vincenzo onorato moby

IL DEBITO VA ONORATO - LE COMPAGNIE DEL RE DEI TRAGHETTI, VINCENZO ONORATO, SONO ARRIVATE SULL’ORLO DEL CRAC A PARTIRE DAL MAXI DEBITO PER ACQUISIRE "TIRRENIA" - IL MEZZO MILIARDO DI PRESTITI CHIESTO DALL'ARMATORE PER ACQUISIRE LA EX COMPAGNIA PUBBLICA DOVEVA ESSERE SOSTENUTO DAI FLUSSI DI CASSA DI "MOBY", CHE AL CONTRARIO INANELLA PERDITE. STESSO COPIONE PER "CIN": RICAVI E MARGINI IN CADUTA LIBERA…

Fabio Pavesi per https://www.ilfattoquotidiano.it

 

vincenzo onorato vittorio feltri

L’epopea dei mari dell’ex re dei traghetti italiani Vincenzo Onorato con la sua Moby e la Tirrenia si è trasferita da tempo nelle aule dei tribunali. Ora arriva una nuova appendice a complicare ulteriormente la situazione di pre-dissesto del gruppo. Pochi giorni fa i commissari straordinari dell’ex Tirrenia in amministrazione straordinaria hanno citato in giudizio la compagnia di tragetti Moby per riuscire a riscuotere un credito che Cin, Compagnia italiana di navigazione sempre del gruppo Onorato, vanta con la stessa Moby.

 

Un’azione avviata perché la stessa amministrazione straordinaria di Tirrenia ha un credito nei confronti di Cin di circa 180 milioni di euro, mai saldato dall’atto dell’acquisizione nel 2012. Nel frattempo sia Moby che la Cin (Compagnia italiana di Navigazione che ha acquisito Tirrenia e che oggi è posseduta al 100% dallo stesso Onorato) sono in attesa del via libera del Tribunale ai loro concordati chiesti per evitare il fallimento delle due società.

 

VINCENZO ONORATO

Ma come si è arrivati a questo punto? Tutte due le compagnie di ferries della famiglia Onorato sono in stato agonico da tempo e la loro sorte è appesa al filo del concordato. Alla base di tutta la vicenda c’è uno degli innumerevoli casi di iper-indebitamento in cui capitalisti senza capitali hanno fatto il passo più lungo della gamba. Per acquisire la vecchia Tirrenia e divenirne il dominus incontrastato, Onorato ha bussato a denari oltre ogni limite.

 

Vincenzo e Alessandro Onorato

Nel 2015-2016 con una sciagurata operazione di leverage buy out ha chiesto prestiti per mezzo miliardo per trasformarsi nel re dei trasporti marittimi. Niente soldi suoi, ma 300 milioni di un bond in Lussemburgo con cedola al 7,7% annuo e 200 milioni di prestiti bancari. Tutti scaricati sulla Moby che si è ritrovata di punto in bianco zavorrata da mezzo miliardo di debiti. Dovevano essere sostenuti dai flussi di cassa che il solito piano industriale magnificava ricchi e fiorenti.

 

In realtà già nel 2016 quei flussi e quei margini cominciano paurosamente a flettere. Da allora è stato uno stillicidio continuo. All’atto del caricamento del maxi-debito, Moby faceva ricavi per poco meno di 250 milioni con un margine lordo di soli 46 milioni. Solo gli interessi sul bond da 300 milioni mandano in rosso il margine operativo netto, in perdita per la prima volta. Da allora, complice ricavi in caduta libera, Moby continuerà a inanellare perdite. Senza fine. Un maremoto.

 

VINCENZO ONORATO

Nel 2019 Moby ha chiuso un bilancio terribile. Una perdita netta di 198 milioni su un fatturato di 271 milioni con un patrimonio netto andato in rosso per la bellezza di 145 milioni. E complice il Covid i dati (gli ultimi disponibili) a giugno del 2020 sono ulteriormente peggiorati. I ricavi del semestre sono crollati a 65 milioni con una perdita salita a 298 milioni e il patrimonio finito sottozero per la cifra monstre di 444 milioni. Il crac è servito.

 

Stesso copione per Cin: ricavi e margini in caduta libera e debiti che salgono a cifre folli. Ogni volta Onorato rinnova piani industriali su piani industriali ma senza risultati. E così mentre la crisi morde, già a partire dal 2016 ecco che il patron di Mascalzone Latino le prova tutte, in una girandola di operazioni tra parti correlate che vedono protagoniste Moby, Cin e la società di famiglia la F.lli Onorato gestita dai due figli.

 

traghetto tirrenia finisce sugli scogli alle tremiti

Quanto a Cin e Moby, come rilevano i commissari dell’ex Tirrenia nell’atto di citazione, Moby ha drenato risorse a Cin. Incassando i biglietti di Cin senza mai retrocederli alla compagnia. Tra biglietti incassati e noleggio navi, al 31 dicembre 2019 Cin vantava verso Moby crediti per 128 milioni di euro.

 

Nella citazione si afferma inoltre che nonostante Moby non avesse pagato la tranche di 180 milioni all’amministrazione straordinaria per gli asset di Tirrenia e nonostante avesse un debito verso Cin di 128 milioni, tra il 2017 e il 2018 ha ricevuto altri 85 milioni dalla controllata tra dividendi e riserve, portando il totale dell’esposizione di Moby verso Cin a 213 milioni. Il tutto per sostenere i conti vacillanti di Moby a scapito della stessa Cin.

 

Ma entra in gioco anche la società dei figli di Onorato, la F.lli Onorato che noleggiava le navi a Moby che le sublocava a Cin. Ebbene secondo la relazione tecnica dei commercialisti che hanno ricostruito i passaggi infragruppo, tra il 2015 e il 2020 Moby riceveva da Cin e poi trasferiva alla F.lli Onorato risorse per 47,8 milioni. Non solo: c’è una girandola di uscite di cassa da Moby a favore di Onorato e delle parti correlate, oltre che verso movimenti e partiti.

 

TIRRENIA NAVIGAZIONE jpeg

La relazione individua uscite di risorse da Moby per un totale di 11,2 milioni di euro tra finanziamenti a Beppe Grillo, Casaleggio Associati, fondazione Open e Pd; e il noleggio di aerei a uso personale, auto, e immobili. Tutti soldi usciti dalle casse della compagnia di traghetti, mentre la nave di Moby stava già affondando da tempo. Ora si attende l’esito dei concordati, anche se la mina dell’atto di citazione dei commissari rischia di complicare il percorso.

 

Solo per quanto riguarda Moby, se il concordato passasse i creditori, dai bondisti alle banche, finirebbero per perdere oltre il 50% dei 500 milioni di esposizione. Moby sopravvivrebbe sotto ancora la guida di Onorato semplicemente facendo pagare il conto del dissesto a chi l’ha finanziato. La famiglia si sacrificherebbe invece ben poco. Vincenzo Onorato ha deciso di rinunciare al suo maxi-compenso come presidente del Cda di Moby pari a 3 milioni annui per un periodo di 4 anni.

 

NAVE TIRRENIA jpeg

E la famiglia tramite la Onorato Armatori srl socio unico di Moby parteciperà al sacrificio per il salvataggio con 2 milioni di euro. Peanuts evidentemente. E così in questa travagliata vicenda l’epilogo, se Onorato riuscirà a evitare il fallimento dopo essersi pesantemente indebitato, sarà quello visto molte volte. Si va a prestito per propri sogni imprenditoriali personali, poi se le cose vanno male, non si perde l’azienda. Basta far pagare il conto a chi ti ha prestato i soldi. Molto comodo fare i capitalisti senza i capitali.

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO