christine lagarde giorgia meloni

FRANCOFORTE, ITALIA DEBOLE – LA BCE SEGUE LA FED E ALZA IL COSTO DEL DENARO DI ALTRI 50 PUNTI BASE, PORTANDO IL TASSO SUI DEPOSITI AL 2%. LAGARDE ANNNUNCIA CHE DA MARZO INIZIERÀ ANCHE IL QUANTITATIVE TIGHTENING, CIOÈ LA RIDUZIONE DEI TITOLI IN PORTAFOGLIO – UNA BRUTTA NOTIZIA PER L’ITALIA: LE BORSE AFFONDANO E LO SPREAD SALE A 202 PUNTI BASE. IL RENDIMENTO DEI BTP SUPERA QUELLO DEI BOND DELLA GRECIA SU TUTTE LE SCADENZE…

CHRISTINE LAGARDE ANNUNCIA IL RIALZO DEI TASSI

1. SPREAD BTP-BUND SALE A 202 PUNTI RENDIMENTO SUPERA 4%

(ANSA) - Lo spread Btp-Bund si allarga fino a 202 punti base a valle della comunicazione da parte della Bce delle sue decisioni di politica monetaria, con il rendimento del decennale italiano che torna a superare il 4%, al 4,043%

 

Il differenziale di rendimento tra il decennale italiano e quello tedesco si sta allargando di 11 punti base mentre i rendimenti dei bond decennali italiani aumentano di 21 punti base, circa il doppio rispetto agli altri Paesi europei.

 

GIANCARLO GIORGETTI E GIORGIA MELONI

2. RENDIMENTO BTP SUPERA BOND ATENE SU TUTTE LE SCADENZE

(ANSA) - Dopo le decisioni di politica monetaria della Bce il mercato torna a percepire il debito italiano come più rischioso rispetto a quello della Grecia lungo tutta la curva dei rendimenti. Il Btp decennale balza al 4,05%, in crescita di circa 20 punti base, mentre quello della Grecia si attesta al 4,037%, in crescita di solo 5 punti. Lo spread tra Btp e Bund si è aperto a 202,8 punti a fronte di un differenziale di 201,3 punti tra i bond di Atene e quelli di Berlino. Ancora più ampie le distanze sulle scadenze più a breve: il Btp a due anni rende il 2,84% a fronte del 2,72% dell'omologo greco, quello a cinque anni il 3,49% a fronte del 3,06% di Atene.

 

3. LA BCE ALZA I TASSI DI 50 PUNTI BASE. LA STRETTA CONTINUERÀ A UN RITMO «COSTANTE»

Christine Lagarde

Riccardo Sorrentino per www.ilsole24ore.com

 

La Bce ha deciso di alzare i tassi d’interesse di mezzo punto percentuale, portando il tasso sui depositi al 2%, quello sui rifinanziamenti principali al 2,5% e quello sui prestiti marginali al 2,75%. Lo comunica la banca centrale, con una mossa che ricalca quella della Fed di ieri che ha portato i tassi al 4,25%/4,5 per cento. Da marzo inizierà anche il quantitative tightening, la riduzione dei titoli in portafoglio.

 

Rallenta quindi anche la stretta della Bce, che ha alzato i tassi di 75 punti base per due meeting consecutivi, a settembre e a ottobre. È una scelta che non va letta - come quella della Fed, del resto - non come un segnale di rilassamento della stretta. che ora diventa «più lunga»

 

giancarlo giorgetti giorgia meloni matteo salvini

«Il Consiglio direttivo ritiene che i tassi devono ancora essere portati significativamente più in alto» e «a un ritmo costante», in modo da raggiungere «livelli sufficientemente restrittivi» per portare l’inflazione all’obiettivo del 2% in tempi rapidi.

 

Allo stesso tempo, al rischio di generare qualche equivoco con l’indicazione sul ritmo costante, la Bce ritiene però di dover continuare nel suo approccio «meeting by meeting», sulla base dei dati.

 

La presidente Christine Lagarde, in conferenza stampa, ha aggiunto in ogni caso che «sulla base dei dati attuali, dovreste attendervi altri rialzi di 50 punti base per un certo periodo di tempo». La decisione di dicembre non è stata unanime: alcuni governatori, ha spiegato la presidente, avrebbero preferito un rialzo più intenso, altri un più incisivo rallentamento.

CHRISTINE LAGARDE ANNUNCIA IL RIALZO DEI TASSI

 

La manovra

Da inizio marzo, la Bce ridurrà anche l’ammontare dei titoli in portafoglio, accumulati durante il quantitative easing, ma non quelli acquisiti attraverso i piani pandemici di sostegno all’economia. Fino alla seconda metà del 2023, il ritmo di riduzione sarà di 15 miliardi al mese, attraverso il mancato reinvestimento dei titoli in scadenza. Successivamente il ritmo sarà modificato, se necessario, in base alla situazione economica.

