tasse sui lavoratori dipendenti

ITALIA, UN PAESE BASATO SULL’EVASIONE FISCALE - AUMENTA LA PROPENSIONE A NON PAGARE LE TASSE DI LAVORATORI AUTONOMI E IMPRESE, DECISI A RESTARE NELLA SOGLIA DI REDDITO PER USUFRUIRE DELLA FLAT TAX - IN PRATICA SI SOTTOFATTURA PER CONTINUARE A BENEFICIARE DELL'ALIQUOTA RIDOTTA DEL 15% - A SCENDERE IN MANIERA SIGNIFICATIVA, PER EFFETTO DELLA FATTURAZIONE ELETTRONICA, È INVECE LA PROPENSIONE ALL'EVASIONE DELL'IVA, CHE CALA DAL 23,4 AL 19,3%, CHE IN VALORE ASSOLUTO VALE OLTRE 8 MILIARDI RISPETTO ALLA MEDIA DEL 2017-2019…

Paolo Baroni per “la Stampa”

 

tasse sul reddito

Nel 2019 il «tax gap», ovvero il divario tra le imposte effettivamente versate e quelle che invece i contribuenti avrebbero dovuto versare, che di fatto misura la propensione all'evasione degli italiani, per la prima volta è sceso sotto i 100 miliardi di euro attestandosi a quota 99,24 (86,5 di mancate entrate tributari e 12,7 di mancati contributi) contro una media di 103,259 del periodo 2017-2019. In base alla «Relazione sull'economia non osservata e l'evasione fiscale e contributiva» allegata alla Nota di aggiornamento appena approvata dal governo tra il 2015 ed il 2019 il tax gap si è ridotto in valore assoluto di 6,9 miliardi di euro ed anche la propensione all'evasione si è ridotta di 2,7 punti.

 

tasse sulla casa imu tari

Ma in base i primi dati sul 2020 ci sono segnali in controtendenza: aumenta infatti la propensione all'evasione di autonomi e imprese. I primi, infatti, balzano dal 68 al 68,7%, mentre la tendenza ad evadere l'Ires da parte delle imprese sale da 22,9 al 23,7%, quindi il canone Rai passa dal 10,3% all'11,2% e le accise sui prodotti energetici dal 9,4 passano al 10,9%. A scendere in maniera significativa, per effetto della fatturazione elettronica, è invece la propensione all'evasione dell'Iva, che cala dal 23,4 al 19,3%, che in valore assoluto vale oltre 8 miliardi rispetto alla media del 2017-2019.

 

tasse sul reddito

Per quanto riguarda il regime dei minimi agevolati l'analisi preliminare svolta dal Dipartimento delle finanze sul regime forfetario introdotto nel 2019 (e che ora il nuovo governo vorrebbe ampliare alzando la soglia) «evidenzia un effetto di autoselezione dei contribuenti con ricavi e compensi al di sotto della soglia massima di 65 mila euro al fine di usufruire dell'imposta sostitutiva prevista dal regime forfettario».

 

In pratica si sottofattura per continuare a beneficiare dell'aliquota ridotta del 15%. Anche l'analisi riferita al triennio 2012-2014, stando all'Agenzie delle entrate, «non ha contribuito a ridurre il tax gap espresso in percentuale dell'imposta potenziale - sempre a causa del fenomeno dei "falsi minimi", ovvero di contribuenti che hanno potuto beneficiare dell'agevolazione solo grazie alla sotto-dichiarazione del fatturato».

Un'altra «flat tax», quella applicata ai redditi derivanti dalle locazioni di abitazioni, la famosa cedolare secca, presenta risultati contraddittori.

 

TASSE

Perché se da un lato si riscontra un effetto di emersione - ovvero un aumento della probabilità di contrarre e dichiarare un contratto di locazione ed un aumento della base imponibile - dall'altro lato, come rileva la relazione del Mef, «tale effetto non è stato sufficiente ad assicurare la copertura delle minori entrate derivanti dalla riduzione dell'imposizione e ha avuto effetti regressivi in termini di distribuzione del reddito».

 

Decisamente positivo, invece, l'impatto dell'introduzione degli «Isa», gli Indici sintetici di affidabilità fiscale che hanno sostituito i vecchi studi di settore ed esteso il regime di premi per i contribuenti che rientrano nei parametri del Fisco, e che hanno prodotto un aumento «significativo» dei ricavi e del valore aggiunto dichiarati dai contribuenti.

 

tasse

Per quanto riguarda la prevenzione e il contrasto all'evasione, nel 2021 il risultato annuale relativo all'obiettivo di riscossione complessiva è pari a 13,7 miliardi di euro, di cui 4 miliardi derivano dalla riscossione coattiva, 8 dai versamenti diretti (somme versate a seguito di atti emessi dall'Agenzia delle entrate o accordi per deflazionare il contenzioso) e 1,7 relativi all'attività di promozione della compliance. Le nuove entrate strutturali frutto della lotta all'evasione ammontano invece a 3,1 miliardi: posto che 1,7 miliardi sono già stati impegnati quest' anno per finanziare i decreti Aiuti nel fondo destinato alla riduzione delle tasse ad oggi restano 1,4 miliardi di euro.

tasse

 

Una quota di risorse aggiuntive, utile per irrobustire la prossima legge di bilancio, potrebbe essere recuperata mettendo ordine alla selva degli sconti fiscali, che anche questo governo (come tutti i precedenti) intende riordinare nell'ambito «di un più ampio e organico disegno di riforma fiscale».

 

Riforma che - ricorda lo specifico allegato alla Nadef - «è una riforma abilitante del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), assicurando poi che «le linee programmatiche per il riordino saranno definite in prossimi provvedimenti normativi». In totale le cosiddette «tax expenditures» in base all'ultimo censimento sono in tutto 592 per un controvalore complessivo di 82,5 miliardi di euro. Un onere in aumento del 21% rispetto ai 68,1 miliardi contabilizzati nel 2021. Basterebbe cancellare solo il 10% di questi «sconti» per ricavare 7-8 miliardi di euro.

Ultimi Dagoreport

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…

monique veaute

NO-CAFONAL! – ARCO DI TRIONFO PER MONIQUE VEAUTE, QUELLA VISPA RAGAZZA FRANCESE CHE NEL 1984 GIUNSE A ROMA PER LAVORARE ALL’ACCADEMIA DI FRANCIA DI VILLA MEDICI - DA ABILISSIMA CATALIZZATRICE DI GENIALI E VISIONARIE REALTÀ ARTISTICHE INTERNAZIONALI, DETTE VITA A UN FESTIVAL CHE SCOSSE LO STATO DI INERZIA E DI AFASIA CULTURALE IN CUI ERA PIOMBATA ROMA DOPO L’ERA DI RENATO NICOLINI – L'ONORIFICENZA DI ''COMMANDEUR DE L'ORDRE DES ARTS ET DES LETTRES'' NON POTEVA NON ESSERE CONSEGNATA DALL’AMBASCIATORE FRANCESE SE NON A VILLA MEDICI, DOVE 40 ANNI FA TUTTO È NATO….

de luca manfredi schlein tafazzi conte landini silvia salis

DAGOREPORT - LA MINORANZA DEL PD SCALDA I MOTORI PER LA RESA DEI CONTI FINALE CON ELLY SCHLEIN. L’ASSALTO ALLA GRUPPETTARA (“NON HA CARISMA, CON LEI SI PERDE DI SICURO”), CHE HA TRASFORMATO IL PD DA PARTITO RIFORMISTA IN UN INCROCIO TRA UN CENTRO SOCIALE E UN MEETUP GRILLINO – NONOSTANTE LA SONORA SCONFITTA SUBITA NELLE MARCHE E IL FLOP CLAMOROSO IN CALABRIA, LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA RESISTE: TRINCERATA AL NAZARENO CON I SUOI FEDELISSIMI QUATTRO GATTI, NEL CASO CHE VADA IN PORTO LA RIFORMA ELETTORALE DELLA DUCETTA, AVREBBE SIGLATO UN ACCORDO CON LA CGIL DI “MASANIELLO” LANDINI, PER MOBILITARE I PENSIONATI DEL SINDACATO PER LE PRIMARIE – IL SILENZIO DEI ELLY ALLE SPARATE DI FRANCESCA ALBANESE - I NOMI DEL DOPO-SCHLEIN SONO SEMPRE I SOLITI, GAETANO MANFREDI E SILVIA SALIS. ENTRAMBI INADEGUATI A NEUTRALIZZARE L’ABILITÀ COMUNICATIVA DI GIORGIA MELONI – ALLARME ROSSO IN CAMPANIA: SE DE LUCA NON OTTIENE I NOMI DEI SUOI FEDELISSIMI IN LISTA, FICO RISCHIA DI ANDARE A SBATTERE…