BALDASSARRI PAGA PER TUTTI? - L’EX CAPO DELL’AREA FINANZA DI MPS IN CELLA: AVREBBE TENTATO DI INQUINARE LE PROVE E PREPARATO LA FUGA - IL SUO LEGALE FA CAPIRE CHE E’ PRONTO A TIRARE IN BALLO I “PESCI GROSSI”: “BALDASSARRI SI OCCUPAVA DEGLI ASPETTI TECNICI, LE DECISIONI VENIVANO PRESE DAI VERTICI CHE AVEVANO LA RESPONSABILITÀ GESTIONALE DI MPS” - INDAGATI ANCHE VIGNI E MUSSARI - ALTRE MANETTE, prima o DOPO IL VOTO?...

Fiorenza Sarzanini per il "Corriere della Sera"

Era rientrato giovedì scorso a Milano dalle Maldive e subito ha disposto lo sblocco di titoli per un milione di euro. «Stava creando una provvista per fuggire all'estero» sostengono i pubblici ministeri che ieri hanno ordinato il fermo di Gianluca Baldassarri, 51 anni, l'ex capo dell'Area Finanza del Monte dei Paschi. Durante la perquisizione gli hanno trovato trentamila euro in contanti. È lui il manager a capo della banda che avrebbe percepito illecitamente il 5 per cento su ogni affare concluso.

E che avrebbe nascosto agli organi di vigilanza e al mercato il contratto con Nomura relativo al «derivato» Alexandria, firmato per cercare di ripianare i bilanci della banca senese, chiudendolo nella cassaforte dell'allora direttore generale Antonio Vigni. Nell'inchiesta sull'acquisizione di Antonveneta e sulle operazioni finanziarie decise per sostenere l'esborso che alla fine fu di circa 19 miliardi di euro, arriva dunque una nuova e clamorosa svolta. E potrebbe non essere l'unica. L'ultima accusa relativa all'occultamento dell'accordo è infatti contestata in concorso allo stesso Vigni e all'ex presidente Giuseppe Mussari, che oggi a mezzogiorno arriverà a Siena per essere interrogato.

MIAMI E LONDRA
Il blitz degli uomini del Nucleo Valutario comincia all'alba a Milano. Mentre un pool di finanzieri preleva Baldassarri per trasferirlo nel carcere di San Vittore, altri entrano negli uffici delle società a lui collegate. E alcuni documenti vengono presi anche presso l'università Bocconi, dove aveva un contratto provvisorio di ausilio a uno dei docenti. Nel provvedimento si parla esplicitamente di pericolo di fuga e si fa riferimento ad alcuni comportamenti che proverebbero la volontà di inquinare le prove.

«L'indagato - si specifica - ha la disponibilità di una villa a Miami e di una casa a Londra, città dove ha intenzione di prendere la residenza, come dimostra la pratica già avviata». Ma quello che maggiormente ha insospettito gli inquirenti è la richiesta di sblocco di alcuni fondi e titoli che erano appoggiati su uno dei conti correnti aperti in Italia. Baldassarri «ha dato disposizioni per ottenere lo sblocco della somma subito dopo essere rientrato in Italia».

A tradirlo è stata una segnalazione urgente proveniente dall'Uif, l'Ufficio di informazione finanziaria di Bankitalia. L'11 febbraio scorso i funzionari di palazzo Koch hanno allertato il Valutario e i magistrati hanno predisposto gli atti per intervenire.

LA DIFESA
Contro Baldassarri non ci sono soltanto le sue ultime mosse. L'accusa ha in mano due testimoni che potrebbero rivelarsi preziosi per sostenere la necessità di farlo rimanere in carcere. Uno sarebbe stato avvicinato nei giorni scorsi, poco prima di essere interrogato. Il manager avrebbe tentato di concordare con lui una versione da fornire agli inquirenti. L'altro avrebbe confermato la sua intenzione di lasciare l'Italia per trasferirsi nel Regno Unito, svelando ai pubblici ministeri un dettaglio che viene ritenuto fondamentale per dimostrare il pericolo di fuga.

L'udienza per la convalida davanti al giudice sarà fissata questa mattina, ma l'avvocato Filippo Dinacci contesta in ogni punto la ricostruzione dei sostituti Antonio Nastasi, Aldo Natalini e Giuseppe Grosso: «Se il mio cliente avesse avuto la volontà di fuggire poteva fermarsi in Svizzera, dove ha fatto tappa, anziché giungere a Milano. Non era questa la sua intenzione e tantomeno avrebbe potuto andare a Miami, visto che la villa è sotto sequestro per ordine degli stessi magistrati senesi, né a Londra. Quella casa, dove vive la figlia, fu presa in affitto nel settembre scorso, molto prima del suo coinvolgimento in questa indagine». Dura la sua reazione anche rispetto al merito delle accuse: «Baldassarri si occupava degli aspetti tecnici, le decisioni venivano prese dai vertici che avevano la responsabilità gestionale di Mps».

SOCIETÀ ALL'ESTERO
Una settimana fa Baldassarri aveva subìto il sequestro di circa 18 milioni di euro ottenuti grazie ad alcune operazioni condotte con l'azienda milanese di brokeraggio Enigma Securities. E investiti attraverso una fiduciaria di Bologna, la Galvani. Soldi che alcuni anni fa aveva portato all'estero e poi fatto rientrare in Italia attraverso lo scudo fiscale. Scorrendo la lista delle società utilizzate per l'accantonamento dei fondi, emerge la Biscayne Bay Holdings, che risulta titolare della villa a Miami e recentemente sarebbe stata utilizzata anche per la gestione dei lavori di ristrutturazione. Un altro tassello che, dicono i magistrati, prova la volontà di occultare la propria attività utilizzando «schermi» che hanno base all'estero.

REATO IN CONCORSO
Baldassarri è accusato di associazione a delinquere, truffa, manipolazione del mercato, ma anche di ostacolo alla vigilanza per aver «occultato in una cassaforte un contratto di mandate agreement stipulato in data 31 luglio 2009 tra Nomura International e Banca Monte dei Paschi attraverso il quale si realizzava un collegamento negoziale tra due operazioni realizzate da Mps nel 2009 ovvero quella di investimento in Btp trentennale avente quale controparte Nomura per 3,05 miliardi di euro e la ristrutturazione del veicolo Alexandria realizzata con la medesima controparte ostacolando le funzioni di Banca d'Italia». La cassaforte era di Vigni ma è stato proprio quest'ultimo a raccontare di averlo fatto. E dunque è scattato il reato in concorso che coinvolge anche Mussari.

 

 

GIANLUCA BALDASSARRI jpegIL FERMO DI GIANLUCA BALDASSARRI jpegLANCIO DI MONETINE A MUSSARI IN PROCURA jpegLANCIO DI MONETINE A MUSSARI IN PROCURA jpegPASSERA MUSSARI GRILLI o jpegMUSSARI TREMONTI DRAGHI GUZZETTI jpeggiuseppe mussari GIUSEPPE MUSSARI E SUSANNA CAMUSSO mussari vigni mussari I DERIVATI FINANZIARI copj asp

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO