1. AVVISATE DELLA VALLE CHE PERDE FIATO A SBERTUCCIARE BAZOLI. DITEGLI CHE IL PRESIDENTE DI BANCA INTESA E’ STATO “ROTTAMATO” DALLA TENAGLIA GUZZETTI-CUCCHIANI 2. E TUTTI SANNO CHE L’ARZILLO GUZZETTI, CONSIDERA IL GIORNALISTA-GURU DEL “CORRIERE” MASSIMO MUCCHETTI IL SUO INTERLOCUTORE PREFERITO: VEDI COME IL PRESIDENTE DELLA CARIPLO È RIUSCITO A FAR NAUFRAGARE IL FOLLE PROGETTO DI CUCCHIANI DI FONDERE BANCA INTESA CON UNICREDIT, SPIFFERANDO TUTTO AL CORRIERE 3. PERCHÉ UN’AGENZIA AMERICANA COME BLOOMBERG, TRADIZIONALMENTE IMPEGNATA A DARE NOTIZIE ECONOMICO-FINANZIARIE, HA MESSO NEL MIRINO GRILLI PROPRIO ALL'INDOMANI DEL SUO VIAGGIO AMERICANO? A CHI HA PESTATO I CALLI DURANTE LA SUA MISSIONE PER RICEVERE UN TALE CALCIO DALL’AGENZIA DEL SINDACO DI NEW YORK? 4. UN’AZIONE DI RESPONDABILITA’ NEI CONFRONTI DI PERISSINOTTO DOVRÀ ESSERE VOTATA DAGLI STESSI SOGGETTI VERSO I QUALI PERISSINOTTO HA FATTO IL BENEFATTORE! 5. LA CADUTA DEL GOVERNO MONTI HA STOPPATO L’ASCESA DI DI PAOLA ALLA FINMECCANICA

1. AVVISATE DELLA VALLE CHE PERDE FIATO A SBERTUCCIARE BAZOLI.
La notizia è triste, ma bisogna prendere atto che Dieguito Della Valle sta invecchiando.

A tradirlo non sono soltanto le rughe e qualche capello bianco, ma anche i segni di un'amnesia galoppante che si manifesta con quel tipo di memoria che gli psicologi chiamano episodica.

La manifestazione più vistosa del declino ,che in genere colpisce intorno ai 70 anni mentre lo scarparo di anni ne ha soltanto 59, è rappresentata dalla ripetitività ormai ossessiva con cui continua a infierire contro gli "arzilli vecchietti" delle banche. Anche ieri sera nello studio di Santoro Dieguito è arrivato lasciando a casa quel bene prezioso della memoria sulla quale da Platone a Freud sono state scritte montagne di parole.

Il fenomeno ha contagiato perfino Santoro che - come si è detto - ha definito Maranghi "un dirigente Fiat", e a nulla è servito il pistolotto di Dieguito contro la retromarcia di Monti e sui poveri artigiani che soffrono la crisi.

Dopo aver dato un buffetto sulle guance del giovinotto Elkann "che c'è e non c'è...", Della Valle ha ripetuto per l'ennesima volta il suo ritornello sui vecchi banchieri da ammazzare e senza prendersela con il Lazzaro-Geronzi risorto a nuova vita, ha infierito su Abramo-Bazoli, il mistico presidente di IntesaSanPaolo che nei giorni scorsi ha compiuto 80 anni.

"Non ho nulla di personale - ha dichiarato Dieguito - ma credo che a quell'età Bazoli non dovrebbe tentare di farsi rieleggere alla presidenza della sua banca seguendo il copione della peggiore politica". L'accusa formulata con ripetitività senile sembra confondere le idee allo scarparo marchigiano che continua a menare botte in testa al banchiere bresciano senza capire che alle spalle c'è un altro vecchietto di 79 anni che è ben più sveglio di Bazoli e sta tessendo trame importanti.

È Giuseppe Guzzetti, il presidente della Cariplo, una vecchia volpe democristiana che sta giocando una partita complessa d'accordo con il numero due di BancaIntesa, Enrico Cucchiani.

Negli ambienti della finanza milanese tutti sanno che la nomina di questo manager "tedesco" proveniente da Allianz è stata sponsorizzata alla grande dalla Cariplo di Guzzetti. E tutti sanno che l'arzillo Guzzetti, considera il giornalista-guru del "Corriere" Massimo Mucchetti il suo interlocutore preferito: vedi come Guzzetti è riuscito a far naufragare il progetto di Cucchiani di fondere Banca Intesa con Unicredit (cosa che avrebbe portato a diecimila licenziamenti, olre a casini con l'anti-trust), spifferando tutto al Corriere di Mucchetti.

Non solo: Dieguito Della Valle non lo ha capito o non lo ha voluto capire che l'ottuagenario Bazoli che sognava di essere riconfermato per altri tre anni a presidente di Intesa (sogno infranto da Chiamparino) non è per nulla "arzillo" rottamato dalla tenaglia Guzzetti-Mucchetti-Cucchiani (vedi anche l'ira di Abramo verso il De Bortoli quando si è visto sul Corriere tre colonne dedicate agli sbertucciamenti dello Scarparo: ma Flebuccio è uno Speedy Gonzales quando c'è da fiutare il vento che tira)

2. I GUAI DI MORETTI, I CUORI DI MARCHINI, LE CANTONATE DI SANTORO
Gli uscieri del palazzo-obitorio delle Ferrovie sono molto avviliti.

Ieri sera, dopo aver lasciato il lavoro, si sono recati in massa all'Auditorium di Roma dove si è tenuto un concerto di beneficienza al quale hanno partecipato cinque ministri tra cui la lacrimevole Elsa Fornero e Vittorio Grilli più esangue del solito.

C'era anche Mauro Moretti, il capo delle Ferrovie, e gli uscieri speravano di sedersi accanto per rincuorarlo sulla notizia piombata ieri circa il rinvio a giudizio per la strage di Viareggio. Molti di loro si chiedevano: se per i cinque morti della Thyssen la giustizia ha dato 16 anni all'amministratore delegato di quella società, quanti ne daranno a Moretti se i giudici lo riterranno colpevole?

Purtroppo il concerto di Lorin Maazel era ad inviti e gli uscieri sono stati allontanati con gentilezza.

Per loro comunque questa notizia era attesa da tempo e sanno benissimo che Moretti ha già licenziato tutti i dirigenti sotto inchiesta. La decapitazione dei manager è una delle attività nelle quali l'amministratore dei treni prova il maggior godimento. Non a caso, durante l'ultima riunione con i dirigenti si è vantato di aver ridotto negli ultimi tre anni il 49% dei funzionari più alti in grado, e questo esercizio virtuoso l'avrebbe manifestato anche se fosse andata in porto l'ipotesi di una sua candidatura a sindaco di Roma.

Purtroppo l'incidente giudiziario di Viareggio e la notifica della Procura di Lucca per il rinvio a giudizio hanno definitivamente troncato questa suggestione. A dire il vero gli uscieri non hanno mai creduto all'endorsement su Moretti-sindaco che l'imprenditore romano Francesco Gaetano Caltagirone ha fatto un paio di settimane fa sul "Financial Times" dove ha esaltato Moretti " sindaco ideale per una città che ha bisogno di ordine e disciplina" e non si sbaglia dicendo che lo stesso Moretti ha considerato le parole di Caltariccone (socio nella società Grandi Stazioni) un apprezzamento piuttosto strano.

Le ambizioni del manager di Rimini sono ben più alte e le sue amicizie con Bersani e i vecchi compagni di strada del partito comunista gli hanno fatto sognare una poltrona da ministro dei Trasporti.

Come sempre accade quando si mette fuori la testa in vista delle elezioni e di un nuovo governo, le porte degli armadi lasciano vedere gli scheletri che nel caso di Moretti (qualora la giustizia dovesse dargli torto) sono quelli delle 32 persone bruciate vive nell'incidente del 29 giugno 2009 alla stazione di Viareggio.

Dopo aver lasciato delusi l'atrio dell'Auditorium di Roma dove il ministro Giarda deliziava le orecchie con la musica di Wagner, gli uscieri sono tornati alle loro case, hanno acceso il televisore e hanno avuto la possibilità di vedere sugli schermi de "La7" Alfio Marchini, l'aitante costruttore e giocatore di polo che è sceso in campo per il Campidoglio.
La performance dell'uomo che tutti pensavano fosse il candidato di Caltariccone, non è stata deludente anche se all'inizio si è buttato in un'analisi degli scenari macro-economici parlando un po' troppo della Cina e dell'apartheid che mette ai margini cinque miliardi di poveri disgraziati.

Il colpo ad effetto è arrivato nel secondo giro degli interventi dopo lo scivolone di Santoro che ha definito il defunto Maranghi di Mediobanca "un dirigente Fiat", e la cazzata stratosferica di Oscar Farinetti che, tra lo stupore della platea ,ha parlato di Renzi come "il miglior statista dei prossimi anni".

L'erede Marchini, frequentatore di Mediobanca e dei salotti politici, ha evitato di ironizzare su queste balordaggini e con passione ha spiegato che cosa intende fare se l'elettorato romano gli dara' il voto. Mentre parlava sullo schermo è apparso il simbolo che il 47enne "beautiful" ha scelto per la sua campagna elettorale: un cuore dove i ventricoli e le arterie sono rappresentati dalla mappa di Roma e lo slogan "Tu mi ami ancora".

A questo punto gli uscieri delle Ferrovie si sono completamente dimenticati di Moretti e insieme alle moglie estasiate hanno colto al volo il colpo di genio del candidato che altre donne giornaliste come Denise Pardo e Paola Pilati hanno sbeffeggiato sull'"Espresso" nell'articolo "Alfio il prezzemolo".

Anche Caltariccone, sponsor inutile di Moretti, e Dieguito Della Valle (presente in studio con il solito gessato a righe) hanno provato a immaginare la città di Roma tappezzata dai manifesti con il volto di "beautiful" Marchini e il simbolo del cuore urbano con lo slogan "Tu mi ami ancora".

Un'accoppiata vincente.

3. GRILLI, PERCHE'?
Avviso ai naviganti N.1: "Si avvisano i signori naviganti che il pallido ministro Grilli trascorrerà un triste Natale nella sua casa di 14 vani ai Parioli.

Ormai le polemiche che toccano la sua persona si stanno moltiplicando e l'ultima botta è arrivata dall'agenzia Bloomberg con i sospetti sul prezzo e il mutuo dell'immobile comprato nel 2004.

Davanti al camino il ministro del Tesoro si porrà la stessa domanda che si stanno facendo alla City negli ambienti della finanza e che nessun giornalista ha voluto sollevare: perché un'agenzia americana come Bloomberg, tradizionalmente impegnata a dare notizie economico-finanziarie con tono oggettivo e neutrale, ha messo nel mirino il pallido Grilli proprio all'indomani del suo viaggio americano? A chi ha pestato i calli durante la sua missione per ricevere dall'agenzia di proprieta' del sindaco di New York,Michael Bloomberg una botta così micidiale?

Belle domande per un triste Natale".


4. IL PARADOSSO DELLE GENERALI
Avviso ai naviganti N.2: "Si avvisano i signori naviganti che anche a Trieste nel palazzo delle Generali girano interrogativi inquietanti.

L'ingresso della Cassa Depositi e Prestiti che ha rilevato la quota della Banca d'Italia nella Compagnia di Trieste è una partita che può rimettere in discussione gli equilibri dentro Generali. C'è da chiedersi che cosa succederà se dovesse prendere corpo l'ipotesi di un ritorno in campo di Cesarone Geronzi al vertice della Cassa oggi guidata dall'irrequieto Franco Bassanini.

Inoltre c'è chi si domanda se l'arrivo ieri al palazzo di Giustizia di Milano dell'ex-amministratore Perissirotto sia il preludio di una valanga che il suo successore Mario Greco non riuscirà a fermare. Il manager ex-Zurich ha innescato un processo-verità sul groviglio di interessi che Perissirotto ha coperto favorendo i soci forti della Compagnia.

Adesso l'interrogativo di fondo è questo: se l'opera di bonifica di Greco andrà avanti i consiglieri di amministrazione di Generali dovranno prima o poi decidere in merito alle azioni di responsabilità da intraprendere nei confronti della vecchia gestione.

Ma la decisione dovrà essere votata dagli stessi soggetti verso i quali Perissirotto ha fatto il benefattore.

Un enorme paradosso".


5. LA CADUTA DEL GOVERNO MONTI HA STOPPATO L'ASCESA DI DI PAOLA ALLA FINMECCANICA

Avviso ai naviganti N.3: "Si avvisano i signori naviganti che il ritorno dei due marò italiani dall'India ha rappresentato un successo per il ministro della Difesa Di Paola e per la diplomazia della Farnesina che con molta lentezza si è risvegliata per liberare i due fucilieri.

L'ammiraglio Di Paola purtroppo non potrà monetizzare questo successo con la presidenza di Finmeccanica. Secondo la legge i ministri devono attendere un anno prima di assumere un altro incarico pubblico.

Fino a ieri sembrava che Monti fosse orientato a una deroga in favore di Di Paola, ma le imminenti dimissioni del Premier ha messo una pietra su questo scenario".

 

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