 

LO SCUDO ANTI SPREAD DELLA BCE

A febbraio saranno comunicati i dettagli dell’operazione mentre «entro la fine del 2023 il Consiglio direttivo riesaminerà anche il suo assetto operativo» in modo da indirizzare anche i tassi di interesse a breve termine. A quel momento potrà essere più chiaro il «punto di arrivo del processo di normalizzazione del bilancio». I titoli accumulati in base al piano pandemico (Pepp) saranno reinvestiti alla scadenza almeno sino alla fine del 2024.

 

La manovra, ha ammesso Lagarde, potrebbe generare perdite nei bilanci delle banche centrali nazionali e persino portare a livelli negativi il patrimonio netto. Se ciascun ordinamento giuridico tratta la questione in modo differente, la presidente ha precisato che, storicamente, diverse banche centrali hanno operato in perdita e persino con un capitale negativo.

 

christine lagarde mario draghi

La decisione di dicembre tiene in considerazione anche le nuove proiezioni macroconomiche dello staff della Bce, che prevedono un’inflazione media dell’8,3% nel 2022 e del 6,3% (dal 5,5% previsto a settembre) nel 2023. L’anno successivo passerà quindi al 3,4% e solo nel 2025 al 2,3%, il livello previsto a settembre per il 2024.. Non è previsto quindi, in base alla situazione attuale, il ritorno all’obiettivo nell’orizzonte temporale rilevante per la politica monetaria: altri rialzi sono necessari. Anche perché la core inflation dovrebbe passare dal 3,9% medio di quest’anno al 4,2% (dal 3,4%) l’anno prossimo per poi scendere solo gradualmente al 2,8% (2,3%) nel 2024 e al 2,4% nel 2025.

 

SPREAD ITALIANO 2

La manovra restrittiva, i rincari e le difficoltà complessive porteranno quasi sicuramente a una contrazione dell’attività, che sarà «relativamente breve e poco profonda», tra la fine di quest’anno e l’inizio del prossimo, che renderà «contenuta» la crescita nel 2023: 0,5% (dal+0,9% stimato a settembre), dopo il 3,4% di quest’anno. Nel 2024 si tornerà all’1,9% e nel 2025 all’1,8%. La Bce vede salari e stipendi che crescono a un ritmo superiore alle medie e spingono in alto i prezzi, mentre le aspettative di inflazione, pur ancorate, richiedono «un costante monitoraggio».

 

CHRISTINE LAGARDE JEROME POWELL

La Bce, ha notato Lagarde, ritiene che sia peggiorata la stabilità finanziaria, a causa dell’economia più debole e dei maggiori rischi creditizi. «Condizioni finanziarie più rigide - ha aggiunto - mitigheranno comunque l’accumularsi delle vulnerabilità finanziarie e porteranno minori tail risks all’inflazione nel medio termine», sia pure «al costo di un più elevato rischio di stress sistemico e a maggiori rischi al ribasso alla crescita nel breve termine». Le esigenze di liquidità delle istituzioni non bancarie potrebbe inoltre amplificare la volatilità dei mercati. Le banche, in ogni caso, «hanno livelli confortevoli di capitale» che costituiscono un cuscinetto per la stabilità finanziaria.

 

BORSE AFFONDANO DOPO LA BCE, SALE L'EURO. SPREAD OLTRE 200 PUNTI, SI IMPENNA IL RENDIMENTO

Estratto dell’articolo di Chiara Di Cristofaro per www.ilsole24ore.com

 

[…] La Bce si somma alla Fed e conferma che serviranno ulteriori strette e che l'inflazione resterà troppo alta ancora a lungo. Dopo una mattinata in rosso, sulla scia delle decisioni della Fed e delle parole di Jerome Powell, gli indici europei affondano sui minimi di giornata mentre Wall Street è in netto calo, con la Bce che taglia i tassi - come atteso - di 50 punti base ma peggiora le prospettive sull'inflazione.

 

URSULA VON DER LEYEN GIORGIA MELONI VIKTOR ORBAN - CONSIGLIO EUROPEO 15 DICEMBRE 2022

Ripiega il dollaro, sale l'euro mentre lo spread va oltre i 200 punti. «L’inflazione continua a essere di gran lunga troppo elevata e, secondo le proiezioni, si dovrebbe mantenere su un livello superiore all’obiettivo per un periodo di tempo troppo prolungato», ha detto la presidente della Bce Christine Lagarde in conferenza stampa a Francoforte.

 

Oltreoceano, a pesare è la prospettiva di un picco dei tassi americani oltre il 5% nel 2023. Mercoledì la Fed ha rallentato il ritmo della stretta, alzando i tassi come previsto di 50 punti base, ma il presidente Jerome Powell ha avvertito che per ridurre l'inflazione, servirà un «periodo prolungato» di crescita lenta. Intanto, anche la Bank of England e la Banca centrale svizzera hanno alzato i tassi di 50 punti base. Si muovono così in pesante rosso il FTSE MIB -2,75% di Piazza Affari, il CAC 40 -2,72% di Parigi, il DAX 40 -2,72% di Francoforte e l'AEX -2,49%di Amsterdam. […]

KLAAS KNOT CHRISTINE LAGARDE

 

CHRISTINE LAGARDE

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?