CAI,CAI! COMINCIA DALLA CAI-ALITALIA IL VOLO DI PASSERA ATTRAVERSO IL CONFLITTO DI INTERESSI. STA PER ESPLODERE LA GRANA DI AIRONE SALVATA DALL'EX-BANCHIERE DI INTESA FACENDO SPARIRE DAL BILANCIO DI INTESA I DEBITI DI AIRONE IN ALITALIA 2- un papocchioNE CONFEZIONATO in duplex con berlusconi-letta COSTATo ALMENO 3 MILIARDI ALLE CASSE PUBBLICHE. E QUESTO È SOLO L'INIZIO dell'avventura di un ministro che deve legiferare su ciò che ha fatto DA MANAGER 3- IL NUOVO ANTITRUST GUIDATO DA PITRUZZELLA INIZIA IL SUO CAMMINO DA UNO DEI DOSSIER PIÙ CALDI: L´ABUSO DI POSIZIONE DOMINANTE DI ALITALIA SU DIVERSE ROTTE DOMESTICHE. E LA DELEGA AI TRASPORTI È IN MANO PROPRIO AL PASSEROTTO 3- MA PER L'ALITALIA IL FUTURO È GIÀ SEGNATO: SVENDITA AD AIR FRANCE PER FAR FELICE I ’’PATRIOTI’’ DI BANANA & PASSERA (CHE RIVENDERANNO LE LORO QUOTE CON PLUSVALENZA)

1- PASSERA: SOLUZIONE PER LE AZIONI INTESA, NON HO CONFLITTI
Corrado Passera - Lettera a "Repubblica"

Caro Direttore, Le mando alcune brevissime considerazioni sul mio presunto conflitto di interesse. Qualche giorno fa mi è stato proposto di diventare Ministro in un momento molto difficile per il nostro Paese: ho accettato e, naturalmente, ho lasciato il mio precedente incarico. Già questo dovrebbe eliminare terreni di conflitto.

Se per conflitto di interesse ci si volesse riferire al fatto che i miei risparmi sono concentrati in azioni di Intesa Sanpaolo - non ho infatti mai venduto le azioni che negli anni ho via via acquistato - ho immediatamente attivato la predisposizione di una soluzione molto lineare, che elimini ogni possibilità di strumentalizzazione e che sto finalizzando proprio in questi giorni. In questo modo non potrà esserci dubbio sulla trasparenza delle scelte che sarò chiamato a fare.

Se, infine, per conflitto di interesse, ci si volesse riferire ai progetti di ristrutturazione e rilancio aziendale da me seguiti in tanti settori pubblici e privati, Le confermo che - con la stessa passione e con lo stesso rigore con i quali ho difeso nel passato l´interesse di quelle aziende e degli azionisti della banca - oggi le mie decisioni guarderanno esclusivamente all´interesse generale e alle norme che regolano i dicasteri che ho la responsabilità di guidare.
Corrado Passera

2- ALITALIA, INDAGINE ANTITRUST SULLA MILANO-ROMA - IL DOSSIER SUL TAVOLO DI PASSERA
Ettore Livini per "Repubblica"

Il nuovo Antitrust guidato da Giovanni Pitruzzella inizia il suo cammino da uno dei dossier più caldi sul tavolo dell´autorità: quello sull´abuso di posizione dominante di Alitalia su diverse rotte domestiche. Via Verdi ha avviato ieri l´istruttoria per verificare l´effetto della fusione tra l´ex Air One e la vecchia compagnia di bandiera in occasione della vendita alla società guidata da Roberto Colaninno e Rocco Sabelli sulla Fiumicino-Linate e su altre 17 tratte tricolori.

Le nozze nei cieli avevano creato nel 2008 una sorta di monopolio con ben 14 collegamenti - compresa la ricca Roma-Milano - su cui il gruppo trasportava più del 98% dei passeggeri. Il governo Berlusconi, per convincere la cordata dei patrioti a presentare un´offerta in competizione contro quella di Air France, aveva congelato all´epoca per decreto la situazione, imponendo a una moratoria di tre anni sul fronte antitrust. E ora, chiuso l´ombrello aperto da Arcore, Pitruzzella ha fatto ripartire l´iter per verificare l´eventuale sussistenza di posizioni dominanti.

Il provvedimento pubblicato ieri contiene però almeno due buone notizie per Alitalia: la prima è che eventuali decisioni contro la compagnia saranno rese operative solo dalla stagione invernale 2012-2013 che inizia dal prossimo ottobre. Non solo: l´esame dell´authority prenderà in considerazione nell´ambito della valutazione sul grado di concorrenza la presenza sulle tratte interessate di «competitor intermodali».

In parole povere si terrò conto della presenza del Frecciarossa sulla Roma-Milano. Il treno ad alta velocità, del resto, ha già rubato diversi passeggeri all´Alitalia. Oggi trasporta il 55% dei passeggeri tra la capitale e il capoluogo lombardo contro il 35% dell´aereo e il 10% della macchina, arrivando a coprire anche il 40% del mercato business.

La partita è comunque delicata per la compagnia aerea. Dopo la vendita, infatti, il conto economico - penalizzato dalla concorrenza delle low cost su diverse tratte continentali - ha beneficiato parecchio, sostengono molti osservatori, della rigidità delle tariffe sulle rotte gestite in monopolio. Tanto che nel governo Berlusconi, secondo alcune indiscrezioni, era circolata l´ipotesi di una proroga della protezione antitrust.

La partita però adesso è complicata da più di un fattore: in primis il cambio di governo. Il secondo che la delega ai trasporti è in mano a Corrado Passera, ex consigliere delegato di Intesa Sanpaolo (azionista di Alitalia) e all´epoca grande sponsor della cordata di Colaninno.

I vertici dell´aerolinea ostentano, comunque, sicurezza. Nel 2011, malgrado le difficoltà nell´ultimo trimestre legate al calo dei biglietti business, il risultato non dovrebbe essere poi troppo lontano dal pareggio operativo. Resta invece in stand-by, causa difficoltà finanziarie del socio transalpino, l´ipotesi di fusione con Air France anche se la collaborazione industriale tra i due gruppi, ha ricordato ieri Sabelli, «funziona molto bene».

3- IL PAPOCCHIO VOLANTE DI PASSERA-BERLUSCONI-LETTA
Gianni Dragoni per Sole 24Ore.com

Alitalia-Cai chiuderà in rosso anche il bilancio 2011, il terzo anno di attività. Il risultato netto negativo è stimato intorno ai 100 milioni di euro, a meno di operazioni straordinarie prima di Capodanno. Questo porterà ad oltre 600 milioni le perdite nei primi tre anni di vita per la compagnia presieduta da Roberto Colaninno.

Il patrimonio netto si ridurrà a poco più di 450 milioni, il 38% circa dei 1.170 milioni di capitale versati all'inizio del viaggio. Il capitale iniziale è ripartito tra gli 847 milioni versati dai 20 soci italiani (erano 21, ma la Fingen dei fratelli Fratini si è ritirata) e 323 milioni da Air France-Klm, che è il primo azionista della compagnia "italiana", con il 25 per cento.

In origine il piano della Cai, elaborato da Intesa Sanpaolo quando era guidata da Corrado Passera, divenuto ministro dello Sviluppo economico, Infrastrutture e Trasporti nel governo Monti, prevedeva l'utile al terzo anno. I traguardo è stato rimandato al 2012. Quest'anno era fissato l'obiettivo del pareggio operativo, il risultato prima di oneri finanziari, voci straordinarie e tasse. Ma non dovrebbe essere centrato, secondo le ultime stime della compagnia.

