ALI-TIHAD, PROVE DI NOZZE SENZA FINE - PIRELLI CEDE STEELCORD A BEKAERT - IL RITORNO DEL "FAVOLOSO FAB" DI GOLDMAN SACHS - AEROPORTI CONTESI TRA PISA E FIRENZE - ZUCKERBERG NON CONVINCE GLI AD

1. ALITALIA AL VAGLIO DI ETIHAD- STRETTA SUI TEMPI DELLE NOZZE
R.E. per ‘La Stampa'

Per il matrimonio con Etihad «continuano le negoziazioni», la compagnia degli Emirati arabi entro un mese concluderà l'analisi dei conti e il ruolo di Luca di Montezemolo è «benvenuto» proprio per i contatti con gli investitori del Golfo Persico, ma il presidente resta Roberto Colaninno. Così l'ad di Alitalia, Gabriele Del Torchio, che si dice poi «ottimista» sull'esito del fidanzamento arabo perché l'unione «converrebbe a entrambi».

A margine della presentazione del nuovo mensile di bordo, Ulisse, il manager aggiunge di voler «continuare a essere partner leali di Air France con cui abbiamo un accordo fino al 2017». È quindi confermato che le trattative potranno essere a tre e che il puzzle è complicato. La partita con i sindacati è in corso ed è dura, ma alla fine si chiuderà, perché riuscire a tagliare i costi senza perdere posti di lavoro - dice il manager, che annuncia un piano per il rilancio del gruppo al Nord, - va bene a tutti.

2 - PIRELLI: IMMINENTE ACCORDO SU STEELCORD, ENTRO 48 ORE LA CESSIONE A BEKAERT
Radiocor - E' imminente il passaggio delle attivita' Steelcord di Pirelli al gruppo belga Bekaert. L'accordo - secondo quanto risulta a Radiocor - verra' formalizzato entro 48 ore portando l'intera produzione della cordicella metallica utilizzata nella fabbricazione degli pneumatici, che Pirelli realizza in cinque impianti (in Italia a Figline Valdarno, in Cina, Turchia, Romania e Brasile), al gruppo fiammingo specializzato nella trasformazione del filo d'acciao. Ieri il presidente di Pirelli Marco Tronchetti Provera aveva parlato di una trattativa ormai in fase di finalizzazione.

La valutazione degli asset ceduti da Pirelli dovrebbe aggirarsi tra i 220 e i 250 milioni di euro stando alle indiscrezioni circolate nelle scorse settimane. Il contratto comprende un accordo di lungo termine sulla fornitura dello steelcord a Pirelli anche dopo la vendita dell'attivita' produttiva a Bekaert. In Borsa Pirelli guadagna l'1,34% a 12,82 euro proprio sulla scia delle dichiarazioni rilasciate da Tronchetti sulla dismissione in arrivo.

'Uno dei motivi per il nostro upgrade del titolo a novembre - scrivono oggi gli analisti di Mediobanca Securities - e' stato l'elevata probabilita' di razionalizzazione del portafoglio e di cessione degli asset, Questa notizia supporta la nostra posizione positiva'. 'Riteniamo positiva la cessione di una business commodity - aggiunge Intermonte - e diluitiva della marginalita' operativa della societa''.

3 - PIRELLI, IL 43% IN MANO A FONDI ISTITUZIONALI ESTERI TRONCHETTI: NON ABBIAMO VENDUTO RCS E MEDIOBANCA
Dal "Corriere della Sera" - Il 43% del capitale di Pirelli è in mano a fondi istituzionali esteri: «Hanno fiducia in noi». Lo ha sottolineato il numero uno di Pirelli, Marco Tronchetti Provera, a margine di un incontro sulle energie rinnovabili a Milano. In particolare il presidente della Bicocca rileva come «nel 2009 gli investitori istituzionali esteri erano al 16%. E negli ultimi due anni sono passati dal 26 alla quota attuale». In generale è comunque anche l'Italia a essere «tornata, insieme all'Europa, attrattiva per gli investitori internazionali».

Tronchetti ha poi detto che finora il gruppo non ha venduto le partecipazioni detenute in Rcs (pari al 5,44%) e Mediobanca (l'1,83%) ». In novembre, in occasione della presentazione del piano industriale, era stata annunciata la possibilità, nel corso del periodo, di cedere asset finanziari per oltre 150 milioni.

4 - DA GOLDMAN ALL'UNIVERSITÀ, IL RITORNO DEL «FAVOLOSO FAB»
M.Ga. per il "Corriere della Sera" - «Elementi di analisi economica 3» è il poco invitante titolo di un corso che si terrà in primavera alla University of Chicago. Eppure tra gli studenti c'è grande interesse perché a insegnare ci sarà un professore d'eccezione: Fabrice Tourre, il celebre «Fabulous Fab», l'ex vicepresidente della Goldman Sachs accusato, con la banca, di aver truffato gli investitori con spregiudicate operazioni finanziarie, e condannato sei mesi fa.

A differenza della Goldman, che ha patteggiato pagando una multa di mezzo miliardo di dollari, Tourre ha deciso di andare fino i fondo: «Sono stato disinvolto ma non ho commesso reati, rivoglio il mio onore». Condannato, ha fatto ricorso in appello (causa civile, Tourre non finirà in galera). Intanto, lasciata la banca, il finanziere francese, 35 anni, è tornato agli studi. Laureato in matematica a Parigi e con un master a Stanford, adesso punta al dottorato di ricerca in economia a Chicago.

Dove, oltre a studiare, fa l'assistente e insegna. Fino a qualche tempo fa era anche la stella dei «Bootstrappers», la squadra di calcio dell'università che con lui in campo non ha mai perso. Ma un mese fa un'entrata dura ha posto fine alla stagione sportiva dell'ex banchiere (rottura del tendine d'Achille), che ora si consola diventando titolare di un vero e proprio corso d'insegnamento universitario, anche se solo trimestrale. Grande sorpresa alla Sec, l'authority che lo ha denunciato.

E a Chicago qualcuno dice che Milton Friedman si rivolta nella tomba. Ma gli studenti difendono il corso: «Ascoltare gente come Fabrice, che ha esperienza e viene da banche d'investimento, è molto utile». I titoli per insegnare li ha. Né si può dire che difetti nell'oratoria: quando fu chiamato a deporre al Congresso, deputati e senatori erano decisi a farlo a pezzi, ma lui uscì quasi a testa alta, come il capro espiatorio di un gioco più grande di lui del quale, comunque, si prendeva le responsabilità.

5 - TRA PISA E FIRENZE LA CONTESA DEGLI AEROPORTI
Marco Gasperetti per il "Corriere della Sera" - Pisa trema, Firenze spera, il governatore della Toscana s'arrabbia. Il decollo verticale di Matteo Renzi verso Palazzo Chigi sembra aver rinvigorito paure e speranze tra le due città toscane. Non sono i soliti campanili, stavolta, ma l'infinita disputa sugli aeroporti.

E' noto che Firenze vorrebbe un «Amerigo Vespucci» potenziato, con una nuova pista e in grado di far atterrare anche aerei di medio e lungo raggio, mentre Pisa difende la rendita di un «Galileo Galilei» internazionale, che macina record ogni trimestre ed è appena entrato nella top ten dei più amati dai passeggeri in partenza e in transito dall'Italia con 4,5 milioni di passeggeri e ricavi operativi di 70 milioni di euro.

Così, l'insediamento del premier, da sempre sostenitore di un potenziamento dell'aeroporto fiorentino e dalla realizzazione di una seconda pista da 2,4 chilometri (lunghezza che permetterebbe di far atterrare aerei di medio e largo raggio), sta creando qualche patema nella città di Enrico Letta.

A complicare la situazione le dichiarazioni del presidente dell'Enac, Vito Riggio, che ha ribadito l'importanza di realizzare a Firenze una nuova pista. Il problema è che una pista più ampia, oltre a scatenare le ire dei sindaci e degli abitanti della piana fiorentina (Prato in testa), farebbe concorrenza a Pisa e rischierebbe di mandare all'aria i piani della Regione, primo tra tutti la creazione di una holding tra gli aeroporti di Pisa e Firenze.

Presidente del Vespucci è poi Marco Carrai, fautore della super pista, e uno degli uomini più fidati di Renzi. Ma il governatore Rossi non cede di un millimetro: «Gli accordi con Enac sono per una pista da 2 chilometri - tuona -, non ci sono altre possibilità».

6 - TATA IN LUTTO CANCELLA GALA E CONFERENZA
Da "il Giornale" - Tata Motors, da sempre fedele espositore al Salone dell'auto di Ginevra (unica rassegna internazionale dell'auto a cui l'ex numero uno Ratan Tata non è mai mancato), quest'anno ha deciso di tenere un profilo basso. Ci sarà lo stand con la gamma di autovetture, ma sono statecancellate sia la conferenza stampa sia la tradizionale cena di gala. Il tutto in segno di rispetto nel confronti di Karl Slym, l'amministratore delegato morto suicida a Bangkok alla fine di gennaio, lanciandosi dalla finestra dell'albergo in cui era alloggiato. A Ginevra, comunque, dovrebbe essere presente il successore di Tata alla guida del gruppo, tra l'altro proprietario di Jaguar e Land Rover, Cyrus Mistry.

7 - ZUCKERBERG A CENA NON CONVINCE GLI AD
Da "il Giornale" - Mark Zuckerberg a Barcellona ha invitato 20 ad di aziende di tlc ma non li ha convinti sulla bontà dell'operazione Facebook-WhatsApp. Del resto sia il ceo di Vodafone, Vittorio Colao, e quello di Orange, Stephane Richard, sono da sempre convinti che gli Ott (gli over the top da Facebook a Google) debbano pagare il giusto prezzo per poter usare le reti ultraveloci. Le telco non vogliono restare escluse dal mondo dei servizi e certamente non vogliono lasciare «la polpa» a Facebook per diventare solo dei manutentori di autostrade digitali. Non è un caso che il valore di Facebook (180 miliardi di dollari) sia superiore a quello di Vodafone, Orange e Telecom Italia messe insieme.

8 - BANKITALIA E LE DISTANZE FRA VENETO E VICENZA
L.D. per il "Sole 24 Ore" - Difficile fare un matrimonio quando uno dei due non vuole. Ecco perchè a poco è servito il faccia a faccia tenutosi la scorsa settimana in Bankitalia tra i vertici di Veneto Banca, la sposa recalcitrante, e Popolare di Vicenza. I presidenti delle due popolari venete si sarebbero infatti incontrati davanti ai funzionari di Palazzo Koch per ragionare sul progetto di fusione. Ma il vertice tra Gianni Zonin, presidente di PopVi, e Flavio Trinca, presidente di Veneto Banca, non avrebbe sortito alcun effetto, lasciando entrambi i soggetti sulle posizioni di partenza. La fusione, aveva detto l'ad di Montebelluna Vincenzo Consoli nei giorni scorsi, è «un'operazione sbagliata». Zonin, da parte sua, aveva risposto «che noi non facciamo nulla per forza». Chissà che non serva aspettare del tempo, e magari i risultati dell'Aqr, per tornare al tavolo del confronto.

10 - MOODY'S E IL RITORNO DEI MUTUI SUBPRIME
R.Fi. per il "Sole 24 Ore" - Il boom Usa delle società di credito non bancarie potrebbe innescare nuovi rischi sul mercato dei mutui. Gruppi come Ocwen - maggiore società di intermediazione sui mutui, che oggi gestisce prestiti per oltre 500 miliardi di dollari contro i 43 del 2005 - Nationstar e Walter Investment, stanno infatti valutando una diversificazione dell'attività e questo, secondo un allarme lanciato da Moody's, potrebbe spingerli nel mercato dei mutui subprime, quelli ad alto rischio. Il paradosso, secondo Moody's, è che la diversificazione potrebbe essere indotta proprio dal tentativo di aggirare il monitoraggio più severo sulle attività «core» da parte delle autorità di regolamentazione.

 

 

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