alitalia calenda gubitosi

ALITALIA FU (LA GRAND'ITALIA DI RENZI) – CALENDA: ‘’NEL GIRO DI SEI MESI, VENDITA O LIQUIDAZIONE - SEI MESI PERCHÉ L'UNIONE EUROPEA PUÒ DARE L'OK A UN AIUTO PUBBLICO PER UN PERIODO DI TEMPO LIMITATO" - LA NAZIONALIZZAZIONE DI ALITALIA È SECCAMENTE ESCLUSA ANCHE DAL MINISTRO DEL LAVORO GIULIANO POLETTI

Lucio Cillis per Repubblica.it

 

alitaliaalitalia

I dipendenti Alitalia respingono con una maggioranza schiacciante - 67% di no - il piano di salvataggio lacrime e sangue. Si schiudono in questo modo le porte del commissariamento, varato oggi dal consiglio di amministrazione della compagnia riunito in seduta straordinaria. Poco prima delle 18, è l'Enac a informare che il presidente di Alitalia, Luca Cordero di Montezemolo, ha comunicato ufficialmente a Vito Riggio, presidente dell'Ente nazionale per l'aviazione civile, la decisione del Cda della compagnia aerea di avviare la procedura per la nomina del commissario. L'Enac ha preso atto che, al momento, esistono le condizioni per il mantenimento della piena operatività di Alitalia, su cui l'Ente continuerà a mantenere la propria vigilanza istituzionale in base alla normativa europea vigente.

CALENDACALENDA

 

ALITALIA ETHIADALITALIA ETHIAD

Al Tg3, è il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda a delineare gli scenari futuri di Alitalia. "La cosa più plausibile, viste le dichiarazioni del Cda, è che si vada verso un breve periodo di amministrazione straordinaria che si potrà concludere nel giro di sei mesi o con una vendita parziale o totale degli asset di Alitalia oppure con la liquidazione. Se ci saranno aziende interessate a rilevarla è tutto da vedere, è prematuro a dirsi".

 

Sei mesi, aggiunge Calenda, anche perché l'Unione europea può dare l'ok a un aiuto pubblico per Alitalia "per un periodo di tempo limitato", appunto "un orizzonte di sei mesi, a condizioni molto precise che vanno negoziate e che negozieremo sotto forma di prestito". Si tratterà solo di un "ponte finanziario transitorio" e non di "una nazionalizzazione né di 5 anni di amministrazione straordinaria o di miliardi di euro di perdite".

REFERENDUM ALITALIAREFERENDUM ALITALIA

 

Quanto ai lavoratori, "dipenderà molto dagli sbocchi che si troveranno nel corso dell'amministrazione straordinaria". Ora non si può parlare di esuberi, spiega Calenda, ricordando che dopo la vittoria del 'no' al piano industriale nel referendum indetto dai sindacati "tutto è in discussione" e "si vedrà nei prossimi mesi".

 

La nazionalizzazione di Alitalia è seccamente esclusa anche dal ministro del Lavoro Giuliano Poletti, mentre "il tema degli ammortizzatori c'è. Alitalia è un'azienda privata: ora dobbiamo aspettare la decisione degli azionisti, poi siamo pronti ad applicare la legge per tutelare i lavoratori" dichiara a SkyTg 24. Per il ministro, il 'no' al referendum da parte dei lavoratori di Alitalia "produce un problema di molto difficile soluzione che danneggia gli stessi lavoratori. Perché hanno votato no? Una miscela di elementi: la rabbia per essersi trovati ancora una volta in crisi, una critica al management per i risultati che non sono venuti, scarsa fiducia nel piano".

 

REFERENDUM ALITALIA1REFERENDUM ALITALIA1

Ecco, dunque, la strada intrapresa dal cda Alitalia dopo la sonora bocciatura del piano quinquennale firmato con i sindacati sul tavolo del governo. Respinto al mittente dal risultato del referendum tra i dipendenti, con numeri che parlano chiaro: aventi diritto 11.646, voti totali 10.173, a favore dell'accordo 3.206, contrari 6.816 (più del doppio), schede bianche 17 e nulle 134. Presone atto, stamattina il consiglio di amministrazione di Alitalia, "data l'impossibilità di procedere alla ricapitalizzazione", ha deciso di "avviare le procedure previste dalla legge (ipotesi di commissariamento o liquidazione dell'azienda, ndr) e ha convocato un'assemblea dei soci per il 27 aprile" che in realtà si terrà probabilmente il 2 maggio in seconda convocazione, per deliberare in sostanza il fallimento. Inoltre secondo la compagnia "non ci saranno per ora conseguenze sull'operativo dei voli". 

 

CARLO CALENDACARLO CALENDA

Slitta intanto l'incontro al Mise che era stato fissato per fare il punto dopo l'esito del referendum: il vertice si farà solo dopo l'assemblea dei soci di Alitalia. In una nota, James Hogan, numero uno del gruppo Etihad, parla di "voto profondamente deludente". "L'accordo preliminare con i sindacati - aggiunge - era stato reso possibile e supportato dai leader degli stessi sindacati, dal management di Alitalia, dal primo ministro italiano e da tre ministri del governo, che avrebbero aiutato a mettere il futuro di Alitalia al sicuro".

stfnn22 pigi bersani giuliano polettistfnn22 pigi bersani giuliano poletti

 

 

Ultimi Dagoreport

osnato fazzolari savona banco bpm

FLASH! – NONOSTANTE SIA FINITO NEL MIRINO DI FAZZOLARI (TRAMITE IL BRACCIO ARMATO, MARCO OSNATO), IL PRESIDENTE DELLA CONSOB, PAOLO SAVONA, NON È UN TIPINO FACILE DA “PIEGARE”, VISTA ANCHE LA SUA “SARDITUDINE”: SA CHE SE DOVESSE PARTIRE DA PALAZZO CHIGI L’ORDINE DI RASSEGNARE LE SUE DIMISSIONI, SI REGISTREREBBE UN PESANTISSIMO CONTRACCOLPO SULLA BORSA DI MILANO – COSE MAI VISTE NELLA GUERRA IN CORSO TRA LA FINANZA MILANESE E IL GOVERNO DI ROMA: IERI E' APPARSA UNA PAGINA DI PUBBLICITÀ SUL “GIORNALE” DI ANGELUCCI, CON CUI BANCO BPM, CARO ALLA LEGA DEL MINISTRO GIORGETTI, SPARA UN GIGANTESCO "NO" ALL’OPS DI UNICREDIT...

simone inzaghi arabia saudita massimiliano allegri antonio conte vincenzo italiano

DAGOREPORT - QUEL DEMONE DI SIMONE INZAGHI, ALLA VIGILIA DELLE DUE PARTITE PIÙ IMPORTANTI DELLA STAGIONE CON IL COMO IN CAMPIONATO E CON IL PSG IN CHAMPIONS, SAREBBE FORTEMENTE TENTATO DALL’OFFERTA DA 20 MILIONI DI PETRO-DOLLARI ANNUI DELL’AL HILAL - L'INTER, CON LA REGIA DI MAROTTA, STAREBBE GIÀ CERCANDO DI BLOCCARE IL CONTE MAX ALLEGRI, CHE AVREBBE RICEVUTO UN’OFFERTA DA 6 MILIONI DI EURO DAL NAPOLI DI AURELIONE DE LAURENTIIS CHE SI STA CAUTELANDO DAL PROBABILE ADDIO DI ANTONIO CONTE, CORTEGGIATO DALLA JUVENTUS – E IL MILAN, SFUMATO VINCENZO ITALIANO, CHE RESTA A BOLOGNA, STAREBBE VIRANDO SU…

rai giampaolo rossi giancarlo giorgetti silvia calandrelli antonio marano felice ventura

DAGOREPORT – COME MAI LA LEGA HA DATO L’OK A FELICE VENTURA, IN QUOTA FDI, E GIA' CAPO DEL PERSONALE RAI, AL DOPPIO INCARICO CON LA PRESIDENZA DI RAI PUBBLICITÀ? - DOPO LO SHAMPOO DI GIORGETTI ALL'AD ROSSI CHE VOLEVA LA DEM CALANDRELLI (IL MEF E' L'AZIONISTA AL 99,56% DELLA RAI), È ANDATA IN SCENA LA PIÙ CLASSICA DELLE SPARTIZIONI DI POTERE, SOTTO L'ABILE REGIA DI MARANO, PRESIDENTE PRO-TEMPORE DI VIALE MAZZINI, IN QUOTA LEGA: IL CARROCCIO, IN CAMBIO DELL’OK A VENTURA, OTTIENE DUE VICEDIREZIONI A RAISPORT (CON BULBARELLI E DE LUCA) - UN COLPO IMPORTANTE PER LA LEGA IN VISTA DELLE "SUE" OLIMPIADI INVERNALI MILANO-CORTINA (RAISPORT HA UNA SEDE A MILANO)...

il patriarca kirill con vladimir putin alla veglia pasquale

FLASH – QUANDO IL MINISTRO DEGLI ESTERI RUSSO, SERGEI LAVROV, CHIUDE LA PORTA ALNEGOZIATO IN VATICANO SOSTENENDO CHE NON SIA “ELEGANTE CHE PAESI ORTODOSSI (RUSSIA E UCRAINA) DISCUTANO IN UNA SEDE CATTOLICA” DELLA PACE, UTILIZZA UN ARGOMENTO PRETESTUOSO. INNANZITUTTO PERCHÉ L’UNITÀ ORTODOSSA SI È ROTTA CON L’INVASIONE DELL’UCRAINA DEL 2022 (LA CHIESA DI KIEV HA PRESO LE DISTANZE DA QUELLA DI MOSCA). E POI PERCHÉ RIVOLGERSI AL PAPA FAREBBE OMBRA AL PATRIARCA DI MOSCA, KIRILL, CHE HA BENEDETTO PUTIN E LA SUA “OPERAZIONE SPECIALE” PARLANDO DI “GUERRA SANTA…”