QUEGLI INTRECCI TRA BANCHE E POLITICA - RIUSCIRA' IL RENZIANO PRESIDENTE DELLA CASSA DI RISPARMIO DI FIRENZE MORBIDELLI (ALLE SPALLE C’E’ MARCO CARRAI) A BLOCCARE I PIANI DEL NUMERO UNO DI INTESA CARLO MESSINA?

Carlotta Scozzari per Dagospia

 

Sono tempi difficili per le banche italiane: le regole europee e un'economia che ancora non ne vuole sapere di ripartire impongono di mettere fieno in cascina. Vale a dire, fuor di metafora, di fare cassa e raccogliere o risparmiare risorse il più possibile. Un'esigenza che, nei casi più estremi, si trasforma in aumento di capitale (chiedere alle varie Mps, Carige, Popolare Emilia Romagna e così via).

 

selfie di ceccherini tra fabrizio viola federico ghizzoni carlo messina selfie di ceccherini tra fabrizio viola federico ghizzoni carlo messina

Ma la ricapitalizzazione in senso stretto è un'ipotesi che le due big bancarie italiane, Intesa Sanpaolo e Unicredit, stanno facendo il possibile per scongiurare, non foss'altro perché negli ultimi anni hanno già abbondantemente battuto cassa fra i soci; e quelli italiani, Fondazioni in prima linea, non sembrano essere più disposti ad aprire il portafogli, ora che per giunta i soldi non sono più quelli di una volta.

 

In quest'ottica, si può spiegare la quotazione da parte della banca guidata da Federico Ghizzoni della controllata Fineco, la ricerca di un socio per la controllata che gestisce i prestiti ad alto rischio ("non performing loan") Uccmb, e, da ultimo, il tentativo di vendita dei fondi Pioneer Investments.

 

L'Intesa Sanpaolo guidata da Carlo Messina, invece, sembra concentrarsi per lo più sul taglio dei costi. Così si spiega perché il consigliere delegato, che dopo il golpe di quasi un anno fa ha sostituito Enrico Tomasi Cucchiani sul gradino più alto di Ca' de Sass, la settimana scorsa, abbia portato in consiglio di gestione il progetto che prevede l'accorpamento delle banche locali.

 

sara varetto ceccherini fabrizio viola federico ghizzoni carlo messina sara varetto ceccherini fabrizio viola federico ghizzoni carlo messina

In altri termini, sono destinate a sparire, insieme con le loro insegne e con i rispettivi organi di controllo, i vari Banco di Napoli, Cassa di risparmio di Firenze, Cr Veneto e così via, nell'ambito di un piano che sembra infliggere un duro colpo a quella Banca dei Territori su cui il gruppo tanto aveva puntato negli anni scorsi.

 

Un terremoto che, inevitabilmente, ha creato ben più di un nervosismo nel gruppo di Ca' de Sass, soprattutto – per ovvie ragioni – tra i vertici delle controllate destinate a dissolversi. Un clima di tensione di cui, sia pure tra le righe, dava conto anche "Il Sole 24 Ore" del 18 giugno, dove si leggeva: "Ieri il board ha esaminato il dossier" dell'accorpamento delle banche locali "e si è discusso, non poco: era prevedibile, visto che quando si parla di territorio, di rappresentanze, di insegne destinate a essere accorpate e più in generale di azioni sui costi, gli animi si scaldano".

 

"Alla fine - aggiungeva il quotidiano di Confindustria - tuttavia, il consigliere delegato avrebbe ottenuto il via libera al piano, con il voto favorevole di tutti i consiglieri tranne quelli del vice presidente Giovanni Costa e di Giuseppe Morbidelli, che si sono astenuti".

carlo messina carlo messina

 

Ricapitolando, il progetto, al momento, sembra essere passato con l'astensione al voto in consiglio di Costa e Morbidelli, cioè, rispettivamente, del presidente di Cr Veneto e di Cr Firenze, due delle controllate destinate a scomparire.

 

Ma la posizione di Morbidelli assume anche un significato politico, se si tiene conto che, tra gli sponsor che nel 2012 hanno permesso che salisse ai vertici di Cr Firenze, spicca il nome di Marco Carrai, detto Marchino. In altri termini, di colui che sta al premier Matteo Renzie un po’ come Gianroberto Casaleggio sta al leader dei Cinque Stelle Beppe Grillo. Morbidelli, come se non bastasse, è in piena sintonia con il presidente dello stesso Ente Carifirenze (socio di Intesa al 3,32%) Umberto Tombari, che guida l'omonimo studio legale da cui proviene il ministro Maria Elena Boschi.

 

renzi pittibimbo dice no all'auto blu  3renzi pittibimbo dice no all'auto blu 3

Al di là delle sponde politiche, tuttavia, non sembra realistico che Morbidelli riesca a bloccare il progetto di Belli capelli Messina di spazzare via le controllate. Anche perché i numeri del 2013 non sembrano essere dalla sua: nel bilancio civilistico di Intesa, Cr Firenze, che ha chiuso l’anno scorso in perdita per 324 milioni, ha portato svalutazioni per 855 milioni di euro, seguita a stretto giro dal “carico” di 584 milioni del Banco di Napoli.

 

Cifre dinanzi alle quali diventano poca cosa persino le perdite legate a due avventure “di sistema” e non redditizie come quelle in Telco, la cassaforte che controlla Telecom Italia, e in Alitalia, che sul bilancio civilistico hanno pesato in termini di svalutazioni rispettivamente per "appena" 109 e 94 milioni.

 

MARIA ELENA BOSCHI E I BAMBINI DEL CONGO FOTO LAPRESSE MARIA ELENA BOSCHI E I BAMBINI DEL CONGO FOTO LAPRESSE

marco carrai marco carrai

Insomma, il vero nemico del bilancio di Intesa potrebbe essere tra le mura di casa. E con l'intento di contrastarlo si spiega la decisione di accorpare le controllate del territorio.

ENRICO CUCCHIANI A BAGNAIAENRICO CUCCHIANI A BAGNAIA

Ultimi Dagoreport

francesco gaetano caltagirone alberto nagel francesco milleri

DAGOREPORT - GONG! ALLE ORE 10 DI LUNEDÌ 16 GIUGNO SI APRE L’ASSEMBLEA DI MEDIOBANCA; ALL’ORA DI PRANZO SAPREMO L’ESITO DELLA GUERRA DICHIARATA DAL GOVERNO MELONI PER ESPUGNARE IL POTERE ECONOMICO-FINANZIARIO DI MILANO - LO SCONTRO SI DECIDERÀ SUL FILO DI UNO ZERO VIRGOLA - I SUDORI FREDDI DI CALTARICCONE DI FINIRE CON IL CULO A TERRA NON TROVANDO PIÙ A SOSTENERLO LA SEDIA DI MILLERI SAREBBERO FINITI – L’ATTIVISMO GIORGETTI, DALL’ALTO DELL’11% CHE IL MEF POSSIEDE DI MPS – L’INDAGINE DELLA PROCURA DI MILANO SU UNA PRESUNTA CONVERGENZA DI INTERESSI TRA MILLERI E CALTAGIRONE, SOCI DI MEDIOBANCA, MPS E DI GENERALI - ALTRO GIALLO SUL PACCHETTO DI AZIONI MEDIOBANCA (2%?) CHE AVREBBE IN TASCA UNICREDIT: NEL CASO CHE SIA VERO, ORCEL FARÀ FELICE LA MILANO DI MEDIOBANCA O LA ROMA DI CALTA-MELONI? AH, SAPERLO….

iran israele attacco netanyahu trump khamenei

DAGOREPORT - STANOTTE L'IRAN ATTACCHERÀ ISRAELE: RISCHIO DI GUERRA TOTALE - È ATTESO UN VIOLENTISSIMO ATTACCO MISSILISTICO CON DRONI, RISPOSTA DI TEHERAN ALL'"OPERAZIONE LEONE NASCENTE" DI NETANYAHU, CHE QUESTA MATTINA HA COLPITO IL PRINCIPALE IMPIANTO DI ARRICCHIMENTO IRANIANO, UCCIDENDO L'INTERO COMANDO DELL'ESERCITO E DELLE GUARDIE RIVOLUZIONARIE. LA MAGGIOR PARTE DI LORO È STATA FATTA FUORI NELLE PROPRIE CASE GRAZIE AI DRONI DECOLLATI DALLE QUATTRO BASI SOTTO COPERTURA DEL MOSSAD A TEHERAN - ISRAELE HA DICHIARATO LO STATO DI EMERGENZA: GLI OSPEDALI SPOSTANO LE OPERAZIONI IN STRUTTURE SOTTERRANEE FORTIFICATE - TRUMP HA AVVERTITO OGGI L'IRAN DI ACCETTARE UN ACCORDO SUL NUCLEARE "PRIMA CHE NON RIMANGA NULLA", SUGGERENDO CHE I PROSSIMI ATTACCHI DI ISRAELE CONTRO IL PAESE POTREBBERO ESSERE "ANCORA PIÙ BRUTALI" - VIDEO

lauren sanchez jeff bezos venezia

FLASH! – I VENEZIANI HANNO LA DIGA DEL MOSE PURE NEL CERVELLO? IL MATRIMONIO DI JEFF BEZOS È UNA FESTICCIOLA PER 250 INVITATI DISTRIBUITI TRA QUATTRO HOTEL: GRITTI, AMAN, CIPRIANI E DANIELI - NIENTE CHE LA SERENISSIMA NON POSSA SERENAMENTE SOSTENERE, E NULLA A CHE VEDERE CON LE NOZZE MONSTRE DELL'INDIANO AMBANI, CHE BLOCCARONO MEZZA ITALIA SOLO PER IL PRE-TOUR MATRIMONIALE – DITE AI MANIFESTANTI IN CORTEO "VENEZIA NON E' IN VENDITA" CHE I 10 MILIONI DI EURO SPESI DA MR.AMAZON SI RIVERSERANNO A CASCATA SU RISTORATORI, COMMERCIANTI, ALBERGATORI, GONDOLIERI E PUSHER DELLA CITTÀ…

tajani urso vattani peronaci azzoni antonio adolfo mario marco alessandro

DAGOREPORT - MAI SUCCESSO CHE LA LISTA DEI NUOVI AMBASCIATORI, SCODELLATA DA TAJANI, VENISSE SOSPESA PER L’OPPOSIZIONE DI UN MINISTRO (URSO) IRATO PERCHÉ IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO È FINITO A NAIROBI ANZICHÉ A BUCAREST - DAL CDM SONO USCITI SOLO GLI AMBASCIATORI STRETTAMENTE URGENTI. ALLA NATO SBARCA AZZONI, MENTRE PERONACI VOLA A WASHINGTON. E’ LA PRIMA VOLTA CHE LA PIÙ IMPORTANTE SEDE DIPLOMATICA VIENE OCCUPATA DA UN MINISTRO PLENIPOTENZIARIO ANZICHÉ DA UN AMBASCIATORE DI GRADO (FRA DUE ANNI È GIA’ PRONTO IL FIDO CONSIGLIERE DIPLOMATICO DI LADY GIORGIA, FABRIZIO SAGGIO) – IL MALDESTRO MARIO VATTANI IN GIAPPONE, ANCHE SE ERA WASHINGTON LA SCELTA IDEALE DELLA FIAMMA MAGICA (MATTARELLA AVREBBE SBARRATO IL PASSO) – LA LISTA DI TUTTI GLI AMBASCIATORI SOSPESI….

giorgia meloni antonio tajani matteo salvini giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - A SINISTRA SI LITIGA MA A DESTRA VOLANO GLI STRACCI! - LA MAGGIORANZA SI SPACCA SU ROTTAMAZIONE E TAGLIO ALL'IRPEF - GIORGIA MELONI DAVANTI AI COMMERCIALISTI PARLA DI SFORBICIATA AL CUNEO E LODA MAURIZIO LEO, "DIMENTICANDOSI" DI GIORGETTI. CHE ALZA I TACCHI E SE NE VA SENZA PARLARE - LA LEGA PRETENDE UN'ALTRA ROTTAMAZIONE, FORZA ITALIA E FDI CHIEDONO PRIMA DI TAGLIARE LE TASSE AL CETO MEDIO - PECCATO CHE I SOLDI PER ENTRAMBI I PROVVEDIMENTI, NON CI SIANO - LA LISTA DEGLI SCAZZI SI ALLUNGA: RISIKO BANCARIO, CITTADINANZA, POLITICA ESTERA, FISCO E TERZO MANDATO - VANNACCI METTE NEL MIRINO I GOVERNATORI LEGHISTI ZAIA E FEDRIGA CON UNA SPARATA, A TREVISO, CONTRO IL TERZO MANDATO: IL GENERALE, NOMINATO VICESEGRETARIO DA SALVINI, È LA MINA CHE PUÒ FAR SALTARE IN ARIA LA FRAGILE TREGUA NEL CARROCCIO (E DUNQUE NEL CENTRODESTRA)

ignazio la russa giorgia meloin zaia fedriga salvini fontana

DAGOREPORT - MEGLIO UN VENETO OGGI O UNA LOMBARDIA DOMANI? È IL DILEMMA SPECULARE DI GIORGIA MELONI E MATTEO SALVINI – L’APERTURA SUL TERZO MANDATO DEL NASUTO DONZELLI È UN RAMOSCELLO D’ULIVO LANCIATO VERSO IL CARROCCIO (ANCHE PER DESTABILIZZARE IL CAMPO LARGO IN CAMPANIA) - MA ALLA PROPOSTA S’È SUBITO OPPOSTO IL GENERALE VANNACCI – L’EX TRUCE DEL PAPEETE, CHE HA CAPITO DI NON POTER GOVERNARE TUTTO IL NORD CON L'8%, È DISPOSTO A CEDERE IL PIRELLONE A FRATELLI D'ITALIA (SI VOTA TRA TRE ANNI), MA LA SORA GIORGIA RIFLETTE: SOTTO LA MADUNINA COMANDA LA RUSSA, E SAREBBE DIFFICILE SCALZARE LA SUA PERVASIVA RETE DI RELAZIONI – I MALIGNI MORMORANO: VANNACCI AGISCE COME GUASTATORE PER CONTO DI SALVINI, PER SABOTARE IL TERZO MANDATO, O PARLA PER SE'?