
CALTAGIRONE, IL WARREN BUFFET ALL’AMATRICIANA – “DOMANI”: “PER I ROMANI È L’OTTAVO RE DI ROMA. MA ANCHE E SOPRATTUTTO IL PALAZZINARO, COLUI CHE HA FONDATO LE FORTUNE DEL SUO IMPERO SULLA COSTRUZIONE DI INTERI QUARTIERI DELLA CAPITALE. MA QUEI SOPRANNOMI RISCHIANO DI ESSERE OBSOLETE CARICATURE” – “IL CALTAGIRONE SCALATORE DI BORSA VALE MOLTO DI PIÙ DEL CALTAGIRONE IMMOBILIARISTA. IL PORTAFOGLIO IMMOBILIARE CHE VANTA MOLTI PALAZZI STORICI NEL CENTRO DELLA CAPITALE È FERMO A 1,7 MILIARDI; IL GIARDINETTO BANCARIO È ARRIVATO A VALERE 5,7 MILIARDI” – “LA FINANZA D’ASSALTO PAGA QUINDI E DOMANI POTRÀ ASSICURARE, SE LA PRESA DI POSSESSO ANDRÀ IN PORTO, NON SOLO RICCHEZZA MA GRANDE POTERE…”
Estratto dell'articolo di Fabio Pavesi per “Domani”
Per i romani è l’Ottavo Re di Roma. Ma anche e soprattutto il palazzinaro, colui che ha fondato le fortune del suo impero sulla costruzione di interi quartieri della capitale. Ma quei soprannomi e quelle rappresentazioni rischiano da tempo di essere datate, vecchie, obsolete caricature.
L’Ottavo Re di Roma, uno degli uomini più ricchi e liquidi del Paese, ha smesso da qualche anno i vecchi panni per trasformarsi in uno dei più agguerriti investitori finanziari. Una sorta di Warren Buffett all’italiana che però contrariamente all’oracolo di Omaha, punta non solo all’accumulo di ricchezza ma al potere.
francesco gaetano caltagirone sbrocca report 7
Il patriarca della famiglia sta cingendo d’assedio, in compagnia della Delfin la cassaforte degli eredi di Leonardo Del Vecchio, il cuore del potere finanziario del Paese che vuol dire Mediobanca e a cascata le Generali. [...]
Oggi a ben vedere infatti c’è molta più finanza che non impresa e industria nel giardino di casa dell’ottantenne dominus del gruppo.
[...] Titolo su titolo Caltagirone ha messo nel mirino Generali già dal 2016. Poi ecco i primi acquisti nel 2019 su Mediobanca, infine gli acquisti più recenti su Mps. Una manovra a tenaglia, studiata meticolosamente a tavolino nel tempo, che fanno del duo Caltagirone-Delfin i nuovi arrembanti al cuore del centro di potere più blasonato del Paese. E che soprattutto ne hanno riempito a dismisura i portafogli della loro ricchezza.
francesco gaetano caltagirone l urlo di munch - fotomontaggio lettera43
Caltagirone da solo ha in pancia disseminato in una miriade delle sue società un pacchetto del 6,9% di Generali che oggi vale 3,2 miliardi. In Mediobanca il suo 10% raggranellato nel tempo vale 1,6 miliardi. E poi ecco il pacchetto del 9,96% di Mps accreditato di un valore di 870 milioni.
Tre titoli (non gli unici dato che Caltagirone investe anche in Acea, Poste e altri titoli) nella scacchiera del Re di Roma che portano la sua fortuna finanziaria a sfiorare i 5,7 miliardi.
Su quel tesoretto di partecipazioni vanta già una plusvalenza latente plurimiliardaria. Ha comprato nel tempo a prezzi che erano meno della metà dei valori attuali. Più comprava, più i titoli salivano.
E con le polveri accese del risiko bancario ecco che le quotazioni sono volate all’insù ulteriormente. Difficile stimare i guadagni impliciti finora. Ma considerando che in media i prezzi di carico sono la metà dei prezzi attuali ecco che negli anni della lunga scalata a Mediobanca e Generali ha accumulato guadagni per oltre 2 miliardi arrotondati per difetto. Senza contare i dividendi nel frattempo incassati che valgono un centinaio di milioni di euro l’anno.
francesco gaetano caltagirone sbrocca report 5
Certo quegli oltre 2 miliardi di guadagni sono virtuali fino a che i titoli non saranno venduti. Cosa che Caltagirone ovviamente non farà, dati che gli assicurano un posto in prima fila nel controllo futuro della fortezza della finanza.
[...]
La sua Caltagirone Spa che raggruppa le varie Cementir, Vianini e i giornali del gruppo, sotto le insegne di Caltagirone editore, ha chiuso il 2024 con ricavi per 2 miliardi e una redditività operativa al 13% del fatturato. Buona certo, ma da soli i proventi finanziari hanno portato in casa ben 125 milioni di profitti e le attività in titoli sono arrivate a valere 1 miliardo.
LA SEDE DEL MESSAGGERO IN VIA DEL TRITONE
Ma non finisce qui. Le azioni delle banche sotto tiro sono disseminate in una decina di società del gruppo e occorre risalire alla scatola finanziaria in cima alla catena cioè la Fgc per avere una visione complessiva, anche se parziale.
Il bilancio del 2024 non è ancora stato pubblicato, ma già nel 2023, prima tra l’altro di altri massicci acquisti su Mediobanca, Generali e poi Mps, ecco che i titoli valevano 2,4 miliardi di euro. Un portafoglio che di sicuro è salito nel corso dell’anno scorso e dei primi mesi di quest’anno con il continuo shopping.
E in Fgc c’è solo la metà del pacchetto titoli rastrellati da Caltagirone.
Tanto per dare un’idea il Caltagirone scalatore di Borsa vale molto di più del Caltagirone immobiliarista e imprenditore industriale.
Il portafoglio immobiliare che vanta molti palazzi storici nel centro della Capitale è fermo a 1,7 miliardi e le attività nel cemento, nelle costruzioni e nell’editoria non raggiungono certo i livelli del portafoglio dell’assalto bancario.
Quel giardinetto arrivato a valere 5,7 miliardi consente non solo di registrare a oggi una plusvalenza che supera i 2 miliardi, ma apporta proventi nell’ordine dei 250 milioni all’anno che battono gli utili netti che l’asset più redditizio del gruppo, Cementir, produce ogni anno e che sono nell’ordine dei 200 milioni.
azzurra caltagirone francesco gaetano caltagirone lorenzo carresi
La finanza d’assalto paga quindi e domani potrà assicurare, se la presa di possesso andrà in porto, non solo ricchezza ma grande potere di indirizzo nella gestione della fortezza dei risparmi degli italiani.
[...] A sorreggere potere e notorietà del dominus della famiglia c’è da sempre il possesso dei giornali. Una rete che va dal Messaggero, al Mattino, al Gazzettino fino al Corriere Adriatico e al Quotidiano di Puglia.
E ora una quota del 5% in Class editori da sempre critico verso Caltagirone e i suoi affari. Se i giornali servono a creare consenso di certo sono costati e molto. Solo nel decennio dal 2010 al 2020 Caltagirone editore ha cumulato perdite nette per quasi 400 milioni con un fatturato dimezzato da 240 milioni a 120 milioni.
FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE CON IL FIGLIO FRANCESCO JR
Con le testate continuamente svalutate che valevano oltre 280 milioni nel 2010 e oggi sono a bilancio per soli 76 milioni.
Un falò patrimoniale di 200 milioni sull’altare della buona stampa. Che continua a perdere denaro. L’anno scorso il bilancio si è chiuso in utile per 8 milioni così come per 16 milioni nel 2023. Ma non grazie ai giornali che hanno chiuso ancora in perdita a livello operativo per 21 milioni l’anno scorso e per 1,6 milioni nel 2023.
[...] I profitti arrivano solo dai proventi finanziari del giardinetto titoli di Generali e Mediobanca che ammontano a 300 milioni e che hanno garantito l’anno scorso utili finanziari per 24 milioni, tali da compensare il rosso delle attività editoriali.
E così anche Caltagirone editore si sta trasformando in una holding finanziaria con i titoli Mediobanca e Generali acquistate dalla società dei giornali che pesano per oltre metà dell’attivo della società.
[...]
La liquidità di cui dispone Caltagirone serve alle scalate bancarie e se non basta ci si indebita come avvenuto pochi mesi fa con Intesa che ha finanziato con mezzo miliardo Caltagirone. La banca ovviamente non rischia nulla. E più che tutelata nel suo prestito dal valore dei titoli sottostanti e lo scalatore bancario può continuare la sua presa di possesso nella battaglia bancaria assicurativa destinata a cambiare volto alla finanza italiana.
FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE
philippe donnet - andrea sironi
giovambattista fazzolari - francesco gaetano caltagirone