LA CEDOLA FA RICCHE LE COOP – DEI 550 MILIONI DI DIVIDENDI DI UNIPOL-SAI 335 MILIONI VANNO A UNIPOL E 53 ALLE COOP. ECCO RIPAGATO LO SFORZO ECONOMICO FATTO PER AIUTARE MEDIOBANCA E UNICREDIT E CACCIARE I LIGRESTOS DA FONSAI

1.CON I DIVIDENDI A UNIPOL UN ‘TESORETTO' DA 335 MLN E ALLE COOP 53 MLN
Carlotta Scozzari per Dagospia

Se si sfogliano i giornali questa mattina, alle pagine economico-finanziarie, il verdetto è unanime: dopo i brillanti risultati del 2013, Unipolsai, quest'anno, ricompenserà i propri azionisti con un dividendo stellare.

Occorre perciò domandarsi chi siano i grandi azionisti del gruppo assicurativo nato l'anno scorso dalla fusione tra la Fondiaria-Sai, la Premafin e la Milano Assicurazioni della famiglia Ligresti e il braccio assicurativo del gruppo Unipol. La risposta è semplice: la stragrande maggioranza delle azioni Unipolsai è saldamente in mano al gruppo Unipol, che è quindi il soggetto che più beneficerà dello stacco della succulenta cedola. E che a sua volta è controllato dal mondo delle cooperative.

Il gruppo bolognese guidato da Carlo Cimbri ha, infatti, in portafoglio il 63% del capitale ordinario di Unipolsai, corrispondente a circa 1.417 milioni di singole azioni. Ora, se si considera che per ogni titolo ordinario il gruppo assicurativo ha appena annunciato un dividendo di 0,19559 euro, questo significa che nelle tasche della capogruppo Unipol stanno per entrare 277,25 milioni di euro freschi freschi.

Ma non è tutto, perché il gruppo di via Stalingrado è anche di gran lunga il primo detentore di titoli risparmio di tipo "B" di Unipol: ne possiede il 68% del totale, che equivale a circa 256 milioni di azioni sui 377 milioni totali. E siccome le risparmio di tipo B staccheranno pure loro una bella cedola da 0,22497 euro per azione, al gruppo Unipol andranno altri 58 milioni di euro.

In altri termini, dei 550 milioni che Unipolsai si appresta complessivamente a distribuire in forma di dividendo, poco più di 335 milioni finiranno nelle tasche del gruppo bolognese. Che viene così ricompensato della faticaccia fatta nel 2012, con la battaglia senza esclusioni di colpi ingaggiata contro la Sator di Matteo Arpe e la Palladio di Roberto Meneguzzo e Giorgio Drago, per assicurarsi la ex Fonsai e la Milano assicurazioni.

A combattere al fianco di Cimbri erano state niente meno che la Mediobanca di Nego Nagel e l'Unicredit di Federico Ghizzoni, entrambe creditrici dei Ligrestos. Tra l'altro, proprio alla Sator di Arpe, cui è rimasto in pancia un 3% circa del capitale ordinario di Unipol un po' come fosse una medaglia di guerra, andrà un premio di consolazione in forma di dividendo pari a poco più di 13 milioni.

Riassumendo, quindi, su un utile netto consolidato che nel 2013 si è attestato a 694 milioni (si sale a 996 milioni considerando il contributo singolo di Fonsai, Premafin, Unipol assicurazioni e Milano assicurazioni), Unipolsai ha deciso di distribuirne ai soci 550, 335 dei quali alla capogruppo Unipol. Una bella fetta, non c'è che dire.

Ma ieri, oltre alla controllata assicurativa, anche lo stesso gruppo Unipol ha annunciato lo stacco di un dividendo ai propri azionisti. In questo caso, su un utile netto consolidato di 188 milioni di euro, ben 120 milioni, oltre l'80% dei profitti, finirà nelle tasche degli azionisti.

E quindi in prima battuta del mondo delle cooperative, che blinda il 50,75% del capitale ordinario del gruppo bolognese attraverso la Finsoe guidata da Adriano Turrini e Milo Pacchioni, il cui azionariato, a sua volta, come si legge da sito web, "è composto in massima parte da imprese del movimento cooperativo aderenti a Legacoop" (l'associazione fino al mese scorso presieduta dall'attuale ministro del Lavoro, Giuliano Poletti). C'è poi un ulteriore 3,6% del capitale ordinario di Unipol che fa capo a Coop Adriatica.

In altri termini, il mondo delle coop ha in mano 241,3 milioni di azioni ordinarie del gruppo Unipol. E se si considera che i titoli in questione staccheranno un dividendo da 0,1615 euro l'uno, si arriva a calcolare per Finsoe e Coop Adriatica un bel gruzzoletto da quasi 39 milioni di euro. Ma anche questa volta non è tutto, perché le coop guidano pure le fila dell'azionariato privilegiato di Unipol, con in mano il 28,8% del totale distribuito tra Coop Adriatica, Coop Estense e Nova Coop.

E dal momento che i titoli privilegiati Unipol si apprestano a staccare un dividendo di 0,1815 euro l'uno e le coop ne hanno in portafoglio circa 79 milioni di pezzi, ciò si traduce in una cedola da 14 milioni. Dunque le coop socie di via Stalingrado a breve riceveranno dividendi per un totale di 53 milioni sui 120 complessivamente distribuiti da Unipol. Del resto, con gli aumenti di capitale serviti all'ad Cimbri per comprare Fonsai si sono svenate. In qualche modo andranno pure ricompensate.

2.UNIPOLSAI, AI SOCI CEDOLA DA 550 MILIONI. IL GRUPPO VARA L'AUMENTO PER LA BANCA
Vittoria Puledda per ‘la Repubblica'

Ritorna il dividendo per gli ex soci Fonsai, dopo quattro anni: UnipolSai, al suo primo anno di attività pienamente integrata ha infatti chiuso il bilancio con un utile netto consolidato di 694 milioni di euro e un risultato ante imposte di 1.172 milioni di euro: il doppio di quanto era stato previsto nel piano industriale, ha sottolineato l'ad Carlo Cimbri. «Abbiamo mantenuto gli impegni», ha detto, lasciando comunque invariati gli obiettivi del piano al 2015.

Verranno distribuiti ai soci utili per 550 milioni, in parte anche con la distribuzione della riserva avanzo di fusione. Nel dettaglio, la raccolta assicurativa diretta è stata pari a 15,4 miliardi di euro, con la raccolta danni a 9,3 miliardi (-8,1%) e quella vita a 6,1 miliardi (+9,1%). Il combined ratio danni è pari al 93,3% (101,9% nel 2012) mentre il margine di solvibilità è pari a 1,5 volte i requisiti regolamentari.

Diverso il discorso per Unipol Gruppo Finanziario, che ha chiuso il 2013 con un utile di 188 milioni di euro rispetto ai 426 milioni del 2012 (esercizio considerato tuttavia dal gruppo non confrontabile, in cui la parte Fonsai era consolidata solo per il secondo semestre) e che a sua volta distribuirà il dividendo. Sui risultati della holding hanno avuto impatto divergente il buon andamento della parte assicurativa evidenziato da UnipolSai - e le difficoltà della banca, non a caso Cimbri ha confermato di sentirsi «sereno sull'assicurazionee vigile sulla banca».

Il comparto bancario ha chiuso con una perdita netta di 296 milioni di euro (21 milioni l'anno prima), dopo accantonamenti su crediti per 306 milioni; l'azzeramento di avviamenti e la svalutazione di altri attivi finanziari hanno pesato per 176 milioni. Ugf ha fatto a sua volta accantonamenti per 200 milioni a fronte di un impegno di indennizzo nei confronti di Unipol Banca sui crediti non performing; poi ci sono statii costi di integrazione per 206 milioni.

Commentando i dati con gli analisti, Cimbri ha annunciato che entro il 2014 verrà fatto un aumento di capitale da 100 milioni sulla banca, che a fine 2013 aveva un core tier 1 ratio del 7,7%; la ripartizione del costo dell'aumento (se solo Ugf o anche proquota UnipolSai), fanno sapere dal gruppo, «sarà oggetto di valutazione» . Per quanto riguarda la gestione del portafoglio strutturati,a fine 2013 Unipol aveva ceduto 1,15 miliardi di euro di titoli con una plusvalenza di circa 40 milioni e altri 300 milioni di strutturati sono stati ceduti nelle ultime settimane.

 

unipolIL QUARTIER GENERALE DI UNIPOL CHE PUNTA AD ASSICURARSI FONSAI CARLO CIMBRI jpegLIGRESTI CON LE FIGLIEFAMIGLIA LIGRESTI MARCO TRONCHETTI PROVERA ALBERTO NAGEL E ANDREA BONOMI FOTO BARILLARI MATTEO ARPE

Ultimi Dagoreport

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…