carige malacalza

LE BANCHE ITALIANE CADONO COME LE FOGLIE D'AUTUNNO – UNA DOPO L’ALTRA ENTRANO NEL MIRINO DELLA BCE: PRIMA MPS, POI LE VENETE, ORA TOCCA A CARIGE – MALACALZA HA FATTO FUORI DUE AD, MA DEVE FARE UN AUMENTO DI CAPITALE LIEVITATO A 600 MILIONI. FUSIONE IN ARRIVO?

 

Camilla Conti per il Giornale

 

vittorio malacalzavittorio malacalza

Un amministratore delegato sfiduciato dall' azionista di controllo e un sostituto che ancora manca all' appello, un cda svuotato (nelle ultime settimane sono usciti in cinque) e un aumento di capitale che inizialmente doveva essere da 450 milioni e ora sembra essere già lievitato a 600-800. Tutto sotto la vigilanza della Bce la cui pazienza sta finendo. Ecco perchè Carige è considerata la terza «sorvegliata speciale» dopo il Monte dei Paschi e le banche venete.

 

Con l' aggravante che i titoli dell' istituto ligure sono ancora negoziati in Borsa (nell' ultimo mese hanno lasciato sul terreno quasi il 16%), mentre quelli Mps sono sospesi e Pop Vicenza e Veneto Banca non sono quotate.

 

famiglia malacalzafamiglia malacalza

Sulla barca in mezzo alla tempesta c' è Vittorio Malcalza, di mestiere imprenditore del settore siderurgico che tre anni fa ha deciso di entrare nell' occhio del ciclone scatenato dalla gestione Berneschi. Prima ha rilevato per 66,2 milioni il 10,5% della banca dalla Fondazione Carige, poi è salito fino al 17,59% investendo complessivamente 263,5 milioni. Da vicepresidente ha mosso l' azione di responsabilità contro l' ex presidente Cesare Castelbarco Albani e l' ex ad Piero Montani. Oltre a chiedere un risarcimento danni da 1,25 miliardi contro il fondo Apollo, che ha rilevato le compagnie assicurative di Carige e che aveva già tentato di scalare l' istituto. Intanto i conti 2016 sono stati chiusi con una perdita di 313,6 milioni e 7,3 miliardi lordi di crediti deteriorati.

guido bastianiniguido bastianini

 

Sofferenze che Malacalza non intende «svendere», così come non vuol sborsare altri soldi per rettificare i crediti in aggiunta ai circa 200 milioni da mettere sul piatto per partecipare alla ricapitalizzazione. Mentre il valore della sua quota di maggioranza si è già deprezzato di quasi il 90%. Ma non vuol perdere il controllo di Carige.

 

Ecco perché si è opposto alla conversione dei bond subordinati venduti a Generali nel 2008: la soluzione era stata suggerita dall' ad Guido Bastianini (benchè sgradita allo stesso Leone di Trieste) come cuscinetto aggiuntivo nel caso la Bce chiedesse maggiori risorse per rafforzare il capitale. Ma convertendo quel bond, la compagnia assicurativa sarebbe stata proiettata nel novero dei soci forti dell' istituto con una quota vicina al 17-18% del capitale, diluendo così la posizione di Malacalza.

 

Bastianini, il cui piano prevedeva la cessione della seconda tranche di npl per circa 2,4 miliardi, attraverso la costituzione di una società veicolo e un aumento di capitale fino a 450 milioni, ha dovuto così fare un passo indietro ma il fabbisogno di liquidità è automaticamente aumentato. Mentre il tempo stringe: la banca deve rispondere entro il 23 giugno alla Bce che chiede di presentare un piano definitivo sull' aumento, sulla cessione dei crediti deteriorati e sulla governance.

draghi eurodraghi euro

 

Il cda si riunirà il 21 giugno per deliberare la risposta e intanto ha anche avviato «con urgenza» la ricerca dell' ad (il nome più gettonato resta quello di Roberto Nicastro) dopo aver nominato un nuovo direttore generale, Gabriele Delmonte. Sarà comunque Malacalza a dover ricostruire il futuro di Carige rassegnandosi alla eventualità, sottolineano fonti finanziarie, che l' istituto nei primi mesi del 2018 possa essere coinvolto nel consolidamento del sistema invocato dal Francoforte. Ovvero venga fuso con un' altra banca.

 

Ieri nella sede di Carige a Genova si è intanto tenuto un convegno dal titolo «Gestione del cambiamento: leadership, flessibilità aziendale e gioco di squadra». Un avviso all' azionista navigante?

Ultimi Dagoreport

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO