
DRAGONE, BECCATE ’STO DAZIO! – LA COMMISSIONE UE METTE A PUNTO UNO “SCUDO COMMERCIALE” PER L'ACCIAIO EUROPEO, CHIESTO CON FORZA DALLE IMPRESE DEL SETTORE, SEMPRE PIÙ COLPITE DALL'INVASIONE DI PRODOTTI CINESI A BASSO COSTO: È PREVISTO UN RADDOPPIO DELLE TARIFFE COMMERCIALI DAL 25 AL 50% E UN DIMEZZAMENTO DELL’IMPORT – BRUXELLES S’IMPEGNA ENTRO DUE ANNI A ESTENDERE QUESTA PROTEZIONE ANCHE AI PRODOTTI DERIVATI – LE MISURE VENGONO INCONTRO ANCHE ALLE PRESSIONI DI TRUMP, CHE AVEVA PRETESO DALL’UE DI ALZARE I DAZI SULL'IMPORT CINESE…
Estratto dell’articolo di Rosaria Amato per “la Repubblica”
Import quasi dimezzato e raddoppio del livello dei dazi fuori quota, che passano dal 25 al 50%. Arriva lo scudo commerciale per l'acciaio europeo, chiesto con forza dalle imprese del settore, sempre più colpite dall'invasione di prodotti stranieri a basso costo, ma anche da una rappresentanza consistente del Parlamento europeo, che aveva lanciato un appello alla Commissione.
xi jinping e ursula von der leyen
Le misure vengono incontro anche alle pressioni del presidente Usa Donald Trump, che aveva chiesto alla Ue di alzare i dazi sull'import cinese. A presentare le nuove norme, nel corso della Plenaria del Parlamento a Strasburgo, il vicepresidente della Commissione Ue con delega alla Strategia industriale, Stephane Sejourné, e il commissario europeo per il Commercio Maros Sefcovic.
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Molto soddisfatti i produttori, che incassano anche l'ulteriore impegno della Commissione di mettere a punto, se necessario, nei prossimi due anni, una seconda misura legislativa che estenda le attuali tutele ai prodotti che contengono «un significativo ammontare di acciaio», come i macchinari, o le lavatrici.
Nel 2024 il settore «ha perso 18 mila posti di lavoro», ha ammesso Sejourné, mentre tra il 2017 e il 2023 la produzione Ue è calata da 160 a 126 milioni di tonnellate, con un utilizzo degli impianti del 65%. Il Vecchio Continente è l'unica regione al mondo ad aver ridotto la propria capacità produttiva, a fronte di una produzione mondiale che eccede di cinque volte i suoi consumi di acciaio.
Potrebbe anche andar peggio: secondo i calcoli dell'Ocse, già entro il 2027 l'eccesso di produzione raggiungerà i 721 milioni di tonnellate. E, per via dei dazi del presidente Usa Trump, la Cina potrebbe moltiplicare le quantità di prodotto esportato, per controbilanciare la chiusura del mercato americano.
Maros Sefcovic - foto lapresse
Il piano Ue, una volta completato l'iter legislativo, entreranno in vigore nel 2026, appena scadranno le vecchie salvaguardie, molto più blande, in linea con una politica commerciale che, prima dell'avvento di Trump, era sempre stata improntata al liberismo.
Per Eurofer, l'Associazione Europea dell'acciao, le nuove misure «rispondono alle esigenze del settore e rappresentano una vera e propria ancora di salvezza per i produttori e i lavoratori siderurgici dell'Ue», e dovrebbero permettere alle industrie europee, afferma il direttore generale Axel Eggert, di «tornare a un tasso di utilizzazione tra l'80 e l'85%».
Qualche perplessità in più dall'italiana Federacciai, che pur definendo il piano «complessivamente positivo», critica il «riferimento alla necessità di discutere queste misure con altri paesi sulla base delle regole del Wto, che significherebbe di fatto dover negoziare con la Cina misure concepite per contrastarne le pratiche commerciali distorsive». [...]