Ieri l'amministratore delegato, Rocco Sabelli, ha detto: «Se non sarà pareggio operativo non ci andremo lontani». Se il pareggio operativo fosse raggiunto, sarebbe però per merito di robusti proventi non gestionali o una tantum, non per la gestione. Nel primo semestre, secondo la relazione sui conti al 30 giugno, un documento che Il Sole 24 Ore ha consultato, i conti hanno beneficiato di 115,73 milioni di "saldo proventi e oneri diversi".

Un importo elevato, nel 2010 i proventi "diversi" erano 31,32 milioni nel semestre. Senza questi apporti il bilancio 2011 sarebbe in rosso per oltre 200 milioni. La nuova Alitalia ha ridotto i costi rispetto alla compagnia pubblica, oltre 7mila persone della vecchia azienda sono state lasciate a casa. Dal primo novembre però anche 700 dipendenti della "nuova" sono in cassa integrazione, per contenere i costi.

Quello che preoccupa di più, dice Sabelli, che da almeno sei mesi è considerato vicino all'uscita, è l'anno prossimo. «Non è il dato di fine 2011 quello che mi preoccupa quanto quello che accadrà negli anni successivi», ha detto in un'intervista ad Affari & Finanza di Repubblica il 28 novembre.

Il momento è critico. Non è solo una questione di conti in rosso. La nuova Alitalia è una compagnia ridimensionata, serve il mercato italiano con meno voli di quanto facessero la malandata compagnia statale e il suo ex concorrente che ha assorbito, Air One. La Cai perde quote di mercato. Da gennaio a settembre i passeggeri di Alitalia sono aumentati del 6,6% a 18,8 milioni, un tasso di crescita inferiore a quello, il 7,65%, dei passeggeri in tutti gli scali italiani calcolato dall'Assaeroporti.

Secondo la relazione semestrale, da gennaio a maggio la quota di mercato media di Alitalia sulle destinazioni nazionali è del 48,5%, inferiore al 50,4% dello stesso periodo del 2010, che già era in calo. Tre anni fa Sabelli aveva stimato di avere il 56% del mercato nazionale. Su tutte le destinazioni all'estero la quota di mercato media di Alitalia nei primi cinque mesi è del 12,6%, in ribasso dal 13,1% dello stesso periodo del 2010.

Secondo dati di Airline Business, mostrati da Assaeroporti a un recente convegno, nel traffico tra l'Italia e i paesi dell'Unione europea il primo vettore è Ryanair con una quota di mercato del 24%, dieci punti più di Alitalia. Per la Cai adesso si apre anche il fronte Antitrust. Alla scadenza della protezione triennale assicurata per decreto nel 2008 da Silvio Berlusconi al monopolio nei cieli nazionali, ieri l'Antitrust ha aperto un'istruttoria (si veda l'articolo a fianco) che riguarda soprattutto la posizione dominante a Linate, dove Sabelli detiene circa il 70% degli slot.

Forse l'Antitrust non obbligherà Cai ad aprire alla concorrenza la Linate-Roma, perché c'è il treno veloce, ma probabilmente chiederà di aprire alla concorrenza e rilasciare slot per le rotte da Linate al Sud. Secondo i piani iniziali della cordata italiana, dopo quattro anni le azioni sarebbero state vendute a Air France-Klm. Il vincolo a non vendere (lock up) scade il 12 gennaio 2013. Mancano 13 mesi e 10 giorni.

Con un capitale assottigliato dalle perdite, la sfida per la Cai è attraversare le difficoltà del 2012 senza chiedere ai soci altri soldi. Con la caduta del governo Berlusconi per i "patrioti" la vita sarà più difficile, mentre Passera è entrato al governo, dove si occuperà anche di trasporto aereo. Neppure Air France-Klm se la passa bene, nel semestre aprile-settembre ha una perdita di 183 milioni e i debiti finanziari sono saliti a 6,5 miliardi.

Fra 13 mesi, forse neppure Jean-Cyril Spinetta avrà voglia di staccare un assegno che ricompensi Colaninno e soci delle somme investite nella Cai. Chissà se, in alternativa, sarà la Cassa depositi e prestiti a dare ossigeno alla Cai.

 

 

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